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1894-1984

Matematica

«Egregio Professore, sono qui ove le ore sono occupatissime per la mia casa che sto facendo sorgere un po’ alla volta e la scuola, ove il suo libro di giochi mi è stato di grande ausilio per farmi amare dai bambini e per fare sì che la matematica non fosse loro antipatica o pesante. Ma sento la nostalgia della vita universitaria che sotto la Sua guida eccellente mi ha portato ad una cultura un po’ migliore di quella che può avere un professore che come me non studi eccessivamente. E penso molto sovente ai Suoi consigli e quando sono a scuola penso di essere molto semplice nelle mie spiegazioni, ma esatta. E Lei egregio professore sta bene? Credo ed auguro sia sempre lo stesso che con vivacità sapeva rendere divertenti le lezioni di Calcolo. Se avrà un po’ di tempo e mi scriverà mi farà cosa estremamente gradita.»

Con queste affettuose parole Elisa Viglezio si rivolgeva a Giuseppe Peano, il 13 no- vembre 1925, quando ormai da un anno aveva lasciato l’ambiente torinese per seguire il marito a Venezia.

Nata a Lucca il 4 maggio 1894 da Pio e da Ida Fagioli, Elisa Maria Virginia Cesarina Viglezio frequenta il R. Istituto tecnico di Torino con indirizzo fisico-matematico e nel 1913 si iscrive al corso di studi in Matematica dell’Università di Torino, che frequenta con un curriculum molto buono. Il 20 giugno 1918 si laurea, con la votazione 66/70,

presentando la dissertazione Sul differenziale di una funzione di linea o di superficie e le tre sottotesi Determinazione delle congruenze normali di ∞1 iperboloidi rotondi, Sui poten-

ziali corrispondenti alla legge esponenziale dell’attrazione e Coordinate di punti cardinali di 2 sistemi di lenti. Il 15 luglio 1918 si diploma alla Scuola di Magistero, nella sezione di

Matematica, riportando nuovamente la votazione massima 40/40. È assistente di Peano alla Scuola di Calcolo infinitesimale dall’a.a. 1920-21 fino al 1924-25 e nel dicembre del 1924 consegue l’abilitazione all’insegnamento medio di Matematica e Fisica con punti 70/100. L’anno successivo lascia l’incarico di assistente per dedicarsi all’insegnamento secondario a Venezia, dove cerca senza grande successo di promuovere e diffondere la lingua internazionale ideata da Peano, il latino sine flexione, essendosi iscritta da tempo all’Academia pro Interlingua di cui Peano era presidente.

Come si evince dalle lettere velate di nostalgia che invia al celebre matematico e logico piemontese, i primi tempi dopo il trasferimento sono duri per lei, che si sente «veneziana di nome» ma non di fatto, a causa del clima, della stanchezza e della «continua preoccupazione del programma da svolgere e degli allievi da interrogare per vedere fino a qual punto riescano ad assimilare le nozioni impartite a loro» (E. Viglezio a G. Peano, 19.6.1926).

Diretta nelle sue ricerche da Peano, che fra l’altro presenta due sue note all’Accademia delle Scienze di Torino, Elisa Viglezio ha al suo attivo una produzione scientifica che, per

quanto non molto ampia, comprende alcuni risultati notevoli. I suoi interessi spaziano dalla geometria differenziale, oggetto del suo primo articolo Aree di curve piane, alla ma- tematica attuariale e al calcolo numerico: temi di indagine prediletti da Peano in quegli anni e da lui proposti ai suoi allievi e collaboratori. Nella prima nota Viglezio dimostra, utilizzando i metodi del calcolo vettoriale, un teorema che applica alla determinazione dell’area delimitata da curve particolari come la cardioide, l’asteroide, la lumaca di Pascal e la caustica per riflessione. L’obiettivo che l’autrice si prefigge è quello di generalizzare due casi particolari, inseriti rispettivamente nella quinta edizione del Formulario Mathe-

matico del 1908 (Prop. 2.7, p. 404) e nel saggio di Gino Loria, Ebene Curven (1902, p.

487), dimostrando che, introdotti il punto O di un dato piano, la rotazione i dell’angolo

retto positivo dei vettori di questo piano, i vettori a, b, c … del piano considerato e i

numeri interi h, k, l …, l’area limitata dalla curva descritta dal punto P(t) = O + ehita +

ekitb + elitc + …, quando t varia fra 0 e 2π, è data da hπa2 + kπb2 + lπc2 + ….

Le due successive pubblicazioni di Viglezio, concernenti questioni di calcolo numeri- co, hanno un taglio più spiccatamente didattico. Nella nota Calcolo diretto dei logaritmi, che si presenta come una pregevole esercitazione erudita, la giovane ricercatrice «dimo- stra» con argomenti matematici e storici, l’identità dei logaritmi neperiani e di quelli naturali, riportando i due procedimenti di calcolo dei logaritmi in base 10 esposti da J. Napier nell’opera Mirifici logarithmorum canonis descriptio (1614) e fornendo il calcolo di Log 3 con il metodo delle successive potenze decime del numero dato. Affiorano qui i canoni dell’indagine storiografica tipici della Scuola di Peano e largamente caratterizzanti le analoghe ricerche sui logaritmi di Rosetta Frisone e di Agostino Borio: lo studio delle fonti originali, attraverso la «versione» filologicamente corretta dei passi e la loro suc- cessiva manipolazione matematica con l’ausilio del simbolismo del Formulario, e infine l’accento posto sull’utilità della storia nella pratica d’insegnamento.

Il desiderio di condividere le competenze logiche, matematiche, storiche e pedago- giche acquisite negli anni di assistentato, confrontandosi con i colleghi, porta Elisa Vi- glezio a collaborare attivamente alla rivista “Rassegna di Matematica e Fisica”, del cui comitato di redazione fa parte, insieme a Peano. Su questo periodico compaiono alcuni suoi interventi su questioni di matematiche elementari come il calcolo del radiante, i problemi di meccanica e le approssimazioni. Nell’articolo Extractione graduale de radice

quadrato, ad esempio, la ricercatrice espone per via elementare, «in modo que illo pote es

applicato in scholas» il metodo «multo plus breve, sed in generale ignoto» di estrazione graduale della radice quadrata proposto da Peano nel lavoro Approssimazioni numeriche (Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino, 52, 1916-1917, pp. 453-468, 513-528), da lei applicato al calcolo di √e. Per la stessa “Rassegna”, Viglezio cura anche un breve e commosso necrologio di Corrado Segre, il matematico di cui aveva avuto modo di apprezzare le doti scientifiche e umane negli anni universitari, tracciando di lui questo delicato ritratto (1924, p. 2):

«Fu profondamente modesto, di carattere dolce e riflessivo. A tutta prima poteva pa- rere riservato, ma la gentilezza dei suoi sentimenti si manifestava nella famiglia e nella scuola. Nell’insegnamento si rivelò Maestro in sommo grado e nel completo senso della parola; perché sapeva non solo insegnare, ma comunicare ai discepoli il suo gran- de amore per la scienza; di loro si interessava incoraggiandoli ed aiutandoli con bontà

paterna ed affettuosa. Dei giovani studiosi si interessava anche se non erano suoi al- lievi, mantenendosi sempre con essi in corrispondenza. E chi, come la scrivente, ebbe la fortuna di assistere alle sue lezioni, sa quanto interesse queste destavano in tutti gli allievi, e come docenti italiani e stranieri bene spesso ne seguissero i corsi per ritrarne insegnamenti che li conducessero poi a nuove e interessanti ricerche.»

Nel 1925 la giovane interrompe l’attività scientifica, continuando però a mantenersi in contatto con l’ambiente torinese e, alla morte di Peano, scrive al suo collaboratore Gaetano Canesi, con commozione (19.5.1932):

«Egregio ingegnere, solamente con molto ritardo ho saputo della grave perdita che i matematici e gl’interlinguisti hanno avuto! L’affetto che mi legava al grande Maestro scomparso, mi ha maggiormente fatto sentire il dolore di non aver potuto essere presente con uno scritto e con un pensiero alla dolorosa cerimonia. La ringrazio di avermi inviato il giornale nel quale Egli era ricordato, come affezionata allieva mi fa piacere sapere con quanto rimpianto si pensi al Maestro scomparso.»

Elisa Viglezio si spegne a Venezia il 28 maggio 1984.

ELENCODELLEPUBBLICAZIONI

• Aree di curve piane, Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, 56, 1920-21, pp. 89- 96.

• Calcolo del radiante, Rassegna di Matematica e Fisica, 6, 1921, pp. 146-151.

• Calcolo diretto dei logaritmi decimali, Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, 58, 1922-23, pp. 113-121.

• Extractione graduale de radice quadrato, Wiadomosci Matematyczne, 27, 1923, 6 p., riedito in Rassegna di Matematica e Fisica, 4, 1, 1924, pp. 1-6.

• In memoria di Corrado Segre, Rassegna di Matematica e Fisica, 5, 1-2, 1924, pp. 1-2. • Formule approssimate pel calcolo dell’interesse, Giornale di Matematica Finanziaria, Rivista

tecnica del Credito e della Previdenza, 6, 1, 1924, pp. 44-46.

FONTIARCHIVISTICHE

Archivio Storico dell’Università di Torino: Registro di Carriera Scolastica della Facoltà di Scien-

ze MFN, n. 34, n. matr. 1719, p. 19; Verbali di Laurea della Facoltà di Scienze MFN dal 4.7.1902 al 14.4.1921, p. 221.

Biblioteca Civica di Cuneo: Fondo G. Peano: lettere a Peano n. 100814 del 13.11.1925, n. 100380 del 6.1926, n. 100215 del 29.8.1927, visibili anche sul cd-rom, a cura di C.S. Roero, N. Nervo, T. Armano, L’Archivio Giuseppe Peano, Torino, Dipartimento di Mate- matica, 2002; lettera a G. Canesi n. 2516 del 19.5.1932.

FONTIBIBLIOGRAFICHE

Annuari dell’Università di Torino a.a.: 1913-14, p. 277; 1914-15, p. 271; 1915-16, p. 321; 1920-21, p. 67; 1921-22, p. 58; 1922-23, p. 90; 1923-24, p. 95; 1924-25, p. 85. Natalia NERVO, La Scuola di Peano: Allievi e Collaboratori, Tesi di laurea in Matematica, Uni-

versità di Torino, 1999.

Clara Silvia ROERO, Peano e l’altra metà del cielo, in Giuseppe Peano Matematica, Cultura e

Società, a cura di C.S. Roero, Cuneo, L’Artistica Savigliano, 2001, p. 66; Giuseppe Peano and the female universe, in More than pupils, Italian women in science at the turn of the 20th century, a cura di Valeria Babini, Raffaella Simili, Firenze, Olschki, 2007, pp. 33-35.

E.L., C.S.R.