4. Passato, presente e futuro delle abitudini alimentari
4.4 I sistemi alimentari: quattro modelli alimentari
4.4.3 Il sistema alimentare delle città nuove
Il sistema alimentare delle città nuove (figura 4.5) è quello che più si avvicina ai sistemi alimentari successivi ai processi di trasformazione socioeconomica, che caratterizzarono la Sardegna a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Il riferimento alle città nuove è legato al fatto che questo tipo di sistema alimentare si sviluppa in aree che non hanno conosciuto una lenta transizione da un sistema produttivo ad un altro, bensì sono state create ad hoc convogliando risorse umane ed economiche in una area prescelta per l’insediamento di una specifica attività produttiva (solitamente di tipo industriale/minerario). Questo modello alimentare è stato rinvenuto nell’area mineraria di Carbonia oggetto di analisi della presente ricerca. Questa cittadina mineraria creata durante il ventennio fascista (inizio lavori 1937 –
inaugurazione 1938, ivi par. 3.1.1) costituiva l’emblema di una idea di modernità e sviluppo
urbano totalmente nuova, soprattutto se rapportata alle condizioni di vita dei territori circostanti ed in generale alle condizioni di vita dei villaggi minerari del periodo. Il sistema alimentare delle città nuove poggia sul totale sradicamento dalle attività produttive tradizionali diffuse nei luoghi di origine dei suoi abitanti. Le attività di caccia, pesca e raccolta risultano essere pressoché inesistenti, se non in casi di grave indigenza. Anche le attività di autoproduzione, così come venivano intese all’interno del sistema alimentare della sussistenza agricola, risultano assai poco diffuse. Da questo punto di vista invece a Carbonia risultavano essere diffusi i piccoli orti condominiali, appezzamenti di terreno presenti appunto all’interno del giardino condominiale e assegnati a ciascun minatore. A differenza di quanto poteva accadere
in ambito rurale, era l’uomo ad occuparsi in via esclusiva della cura di queste piccole
coltivazioni che venivano viste come una forma di integrazione del reddito derivante dal lavoro salariato. Anche l’allevamento di piccoli animali da cortile era poco diffuso, mentre totalmente assente quello del maiale. Qualsiasi altro alimento necessario alla dieta quotidiana veniva acquistato e qualsiasi produzione alimentare domestica era limitata, perfino quella dolciaria. Altrettanto limitati risultavano gli elementi reciprocitari, come l’abitudine a donare cibi in determinati periodi dell’anno, e la vita di comunità, circoscritti all’ambito condominiale. I pochi scambi praticati riguardavano il prestito di piccole quantità di condimenti (come lo zucchero e l’olio) tra vicini d’appartamento.
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Il canale di approvvigionamento alimentare prevalente all’interno di questo sistema alimentare,
è dunque quello dell’acquisto al dettaglio, prima presso “le cantine105” di proprietà della società
minerarie attraverso un sistema di buoni aziendali106, successivamente presso mercati civici e
negozi di generi alimentari che godevano di ampia diffusione. La disponibilità monetaria stabile deve fare tuttavia i conti con questa mancanza pressoché totale di fonti di sostentamento alimentare autonome, che finisce col rendere relativamente più poveri i suoi abitanti rispetto a quelli residenti nelle aree dove la componente contadina generale abbia ancora una incidenza sulla composizione dei settori produttivi. Inoltre nel sistema delle città nuove – a differenza di
quanto accadrà nei sistemi alimentari postmoderni o postindustriali descritti in seguito –
differenze in termini di comportamenti e scelte alimentari sono fortemente condizionate da una
disponibilità economica estremamente varia. L’alimentazione delle persone meno abbienti è
più simile a quella che contraddistingue le aree rurali, con la prevalenza di zuppe, legumi e alimenti a basso costo, oltre che del piatto unico. Le persone più abbienti seguono un’alimentazione più simile a quella che caratterizzerà gli anni a venire del benessere economico con consumi maggiore di carne, salumi, frutta e cibi industriali. Oltre alle maggiori possibilità di acquisto, i pochissimi soggetti che godono di un tenore di vita più elevato (nel caso specifico di Carbonia si tratta dei dirigenti e dei professionisti che vivono condizioni di
105 Gli spacci aziendali.
106 Come riferito da uno degli intervistati di Carbonia, anziano ex minatore e sindacalista, un tempo il sistema
minerario di Carbonia prevedeva che i minatori avessero accesso alle cantine di proprietà della società, ove acquistare generi alimentari e di prima necessità, secondo un sistema di “buoni”, cedole utilizzabili per gli acquisti quotidiani, legate al monte ore giornaliero e mensile realizzato, con le quali poter acquistare quantitativi limitati di merci. Il valore degli acquisti fatti veniva sottratto direttamente in sede di pagamento del salario:
“E avevamo il conto aperto nello spaccio aziendale. Avevamo il libretto. Ognuno aveva il suo libretto. Non ce n’erano contanti. Ogni operaio aveva il suo libretto, andava allo spaccio e prendeva. Dal fazzoletto da naso al vino, all’olio, eccetera, tutto lì. Ed era legato allo stipendio, stipendio non ce n’era in realtà, si trattava di un salario. E tutto era legato alle giornate che faceva ogni lavoratore. Cioè succedeva che, io sono entrato con i muratori, ero ragazzo, quattordicenne, fino a 17 anni, lavoravo fuori all’esterno. Non parlo di me, parlo soprattutto dei vecchi minatori che provenivano da altre parti. Quando non erano in servizio, perché li c’era una medagliera, cioè prima di entrare al lavoro c’era un pannello dove c’erano tanti chiodini e ognuno metteva la sua medaglia. Ognuno di noi aveva un numero di medaglia e la metteva dentro quel chiodino, quel forellino che aveva la medaglia, la metteva e scendeva in miniera, dove lavorava. Quello voleva dire che era presente. Se non c’era quello lì vuol dire che non era a lavoro e se non era a lavoro, subito, il segretario di cantiere, che era un impiegato, con degli sbirri che andavano in cerca di guai, devo dire oggi, questi qui andavano perché sapevano che quel numero corrispondeva a Dante ad esempio, andavano a casa di Dante “come mai non sei a lavoro?”. “eh, è a letto!”. Vabbè, è a letto quindi è giustificata l’assenza. Questi tornavano in cantiere e il mio nominativo o di quello che non c’era venivano trasmessi immediatamente allo spaccio perché i primi tre giorni non eravamo pagati. Perché era salario, non era stipendio. Poi dopo, dal terzo giorno di assenza si andava col 40%. Del salario che guadagnavano in un mese se erano sempre presenti. Allora, questa percentuale minima che davano era soltanto perr soddisfare le necessità di casa. Cioè, se la moglie o la mamma, andava allo spaccio a prendere da mangiare, che so un chilo di pane, no! Te ne spettava mezzo chilo. Siccome tuo marito o tuo padre non era a lavoro. E così la razione veniva dimezzata. E così fino a quando non si metteva in moto e rientrava a lavoro.” (Dante, Carbonia).
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vita totalmente diverse da quelle dei minatori e degli operai in generale) sono gli stessi che possono con una certa frequenza consumare pasti fuori casa.
La configurazione degli spazi di consumo domestico e degli spazi di consumo fuori casa, infatti, riprende le caratteristiche sia del sistema della sussistenza agricola che di quello della transizione verso la modernità industriale. Da un lato vi è il consumo di pasti fuori casa compiuto dai lavoratori della miniera ai quali vengono assegnate delle razioni giornaliere di pane e formaggio di scarsa qualità (solo col tempo e grazie alle lotte sindacali questi vedranno migliorare le proprie condizioni di vita in miniera e anche riconosciuto il diritto ad una migliore
alimentazione, garantita dall’istituzione di servizi di mensa simili a quelli presenti
nell’industria). Allo stesso modo abbiamo una forte incidenza dei programmi statali di lotta al problema della malnutrizione infantile, di cui si è raccolta ampia traccia anche in ambito rurale. Per le numerose famiglie indigenti, e con più di quattro figli, presenti a Carbonia, le integrazioni alimentari ricevute da bambini e ragazzi in orario scolastico costituivano una risorsa essenziale. D’altra parte nella cittadina erano presenti tutta una serie di servizi di ristorazione, quali ristoranti e pizzerie, accessibili solo per con la ristretta cerchia di professionisti, dirigenti e funzionari residenti in zona.
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Figura 4.5 Sistema alimentare urbano di Carbonia
Le razioni alimentari concesse ai minatori crescono molto lentamente e a seguito di difficili lotte sindacali, attraverso le quali si arriverà infine all otte i e to di ve i e p op i se vizi e sa
A seconda della disponibilità monetaria fruizione più o meno elevata di servizi di ristorazione esterna a
titolo ricreativo
I bambini provenienti da famiglie numerose (> 4 figli) e indigenti ricevono supplementari alimentari
all i izio e al te i e delle gio ate s olasti he: latte in polvere, pane, pasta e minestre
Razioni giornaliere di pane e formaggio che nei
periodi più difficili vengono parzialmente
cedute a integrazione dell ali e tazio e dei familiari. Al migliorare delle condizioni di vita corrisponde anche una migliore alimentazione sul
luogo di lavoro, garantita dall istituzio e dei se vizi
di mensa Canali di approvvigionamento
Caccia-pesca-raccolta Auto-produzione Acquisto domestico Acquisto professionale
Gestio e uotidia a app ovvigio a e ti. A pa ti e dai p i i a i
diffusione di frigoriferi e freezer.
La spesa per alimenti è una realtà quotidiana. Tempi di preparazione dei pasti lievemente contratti rispetto ambito rurale. Assenti abitudini di auto-produzione alimentare (es. pane, paste fresche, formaggi). Varietà dei cibi reperibili in commercio assai più elevata
che nelle zone rurali, e maggiore dispo i ilità all a uisto dei residenti.
Cottura tramite cucine a carbone e poi a gas. L ali e tazio e delle persone meno abbienti simile a quella delle aree rurali, con prevalenza
di zuppe, legumi e alimenti a basso costo. Le persone più abbienti seguono una alimentazione più simile a quella che caratterizzerà gli anni
a venire del benessere economico con consumi maggiori di carne, salumi, frutta e cibi industriali.
Laddove i turni lavorativi non interferiscano, la famiglia si riunisce a tutti i pasti. La struttura dei pasti è strettamente legata al livello di benessere
familiare (piatto unico vs primo-secondo-contorno).
Lavoro in miniera
Cantine di proprietà delle società minerarie, col sistema
dei buoni Mercati civici e negozi
di generi alimentari ampiamente diffusi
- Programmi statali contro il problema della
malnutrizione infantile - Mense aziendali - Presenza di pizzerie, ristoranti, gastronomie,
pasticcerie Piccoli orti condominiali
assegnati a ciascun minatore. A differenza che in ambito rurale, l uo o se e o upa i via esclusiva, a integrazione del reddito derivante dal lavoro
salariato Scarsamente rilevante l alleva e to di pi oli a i ali da cortile. Totalmente assente l alleva e to do esti o del maiale. Qualsiasi altro genere
alimentare viene acquistato. Limitata produzione dolciaria
domestica Attività quasi inesistenti, legate a situazioni di estrema miseria Sistema alimentare delle città nuove
Alimentazione
domestica Altri spazi di vita
Alimentazione fuori casa Ristorazione collettiva Ristorazione commerciale Organizzazione pasti e convivialità Conservazione e immagazzinamento Preparazione pasti e ripartizione ruoli Cottura cibi e ridefinizione del commestibile
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