• Non ci sono risultati.

Méditations sur un cadavre (1937)

Nel documento Oltre il realismo politico di Simone Weil (pagine 81-84)

ANALISI E RICOSTRUZIONE DEL REALISMO POLITICO

3.1 La genesi della categoria della forza

3.1.2 Méditations sur un cadavre (1937)

Nel secondo scritto del 1937, Méditations sur un cadavre, Weil pone l’accento sulla componente immaginaria della forza. Questo pagine vanno lette in controluce alle riflessioni contenute nel primo volume dei Cahiers, in cui Weil spende parole di disprezzo per l’immaginazione.

La politologa parte dal presupposto che esistano due tipi di azione, quella reale e quella “di sogno”. L’azione reale – o, anche, “efficace” – è quell’azione in grado di adattarsi alle circostanze e raggiungere un dato oggetto cancellando qualsiasi traccia dell’io.

Azione come timone di profondità. […] Ogni azione che ha avuto realmente luogo si lascia ridurre a un gioco di necessità, senza che rimanga alcun residuo attribuibile all’io125.

L’azione reale è, perciò, un’azione impersonale nella quale l’energia liberata dal soggetto appare totalmente scevra dalle intromissioni dell’io. Essa è vincolata al proprio oggetto da un rapporto costante e proficuo stabilito secondo le leggi di necessità che governano il mondo126. Ciò fa dell’azione reale una guida sicura nella pratica, anche in condizioni di scarsità di elementi conoscitivi. Al contrario, rientrano nel ventaglio delle azioni “di sogno” tutte quelle azioni prodotte dall’immaginazione e, per definizione, inefficaci ed irreali. Esse non raggiungono il loro oggetto127 – scopo primario dell’azione secondo Weil – e sono responsabili dell’allontanamento dell’individuo dalla realtà.

Nel primo Cahier Simone Weil sottopone a critica impietosa le azioni irreali, in primo luogo ricordando come nel Vangelo Cristo benedica l’albero che dà frutti – metafora dell’azione efficace – e maledica, invece, il fico sterile – metafora dell’azione inefficace – e, in secondo luogo, annoverando la vita interiore, costituita da azioni inefficaci, nella lista delle tentazioni:

124 Ivi, p. 132.

125 Weil S., Cahiers, I, cit., p. 270. 126 Cfr. Ivi, pp. 108-109.

127

Tentazione della vita interiore (tutti i sentimenti che non sono immediatamente

bevuti dal pensiero metodico e dall’azione efficace)128.

Ciò che rende le azioni “di sogno” inutili ed illusorie è, secondo Weil, la loro incapacità di adattarsi alla necessità dei rapporti tra le cose che fa sì che esse manchino sempre il loro oggetto. Perciò, mentre le azioni reali costituiscono un vero e proprio addestramento metodico a cogliere i rapporti di necessità129, le azioni inefficaci sono vissute soltanto nell’immaginazione e si oppongono all’attività del vero pensiero che, secondo Weil, è sempre poietico, produttivo.

È con queste premesse che, in Méditations sur un cadavre, Weil descrive l’immaginazione come «le tissu de la vie sociale et le moteur de l’histoire»130, un fattore che agisce in maniera diretta nei fatti sociali e che è in grado di oscurare le vere necessità e i bisogni degli uomini131.

Circa gli effetti dell’immaginazione nell’arena politica, Weil chiarisce che questi

dipendono dal modo in cui l’uomo politico riesce ad utilizzarla a suo beneficio, e ricorre a tal proposito alla metafora del torrente, le cui acque, se sapute sfruttare, vengono incanalate in un alveo, dove, a contatto di una turbina, producono energia132.

Un torrent ne fait rien, sinon creuser un lit, charrier de la terre, parfois inonder; qu’on y place une turbine, qu’on relie la turbine à un tour automatique, et le torrent fera tomber des petites vis d’une précision miraculeuse. Mais la vis ne ressemble nullement au torrent. Elle peut sembler un résultat insignifiant au regard de ce formidable fracas; mais quelques-unes de ces petites vis placées dans une grosse machine pourront permettre de soulever des rochers qui résistaient à l’élan du torrent133

.

Il ricorso di Weil alla metafora del fiume è un chiaro riferimento a Niccolò Machiavelli, che nel capitolo XXV del Principe (1532) impiega la stessa metafora a proposito della fortuna:

Et assomiglio quella [la fortuna] a uno di questi fiumi rovinosi, che, quando s’adirano, allagano e’ piani, ruinano li arberi e li edifizii, lievono da questa parte terreno, pongono da quell’altra: ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede allo impeto loro, sanza potervi in alcuna parte obstare. E, benché sieno

128 Ibidem.

129 Cfr. Di Salvatore G., L’inter-esse come “metaxú” e “práxis”. Assonanze e dissonanze tra Simone Weil e Hannah Arendt, G. Giappichelli editore, Torino 2006, pp. 148-149.

130 Weil S., Écrits historiques et politiques, II, 3, Éditions Gallimard, Paris 1989, p. 74. 131 Ivi, p. 75.

132 Ivi, pp. 74-76. 133

così fatti, non resta però che li uomini, quando sono tempi quieti, non vi potessino fare provvedimenti, e con ripari et argini, in modo che, crescendo poi, o andrebbono per uno canale, o l’impeto loro non sarebbe né si licenzioso né si dannoso. Similmente interviene della fortuna: la quale dimonstra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resisterle, e quivi volta li sua impeti, dove la sa che non sono fatti li argini e li ripari a tenerla134.

Secondo Machiavelli solo la virtù politica – energia umana che trova espressione nel coraggio, nell’astuzia e nella forza – è in grado di governare la fortuna e dare quindi un senso al caso, ovvero ad un ciclo di accadimenti di cui l’uomo non ha controllo. Allo stesso modo, secondo Weil, chi detiene il potere deve essere in grado di governare l’immaginazione e sfruttarla come fo rza motrice secondo i tempi. È qui che risiede la differenza essenziale tra lo studioso appassionato di politica e l’uomo politico.

L’état des imaginations à tel moment donne les limites à l’intérieur desquelles l’action du pouvoir peut s’exercer efficacement à ce moment et mordre sur la réalité. Au moment suivant, les limites se sont déjà déplacées. Il peut arriver que l’état des esprits permette à un gouvernement de prendre une certaine mesure trois mois avant qu’elle ne devienne nécessaire, alors qu’au moment ou elle s’impose l’état des esprits ne lui laisse plus passage. Il fallait la prendre trois mois plus tôt. Sentir, percevoir perpétuellement ces choses, c’est savoir gouverner. […] Un homme politique doit avant tout se soustraire à son influence [l’influence de l’immagination], et la considérer froidement du dehors comme un courant à employer en qualité de force motrice. […] C’est là que se reconnaît la différence entre l’homme politique et l’amateur de politique. L’action méthodique, dans tous les domaines, consiste à prendre une mesure non au moment où elle doit être efficace, mais au moment où elle est possible en vue de celui où elle sera efficace. Ceux qui ne savent pas ruser ainsi avec le temps, leurs bonnes intentions sont de la nature de celles qui pavent l’enfer135.

Inoltre, a differenza dello studioso di politica, all’uomo politico è richiesto di saper usare l’astuzia136, virtù politica indispensabile a chiunque voglia tenere saldamente le redini del potere. Non è sufficiente, pertanto, avere un’intelligenza raffinata: come Weil ribadisce nelle ultime righe dell’articolo, l’uomo di governo deve formarsi sui precetti di Machiavelli e possedere la giusta miscela di cinismo e astuzia – qualità di cui la filosofa lamenta la mancanza nel Presidente d el Consiglio francese Léon Blum137.

134 Machiavelli N., Il principe, cit., c. XXV, pp. 122-124. 135

Weil S., Écrits historiques et politiques, II, 3, cit., pp. 75-76.

136 Weil utilizza il verbo “ruser”.

137 Weil S., Écrits historiques et politiques, II, 3, cit., p. 76.Léon Blu m (1872-1950), discepolo di

Jaurès, segna la storia della politica francese per aver rifiutato l’adesione dei socialisti alla Terza Internazionale co munista nel 1920. È Presidente del Consiglio dal 4 giugno 1936 al 22 g iugno 1937 e

Nel documento Oltre il realismo politico di Simone Weil (pagine 81-84)