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Fattori esogeni di carattere ambientale “in senso lato”: le variabili macroeconomiche.

Nel documento La gestione del credito commerciale (pagine 49-53)

3. Fattori esogeni che influenzano la concessione del credito.

3.3 Fattori esogeni di carattere ambientale “in senso lato”: le variabili macroeconomiche.

La congiuntura economica.

L'economia attraversa delle fasi, che possono essere espansive e depressive58.

Il credito commerciale risulta fortemente influenzato dall'andamento della congiuntura.

A ben guardare, esiste una sorta di relazione inversa fra i movimenti degli scambi sul mercato e la fluttuazione nei volumi e nei tempi delle dilazioni di pagamento59.

Invero, durante le fasi di espansione il mercato è caratterizzato da intense transazioni. La domanda è in continua crescita o si mantiene su livelli elevati, provocando una situazione di “eccesso di domanda”. Ciò comporta un notevole incremento della forza contrattuale dei venditori nei confronti degli acquirenti.

Ne deriva che le aziende venditrici non hanno la necessità di ricorrere alla concessione di credito per sostenere le transazioni.

Anzi, in queste fasi le dilazioni tendono a contrarsi, in quanto il venditore può scegliere fra diversi clienti e perciò preferirà coloro che estinguono prima il proprio debito.

Questa è una giustificazione “dal lato del venditore” del calo fisiologico del credito nei periodi in cui il ciclo economico è favorevole.

L'importanza fondamentale del dato congiunturale nella concessione del credito risalta ancora di più quando l'andamento dell'economia è sfavorevole.

Invero, nei periodi di recessione la domanda flette o si mantiene comunque su livelli bassi.

Si crea pertanto una situazione di “eccesso di offerta”: il che pone i venditori in condizione di svantaggio nei confronti degli acquirenti, i quali riescono ad ottenere l'applicazione di condizioni più favorevoli, fra cui anche quelle inerenti il regolamento della transazioni.

58 Possono, ad onor del vero, anche verificarsi casi di stagnazione, ovvero di economia statica. 59 ANTONIO BANDETTINI, Finanza aziendale. Le fonti, Cedam, Padova, 1987, pag. 212-213.

Ciò si traduce in un allungamento delle dilazioni concesse, spesso senza alcun incremento del prezzo.

L'andamento dell'inflazione e dei tassi di interesse.

L'andamento dei tassi di interesse ha una notevole influenza sulle decisioni di investimento.

Tale andamento è strettamente collegato alle variazioni del tasso applicato sulle operazioni di rifinanziamento con le banche ordinarie fissato dalla Banca Centrale Europea60, il quale, a sua volta, varia in funzione del tasso di inflazione.

Più precisamente, fra tali grandezze esiste un rapporto diretto: alla crescita dell'inflazione di norma corrisponde un incremento del tasso di rifinanziamento, quindi dei tassi di interesse, e viceversa61.

Pertanto, le decisioni di investimento risultano fortemente influenzate anche dall'andamento dell'inflazione.

La concessione di credito commerciale rappresenta pur sempre una peculiare forma di investimento: quindi, in linea di principio, in un regime di tassi crescenti si assiste ad una diminuzione del livello dei crediti concessi.

Ciò in quanto per il venditore aumenta il costo-opportunità della concessione del credito.

Per le ragioni esattamente antitetiche, tassi decrescenti suscitano invece un aumento nella concessione di dilazioni di pagamento.

In questa circostanza, infatti, tende a ridursi la convenienza per il concedente a vincolare le relative somme in investimenti finanziari, i quali non offrono tassi di remunerazione appetibili.

60 In passato le operazioni di rifinanziamento delle banche venivano effettuate dalle singole Banche centrali nazionali. Nel nostro Paese, operava in questo senso la Banca d'Italia, la quale fissava periodicamente il “tasso ufficiale di sconto”, che rappresentava il tasso di interesse sulle operazioni di anticipazione ordinaria; con l'introduzione dell'euro, le operazioni di rifinanziamento delle banche sono state sottratte alle competenza dei singoli Stati e vengono effettuate dalla Banca Centrale Europea, la quale invia segnali sull'orientamento della politica monetaria agendo sul tasso delle operazioni di rifinanziamento principali.

61 Occorre però ricordare che talvolta, indipendentemente dall'andamento dell'inflazione, per differenti motivazioni, le autorità monetarie intervengono con provvedimenti di politica monetaria volti ad aumentare o ridurre i tassi di interesse.

Le politiche “creditizie” adottate dallo Stato.

Sulla concessione del credito commerciale incidono notevolmente anche le politiche poste in essere dalle autorità monetarie.

Le aziende acquirenti soddisfano il proprio fabbisogno di finanziamento attingendo al “capitale di rischio” ed al “capitale di credito”62.

Quest'ultimo, a sua volta, può essere ottenuto da due fonti.

La prima, di carattere strutturale, è rappresentata dall'accensione di prestiti con scadenze a breve e a medio-lungo termine. La seconda, di tipo operativo, è costituita dalle dilazioni di pagamento ottenute dai fornitori relativamente alle operazioni di acquisto.

Il fabbisogno di finanziamento63, dal canto suo, rappresenta una variabile strettamente

62 Le principali differenze tra capitale di proprietà (o di rischio) e capitale di terzi (o di credito) possono cogliersi nei punti seguenti: 1) il capitale di proprietà non è giuridicamente soggetto ad alcun vincolo di restituzione; il capitale di prestito è, invece, giuridicamente soggetto alla restituzione secondo prestabiliti piani di rimborso. 2) il capitale di proprietà non deve essere rimborsato a scadenze prefissate, al contrario del capitale di prestito, per il quale si impone la restituzione secondo le modalità a suo tempo concordate tra le parti. 3) il capitale di proprietà viene apportato dal titolare, nel caso di aziende individuali, o dai soci nel caso di aziende aventi forma societaria. Il capitale di prestito viene prestato all'azienda da terze economie. Dato che gli aumenti di capitale da parte dei soci richiedono tempi tecnici e un certo costo, i soci possono decidere di finanziare l'azienda a titolo di prestito anziché a titolo di proprietà. 4) la rimunerazione del capitale di apporto, essendo esso conferito dai proprietari, avviene sotto forma di dividendi qualora l'azienda consegua un utile che possa essere ripartito, in tutto o in parte, tra gli stessi proprietari. Dato che l'esistenza dell'utile non può essere garantita e la sua misura può comunque mutare da un esercizio all'altro, la rimunerazione del capitale di proprietà è solo eventuale, non ha misura certa, è variabile da un esercizio all'altro. I soggetti che apportano capitali di credito, invece, hanno una rimunerazione prefissata costituita dal saggio di interesse che, per l'azienda beneficiaria del prestito rappresenta un costo di esercizio. 5) il capitale di proprietà è soggetto a rischio pieno, in quanto è possibile non ottenere alcuna rimunerazione per il capitale conferito e, nei casi più gravi, perdere in tutto o in parte il capitale stesso per effetto dei negativi andamenti della gestione aziendale. Il capitale di terzi, invece, è soggetto a rischio parziale. Si parla di parzialità e non di assenza di rischio poiché, anche in casi di capitali di terzi, è possibile che si verifichi un mancato rimborso di tutto o parte del prestito concesso. ENRICO GONNELLA, Il fenomeno azienda. Elementi costitutivi e condizioni di

funzionamento, Franco Angeli, Milano, 2006, pag.195-196.

63 Il fabbisogno di finanziamento si riferisce, in senso generale, al totale degli impieghi di una data azienda. In particolare secondo un'interpretazione più precisa, il fabbisogno di finanziamento è dato dalle “occorrenze già concretatesi, o che si concreteranno, di mezzi monetari da usare per lo svolgimento della gestione, e quindi, in sostanza, per ottenere la disponibilità, da parte del soggetto economico, degli strumenti o fattori di produzione. In sostanza, quando si parla di fabbisogno di finanziamento, si fa riferimento ai mezzi monetari di cui necessita l'azienda per procurarsi i fattori della produzione e allestire, così, la combinazione produttiva idonea allo svolgimento dell'attività aziendale. In tal senso, è opportuno individuare la quantità di mezzi necessari per realizzare l'attività aziendale e il tipo di mezzi occorrenti. È possibile realizzare un'analisi di tipo retrospettico o di tipo prospettico del fabbisogno di finanziamento. Nell'ambito dell'attività di programmazione finanziaria, si può compiere uno studio sul fabbisogno di finanziamento di tipo sia storico sia prospettico. Sul piano tecnico, l'analisi storica è condotta mediante l'interpretazione dei bilanci e dei rendiconti finanziari. Lo studio prospettico prevede, invece, la redazione di piani finanziari, che hanno lo scopo di predisporre i mezzi necessari per permettere lo svolgimento delle operazioni aziendali e di evitare situazioni non favorevoli dovute a eccessi o mancanze di liquidità. Il fabbisogno di finanziamento può essere visto in senso statico e in senso dinamico. In ottica statica, ovvero osservato in un dato momento, esso si

connessa alla dimensione dell'azienda ed al tipo di attività posto in essere.

Pertanto, l'entità dei mezzi necessari è tendenzialmente rigida, in quanto ancorata alle caratteristiche della combinazione produttiva.

Ciò posto, le autorità monetarie adottano talvolta politiche creditizie “restrittive”, volte al contenimento della concessione di finanziamenti da parte degli investitori istituzionali64. Ne consegue che le aziende clienti, incontrando difficoltà nel

reperimento dei “mezzi di finanziamento strutturali”, cercano di colmare il divario che si è venuto a creare chiedendo maggiori o più lunghe dilazioni ai fornitori65.

Si tratta di un comportamento indotto, connesso alla fisiologica necessità di copertura funzionale del fabbisogno finanziario66.

Le fluttuazioni del cambio.

Anche il rapporto di cambio fra le valute può rappresentare un fattore determinante nella concessione del credito commerciale. Si fa in questo caso riferimento alle vendite effettuate all'estero, in particolare al di fuori dei Paesi aderenti all'euro.

In caso di vendite in un Paese extracomunitario, se l'azienda prevede un andamento del rapporto di cambio favorevole tenderà ad ampliare le dilazioni.

Al contrario, se dalla vendita da regolarsi in moneta estera dovessero attendersi delle perdite di cambio, il venditore avrebbe convenienza a ridurre le dilazioni da concedere e ad anticipare il regolamento di quelle in atto.

Si tratta, in ogni caso, di determinazioni estremamente complesse, sulle cui risultanze è opportuno esprimere valutazioni prudenti, di carattere esclusivamente tendenziale.

identifica con l'insieme degli investimenti in attesa di realizzo e con la liquidità in attesa di utilizzo. Dal punto di vista dinamico, ovvero osservato con riferimento a un dato periodo, il fabbisogno finanziario è costituito dall'insieme degli investimenti in attesa di realizzo, degli investimento in produzione venduta e dei rimborsi di capitale. Il documento a cui si fa riferimento nell'ambito dell'analisi statica del fabbisogno di finanziamento è lo Stato Patrimoniale. Quest'ultimo non consente, tuttavia, di dare una rappresentazione soddisfacente del fabbisogno di finanziamento nella visione dinamica e, per offrirne una lettura adeguata, è necessario considerare il rendiconto finanziario, se si è interessati all'aspetto storico, o i piani finanziari se si analizza l'aspetto prospettico. ENRICO GONNELLA, Il fenomeno azienda. Elementi costitutivi e condizioni

di funzionamento, Franco Angeli, Milano, 2006, pag. 162-163.

64 Si ricordano, a titolo di esempio, le operazioni di mercato aperto, come gli interventi operati sul tasso applicato nelle operazioni di rifinanziamento principali.

65 MAURIZIO DALLOCCHIO, La gestione del credito commerciale e il credit manager, Egea, Milano, 1989, pag. 22.

66 La reazione delle aziende a politiche restrittive da parte dello Stato comporta importanti conseguenze anche a livello microeconomico.

Nel documento La gestione del credito commerciale (pagine 49-53)