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Etica e spiritualità: l’Enracinement quale dichiarazione dei dover

Nel documento Oltre il realismo politico di Simone Weil (pagine 198-200)

OLTRE IL REALISMO POLITICO DI SIMONE WEIL

5.4 Etica e spiritualità: l’Enracinement quale dichiarazione dei dover

Weil progetta l’Enracinement come uno studio in vista di una dichiarazione dei doveri. L’idea di una dichiarazione dei doveri – e non dei diritti – non è radicalmente nuova perché anche per la dichiarazione dei diritti del 1989 si era avanzata la richiesta di accompagnarla con una dichiarazione dei doveri, che viene effettivamente discussa dall’Assemblea Nazionale nell’agosto del 1789.

Le motivazioni con le quali Weil argomenta questa sua proposta politico- istituzionale chiamano in causa la nozione di diritto posta al ce ntro dell’appello che la generazione dell’89 rivolse al mondo intero. Una nozione, quella di diritto, giudicata dalla Weil incapace di svolgere la funzione universale che le era assegnata. In primo luogo, perché il diritto non è un bene assoluto e incondizionato, ma di esso è sempre possibile un uso buono o cattivo. In secondo luogo, perché la nozione di diritto sveglia lo spirito di guerra400.

Come testimoniano le prime righe, l’Enracinement si apre con un sintomatico rovesciamento del rapporto tra il diritto e la giustizia401: «La nozione di obbligo sovrasta quella di diritto, che le è relativa e subordinata»402.

Il diritto, per Simone Weil, è insufficiente intrinsecamente poiché ha bisogno della forza per imporsi, e la forza è altrettanto insufficiente perché a sua volta ha bisogno del diritto per legittimarsi. Il diritto viene subordinato da Simone Weil alla giustizia

399 Weil S., Cahiers, I, cit., p. 77.

400 Weil S., L’enracinement, cit., pp. 13-14.

401 AA.VV., Simone Weil. La provocazione della verità, Liguori Editore, Napoli 1990, p. 161. 402

per il suo carattere mercantile, in quanto implica la riduzione di qualsiasi questione al livello di uno scambio commerciale. La nozione di diritto, scrive la Weil, è legata a quella di divisione, di scambio, di quantità. Il diritto evoca di per sé il processo, l’arringa, e si sostiene con il tono della rivendicazione.

Weil riconduce la debolezza della nozione di diritto al suo carattere storicamente determinato e al fatto che questo sia l’espressione di rivendicazioni, non dell’uomo in generale bensì di specifici gruppi sociali. I diritti sono, infatti, «sempre legati a date condizioni»403.

Proprio per questo loro carattere di rivendicazione, i diritti per essere effettivamente attuati richiedono la forza, vale a dire la loro realizzazione non dipende dalla buona volontà di chi li proclama, bensì dalle misure politico-giuridiche capaci di garantirne la loro effettiva protezione, oppure, com’è spesso accaduto storicamente, il loro adempimento richiede il supporto di lotte politico-sociali. È per questo motivo che le norme contenute in una dichiarazione dei diritti non possono essere poste alla base del futuro ordinamento politico-sociale della Francia e dei paesi d’Europa404.

L’errore della generazione dei princìpi dell’89 era stato quello di aver elevato i diritti, i quali sono sempre legati a situazioni e condizioni particolari, a principi assoluti. In questo modo gli uomini del 1789, i quali riconoscevano come unica realtà quella delle cose umane, hanno ammesso in modo contraddittorio una realtà al di sopra di questo mondo. E in questa realtà che è quella dell’universale, dell’eterno e dell’incondizionato, hanno posto nozioni inadeguate come quella di d iritto, anziché nozioni legate alla parte più segreta dell’anima umana405.

Weil non nutre dubbi sul fatto che soltanto la nozione di obbligo, e non quella di diritto, abbia un carattere assoluto e incondizionato, e sarebbe quindi capace di dare un’espressione universale, cioè accettabile da tutti, a questa realtà trascendente.

L’oggetto dell’obbligo, nel campo delle cose umane è, infatti, sempre l’essere umano in quanto tale.

C'è obbligo verso ogni essere umano, per il solo fatto che è un essere umano, senza che alcun’altra condizione abbia ad intervenire; e persino quando non gliene si riconoscesse alcuno. Quest’obbligo non si fonda su nessuna situazione di fatto, né sulla giurisprudenza, né sui costumi, né sulla struttura sociale, né sui rapporti di forza, né sull’eredità del passato, né sul supposto orientamento della storia. Perché nessuna situazione di fatto può suscitare un

403 Ivi, p. 13. 404 Ivi, p. 16. 405

obbligo. Quest’obbligo non si fonda su alcuna convenzione. […] Quest’obbligo è eterno. Esso risponde al destino eterno dell essere umano. Soltanto l'essere umano ha un destino eterno. Le collettività umane non ne hanno. […] È eterno solo il dovere verso l’essere umano come tale. Quest’obbligo è incondizionato406

.

L’adempimento del rispetto dovuto ad ogni essere umano richiede la soddisfazione di determinati bisogni, dell’anima e del corpo. È dai bisogni vitali che scaturisce, secondo Weil, l’elenco dei doveri eterni verso l’essere umano407 che dovrebbe prendere il posto delle tradizionali dichiarazioni di diritti.

Tra i bisogni umani si annoverano bisogni fisici, come la fame, la protezione contro la violenza, l’abitazione, il vestiario, il caldo, l’igiene, le cure in caso di malattia. Altri bisogni sono in relazione con la vita morale e spirituale, e se non sono soddisfatti, l’uomo cade a poco a poco in uno stato più o meno analogo alla morte, simile a una vita puramente vegetativa.

L’obligation fondamentale envers les êtres humains se subdivise en plusieurs obligations concrètes par l’énumération des besoins essentiels de la créature humaine. Chaque besoin est l’objet d’une obligation. Chaque obligation a pour objet un besoin. Il s’agit seulement des besoins terrestres, car l’homme ne peut satisfaire que ceux-là. Il s’agit des besoins de l’âme autant que de ceux du corps. L’âme a des besoins, et, quand ils ne sont pas satisfaits, elle est dans un état analogue à l’état d’un corps affamé et mutilé408

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I bisogni spirituali sono più difficili da definire, ma non per questo sono meno reali di quelli del corpo, e possono essere facilmente percepiti da chiunque abbia coscienza che esistono crudeltà (massacri, carestie organizzate, schiavitù o deportazioni di massa), che possono toccare la vita dell’uomo senza toccare il suo corpo409.

Tra i bisogni vitali dell’anima Weil elenca: ordine e responsabilità, libertà e ubbidienza, uguaglianza e gerarchia, onore e punizione, libertà di opinione e verità, sicurezza e rischio, proprietà privata e proprietà collettiva. A questi bisogni, disposti per coppie di contrari se ne aggiunge un ultimo, quello del radicamento che è così definito:

Il radicamento è forse il bisogno più importante e più misconosciuto dell’anima umana. È tra i più difficili da definire. Mediante la sua

406

Ivi, 14-15.

407 In Weil la nozione di dovere fa riferimento sempre alla parte sacra dell’essere umano e non allo

Stato e alla società.

408 Weil S., Écrits de New York et de Londres, V, 2, Éditions Gallimard, Paris 2013, p. 102. 409

Nel documento Oltre il realismo politico di Simone Weil (pagine 198-200)