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Il modello degli stati dell’Io nella teoria dell’Analisi Transazionale di Eric Berne

Dalla condizione di genitore all’identità genitoriale

7.2 Il modello degli stati dell’Io nella teoria dell’Analisi Transazionale di Eric Berne

Dobbiamo ad Eric Berne la teoria della personalità denominata “Analisi Transazionale” (A.T.), che chiarisce in maniera accurata ed accessibile al più vasto pubblico lo sviluppo della vita umana sin dai primordi della vita, fondandosi su dati scientifici multidisciplinari ed esplicitandone rigorosamente le soggiacenti dinamiche intrapsichiche ed interpersonali78. L’A.T., specificando gli elementi sostanziali ed i principi del funzionamento psicologico, è anche una teoria della psicopatologia umana: da essa è derivato un modello di psicoterapia sistematica accreditato a livello internazionale, che opera sulle strategie inadeguate messe in atto dall’adulto per attivare le sue risorse e risolvere i problemi quotidiani che gli si presentano allorché copionalmente attinge a modalità di funzionamento infantili.

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I “processi narrativi”, o narrazioni, nella definizione di Bastianoni e Taurino (2007, pag. 10) connotano “quel patrimonio interiorizzato di eventi, parole, emozioni, script, schemi mentali, sistemi comportamentali, esperienze di genitorialità vissute dall’individuo nel corso dei precoci processi evolutivi relativi alla costruzione del Sé e immagazzinati nella memoria come facenti parte di un sistema in conscio ed affettivo in cui la polisemia delle emozioni sottende non solo l’azione individuale quanto, più che altro, la stessa organizzazione e strutturazione dell’identità, proprio in relazione alle specifiche sottofunzioni insite nella dimensione genitoriale”.

78 Numerose sono le correnti filosofiche che hanno influenzato l’opera di Berne ma il suo pensiero e la sua pratica hanno significativamente attinto dall’empirismo, dalla fenomenologia e dall’esistenzialismo. Inoltre, ha integrato magistralmente le concettualizzazioni di colleghi psichiatri e psicologi, integrando soprattutto nella sua prospettiva ispirazione tratte dai modelli teorici del comportamentismo e dell’analisi esistenziale. Per ogni approfondimento si rimanda ai manuali dei più autorevoli interpreti e praticanti dell’A.T. a livello nazionale ed internazionale, oltre che alle interessanti rassegne critiche dedicate a temi specifici dal Transactional Analysis Journal.

Al di là dello spessore teoretico, l’A.T. si caratterizza per l’eterogeneità degli ambiti di applicabilità, che spaziano dai contesti clinici a quelli educativi, dai contesti organizzativi sino a quelli counseling, tutti accomunati dall’esigenza di comprendere le persone, le relazioni tra persone, la comunicazione tra loro. Nel rimandare alla specifica e assai vasta letteratura da tempo presente anche in Italia, qui segnaliamo solo i testi più noti di Berne aventi carattere anche divulgativo, vale a dire Ciao!... E

poi? (1979), A che gioco giochiamo? (1984), Fare l’amore (1986b). Gli stati dell’Io

Il modello che Berne ha denominato “stati dell’Io” connota l’elaborazione fondamentale nell’A.T. per spiegare la personalità umana. Gli stati dell’Io, a differenza dei costrutti astratti della psicoanalisi di Super Io, Io ed Es, sono realtà del tutto concrete di natura esperienziale e comportamentale, tanto che la presenza di uno stato dell’Io o il passaggio da uno stato dell’Io ad un altro si manifestano in cambiamenti comportamentali del tutto osservabili (Berne, 1971, pag. 23; op. or. 1961). In modo schematico, secondo Berne ciascun individuo dispone di tre tipologie di stati dell’Io che definì nei termini di “schema uniforme di sensazione e di esperienza direttamente collegato a un corrispondente schema uniforme di comportamento”: lo stato dell’Io Genitore, lo stato dell’Io Adulto e lo stato dell’Io Bambino, che l’individuo costantemente sperimentata come realtà effettive di un particolare stato mentale e fisico, così come vissuto originariamente. Nel suo manuale di principi per la terapia di gruppo Berne (trad. it. 1986) descrive:

lo stato dell’Io Genitore come quell’insieme di sentimenti, atteggiamenti e modelli di comportamento simili a quelli di una figura genitoriale e solitamente derivati, in termini assoluti, dalle conoscenze e dagli esempi trasmessi dai propri genitori;

lo stato dell’Io Adulto come quell’insieme di sentimenti, atteggiamenti e modelli di comportamento che risultano adatti alla realtà del qui ed ora, che comincia a strutturarsi intorno ai dieci mesi, quando il piccolo può fare le prime autonome, personali esperienze grazie alla maturazione delle capacità motorie e linguistiche; ▪ lo stato dell’Io Bambino come quell’insieme di sentimenti, atteggiamenti e modelli di comportamento che risalgono all’infanzia, rappresentando esso la parte più libera, emotiva e spontanea della personalità.

Gli stati dell’Io sono analizzabili in virtù della loro struttura e delle funzioni che esplicano (cfr. Stewart e Jones, 1990). L’analisi strutturale, che studia gli aspetti intrapsichici degli stati dell’Io e permette di analizzare il contenuto degli stati dell’Io, offre almeno due modelli che ne rappresentano le connotazioni: (a) il diagramma strutturale di primo ordine, più generale (fig. 7.1), (b) il diagramma strutturale di secondo ordine, più dettagliato (fig. 7.2). I diagrammi sono tratti da Woollams e Brown (1985).

Figura 7.1 – Diagramma strutturale degli stati dell’Io di primo ordine (da: Woollams e

Brown, 1985, pag. 27).

Figura 7.2 – Diagramma strutturale degli stati dell’Io di secondo ordine (da: Woollams e

Brown, 1985, pag. 44).

Stato dell’Io Genitore - Comportamenti, pensieri ed emozioni

copiati dai genitori o dalle figure genitoriali

Stato dell’Io Adulto - Comportamenti, pensieri ed emozioni

nei termini di risposta diretta e adatta al qui ed ora

Stato dell’Io bambino - Comportamenti, pensieri ed emozioni

Ciascuno stato dell’Io, che appunto corrisponde ad un insieme di pensieri, emozioni e comportamenti che si verificano contemporaneamente e in modo uniforme, viene naturalmente esperito interpsichicamente ma può essere percepito in un assetto intersoggettivo attraverso caratteristici comportamenti osservabili attraverso cui si manifesta79,80. L’analisi funzionale degli stati dell’Io consente invece di osservare e

classificare i comportamenti interpersonali nel loro farsi; detto altrimenti, il modello funzionale studia gli stati dell’Io in quanto processi (fig. 7.3).

Figura 7.3 – Analisi funzionale degli stati dell’Io (da: Woollams e Brown, 1985, pag. 47).

Come si vede nel diagramma di figura 7.3, a livello processuale:

- la suddivisione del Genitore è tra Genitore Normativo e Genitore Affettivo, - l’Adulto non presenta suddivisioni,

- la suddivisione dell’Io Bambino è tra Bambino Adattato e Bambino Libero.

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Per il modello degli stati dell’io Berne attinge in particolare da Weiss (1960, op. or) secondo cui la risposta individuale alle situazioni ambientali può essere determinata rispettivamente: dallo stato dell’Io infantile residuo (stato dell’io Bambino), dallo stato dell’Io attuale (stato dell’io Adulto), dalla presenza psichica (stato dell’io Genitore).

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Moiso e Novellino (1982), che per primi in Italia dato praticato e diffuso la teoria dell’A.T, scrivono: “Uno stato dell’io è descritto da Berne fenomenologicamente come un sistema coerente di sentimenti riferiti ad un determinato soggetto, operativamente come un insieme coerente di modelli di comportamento, pragmaticamente come un sistema di sentimenti che motivano il corrispondente insieme di modelli di comportamento (ibidem, pag. 13).

GN- GN+

GA- GA+

BL- BL+

BA- BA+

A

Genitore Normativo Positivo Genitore Normativo Negativo

Genitore Affettivo Positivo Genitore Affettivo Negativo

Bambino Libero Positivo Bambino Libero Negativo

Bambino Adattato Positivo Bambino Adattato Negativo

GN- GN+

GA- GA+

BL- BL+

BA- BA+

A

Genitore Normativo Positivo Genitore Normativo Negativo

Genitore Affettivo Positivo Genitore Affettivo Negativo

Bambino Libero Positivo Bambino Libero Negativo

Bambino Adattato Positivo Bambino Adattato Negativo

Genitore Normativo e Genitore Affettivo

Per Berne (1971, pp. 31-32), lo stato dell’Io Genitore “può agire tanto come stato dell’Io attivo che come influenza”, tanto da spiegare che nello stato dell’Io Genitore, e sotto l’influenza Genitoriale, una donna può comportarsi come si comportava sua madre o come a sua madre sarebbe piaciuto” (Berne, 1986, pag. 171).

Lo stato dell’Io Genitore può manifestarsi sia come norma (Genitore Normativo) che come affettività (Genitore Affettivo): ambedue le attivazioni possono avere una valenza positiva o negativa. Un individuo può ad esempio agire da Genitore Normativo Positivo fornendo feedback critici basati sui propri evidenti interessi e considerazioni (per questo si chiama anche Genitore Critico Positivo) oppure ponendo confini proficui per sé e per gli altri. Agendo da una posizione di stato di Genitore Normativo Positivo l’individuo manifesta comportamenti altruistici e rispettosi dell’altro, offrendo protezione ed affetto concreti ed adeguati alla situazione e tali da promuovere e sostenere l’autonomia propria ed altrui. L’individuo sta invece agendo dal suo stato di Genitore Normativo Negativo quando esprime giudizi e sentenze denigratorie, distruttive (per questo si chiama anche Genitore Critico Negativo), non di rado in modo aggressivo o punitivo, su ciò che deve e non deve essere fatto. Si ha un comportamento tipico del Genitore Normativo Negativo quando la persona si sostituisce eccessivamente agli altri e spinge alla dipendenza, oppure, viceversa, quando agisce in modo esageratamente permissivo, senza regole o confini realistici tra sé e gli altri ma anche riguardo a se stesso.

Bambino Adattato e Bambino Libero

È proprio l’influenza genitoriale – tanto esterna come figura genitoriale autorevole sia nella norma che nella cura (genitore, insegnante, “capo”, ecc.) che interna come stato dell’Io Genitore proprio – che determina e influenza la possibilità, per lo stato dell’io Bambino, di manifestarsi nella sua parte adattata (Bambino Adattato). Invece, il Bambino Libero è del tutto svincolato da tali influenze genitoriali, dato che connota uno stato dell’Io arcaico appunto libero o che cerca di affrancarsi da essa, per lo più riuscendoci. Operativamente, ciò significa che quando, da adulti, agiamo comportamenti assunti sin da bambini per adeguarci alle attese o alle pretese dei

nostri genitori su di noi, stiamo agendo dalla posizione adattata dello stato dell’Io Bambino; d’altra parte, è l’altra faccia del Bambino Adattato anche il comportamento ribelle di colui (bambino o adulto che sia) che ribalta in toto le regole imposte dalla “figura genitoriale”, ribaltamento teso al compiacimento per la propria trasgressione all’autorità. Il comportamento del Bambino Adattato è positivo quando è opportuno, consigliabile ed adeguato alla situazione contingente (è il caso del comportamento ordinato o educato). È invece negativo quando l’individuo reitera script immaturi di comportamento – ovvero schemi infantili – inadeguati alle caratteristiche contingenti della situazione che si sta vivendo nel qui ed ora come adulti (sia in senso figurato che come stato dell’Io) e di cui sono trascurate le alternative possibili; in questo caso, per la persona è garantito un vissuto di inferiorità, di paura o di insicurezza nei confronti dell’interlocutore. D’altra parte, quando un bambino che non si adatta alle attese, ai desideri, alle ansie proprie dei genitori ma nemmeno si ribella ad esse, agendo invece per il puro gusto di agire, di fare una cosa che piace a se stesso, compiacendosene, allora quel bambino manifesta la capacità di esprimere se stesso nella libertà vera, non lesiva né di sé né degli altri (stato dell’Io Bambino Libero81). Analogamente, quando da adulti ci comportiamo in un modo “infantile” ma autonomo rispetto alle pressioni esterne e non censurato, stiamo agendo la parte libera e spontanea nostro stato dell’Io Bambino (Bambino Libero): se l’individuo sta soddisfando le proprie pulsioni ed emozioni in modo autonomo e con conseguenze produttive, si tratta di comportamenti positivi del Bambino Libero (in questo caso il divertimento è assicurato!) ma se le libere manifestazioni comportamentali della persona hanno effetti negativi per sé e per gli interlocutori, allora l’espressione è quella del Bambino Libero negativo (in questo caso sono prevedibili sempre conseguenze sanzionatorie).

7.3 Il modello di Margaret Archer per la costruzione dell’identità personale e

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