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Storicità del diritto e interpretazione di Baldassare Pastore

4. Ermeneutica giuridica

La dimensione temporale (centrata sul nesso tra passato, pre- sente e futuro) costituisce una condizione obbligata (anche) del- l’operare dei giuristi e degli operatori giuridici 49. L’attività inter-

pretativa svolge, qui, un ruolo essenziale. L’esperienza giuridica è caratterizzata da un forte legame con i testi, il rapporto con i quali ha luogo entro una serie di limiti collegati alla loro valenza pub- blica, alla loro dimensione autoritativa e alla rilevanza delle con- seguenze che da essi vengono fatte discendere. Senza interpreta- zione il diritto positivo non potrebbe fornire direttive per l’azione e per la decisione, perdendo, così, la sua praticabilità. Esso ha a che fare con ciò che è formalmente statuito, ma possiede altresì una sorta di sporgenza e di capacità espansiva. Tutto ciò all’inter- no di una prassi sociale e di una forma di vita legate a contesti di esercizio e a comunità interpretative. In questo complesso ambito di interazione, caratterizzato dalla presenza di vari soggetti, si saggiano le giustificazioni delle azioni, le argomentazioni, le pre- tese di validità delle norme, i giudizi di valore. Atti normativi e atti interpretativi vivono in un rapporto in progress e si pongono entro il processo di positivizzazione del diritto, che non sussiste come entità data, ma “avviene”, si fa 50.

I testi costituiscono da secoli il medium fondamentale e inelimi-

nabile per il diritto 51. L’orientamento al testo costituisce uno degli

49 P.COSTA, Discorso giuridico e immaginazione. Ipotesi per una antropologia

del giurista, in Dir. pubbl., 1, 1995, pp. 33-34.

50 Cfr., sul punto, B.PASTORE, Interpreti e fonti nell’esperienza giuridica con-

temporanea, Cedam, Padova 2014, pp. X-XII.

51 W.HASSEMER, Diritto giusto attraverso un linguaggio corretto? Sul divieto

elementi che caratterizzano la prospettiva ermeneutica. L’ermeneu- tica – come ha sottolineato Gadamer – si subordina all’appello che ci è rivolto dal testo; è al servizio del farsi valere del testo, superan- do l’estraneità di senso con la quale il testo ci si presenta 52.

L’ermeneutica giuridica 53 ha posto al centro delle sue analisi e

delle sue riflessioni l’interpretazione. Volgendo lo sguardo alla struttura del comprendere, inteso come struttura costitutiva del- l’esperienza, e alle sue condizioni di possibilità, si è concentrata sulla ricostruzione del procedimento attraverso il quale si giunge alla decisione ritenuta corretta e giusta e si è sforzata di discipli- nare secondo razionalità l’ineliminabile libertà dell’interprete. Ha messo in evidenza, poi, l’esigenza di razionalità del suo operato, con riferimento alla accettabilità della decisione, in un contesto unitario di senso che contribuisce a controllarne l’esercizio inter- pretativo, a partire dal riconoscimento del compito istituzionale affidato al giudice di applicare e realizzare nel caso singolo un dettato normativo formulato dal legislatore (attraverso una pro- duzione di diritto derivata). Ha cercato, inoltre, di mostrare le implicazioni sottese alle specifiche caratteristiche del momento interpretativo, valorizzandone la centralità e fornendo, in tal mo- do, un apporto utile per una adeguata definizione del diritto, in quanto pratica sociale di tipo interpretativo.

52 H.G.GADAMER, Verità e metodo, cit., pp. 362-363.

53 Per “ermeneutica giuridica” si intende quel variegato filone della teoria del

diritto contemporanea, radicatosi in un primo tempo nell’area tedesca ma este- sosi anche in altre aree culturali, impegnato a recepire alcune suggestioni dell’er- meneutica filosofica entro la teoria dell’interpretazione giuridica. Tra la vasta letteratura in argomento mi limito a rinviare alla efficace sintesi offerta da W. HASSEMER, Hermenéutica y derecho, in Anales de la Cátedra F. Suárez, 25, 1985,

pp. 63-85. Cfr. altresì S.MEDER, Problemi fondamentali e storia dell’ermeneutica

giuridica, in Ars Interpretandi, 14, 2009, pp. 27-49; F.J.MOOTZ III, Hermeneu-

tics and Law, in N.KEANE-CH.LAWN (eds.), The Blackwell Companion to Her-

meneutics, Wiley Blackwell, Chichester 2016, pp. 595-603; G. CARLIZZI-V.

OMAGGIO (a cura di), L’Ermeneutica Giuridica Tedesca Contemporanea, Ets, Pi- sa 2016. Sulla ricezione e sugli sviluppi dell’ermeneutica giuridica in Italia v. B. PASTORE-G.ZACCARIA, Italian Legal Hermeneutics, in R.DREIER-C.FARALLI- V.S.NERSESSIANTS (eds.), Law and Politics between Nature and History, in Eu- ropean Journal of Law, Philosophy and Computer Science, 1998, pp. 323-331.

L’interpretazione di testi è richiesta primariamente dal mo- mento che la distanza che separa il testo dal lettore suscita una situazione di fraintendimento, che non può essere superata se non attraverso una lettura e una intermediazione. Interpretare signifi- ca tradurre un significato da un contesto (storico, culturale) a un altro, in un processo di restituzione di senso che è una promozio-

ne di senso 54. La problematica ermeneutica, in tal modo, procede

da quel particolare rapporto fra testo e contesto, che fa sì che il senso di un testo sia considerato capace di decontestualizzarsi, ossia di liberarsi dal suo contesto iniziale, per ricontestualizzarsi in una nuova situazione, pur conservando una identità semantica presunta. Il compito ermeneutico consiste, allora, nel «riavvici- narsi a questa identità semantica presunta con le risorse della de-

contestualizzazione e della ricontestualizzazione di tal senso» 55,

evidenziando, tra l’altro, lo scarto che esso presenta rispetto alla lettera.

Un testo giuridico va interpretato, al fine di esplicitarne il sen- so oscuro e/o non sufficientemente determinato e di definire la rilevanza giuridica di determinati fatti, eventi, accadimenti; ciò avviene in connessione con la concretezza della situazione parti- colare. L’interpretazione si misura con i problemi di vaghezza e ambiguità del linguaggio con cui sono costruiti i testi normativi, con la contraddittorietà spesso presente negli enunciati legislativi, nonché con le incognite relative ai casi singoli e con quelle ri- guardanti i mutamenti e l’evoluzione storica.

Interpretare un testo significa essenzialmente “applicarlo” al presente. Il testo giuridico opera come progetto che diviene at- tuale, grazie all’interpretazione e alle diverse successive “lavora-

zioni” 56. In tal modo, da “semi-lavorato” diventa “prodotto fini-

54 P.RICOEUR, Retorica, poetica, ermeneutica, 1986, in ID., Filosofia e lin-

guaggio, Guerini e Associati, Milano 1994, pp. 211-213.

55 Ivi, p. 213. «Ciò che è fissato per iscritto si è ormai liberato dalla contin-

genza della propria origine e del proprio autore, e si apre positivamente a un nuovo rapporto»: H.G. GADAMER, Verità e metodo, cit., pp. 454-455. Cfr. anche P.RICOEUR, Dal testo all’azione, cit., pp. 134 ss., 178 ss., 353-354.

to”, almeno con riferimento a uno specifico caso concreto. Ogni testo, in quanto dato storico trasmesso, richiede, per es- sere compreso, una trasposizione, che si concreta, appunto, nella

forma di una mediazione con il presente 57. Ciò implica la consa-

pevolezza della continuità che congiunge il soggetto interpretante con l’oggetto della sua interpretazione. La catena delle mediazio- ni interpretative realizzate tra l’applicazione originaria e quella attuale simboleggia e illumina quella che è stata definita la «ap- partenenza dell’interprete del diritto al testo». Essa, scrive Ga- damer, «è come l’appartenenza del punto di vista alla prospettiva data da un quadro. Il punto di vista non è qualcosa che si cerca e, trovatolo, si assume liberamente; colui che comprende non sce-

glie come vuole il suo punto di vista, lo trova già prestabilito» 58.

Qui il testo si mostra nella sua consistenza in quanto elemento che permette la determinazione di un senso.

I testi presentano una propria identità e specificità. Costitui- scono insiemi strutturati secondo un codice linguistico, dotati di contenuti comunicativi intenzionali, aventi una propria gramma- tica, una propria sintassi, un proprio lessico. Ma sono opere aper- te all’interpretazione, pur ponendosi come punti di riferimento certi dinanzi alle molteplici possibilità interpretative che ad essi rinviano, nonché come parametri con cui misurare l’accettabilità dei risultati interpretativi.

Il testo giuridico vive nel contesto di una comunità linguistica,

turierende Rechtslehre, in Ars Interpretandi, 2, 1997, pp. 88-89, 99-100; G. ZACCARIA, La comprensione del diritto, Laterza, Roma-Bari 2012, p. 129. Sul si- gnificato come esito di un “processo dinamico a più fasi” cfr. V.VILLA, Una teo-

ria pragmaticamente orientata dell’interpretazione, Giappichelli, Torino 2012,

pp. 113-116. Si veda inoltre B.PASTORE, Interpreti e fonti nell’esperienza giuridi-

ca contemporanea, cit., pp. 82-84.

57 H.G. GADAMER, Verità e metodo, cit., p. 381. Sul punto cfr. G.ZACCARIA,

Ermeneutica e giurisprudenza. I fondamenti filosofici nella teoria di Hans Georg Gadamer, Giuffrè, Milano 1984, p. 80 ss.; G.L.BRUNS, Law and Language: A

Hermeneutics of Legal Text, in G. LEYH (ed.), Legal Hermeneutics. History, Theory and Practice, University of California Press, Berkeley-Los Angeles-

Oxford 1992, pp. 23-40.