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Fattori endogeni di carattere strumentale.

Nel documento La gestione del credito commerciale (pagine 57-60)

4. Fattori endogeni che influenzano la concessione del credito

4.2 Fattori endogeni di carattere strumentale.

La dimensione aziendale.

Una prima variabile esogena, di carattere strutturale, determinante per la concessione del credito commerciale è rappresentata dalla dimensione dell'azienda venditrice71.

Invero età e dimensione della combinazione produttiva rappresentano due variabili spesso intimamente collegate.

In linea di principio, la forza contrattuale o la struttura che contraddistingue le aziende di una certa dimensione consente loro di contenere il credito mercantile entro determinati livelli.

Tale risultato è raggiungibile anche grazie alla presenza di strumenti per la valutazione ed il monitoraggio costante dei crediti che le aziende di maggiori dimensioni possono permettersi.

Per contro, le combinazioni produttive di piccole dimensioni si caratterizzano sia per la ridotta forza contrattuale, sia per la presenza di carenza nella struttura amministrativa ed organizzativa.

Ne consegue una minore capacità di governo del credito, il che conduce alla concessione di maggiori e/o più ampie dilazioni, e spesso anche ad un peggioramento del loro livello qualitativo.

71 Definire la “dimensione” di un'azienda è tutt'altro che semplice. Al riguardo, lo Zappa così si esprime: “La nozione di dimensione d'impresa è nel fatto indeterminata”. Analogamente il Cavalieri, secondo il quale:”Il concetto di dimensione ci appare indeterminato in quanto privo di valore assoluto”. GINO ZAPPA, Le

produzioni nell'economia delle imprese, tomo primo, Giuffrè, Milano, 1956, pag. 327; ENRICO

CAVALIERI, Sul tema della dimensione d'impresa, Kappa, Roma, 1981, pag. 11. Individuare con sicurezza la “dimensione aziendale”, ovvero stabilire se si tratta di combinazioni produttive piccole, medie o grandi, salvo rari casi, risulta pertanto disagevole, nonché più o meno opinabile. A ben vedere, le cause di tale fenomeno sono essenzialmente due. La prima è riconducibile a fattori endogeni, ovvero al fatto che la dimensione, essendo legata alle condizioni interne di gestione, risulta vincolata ad una serie di variabili fra loro interdipendenti. La seconda è invece di natura esogena, cioè connessa alle caratteristiche dei mercati di riferimento. In altre parole, la dimensione non è immutabile, in quanto intensamente soggetta alla numerose sollecitazioni connesse alla variabilità dell'ambiente e del processo produttivo. Per cogliere la classe dimensionale di appartenenza dell'azienda si suole ricorrere ad una serie di parametri che, tuttavia, non sempre conducono a risultati coincidenti. Invero, tali parametri – classificabili come strutturali (lavoro umano, potenzialità produttiva, capitale investito nella gestione, entità dei mezzi finanziari a disposizione dell'azienda), funzionali (fatturato, valore aggiunto, costi d'esercizio o alcune speciali classi di essi, reddito di periodo, utile distribuibile) e relazionali (ruolo svolto nell'ambiente, capacità di influire sulle variabili esterne) – sebbene possiedano un indubbio significato orientativo, non assumono carattere decisivo. Essi rivestono infatti una certa rilevanza solo se posti in opportuna relazione con gli altri: devono cioè essere osservati ed interpretati in maniera congiunta e combinata. Sul punto si veda: FRANCESCO PODDIGHE,

A ciò deve inoltre aggiungersi, come nel caso di aziende giovani, l'impulso, fisiologico, dato dalla necessità di conquistare nuove quote di mercato e attirare nuovi clienti72.

Il livello di integrazione verticale raggiunto.

Si parla di “integrazione verticale” quando l'azienda interiorizza più fasi della produzione espandendosi, attraverso diverse metodologie di sviluppo, verso monte (sui mercati di approvvigionamento) o verso valle (sui mercati di sbocco)73.

La scelta di operare una tale espansione è da attribuire prevalentemente a motivi di convenienza sotto il profilo produttivo e commerciale74.

Ai nostri fini, siamo interessati ad indagare sugli effetti di un'integrazione “a valle”, ovvero a livello di collocamento del prodotto sul mercato.

Al riguardo, occorre però sviluppare il ragionamento sotto due distinti punti di vista. Riflettendo a livello aggregato, cioè di intero settore, in linea di principio fra grado di integrazione verticale raggiunto e concessione di credito esiste una relazione inversa. Più nello specifico, maggiore risulta il grado di integrazione a valle mediamente raggiunto dall'insieme delle aziende del settore, minori risulteranno le dilazioni di pagamento concesse a livello aggregato.

Ciò in quanto vengono meno i crediti normalmente generati con riferimento a quella fascia di clienti eliminati in seguito all'integrazione.

Invece, a livello di singola azienda, il fenomeno assume contorni diversi.

In questo caso, infatti, il numero dei clienti tende ad aumentare in conseguenza

72 Non necessariamente la dimensione deve essere “grande” per consentire all'azienda di raggiungere i punti di massima economicità, quindi l'equilibrio economico durevole. Il punto di arrivo del processo di sviluppo non è infatti la dimensione “massima”, bensì la dimensione “più conveniente”.

73 L'aumento dell'integrazione verticale può essere effettuato tramite investimenti nella struttura operativa, oppure, come più spesso avviene, inglobando unità produttive già funzionanti a monte o a valle tramite acquisizioni o conferimenti di aziende o di rami aziendali nella forma di “apporto”, fusioni ed affitti di aziende. Oltre a queste operazioni, che comportano un effettivo incremento dimensionale, il medesimo risultato può essere raggiunto anche mediante interventi che non incidono sulla struttura operativa dell'azienda, quali l'acquisizione di partecipazioni.

74 Dal punto di vista produttivo, lo scopo di tale politica è riferibile prevalentemente alla necessità di coprire nella maniera più ampia possibile il ciclo di lavorazione, al fine di limitare la dipendenza dall'esterno ed i conseguenti oneri e rischi connessi ai numerosi passaggi intermedi. Sotto il profilo commerciale, invece, l'azienda acquisisce maggiore forza contrattuale negli scambi e una superiore capacità di controllo del mercato.

dell'integrazione, in quanto ad un limitato numero di debitori di livello superiore si sostituisce normalmente una maggiore quantità di clienti di livello inferiore75.

Tuttavia, anche in tal caso l'azienda potrebbe riuscire a ridurre i crediti verso la clientela.

Questa circostanza si realizza quando, in seguito all'integrazione a valle, l'unità produttiva viene a disporre di uno o più punti di vendita al dettaglio per i propri prodotti, il che comporta, salvo eccezioni, che le relative contrattazioni vengano regolate in contanti.

Qualora invece l'azienda ponga in essere un processo di “disaggregazione” e conseguente decentramento, si sortirà un effetto esattamente contrario.

È questo il caso che si verifica quando, per risolvere dei problemi strutturali76, si

decide di enucleare e cedere, sotto diverse forme tecniche, alcuni rami operativi77.

Si rileva pertanto che un processo di disaggregazione dell'azienda tenderà a comportare, a livello aggregato, un accrescimento del numero dei crediti in conseguenza della generazione di un'ulteriore fascia di clientela ed a livello di singola azienda una loro riduzione, in virtù della sostituzione di più clienti di livello inferiore con un minor numero di clienti di livello superiore.

75 Anche qualora i crediti non dovessero subire, nel complesso, variazioni quantitative, si dovrebbero comunque registrare delle modifiche qualitative, in quanto, a pochi clienti con un indebitamento più elevato, si sostituisce un maggior numero di debitori, ma con importi unitari inferiori.

76 Si tratta, normalmente, di problemi connessi al controllo ed al coordinamento generale dell'attività, dovuti ad un eccessivo appesantimento strutturale che può comportare, fra l'altro, una elevata burocratizzazione delle azioni imprenditoriali e una serie di diseconomie di scala o inefficienze di vario ordine e grado.

77 La disaggregazione dell'azienda può essere operata attraverso differenti modalità, ed in particolare tramite cessione o conferimento di rami aziendali nella forma di “scorporo”, scissione, affitto d'azienda.

Nel documento La gestione del credito commerciale (pagine 57-60)