3. FRASE SEMPLICE E FRASE COMPLESSA
3.2 LA FRASE SEMPLICE
3.2.2 Le strutture sintattiche monofrasali
3.2.2.1 La costruzione fattitiva
È stato sottolineato come l’infinito, più del congiuntivo, si possa considerare «la forma tipica di frase dipendente» [GRAFFI 1994 : 122], ma bisogna distinguere i casi in cui «il verbo reggente e l’infinito formano una specie di verbo composto [struttura monofrastica]», in cui cioè l’integrazione è tale da afferire alla morfologia piuttosto che alla sintassi, e i casi in cui «l’infinitiva costituisce un membro indipendente del SV [vale a dire un costituente a sé stante e dunque una struttura bifrastica] » [SKYTTE-SALVI-
MANZINI 1988 : 497].
I casi del primo tipo comprendono, tra le altre costruzioni, anche le fattitive o causative. I verbi implicati in questa costruzione sono i causativi fare e lasciare, e i «verba sentiendi» intendere, udire, vedere, sentire, a patto che rispettino alcune condizioni: «a) la posizione dei clitici, che, pur dipendendo dall’infinito, si trovano accanto al verbo reggente…b) il complemento oggetto del verbo all’infinito può diventare il soggetto della costruzione del si passivo c) l’infinito non può essere negato…» [ibidem]
Esempi di costruzione fattitiva con fare:
E questa grandezza do io a questo amico [il volgare], in quanto quello [che] elli di bontade avea in podere e occulto, io lo fo avere in atto e palese nella sua propia operazione… (Cv I X 9)
Onde pensando che lo desiderio d'intendere queste canzoni, [a] alcuno illitterato averebbe fatto lo comento latino transmutare in volgare, e temendo che 'l volgare non fosse stato posto per alcuno che l'avesse laido fatto parere…(Cv I X 10)
…mostrare intendo come ancora pronta liberalitate mi fece questo eleggere e l'altro lasciare. (Cv I VIII 1)
In tutti e tre i casi, il soggetto dell’infinito è controllato dal clitico lo/l’/mi risalito in posizione preverbale.
62 «Ordinary discourse does not consist of isolated … utterances, but of linked information units comprinsing reports, orders, comments, descriptions, and other kinds of linguistic activity» [HOPPER-TRAUGOTT 1993 : 167].
Esempio con lasciare:
Di che acorgendosi Ercule, alla fine prese lui; e stringendo quello e levatolo dalla terra, tanto lo tenne sanza lasciarlo alla terra ricongiugnere, che lo vinse per soperchio e uccise. (Cv III III 8)
La presenza del complementatore preposizionale di come introduttore dell’infinito è stata considerata garanzia di bifrasalità:
…e però chi biasima se medesimo apruova sè conoscere lo suo difetto, apruova [sé] non essere buono: per che, per sè, è da lasciare di parlare sè biasimando. (Cv I II 6)
Ricorderemo che «l’infinito dopo verbo causativo (fare, lasciare) ha, in origine, valore finale» [AGENO 1978g : 279].
Esempi con vedere in cui «il complemento oggetto del complesso verbale [è il] soggetto della costruzione del si passivo…» [SKYTTE-SALVI-MANZINI : 502]:
Onde non pur dell'uomo è predicata, ma eziandio di tutte cose: ché l'uomo chiama nobile pietra, nobile pianta, nobile cavallo, nobile falcone, [e così] qualunque [cosa] in sua natura si vede essere perfetta. (Cv IV XVI 5)
Se ciascuno fosse a difendere la sua oppinione, potrebbe essere che la veritade si vederebbe essere in tutte… (Cv IV XXI 3)
Esempio con vedere in cui «il ne partitivo si riferisce al complemento oggetto del complesso verbale e soggetto dell’infinito» [idem : 501]:
io ne vidi già molte [pecore] in uno pozzo saltare… (Cv I XI 10)
La medesima costruzione col si passivante già vista a proposito del «verbum sentiendi» vedere ricorre con intendere:
…salva qui la via de la debita correzione, che essere non può sanza improperio del fallo che correggere s'intende… (Cv I II 11)
Abbiamo riscontrato un unico esempio di costruzione fattitiva (ellittica) con
sentire, dal momento che sentire in italiano antico è verbo principalmente opinativo:
…cioè a dire che la nobile anima, cognoscendosi non avere più ventre
da frutto, cioè li suoi membri sentendosi a debile stato venuti 63,
torna a Dio, colui che non ha mestiere delle membra corporali…
63 L’interpretazione percettiva ci sembra da scartare senza alcun dubbio, tanto più che l’aspetto perfettivo dell’infinito composto depone una pietra decisiva a vantaggio di un’interpretazione puntuale e non progressiva dell’azione.
(Cv IV XXVIII 17)
Se le tre condizioni su menzionate (necessarie perché si verifichi la costruzione fattitiva) non vengono rispettate, la fusione frastica non avviene e ci troviamo di fronte a una costruzione infinitiva (bifrasale). Esempi con i causativi fare e lasciare:
Onde pensando che lo desiderio d'intendere queste canzoni, [a] alcuno illitterato averebbe fatto lo comento latino transmutare in volgare, e temendo che 'l volgare non fosse stato posto per alcuno che l'avesse laido fatto parere…(Cv I X 10)
Il controllore64 del soggetto dell’infinito transitivo è in questo caso il complemento indiretto: «È noto che al verbo causativo va unito, dalla tarda antichità in poi, un complemento indiretto, se l’infinito dipendente appartiene a un verbo transitivo…» [AGENO 1978g : 279]. Solo in italiano antico esiste una costruzione concorrente di fare + complemento diretto, anche quando l’infinito appartiene a verbo transitivo: che fè Nettuno ammirar l’ombra d’Argo Pd XXXIII 96.
Altri esempi bifrasali:
…sì come quando dice Ovidio che Orfeo facea con la cetera mansuete le fiere, e li arbori e le pietre a sè muovere; che vuol dire che lo savio uomo collo strumento della sua voce faccia mansuescere e umiliare li crudeli cuori, e faccia muovere alla sua volontade coloro che [non] hanno vita di scienza e d'arte… (Cv II I 4)
La sopra detta cagione, cioè d'essere più unito quello ch'è solo prima in tutta la mente, mosse la consuetudine della gente, che fanno li primogeniti succedere solamente, sì come [più] propinqui e perchè più propinqui, più amati. (Cv I XII 7)
La seconda si vede per queste ragioni: che paritade nelli viziosi è cagione d'invidia, e invidia è cagione di mal giudicio, però che non lascia la ragione argomentare per la cosa invidiata…(Cv I IV 6)
Sono casi diversi (rispetto ai precedenti) di mutamenti delle relazioni grammaticali: qui il controllore del verbo intransitivo65 (inaccusativo o meno) o usato intransitivamente66 è il complemento diretto.
64 La teoria del controllo sarà esposta in chiusura del paragrafo.
65 «…il complemento diretto dopo fare, lasciare è di regola quando l’infinito appartiene a verbi intransitivi» [AGENO 1978g : 279]
66 Ricordiamo che nell’italiano contemporaneo, «se un infinito transitivo è usato intransitivamente, con alcuni verbi il soggetto dell’infinito può continuare ad essere espresso dal complemento indiretto» [SKYTTE-SALVI-MANZINI 1988: 506]
Verbi come sentire e, soprattutto, come vedere presentano maggiore varietà di costruzioni, in quanto ammettono oltre alla costruzione fattitiva monofrasale già analizzata, una prima costruzione bifrasale in quanto «verba sentiendi» e una seconda costruzione bifrasale in quanto «verba percipiendi» (senza considerare le corrispondenti forme temporalizzate).
Come «verba sentiendi»:
Onde vedemo nelle cittadi d'Italia, se bene volemo aguardare, da cinquanta anni in qua molti vocabuli essere spenti e nati e variati…(Cv I V 9)
…onde vedemo li ponitori delle leggi massimamente pur alli più comuni beni tenere confisi li occhi… (Cv I VIII 4)
Però qual donna sente sua bieltate/ biasmar67 per non parer queta e
umile,/ miri costei ch'è essemplo d'umiltate! (Cv III Amor che nella
mente 68-70)
Vedere costruito come «verbum percipiendi» ricorre in:
Ove una donna glorïar vedia (in Voi che ‘ntendendo 17)
Ove una donna glorïar vedia; a dare a intendere che [………….], perchè io era certo, e sono, per sua graziosa revelazione, che ella era in cielo (Cv II VII 6)
Però conviene che Maria veggia nel principio dell'Ariete, quando lo sole va sotto lo mezzo cerchio delli primi [due] poli, esso sole gira[r] lo mondo intorno giù alla terra, o vero al mare, come una mola della quale non paia più che mezzo lo corpo suo; e questa veggia venire montando a guisa d'una vite d’un torno, tanto che compia novanta e una rota e poco più. (Cv III V 14)
È lo stesso D., crediamo, a legittimare la nostra interpretazione percettiva dei primi due esempi dal momento che la chiosa (ossia il secondo esempio che è la riproduzione del primo ai fini autoesegetici) esplicita la percezione autoptica (certo sono è l’effetto del vedia)68. Nel terzo e nel quarto esempio è la perifrasi continuativa del quarto (venire montando), ovvero la focalizzazione del processo dell’azione vista nel suo svolgersi, a farci propendere verso l’interpretazione percettiva.
Il nostro sforzo giustificativo dipende dal fatto che la lingua italiana non permette di distinguere attraverso la morfologia del verbo la costruzione infinitiva (indicante un processo compiuto) in dipendenza di un «verbum sentiendi» o quella (indicante
67 «verbum sentiendi con infinito attivo anziché passivo per cui cfr. Foster-Boyde» [VASOLI 1988 :287]. Questo verso viene chiosato due volte da D. stesso e in entrambe si ripete la costruzione: e dico che qual donna sente per manco la sua biltade biasimare, guardi in questo perfettissimo essemplo (III XXI 8) e ancora Però dice: qual donna, cioè quale anima, sente sua biltate biasimare (III XV 13). 68 Del resto, Vasoli chiosa ‘ossia in atto d’essere glorificata’ [[VASOLI 1988 : 97].
un’azione vista nel suo svolgersi) in dipendenza del medesimo verbo usato come «verbum percipiendi»69.
Analogamente sentire, «verbum percipiendi», solo in:
…sentendomi levare dal pensiero del primo amore alla vertù di questo… (Cv II XII 8)