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3. Il contesto

3.2 Il contesto socio-economico delle aree oggetto di analisi: alcuni dati

3.2.5 Evoluzione dei settori produttivi

I tratti essenziali del peculiare processo di modernizzazione che ha interessato la Sardegna sono essenzialmente riconducibili alla rapidissima trasformazione da società agraria a società terziaria, al mancato passaggio attraverso una fase di industrializzazione, ad una “terziarizzazione precoce e drogata, cresciuta in larga misura su sé stessa e sull’aumento dei consumi pubblici e privati (Bottazzi 1999, pag. 29). Dagli anni 70 ad oggi, l’Italia nel suo complesso ha conosciuto un’evoluzione in termini produttivi (figura 3.3) orientata alla progressiva compressione del numero degli addetti dell’industria (ridottisi da circa il 40% del 1970 al 26% del 2010), a favore dell’espansione del numero degli occupati del settore terziario. Parallelamente, si è assistito alla contrazione massiccia del numero di addetti in agricoltura.

Figura 3.3 Unità di lavoro per settore di attività economica (Italia). Anni 1970 - 2010

Fonte: elaborazione serie storiche ISTAT

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010

Unità di lavoro per settore di attività economica - Anni 1970- 2010 - Italia

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Ciò che è accaduto in Sardegna nello stesso periodo, va letto alla luce delle trasformazioni socioeconomiche innescate a partire dai primi anni 50 (figura 3.4). Proprio a partire da quegli anni infatti il settore primario ha conosciuto una contrazione inarrestabile. Nel 1951 la metà della popolazione attiva in Sardegna era occupata in agricoltura mentre oggi lo è una quota di poco superiore al 7% (comunque superiore al dato nazionale). Il settore industriale dal canto suo ha sì conosciuto una crescita del numero degli addetti, non intensa come nel resto d’Italia. La quota massima di addetti del settore industriale la si è avuta infatti al censimento del 1971 (35%), e a partire dalle ripetute crisi di settore del decennio successivo si è avviata una fase di contrazione tuttora in atto. La crescita del numero degli addetti del settore terziario è risultata invece inarrestabile. Dal valore del 25% del 1951 si è arrivati a una quota di addetti pari a circa il 73% nel 2011.

Figura 3.4 Unità di lavoro per settore di attività economica (Sardegna). Censimenti 1861 - 201166

Fonte: elaborazione serie storiche ISTAT

66 Con riguardo ai dati inseriti in grafico, si specifica che:

a) La popolazione attiva in condizione professionale comprende gli occupati e i disoccupati ed esclude dal computo le persone in cerca di prima occupazione. Dal 1861 al 1961 i dati sulla popolazione attiva fanno riferimento alle persone di 10 anni e più, dal 1971 al 1991 a quelle di 14 anni e più e dal 2001 a quelle di 15 anni e più. Fino al 1961 viene ripresa la ricostruzione effettuata da C. D'Agata (1965). Per gli anni successivi si fa riferimento ai dati censuari, così come pubblicati.

b) I Censimenti generali della popolazione del 1891 e del 1941 non sono stati effettuati, per motivi di ordine organizzativo o-finanziario il primo, per motivi bellici il secondo.

c) Dal 1981, i quesiti sulla condizione professionale fanno riferimento alla settimana precedente la data del censimento;

d) Il dato del 2001 e del 2011 si riferisce ai soli occupati, in quanto non sono state rilevate le persone in cerca di occupazione distinte per settore di attività economica; negli stessi anni, inoltre, sono cambiati i criteri per l'identificazione degli occupati e dei disoccupati.

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 (c) 1991 2001 (d) 2011 (d) Popolazione attiva in condizione professionale per settore di attività

economica - Sardegna, censimenti 1861 - 2011

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Per quanto riguarda la situazione nelle tre aree analizzate emergono alcuni punti fondamentali (tabella 3.5). Innanzitutto, Alto Oristanese risulta essere l’area che tuttora detiene la maggiore vocazione alle attività agricole, con una quota di addetti pari a circa il 12% degli occupati. Le quote di addetti del settore primario di Assemini e Carbonia si attestano invece su livelli inferiori alla media regionale, in linea però con i dati nazionali (circa 5%). Per quanto riguarda il settore industriale, la quota di addetti più consistente è quella registrata a Carbonia. Anche in questo caso è fondamentale considerare la storia economica del territorio, contrassegnata dalla

volontà di mantenere in vita le attività minerarie prima, e del polo industriale di Portovesme67

poi. Assemini dal canto suo è connotata dalla quota maggiore di addetti al settore terziario (oltre il 75% degli occupati). Quest’ultima area risulta essere quella maggiormente conforme ai caratteri di una società postindustriale è altamente urbanizzata, laddove alla crisi del settore secondario si è riusciti a rispondere con una efficace riconversione produttiva e all’espansione contemporanea della domanda e offerta di servizi tipici delle aree urbane ad alta densità abitativa.

67 Successivamente alla crisi del polo minerario di Carbonia, tra il 1969 e il 1972 sorse il polo industriale di

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Tabella 3.5 Unità di lavoro per settore di attività economica (Italia e Sardegna). Censimento 2011

Sezioni di attività economica

agricoltura, silvicoltura e

pesca industria servizi totale

Italia 5,55% 27,07% 67,38% 100,00% Nord-ovest 2,90% 31,49% 65,61% 100,00% Nord-est 5,07% 32,27% 62,66% 100,00% Centro 3,67% 23,85% 72,48% 100,00% Sud 10,05% 22,16% 67,79% 100,00% Sardegna 7,65% 19,43% 72,92% 100,00% Cagliari 5,21% 17,16% 77,62% 100,00% Assemini 4,88% 19,29% 75,84% 100,00% Oristano 12,68% 17,19% 70,13% 100,00% Alto Oristanese 11,86% 17,65% 70,49% 100,00% Ollastra 9,77% 18,51% 71,72% 100,00%

San Vero Milis 15,11% 17,99% 66,91% 100,00%

Santa Giusta 8,37% 17,71% 73,93% 100,00% Seneghe 17,82% 14,62% 67,56% 100,00% Siamaggiore 8,86% 16,86% 74,29% 100,00% Siamanna 21,14% 14,09% 64,77% 100,00% Siapiccia 29,41% 10,78% 59,80% 100,00% Simaxis 9,16% 21,08% 69,76% 100,00% Solarussa 7,53% 19,70% 72,77% 100,00% Tramatza 11,37% 19,83% 68,80% 100,00% Villanova Truschedu 16,67% 15,69% 67,65% 100,00% Villaurbana 16,73% 15,43% 67,84% 100,00% Zerfaliu 12,32% 15,97% 71,71% 100,00% Carbonia- Iglesias 6,90% 27,77% 65,33% 100,00% Carbonia 3,46% 28,23% 68,31% 100,00%

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4. PASSATO, PRESENTE E FUTURO DELLE ABITUDINI