8. SUBORDINAZIONE CIRCOSTANZIALE
8.1 LA SUBORDINAZIONE NEL ‘GRUPPO CAUSALE’: FRASI CAUSALI, IPOTETICHE,
8.1.6 LA FRASE TEMPORALE
8.1.6.1 Ordine deittico del legame temporale pragmatico e deittico/non deittico del legame temporale sintattico. Il rapporto di anteriorità.
Le frasi temporali sono quei tipi sintattici di cui la lingua dispone per esplicitare il rapporto cronologico tra l’evento presentato nella frase principale e quello presentato nella subordinata.
Bisogna tuttavia precisare che l’espressione della relazione cronologica non avviene esclusivamente mediante subordinazione temporale, ma può realizzarsi anche attraverso l’impiego di adeguati sintagmi avverbiali di tempo in frasi coordinate:
A vedere quello che per lo terzo cielo s'intende, prima si vuol vedere che per questo solo vocabulo 'cielo' io voglio dire; e poi si vedrà come e perchè questo terzo cielo ci fu mestiere. (Cv II XIII 1)
Oppure, senza l’impiego di sintagmi avverbiali e preposizionali, il rapporto temporale si può esprimere col solo ordine deittico della principale e della coordinata:
Nel cominciamento di ciascuno bene ordinato convivio sogliono li sergenti prendere lo pane apposito, e quello purgare da ogni macula. (Cv I II 1)
È evidente che i sergenti prima sono chiamati a prendere lo pane apposito e poi a purgarlo da ogni macula. In questi casi, l’ordine deittico (ossia la coincidenza iconica tra frase anticipata sintatticamente e frase cronologicamente anteriore) è obbligatorio. 246
245 Spesso «la finale sottintende un atteggiamento di tipo volitivo-intenzionale sulla realizzazione del quale non può esserci certezza fattuale.»[BERUCCELLI 1988 : 818]
246 Per l’iconicità nella struttura degli enunciati si veda SIMONE 1990 : 257 e sgg.; VANELLI- RENZI 1988 : 316; DRESSLER 1995 : 409, «l’ordo naturalis interfrasale consiste preferibilmente nello stabilire una relazione diagrammatica (analogica) fra coesione e coerenza…p. es, la sequenza (a) dopo essersi svegliato, si è alzato è preferita alla sequenza con l’ordine inverso (b) si è alzato, dopo essersi svegliato. L’ordine (a), analogo all’ordine degli eventi riferiti e percepiti come tali, è più semplice e naturale dell’ordine (b). L’effetto di questa preferenza diagrammatici è stato confermato da studi psicolinguistici.».
Negli esempi su citati ci troviamo di fronte a «two separate and autonomous nuclei that are mutually relevant» [HOPPER-TRAUGOTT 1993 : 169], cioè a uno stadio in cui S1 ed S2 mantengono la propria autonomia sintattica, senza che nessuna delle due abbia subito retrocessione gerarchica. Il passaggio dalla coordinazione alla subordinazione temporale coincide con il passaggio da una struttura del tipo S1 ↔ S2, a un’altra del tipo S
S1 S2 247.
Detto diversamente, si tratta di un passaggio da un legame (temporale) esclusivamente pragmatico a uno «accompanied by hierarchical downgrading and desententialization, hence decategorialization of one member of the complex structure into a margin» [idem : 170]:
Poi che purgato è questo pane da le macule accidentali, rimane ad escusare lui da una sustanziale …(Cv I V 1)
E io in quella dinanzi, a l'entrata de la mia gioventute parlai, e in questa dipoi, quella già trapassata. (Cv I I 17)
Da un processo di clause combining affidato esclusivamente al discorso, siamo passati ad uno affidato alla sintassi (subordinazione temporale vera e propria).
Entrambi questi esempi esprimono mediante subordinaziome, il primo in forma esplicita, il secondo in forma implicita (frase participiale248), anteriorità rispetto alla reggente. Nel secondo esempio, la subordinata temporale, essendo posposta a un evento che segue, evidenzia che «l’ordine lineare delle frasi non rispecchia necessariamente l’ordine temporale degli eventi» [VANELLI-RENZI 1988 : 315].
Nel primo caso, invece, la frase temporale (‘Poi che purgato è questo pane da le
macule accidentali’) precede la reggente anche sul piano sintagmatico. È evidente la
riproduzione iconica della relazione temporale e, nello specifico, di un Tempo non extralinguistico ma testuale. Lo stessa tipologia sintattica si realizza, ad esempio, in:
247 «From the point of view of language change, the initial formation of a complex clause involves the combining into one integrated structure of two separate and autonomous nuclei that are mutually relevant … The new single structure becomes more complex in the process, because it now consists of two subparts.» [HOPPER-TRAUGOTT 1993 : 169]. Paul Hopper ed Elisabeth Closs Traugott evidenziano più volte il concetto che l’ipotassi rappresenta uno stadio di ulteriore sviluppo della paratassi: «…clause combining can be considered from the point of view of a unidirectional cline from relatively free juxtaposition to syntactic and morphological bondness within the framework of grammaticalization broadly construed» [idem : 168]. E ancora: «There is substancial evidence that in most languages and most instances there is a continuum of development from more to less paratactic clause combining […] there is overwhelming evidence of the preponderance of changes from more to less paratactic modes of clause combining…» [idem : 184-5].
Mostrata [la] ragione innanzi per che la fama dilata lo bene e lo male oltre la vera quantità, resta in questo capitolo a mostrar…
(Cv I IV 1)
Poi li ho chiamati a udire quello ch’io dirre voglio, asegno due ragioni per che io convenevolmente deggio loro parlare.
(Cv II VI 3)249
8.1.6.2 Cronodeissi
Tanto Cv I V 1 quanto Cv I IV 1 scandiscono le fasi di un discorso apologetico che si realizza in un tempo (poi) e in uno spazio testuali (innanzi): «…in questo caso, si ha non tanto un tipo diverso di deissi quanto un uso particolare della deissi […] che viene generalmente detta «deissi del discorso». La deissi del discorso o deissi testuale “è quella forma della deissi con la quale un parlante fa, nel discorso, riferimento al discorso stesso, al discorso in atto, ossia a parti (a segmenti o momenti) dell’on going discorse” (Conte 1988, p. 19)» [BERTUCCELLI 1993 : 200]. Da un punto di vista strettamente pragmatico, tale ricorso a formule cronodeittiche e/o topodeittiche in prolessi è un ottimo esempio di subordinazione informativa, dal momento che rappresentano evidentemente il noto. Invece, dal punto di vista delle funzioni linguistiche250, ci troviamo di fronte a formule di controllo del funzionamento del canale della comunicazione (funzione fàtica)251.
Quello che abbiamo appena descritto con gli strumenti offertici dalla pragmatica e dalla linguistica è uno stilema scolastico frequentissimo soprattutto in incipit di discorso:
Poi che proemialmente ragionando, me ministro, è lo mio pane ne lo precedente trattato con sufficienza preparato, lo tempo chiama e domanda la mia nave uscir di porto… (Cv II I 1)
Poi ch'è mostrato nel precedente capitolo quale è questo terzo cielo e come in se medesimo è disposto, resta di dimostrare chi sono questi che 'l muovono…(Cv II IV 1)
Ora ch'è mostrato come e perchè nasce amore, e la diversitade che mi combattea, procedere si conviene ad aprire la sentenza di quella parte ne la quale contendono in me diversi pensamenti. (Cv II VIII 1)
249 Per l’omissione del che dopo poi si v. SEGRE 1952 : 93 «Analoghe osservazioni si possono fare riguardo all’uso della congiunzione causale poi o dappoi invece della più comune poiché … [e cioè] che si tratti di un gallicismo entrato per influsso letterario nella lingua poetica…in molti prosatori del Tre Quattrocento». BERTUCCELLI 1998 : 251-2 connette questo fenomeno alla natura in between, tra la congiunzione e il pronome, di che, «che trascende le distinzioni categoriali della sintassi». 250 La teoria della comunicazione è stata enunciata per la prima volta da JAKOBSON 1966.
251 Un’analoga funzione, come vedremo, è svolta dalle comparative parentetiche del tipo sì come è detto di sopra (Cv I XI 16).
Tali moduli, che si ritrovano identici nella Monarchia e nei trattatisti scolastici, non costituiscono solo un sistema di orientamento del lettore/ascoltatore nello svolgimento del testo (ibidem), ma anche una tecnica di organizzazione testuale: sono
formule di transitiones con cui l’autore evita l’abrupte incohare [LAUSBERG 1967 : 45], perseguendo invece l’attenuazione dei limiti strutturali tra un discorso e un altro. Per dirla con Cesare Segre: «…più sovente si usano le proposizioni con valore temporale, che servono a legare più fortemente una dimostrazione alla sua precedente…» [SEGRE 1952 : 169]. Anche questo tipo sintattico è, dunque, un tassello entro il complesso armonico ed euritmico della prosa d’arte del Convivio, che si giova della ponderazione e della proporzione delle partes.
8.1.6.3 Posteriorità e contemporaneità. Le relative indipendenti temporali Ritornando ai nostri esempi di rapporti cronologici tra subordinata temporale e reggente, riportiamo due casi (l’uno in forma temporalizzata, l’altro in forma infinitivizzata) esprimenti posteriorità:
Degna di molta riprensione è quella cosa che, ordinata a torre alcuno difetto, per se medesima quello induce; sì come quelli che fosse
mandato a partire una rissa e, prima che partisse quella252, ne
iniziasse un'altra. (Cv I III 1)
Onde dice questo medesimo poeta, in quella medesima parte, che quando Polinice fu domandato da Adrasto rege del suo essere, ch'elli dubitò prima di dicere…(Cv IV XXV 10)
Relazione di contemporaneità:
…non altrimenti sono chiusi li nostri occhi intellettuali, mentre che l'anima è legata e incarcerata per li organi del nostro corpo. (Cv II IV 17)
…e dicemo bello lo canto, quando le voci di quello, secondo debito de l'arte, sono intra sè rispondenti. (Cv I V 13)
E però, principiando ancora da capo, dico che, come per me fu perduto lo primo diletto de la mia anima, de la quale fatta è menzione di sopra, io rimasi di tanta tristizia punto, che conforto non mi valeva alcuno. (Cv II XII 1)
Gli ultimi due esempi ci traghettano in una tipologia frasale non ancora incontrata in seno alle subordinate temporali, ma in cui ci siamo già imbattuti durante la trattazione delle relative indipendenti: si tratta delle relative indipendenti temporali (‘rel
252 Prima che regge il congiuntivo anche oggi: «…le frasi di modo finito sono all’indicativo, tranne quelle introdotte da prima che che sono al congiuntivo.» [GIUSTI 1988 : 720]
ind temp’). In entrambi i casi, gli introduttori come253 e quando si comportano come un «relativo senza antecedente lessicale» [GIUSTI 1978 : 722], «parafrasabile con ‘nel tempo/momento in cui’» [CINQUE 1988 : 490]. Nel Convivio quando è sempre introduttore di relativa indipendente, mai di una temporale tout court e dunque mai semplice congiunzione254.
L’avverbio relativo senza testa quando può essere ripreso nella frase reggente da un avverbio, detto di ripresa per la sua funzione ‘correlativa’:
E quando elli è bene ordinato e disposto, allora è bello per tutto… (Cv IV XXV 12)
La situazione sintagmatica è identica a quella descritta nella Grande Grammatica
di Consultazione: «una frase circostanziale che precede la principale può essere ripresa
da un avverbio all’interno del predicato sovraordinato» [GIUSTI 1978 : 734].
Diversa, invece, è la strutturazione sintattica marcata degli esempi a seguire, in cui allora è prolettico della frase temporale dislocata a destra. La virgola che precede l’operatore di subordinazione temporale riproduce la pausa pragmatica (∆) della mise en
relief:
…allora è la obedienza interamente comandata e da nulla parte spontanea, quando quello che fa chi fa obediendo non averebbe fatto sanza comandamento…(Cv I VII 6)
E allora sì guarda lo dono a quella parte, quando si dirizza al bisogno de lo ricevente… (Cv I VIII 15)
A nostro avviso, quest’ultimo caso ha una peculiarità in più, dal momento che la focalizzazione dell’enunciato è esplicitata non solo dalla dislocazione, dall’avverbio di ripresa allora e dalla pausa virtuale (∆), ma anche dal sic posposto al tema (e allora) che ha la funzione di demarcarlo: ‘E ALLORA SÌ guarda lo dono a quella parte, quando si
dirizza…’. A tale interpretazione ci induce un analogo uso contrastivo del sì dello
spagnolo, in frasi del tipo: ‘El niño sì puede dormir’ [SIMONE 1990 : 387]. Quella che qui proponiamo è, dunque, una spiegazione sincronica di un sì (quello di Cv I VIII 15) tanto controverso da indurre Schiaffini ad un atteggiamento scettico [SCHIAFFINI 1954 :
253 «Altra congiunzione piuttosto frequente per esprimere la coincidenza è come, il cui uso in funzione temporale connesso con la sia origine modale-comparativa … è raro in italiano antico prima di D.» [AGOSTINI 1978b : 391].
254 Quando è congiunzione subordinante (temporale) solo nel caso in cui si comporti come cum inversum: «…“o era nuovo in questo stato/, quando ci vidi venire un possente,/ con segno di vittoria coronato…» (If IV 52-4). Per la subordinazione inversa si veda GIUSTI 1978 : 722.
296]255, oppure Ambrosini all’esplicazione a nostro giudizio poco pertinente «Sì ha valore asseverativo in Cv I VIII 15» [AMBROSINI 1978 : 213].
8.1.6.3 Frasi temporali non finite
Terminiamo la nostra trattazione delle subordinate temporali con un esempio gerundiale e uno all’infinito preposizionale:
…Aristotile, che vide con li occhi (secondo che dice nel secondo De Celo et Mundo) la luna, essendo nuova, entrare sotto a Marte da la parte non lucente… (Cv II III 6)
E in dimostrar questo, sempre lo litterale dee andare innanzi… (Cv II I 8)256
Come in tutti i casi non temporalizzati, cioè senza accordo verbale di persona e
numero [LONZI 1988 : 571], rinvenuti dalla nostra codifica, il soggetto della subordinata è controllato dalla frase reggente. Nel caso al gerundioo dal soggetto della percettiva la
luna, nel caso all’infinito dal soggetto della principale (lo litterale).