8. SUBORDINAZIONE CIRCOSTANZIALE
8.1 LA SUBORDINAZIONE NEL ‘GRUPPO CAUSALE’: FRASI CAUSALI, IPOTETICHE,
8.1.7 FRASE STRUMENTALE, DI MANIERA, ESCLUSIVA
Luca Serianni, nella sua Grammatica per l’italiano comune e la lingua letteraria, non aveva previsto una trattazione autonoma per le frasi strumentali, considerando il valore strumentale una sfumatura di quello modale288.
Premettendo anche in questa sede con Lidia Lonzi che «la distinzione fra “strumento” e “maniera” non è sempre chiara» [LONZI 1988 : 576], ci siamo tuttavia avvalsi di criteri desunti dalla Grande grammatica italiana di consultazione per tentare di discriminare il più possibile i due tipi sintattici. In particolare: «mentre il valore strumentale è costituito essenzialmente da un rapporto di causa-effetto tra il verbo al gerundio e il verbo principale, il valore di maniera è più gratuito o accessorio» [ibidem]. Da questo principio dipendono due corollari: a) il gerundio strumentale può essere negato, mentre quello di maniera deve ricorrere alla forma esclusiva «senza + infinito»; b) il gerundio strumentale può essere parafrasato da una subordinata causale, a differenza di quello di maniera che può essere parafrasato solo da una coordinata (in rapporto di contemporaneità con la frase matrice, non di posteriorità come avviene nel caso del già menzionato gerundio coordinato).
Tanto il gerundio modale quanto quello strumentale sono gerundi di predicato, da interpretare cioè come coestensivi al verbo reggente, insieme al quale costituiscono un’unica azione:
…lo terzo [movimento], secondo che tutto quello cielo si muove seguendo lo movimento della stellata spera, da occidente a oriente, in cento anni uno grado. (Cv II V 16) (man)
…séguito io, alla preghiera fatta dall'audienza, questa persuasione, cioé, dico, abbellimento, annunziando loro la mia intenzione…(Cv II VI 6) (strum)
Abbiamo visto in seguendo una indicazione della modalità in cui avviene il movimento di Venere, non la causa o il mezzo: ‘??quello cielo si muove perché segue lo movimento della stellata spera’. Viceversa abbiamo interpretato annunziando come il
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«Quale in questo uso viene interpretato come grosso modo sinonimo di di un tipo che, come, e richiede antecedenti non specifici.» [CINQUE 1988 : 461].
288 «Il valore modale è tra quelli più spesso assunti dal gerundio, in ogni livello di lingua. Ad esso si può accostare il valore strumentale, semanticamente molto vicino e talvolta indistinguibile…» [SERIANNI 1991 : 618].
mezzo in virtù del quale la persuasione procede: ‘seguito…questa persuasione dal momento che annunzio…’.
Entrambi i gerundi presi in esame presentano una disposizione sintattica non marcata289 e il controllo del soggetto da parte del soggetto della frase matrice.
Analizziamo altri esempi di sicura interpretazione strumentale:
… chi loda sé mostra che non creda essere buono tenuto; che non li incontra sanza maliziata conscienza, la quale, sé lodando, discuopre e, discoprendo, si biasima…(Cv I II 7)
A parte la disposizione parentetica dei gerundi, ci sembra opportuno rilevare che il controllore del soggetto nullo del gerundio è l’esperiente (li) della frase reggente: chii
loda sé mostra che non creda essere buono tenuto; che non lii incontra sanza maliziata
conscienza, la quale, PROi sé lodando, discuopre e, PROi discoprendo, si biasima.
Seguono due gerundi di cui il primo patentemente strumentale alla luce della negazione (non biasimando). Il controllore è il soggetto delle sovraordinata:
Lo invidioso poi argomenta, non biasimando colui che dice di non saper dire, ma biasima quello che è materia de la sua opera, per torre, dispregiando l'opera da quella parte, a lui che dice onore e fama. (Cv I XI 17)
Di seguito riportiamo due esempi di frase strumentale a soggetto generico. «Il soggetto nullo del gerundio può essere anche generico, cioè mancare di antecedente, in corrispondenza con un valore generico della frase principale. Il verbo di questa avrà un riferimento temporale generico e non deittico-puntuale, e un esperiente implicito»
[LONZI 1988 : 574]):
…con ciò sia cosa che, dal diece in su, non si vada se non esso diece alterando con gli altri nove e con se stesso, e la più bella alterazione che esso riceva sia la sua di se medesimo, e la prima che riceve sia venti, ragionevolemente per questo numero lo detto movimento significa. (Cv II XIV 3)
…in nome, cioè questo 'mille’, è lo maggiore numero, e più crescere non si può se non questo moltiplicando. (Cv II XIV 4)
Facciamo seguire alcuni casi di gerundio strumentale cari alla prassi scolastica: si tratta di verba dicendi al gerundio dipendenti da un verbum dicendi, il soggetto del quale è il controllore (io, soggetto nullo):
289 «La posizione non marcata, normale, del gerundio di predicato è in fine di frase senza pausa. Tutte le altre posizioni sono parentetiche» [LONZI 1988 : 575-6].
…narro la radice dell'altra diversitade, dicendo…(Cv II VII 9)
E dico che questo pensiero, che di nuovo apparisce, è poderoso in prender me e in vincere l'anima tutta, dicendo che esso segnoreggia sì…(Cv II VII 10)
Sussequentemente mostro la potenza di questo pensiero nuovo per suo effetto, dicendo…(Cv II VII 11)
A ben vedere questi dicendo non sono altro che forme grammaticalizzate di complementatori: «one source of complementizers is verbs of sayngs» [HOPPER-
TRAUGOTT 1993 : 180-1]. I passi testè citati si possono infatti parafrasare come segue:
‘narro la radice dell’altra diversitade, e cioè che… ’; ‘mostro la potenza di questo pensiero nuovo…e cioè che’.
Non mancano i casi in cui un gerundio in prolessi, oltre a denotare una subordinazione sintattica vera e propria, sia anche espressione manifesta di subordinazione informativa. Nel caso seguente, di quella ragionando riprende con un perfetto chiasmo (in cui la congiunzione perché fa da asse di simmetria) ragionando di
quella:
Ma però che de la immortalità de l'anima è qui toccato, farò una digressione, ragionando di quella; perchè, di quella ragionando, sarà bello terminare lo parlare di quella viva Beatrice beata…(Cv II VIII 7)
Lo stesso discorso vale per la doppia dipendenza di Cv II XII 5 (strum rel giust):
…io, che cercava di consolarme, trovai non solamente a le mie lagrime rimedio, ma vocabuli d'autori e di scienze e di libri: li quali considerando, giudicava bene che la filosofia, che era donna di questi autori, di queste scienze e di questi libri, fosse somma cosa.
Sono piuttosto complementi di mezzo al gerundio (che conserva la sua natura di nome verbale), i seguenti ‘ntendendo e pensando:
Voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete…(tanto più che la chiosa di questo verso, di Cv II VI 1, reca cioè con lo intelletto solo)
Onde io pensando spesse volte come possibile m’era, me n'andava quasi rapito. (Cv II VII 6)
La frase strumentale può realizzarsi anche con in + infinito. In entrambi i casi a seguire il soggetto degli infiniti preposizionali è di tipo generico:
Atto libero è quando una persona va volentieri ad alcuna parte, che si mostra nel tener volto lo viso in quella; atto sforzato è quando contra voglia si va, che si mostra in non guardare nella parte dove si va. (Cv I VIII 14)
Frasi strumentali infinitivizzate dal morfema preposizionale per290:
Per che Virgilio dice nel quarto dello Eneida che la Fama vive per essere mobile, e acquista grandezza per andare. (Cv I III 10)
Per andare è traduzione del virgiliano eundo; una piccola dimostrazione della
contesa in italiano antico fra gerundio e infinito (preposizionali o meno)291.
Completiamo il quadro del gerundio di maniera, riportando alcuni esempi ad interpretazione senz’altro univoca (‘man’):
…e dico che dice parole lamentandosi…(Cv II IX 2)
E non è qui mestiere di procedere dividendo, e a littera esponendo. (Cv II XII 10)
…le cose sensibili, delle quali, universalmente pigliandole, tratta la Fisica. (Cv II XIV 9)
…non ostante che 'l pastore, piangendo e gridando, con le braccia e col petto dinanzi a esse si parava. (Cv I XI 10)
Con Franca Brambilla Ageno, abbiamo considerato subordinate di maniera anche certi moduli di transitio (per la funzione dei quali rinviamo alla trattazione delle temporali) corrispondenti a participi latini292. Tali formule, frequentissime, scandiscono l’architettura del discorso argomentativo, esplicitandone il sapiente equilibrio costruttivo:
Cominciando adunque, dico che… (Cv II II 1)
E però, principiando ancora da capo, dico che…(Cv II XII 1) Tornando adunque al proposito, dico che…(Cv III IV 9)
La prosa del Convivio conta poi alcuni pochi casi di gerundio preposizionale, erede del gerundio ablativo latino (‘man gerundioprep’)293:
…parlare in esponendo troppo a fondo pare non ragionevole. (Cv I II 2)
Quanta paura è quella di colui che appo sè sente ricchezza, in camminando, in soggiornando…(Cv IV XIII 11)
290 Potrebbe, senz’altro, trattarsi di SP, come in:…la quale infamia si cessa, per lo presente di me parlare, interamente… (Cv I II 16).
291 «E, invero, tra gerundio e infinito si effettuò nelle origini romanze una certa lotta» [SEGRE 1952 : 76]
292 Riportiamo per tutti: Revisentes igitur ea quae dicta sunt… (DVE II IV 2); Resummens igitur quod a principio dicebatur… (Mon I V 1).
293 « Degl’impieghi arcaici, non resta presso D. che qualche caso di gerundio con preposizione, che ha il valore di un gerundio semplice…» AGENO 1978h: 294. «Al francese en allant corrisponde nell’italiano in andando, per esempio però pur va, ed in andando ascolta (Pg V, 45) … Il nostro costrutto è d’altronde ancor vivo nel vernacolo toscano … già in latino in cogitando (Plauto), in convertendo (Vulgata), cfr. Vaananen » [ROHLFS 1966-9 : 109-110 vol III].
Riportiamo un caso di frase modale al participio:
…quella gentile donna, cui feci menzione ne la fine de la Vita Nuova, parve primamente, accompagnata d'Amore, alli occhi miei e prese luogo alcuno ne la mia mente… (Cv II II 1)
Abbiamo ascritto alle frasi modali, nonostante la negazione, il seguente caso:
Dico che, sì come vedere si può che scrive Tullio in quello De Amicitia, non discordando da la sentenza del Filosofo…(Cv I XII 3)
Solitamente, infatti, la negazione della modale genera una frase esclusiva (‘esclus’) con sanza + infinito:
…onde, con ciò sia cosa che ne le scritture [la litterale sentenza] sia sempre lo di fuori, impossibile è venire a l'altre, massimamente all'allegorica, sanza prima venire a la litterale. (Cv II I 9)
Veramente qui nasce un dubbio, lo qual non è da trapassare sanza dichiarare. (Cv II IV 8)
Sono questi esempi di esclusiva con soggetto arbitrario.
Seguono esempi con soggetto a controllo dal soggetto della sovraordinata:
…non sanza misericordia sono inver di quelli che in bestiale pastura veggiono erba e ghiande sen gire mangiando. (Cv I I 8)
sono signori […] e altri che sanza dire vogliono essere intesi…(Cv I VI 3)
Il soggetto è espresso nelle forme temporalizzate, con introduttore che:
…perchè parlare d'alcuno non si può che il parladore non lodi o non biasimi quelli di cui elli parla. (Cv I II 3)
…lodare non si può, che quella loda non sia maggiormente vituperio. (Cv I II 7)
Abbiamo rilevato anche le esclusive di modo infinito con soggetto espresso (‘esclus aci’), evidente infrazione alla teoria del controllo:
…è impossibile procedere a la forma, sanza prima essere disposto lo subietto sopra che la forma dee stare … (Cv II I 10)
…la terza [cosa] è, sanza essere domandato lo dono, dare quello…(Cv I VIII 2)