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Oltre alla tesi maggioritaria, è poi possibile rinvenire alcune tesi resi-

CADOPPI,P.VENEZIANI, op. loc. cit.; S.CANESTRARI,L.CORNACCHIA,G.DE SIMONE, op. loc. cit.; G.DE FRANCESCO,Diritto, cit., 2, ivi; M.PELISSERO, Condotta, cit., 203; F.MANTOVANI, op. loc. cit.; T.PADOVANI, op. loc. cit.;F.PALAZZO, op. loc. cit.; M.ROMANO, op. loc. cit.

160 M.ROMANO, op. loc. cit. 161 T.PADOVANI, op. loc. cit. 162 V. supra, §§ 3 e 7. 163 V. supra, § 8.

duali, a volte soltanto abbozzate o contenute all’interno di opere più am- pie, non esclusivamente dedicate al tema in esame.

Per un primo gruppo di Autori, la pluralità che connota il reato abitua- le non esprimerebbe (soltanto) un requisito del Tatbestand oggettivo, quanto piuttosto un modo di essere della personalità dell’agente, un habitus di vita che ne denuncerebbe, in sostanza, la pericolosità sociale 164.

164 In questo senso già G.DELITALA, Il fatto nella teoria generale del reato, Padova, 1930,

161. Nello stesso senso, pur con varie differenze tra l’una e l’altra impostazione, G.CON- TENTO, Corso, cit.,II, 442-443; A.MORO, Unità, cit., 222 ss.; G.D.PISAPIA, Istituzioni, cit., 48; A.SANTORO, Manuale, cit., 316-317. Almeno parzialmente in questo senso, pur definendo i reati abituali nel solco della teoria maggioritaria, anche A.MANNA, Corso, cit., 210, che ri- tiene che nei casi in cui «non appare [...] agevole l’inquadramento della fattispecie fra i reati abituali», occorrerebbe fare ricorso ad «un ulteriore criterio generale di carattere ermeneu- tico, ovverosia il tipo normativo d’autore, [...] per cui può dirsi sussistente il reato solo se le condotte in concreto poste in essere corrispondono al tipo d’autore cui si è [...] ispirato il legislatore». La tesi sembra essere debitrice del concetto di “abitualità” (Gewohnheitsmäßig- keit) invalso nella dottrina tedesca, che rappresentava – assieme alla Gewerbsmäßigkeit e alla Geschäftsmäßigkeit) – una delle possibili “forme di manifestazione” del “vecchio” reato collettivo (Kollektivdelikt o Sammelstraftat o Sammelverbrechen) (sul punto, cfr. V.BRÄHLER, Die rechtliche Behandlung, cit., 68 ss.; F.GEERDS, Zur Lehre, cit., 268 ss.; C.JÄGER, Vorbe- merkungen, cit., 210-211; G.KLUMPE,Probleme, cit., 162 ss.; R.RISSING VAN-SAAN, Vorbe- merkungen, cit., 1295-1296; C.ROXIN, Strafrecht, cit.,II, 879-880; R.SCHMITT, Die Konkur- renz, cit., I, 62; D.STERNBERG-LIEBEN,N.BOSCH, Vorbemerkungen, cit., 870 ss.; G.WERLE, Die Konkurrenz, cit., 34-35). In particolare, secondo la dottrina tedesca, agisce «abitualmen- te chi perpetra il delitto in questione in base ad un’inclinazione acquisita mediante la rea- lizzazione ripetuta» del medesimo fatto di fatto (così, per tutti: C.ROXIN, Strafrecht, cit.,II, 879. Con definizioni simili: V.BRÄHLER, Die rechtliche Behandlung, cit., 69; C.JÄGER, op. loc. cit.; R.RISSING VAN-SAAN, op. loc. cit.; D.STERNBERG-LIEBEN,N.BOSCH, Vorbemerkun- gen, cit., 871), per almeno due volte (C.JÄGER, op. loc. cit.; D.STERNBERG-LIEBEN,N.BO- SCH, op. loc. cit.). Né la Gewohnheitsmäßigkeit, né il “reato collettivo”, tuttavia, vanno confu- si con l’abitualità o il reato abituale, come comunemente intesi nell’ordinamento italiano. Da un lato, infatti, l’abitualità “tedesca” costituisce ad oggi soltanto un (rarissimo) Tatbe- standsmerkmal, alla cui sussistenza è talvolta subordinata l’applicazione di una pena aggra- vata (ad es. nel reato di Jagdwilderei di cui al § 292 StGB) o l’applicazione di alcune Tatbe- standsalternativen (ad es. nel reato Unerlaubte Veranstaltung eines Glücksspiels di cui al § 284 StGB, punito non soltanto se è il gioco d’azzardo è tenuto in pubblico, ma anche se è organizzato abitualmente presso organizzazioni private). Dall’altro lato, fin dalla remota sentenza RGSt 72, 164, il Kollektivdelikt – in tutte le sue tre “forme” – non è più considerato un reato unitario, né, tantomeno, una categoria di reato a sé stante (H.BLEI, Strafrecht, cit., 349-350; V.BRÄHLER, op. loc. cit.; F.GEERDS, Zur Lehre, cit., 269-270; C.JÄGER, Vorbemer- kungen, cit., 210;G.KLUMPE,Probleme, cit., 163-164; R.RISSING VAN-SAAN, Vorbemerkun- gen, cit., 1296; C.ROXIN, Strafrecht, cit.,II, 879-880; E.SCHMIDHÄUSER, Strafrecht, cit., 729; R.SCHMITT, op. loc. cit.; D.STERNBERG-LIEBEN,N.BOSCH, Vorbemerkungen, cit., 870; G. WERLE, Die Konkurrenz, cit., 35). Il concetto sopravvive ormai soltanto in taluni manuali o commentari, come mero titolo di paragrafo. Cfr., tuttavia, G.HOCHMAYR, Das sukzessive Delikt, cit., 762 ss. il quale, a partire dall’analisi del reato di Nachstellung (§ 238 StGB), ha cercato – per vero, senza suscitare particolare interesse nel resto della dottrina e della giuri- sprudenza – di dimostrare l’esistenza di una nuova categoria di “reati successivi” («sukzes- sive Delikte»), tutti caratterizzati dal fatto che la condotta o le condotte devono essere com- piute “persistentemente” («beharrlich»), che, sotto certi aspetti, finisce per somigliare alla

Nella versione più radicale dell’impostazione in esame, si giunge addi- rittura ad affermare che la commissione di più condotte non sarebbe ne- cessaria per la consumazione di un reato (necessariamente) abituale, per- ché, incentrandosi l’incriminazione sulla pericolosità dell’agente, la prova di quest’ultima potrebbe essere desunta anche aliunde (ad es., «dal fatto di precedenti condanne» 165).

Negli altri casi, non si rinuncia al requisito della reiterazione delle con- dotte, ma si trae comunque «il significato essenziale della serie [...] dal fatto che essa significa un modo di essere dell’agente [...] in funzione di una per- sonalità che in essa coerentemente si esprime [...] una condotta come orien- tamento generale del soggetto» 166, oppure si afferma l’ulteriore necessità

della sussistenza di «un elemento psicologico [...] costituito dall’habitus» 167

o, ancora, si sostiene che, nei casi in cui l’agente abbia compiuto un solo at- to, ove si possa comunque desumere la sua «colpa d’autore [...] o di inclina- zione» 168 si dovrebbe dire «che il soggetto ha compiuto, almeno, atti idonei

diretti in modo non equivoco a commettere il delitto» abituale 169.

Sull’evidente contrasto di questa tesi con i principi costituzionali di le- galità, offensività e colpevolezza, non sembra necessario soffermarsi; ciò che sul punto vi era da dire, infatti, è già stato detto da altri Autori con grande efficacia 170.

11. Segue: b) il reato abituale come espressione di un particolare mo-