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Matematica Nata a Torino il 17 aprile 1902 da Giuseppe e da Teresa Bertinetti, Domenica Angio-

la Gili compie gli studi superiori al R. Istituto tecnico di Torino, avendo come compagni di scuola Peppino Agostinelli, suo futuro cognato, Beniamino Segre e Maria Mascalchi, nipote di Francesco Severi. Nel 1919 si iscrive al corso di studi in Matematica dell’Uni- versità di Torino, che segue con esiti eccellenti, tanto da conseguire in tutti gli esami la votazione massima di 30/30 e lode. Il 14 luglio 1923 si laurea con la votazione 80/80 e lode, discutendo la tesi di Geometria algebrica Ricerche sulle superficie del 4° ordine a

retta doppia e su talune involuzioni ad esse collegate e presentando le tre sottotesi: Sul pro- blema di Dirichlet (metodo di Poincaré), Teoria generale delle superficie ad area minima e Determinazione di un’orbita kepleriana a mezzo di tre osservazioni (col metodo di Lagrange- Andoyer).

Subito assunta come assistente alle cattedre di Analisi matematica, tenuta da G. Fubi- ni, e di Geometria presso il Politecnico di Torino, dopo un breve periodo, Angiola Gili, com’era solita farsi chiamare, preferisce prendere parte ai concorsi di Matematica e Fisica per le scuole secondarie. Conseguite con ottimi punteggi, nel dicembre del 1924 e nel novembre del 1926, le abilitazioni all’insegnamento medio di Materie scientifiche negli istituti medi inferiori, di Matematica nelle scuole medie, di Scienze naturali e computi- steria nelle scuole complementari, e di Matematica e fisica negli istituti medi, insegna ad Aosta, Ivrea e Asti, e, quando ottiene il trasferimento al Liceo classico Cavour di Torino, i suoi colleghi e studenti di Asti le manifestano il loro rammarico, con le parole «il bene si conosce quando si perde».

Risalgono agli anni di assistentato due pubblicazioni di Angiola Gili, apparse fra il 1925 e il 1935, che traggono origine dagli insegnamenti di Geometria analitica, proietti- va e descrittiva, che svolge nella Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, e le di- spense litografate del corso di Calcolo numerico, redatto in collaborazione con i suoi col- leghi al Politecnico, Carlo Bersano e Ireneo Zavagna. Costituito da quattro monografie, di cui quella a cura di Gili riguardava i calcoli approssimati e l’uso delle tavole, il volume si apre con una dichiarazione di intenti da cui si evince l’influenza esercitata da Peano sui tre giovani che frequentavano le Conferenze Matematiche Torinesi (1927, pp. 3-5):

«D’importanza fondamentale per le applicazioni della matematica è tutto quanto ri- guarda il calcolo numerico. Soltanto questo permette di passare da formule generali ai dati concreti riguardanti i singoli problemi posti nella pratica. È però opportuno porre una distinzione fondamentale. Mentre in alcuni calcoli di grande precisione occorre saper sfruttare al massimo grado i dati iniziali del problema in modo da aggravare il meno possibile l’errore di cui essi sono affetti, nella maggior parte dei calcoli che

l’ingegnere deve eseguire una tale precisione non è necessaria. In questo caso è quindi più conveniente cercare di ottenere, eventualmente a scapito di una non necessaria precisione, un risparmio di tempo. È in questa prevalenza del fattore tempo che si deve ricercare la fortuna sempre crescente del calcolo grafico e del regolo calcolatore. […] In ogni articolo il lettore troverà brevi cenni bibliografici riguardanti l’argomento ivi trattato. Qui citeremo soltanto le numerose note del Prof. Peano e dei suoi allievi, e come trattato generale quello recentissimo dell’ing. G. Cassinis, Calcoli numerici,

grafici e meccanici, Pisa, Mariotti, 1927.»

Il 28 maggio 1939 Angiola Gili sposa il fisico matematico Cataldo Agostinelli, che era ormai diventato un amico di famiglia, essendo stato collega di sua sorella Lucia e di suo fratello Michele. Cataldo conosceva da tempo «per fama» la sua futura moglie, aven- done sentito parlare con ammirazione da suo fratello Peppino, compagno di scuola di Angiola. La coppia si trasferisce a Torino, dopo il viaggio di nozze a Portofino, e nell’au- tunno Agostinelli parte per Modena, dove è docente presso l’Accademia militare, mentre Gili torna all’insegnamento al Liceo Cavour, interrompendo la sua attività di ricerca.

Nell’accorato ricordo che Agostinelli le dedica alla memoria, con grande delicatezza rievoca i primi anni di matrimonio, attraverso alcune «istantanee» tratte dal loro quoti- diano carteggio nei periodi di distacco: la moglie che «con immensa gioia» gli comunica a tarda sera il telegramma della vincita del concorso a professore ordinario, le estenuanti venti ore di viaggio in treno da Catania a Torino, che era lieto di affrontare pur di tra- scorrere il fine settimana con lei, le ore di ansiosa attesa al telefono quando, per scampare ai bombardamenti, Angiola è costretta a rifugiarsi a La Loggia e ancora i pochi giorni trascorsi insieme a Roma, in occasione di una sessione di esami estivi.

Angiola Gili, scomparsa a Torino il 19 aprile 1985, vive nelle parole con cui l’hanno commemorata su “La Stampa” alcuni colleghi, allievi e amici e, ancor più, nelle tenere espressioni d’affetto del marito (1985, pp. 37-39):

«Compagna preziosissima in tutte le vicende della mia vita e della mia carriera è stata la mia adorata e incomparabile consorte, la mia Angiola. Ella, rinunciando volentieri alle sue abitudini, ha saputo, con grande affetto e devozione, determinare intorno a me quella serenità necessaria per i miei studi e i miei lavori; ha partecipato con ansia e con gioia alle mie lotte e ai miei successi; mi ha curato amorosamente con trepidazione quando qualche male mi affliggeva; ha contribuito in sommo grado a rendere la mia esistenza tranquilla e felice. Ella era la bontà e la gentilezza personificata. Dotata di alto intelletto e di grande signorilità si prodigava generosamente verso chiunque si rivol- gesse a Lei. Alla Scuola si è dedicata con eccezionale fervore, anche con sacrificio della salute. Spesso dopo diverse ore di lezione accoglieva ancora benevolmente i genitori degli allievi con parole di incoraggiamento e dando dei consigli. Ritornava così talvolta a casa stanca e sfinita, senza mai lamentarsi. […] Con la parola e l’esempio ha educato generazioni di allievi che hanno raggiunto posizioni eminenti nell’insegnamento o nelle professioni, e che La ricordano ancora con grande ammirazione e devozione. Per questi meriti Ella ebbe dal Ministero due promozioni per merito distinto. […] Questa dolce ed amata creatura, che era tutto il mio bene, ora non è più di questa terra. Iddio l’ha voluta con sé ed io sono rimasto solo, col ricordo di Lei sempre davanti alla mente, colla tristezza che domina il mio animo e col pianto che sgorga dal cuore e che durerà fino a quando chiuderò gli occhi per sempre.»

Un premio di studio annuale dell’Accademia Nazionale dei Lincei per ricerche di carattere fisico matematico e medico, e una borsa di studio dell’Accademia delle Scienze di Torino, da assegnare a giovani donne laureate nella Facoltà di Scienze MFN, onorano ancor oggi la memoria dei coniugi A. Gili - C. Agostinelli che hanno devoluto il loro patrimonio a fini scientifici e umanitari.

ELENCODELLEPUBBLICAZIONI

• (CON CARLO BERSANO, IRENEO ZAVAGNA), Esercizi di Geometria analitica e proiettiva, Torino, Perotti, 1925.

• (con Carlo Bersano, Ireneo Zavagna), Calcolo Numerico, R. Scuola di Ingegneria, Torino,

Lit. A. Viretto, 1927, 152 p., 14 tav.

• Lezioni di geometria proiettiva e descrittiva, Torino, V. Giorgio, 1935.

FONTIARCHIVISTICHE

Archivio Storico dell’Università di Torino: Registro di Carriera Scolastica della Facoltà di Scien-

ze MFN, n. 37, p. 80, n. matr. 2328; Verbali di Laurea della Facoltà di Scienze MFN dal 26.4.1921 al 16.11.1925, p. 213.

Biblioteca Civica di Ceglie-Messapico, Carteggio Cataldo Agostinelli - Domenica Gili.

FONTIBIBLIOGRAFICHE

Una maestra, La Stampa, Specchio dei Tempi, 26.4.1985, p. 18.

Cataldo AGOSTINELLI, Ricordi dedicati alla memoria della diletta consorte: Domenica Angiola

Gili, Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, s. 5, 10, 1985, pp. 3-39.

1903-1984

Matematica

Uno libro pro omnes. Ede, bibe et es hilare. Bono notitia pro Mulieres. Minus labore, minus expensa, meliore resultatu.

M. Crosland-Taylor, Coquina vegetale, 1927

Clementina Adele Ferrero nasce a Torino il 24 febbraio 1903 da Alessandro e da Te- resa Blasi. Dopo aver conseguito la maturità al R. Istituto tecnico Sommeiller di Torino, nel 1920 si iscrive al corso di studi in Matematica, dove si laurea il 19 dicembre 1924 (con votazione 80/100), discutendo la tesi Le superficie del quarto ordine a conica doppia e le tre sottotesi Resto nelle formule di quadratura espresso con un integrale definito, Le curve

rettificabili e Distribuzione dell’elettricità in equilibrio sui conduttori. Nel novembre del

1925 Ferrero consegue l’abilitazione all’insegnamento di Matematica e Fisica (con punti 65,75/100) e a quello di Materie scientifiche negli Istituti medi inferiori (con punti 71,50/100).

Negli anni accademici 1925-26 e 1926-27 la giovane è assistente alla Scuola di Calco- lo infinitesimale diretta da Giuseppe Peano e successivamente si dedica all’insegnamento secondario presso il Liceo scientifico di Pavia, avendo vinto nel 1926 il concorso generale a 19 cattedre di Matematica e Fisica nei R. Istituti medi d’istruzione. Contemporanea- mente a quest’attività didattica, Ferrero scrive articoli di divulgazione per l’Accademia di agricoltura, segue le iniziative intraprese nel gruppo degli allievi di Peano, traduce e re- censisce testi in latino sine flexione, la lingua ausiliaria internazionale promossa da Peano nell’Academia pro Interlingua (ApI) e pubblica alcuni articoli di carattere didattico.

La sua prima nota, intitolata Resto nella formula di quadratura Cavalieri-Simpson, è presentata da Peano all’Accademia delle Scienze di Torino il 28 dicembre 1924 ed è il frutto delle ricerche condotte in una delle sottotesi da lei sostenute. Qui Ferrero si riallaccia ai risultati ottenuti dal celebre logico alcuni anni prima (Resto nelle formule di

quadratura espresso con un integrale definito, Accademia dei Lincei, 1913) e, sotto la guida

del Maestro, la giovane riesce a migliorare una stima del resto data da Mauro Picone nel 1923.

Successivamente, Clementina Ferrero si dedica a temi più legati alla divulgazione scientifica, alla storia e alla didattica della matematica. Nel 1925 pubblica sulla rivista dell’ApI il noto problema sul lupo, la capra e il cavolo, ideato nel Medioevo dal filosofo inglese Beda, i cui «giochi matematici» sono ripresi da autori di matematica ricreativa, fra cui anche alcuni insegnanti della cerchia di Peano, come Paolina Quarra e Tina Piz- zardo.

Seguono articoli divulgativi su temi di chimica, di alimentazione e di agricoltura, quali Ricerche analitiche sopra un formaggio uso reggiano preparato in Piemonte (1925), Di

un vino centenario (1925), I derivati fosforganici nella panificazione (1925), Crenologia. Analisi chimica delle acque minerali (1925), Sunti storici dei lavori della R. Accademia di Agricoltura di Torino e la voce «Fumigazioni» per l’Enciclopedia Chimica.

Fra l’altro, per queste attitudini, Clementina Ferrero è probabilmente invitata da Peano a tradurre dall’inglese in latino sine flexione l’opuscolo sulla cucina vegetariana di Mary Crosland Taylor, Coquina Vegetale, edito dall’Academia pro Interlingua, che viene distribuito ai soci, con una prefazione di Peano.

Nel 1927 la giovane pubblica, ancora sulla rivista dell’ApI, la breve nota divulgativa

Curiositate de numeros, nella quale ripercorre con frequenti cenni storici alcune note as-

sociazioni mentali fra i primi 12 numeri naturali e oggetti, oppure eventi o monumenti celebri, come ad esempio le tre Divinità egizie, indiane e persiane; le 7 Meraviglie dei Greci; le 9 Muse; le 10 dita; i 12 Mesi e i segni dello Zodiaco, … Sul “Periodico di Mate- matiche” appare invece Una questione di analisi indeterminata nella quale Ferrero discute le soluzioni dell’equazione indeterminata ax + by = c, con a, b, c, interi positivi e a, b primi fra loro, soluzione presentata in molti trattati, fra i quali quello di Joseph Bertrand,

Trattato di algebra elementare (trad. it. E. Betti, Firenze, 1912, p. 209). Si rilevano, an-

che in questo articoletto, precisi riferimenti storici a Diofanto, Euclide, Beda, Leonardo Fibonacci Pisano e a trattati contemporanei, come il Formulario mathematico di Peano, gli Elementi di matematica di R. Baltzer (1886) e la breve nota di Tina Pizzardo del 1926 sulla rivista dell’ApI. L’ultimo testo di cui siamo a conoscenza risale al 1928 ed è relativo alla recensione del libro di Ugo Cassina Calcolo numerico (Bologna, Zanichelli, 1928), che compare nelle carte del Fondo Peano dell’archivio cuneese (cd-rom L’Archivio di G.

Peano, Ferrero, n. 101374, Torino, 2002). Clementina Ferrero esordisce dicendo:

«Isto tractatu constitue novitate non solo in campo de litteratura mathematico italia- no, sed etiam in illo de litteratura mathematico mondiale; nam in praesente libro, fac suo primo apparitione theorias et methodos de calculo multo plus simplice et potente quam illos antiquo, et numeroso et vario interessante problema, ab illos plus simplice et de charactere elementare, que secundum desiderio de Auctore debe fac parte de docentia in schola medio, usque ad illos magis elevato et pertinente ad mathematica superiore.»

La recensione è di grande interesse perché sottolinea in modo chiaro e rigoroso gli aspetti peculiari dell’opera: da quello puramente matematico a quello storico, a quello culturale in senso lato. Clementina Ferrero muore a Torino il 30 ottobre 1984.

ELENCODELLEPUBBLICAZIONI

• Resto nella formula di quadratura di Cavalieri-Simpson, Atti R. Accademia delle Scienze di Torino, 60, 1924-25, pp. 145-148.

• Sunti storici dei lavori della R. Accademia di Agricoltura di Torino, Ann. R. Acc. di Agricol- tura, 1919-1924.

• Ricerche analitiche sopra un formaggio uso reggiano preparato in Piemonte, Ann. R. Acc. di Agricoltura, 1925.

• Di un vino centenario, Ann. R. Acc. di Agricoltura, 1925.

• I derivati fosforganici nella panificazione, Atti I Congresso sulla macinazione dei cereali e sulla panificazione, 1925.

• Crenologia. Analisi chimica delle acque minerali, Milano, Tip. U. Grioni, 1925. • Voce: «Fumigazioni», Enciclopedia Chimica, v. 4, parte 3, p. 954.

• Curiositate de numeros, Academia pro Interlingua, 1927, pp. 83-85.

• Una questione di analisi indeterminata, Periodico di Matematiche, 4, 7, 1927, pp. 257- 260.

• Mary CROSLAND TAYLOR, Coquina Vegetale Versione ex Anglo in Interlingua per Dr. Clementi-

na Ferrero, Prefatione de prof. G. Peano, Paesidente de Academia pro Interlingua, Vocabulario de coquina, Vocabulario latino-anglo-franco-italiano, Academia pro Interlingua, Cavoretto-

Torino, 1927.

FONTIARCHIVISTICHE

Archivio Storico dell’Università di Torino: Registro di Carriera Scolastica della Facoltà di Scien-

ze MFN, n. 38, p. 61, n. matr. 2507; Verbali di Laurea della Facoltà di Scienze MFN dal 26.4.1921 al 16.11.1925, p. 273.

Biblioteca Civica di Cuneo: Fondo G. Peano: lettere a Peano n. 101374 del ?.12.1928, con la Recensione di U. Cassina, Calcolo numerico (1928), visibile anche sul cd-rom, a cura di C.S. Roero, N. Nervo, T. Armano, L’Archivio Giuseppe Peano, Torino, Dipartimento di Matematica, 2002.

FONTIBIBLIOGRAFICHE

Annuari dell’Università di Torino a.a.: 1924-25, p. 242; 1925-26, p. 87; 1926-27, p. 118. Natalia NERVO, La Scuola di Peano: Allievi e Collaboratori, Tesi di laurea in Matematica, Uni-

versità di Torino, 1999.

Clara Silvia ROERO, Peano e l’altra metà del cielo, in Giuseppe Peano Matematica, Cultura e

Società, a cura di C.S. Roero, Cuneo, L’Artistica Savigliano, 2001, pp. 63-65; Giuseppe Peano and the female universe, in More than pupils, Italian women in science at the turn of the 20th century, a cura di Valeria Babini, Raffaella Simili, Firenze, Olschki, 2007, pp.

31-44.