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Gestione ambientale sostenibile dei frutteti, vigneti e degli oliveti.

GIuLIa: proposte per IL Futuro

8.2 Gestione ambientale sostenibile dei frutteti, vigneti e degli oliveti.

In ragione delle informazioni provvisorie fornite dall’ultimo Censimento generale dell’agricoltura, nella Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia sono presenti circa 3.000 ha di terreno gestiti a frutteto (tabella 43) pari al 11,9% della SAU a coltivazioni legnose agrarie totale ed all’1,4% della SAU regionale. Inoltre, in Friuli Venezia Giulia sono presenti circa 300 ha di terreno gestiti ad oliveto (ta- bella 43) pari al 1,3% della SAU a coltivazioni legnose agrarie totale ed all’0,15% della SAU regionale. In termini di superfici investite, su tutte le colture arboree domina la vite che ha fatto registrare nell’ultimo decennio un incremento delle superfici pari al 4,7%.

A differenza dei seminativi, le colture arboree (ad esclusione della vite) hanno fatto registrare dal 2000 al 2010 degli aumenti in termini di superfici de- dicate e nello specifico i frutteti sono aumentati del 4,1% e gli oliveti del 115,3%. Nonostante la limitata presenza delle superfici ad oliveto, queste riferiscono di una spiccata attitudine a generare oli di qualità; infatti, nell’area della Provincia di Trieste si registra la presenza di un olio extra-vergine di oliva denominato “Ter- geste” presente nel registro dei prodotti con denominazione di origine protetta (D.O.P.), Regolamento CE n. 1845 del 22 ottobre 2004. Inoltre, è all'esame dell'UE il disciplinare di produzione della “mela del Friuli Venezia Giulia DOP”.

Tabella 43: Superficie a coltivazioni arboree agrarie nella Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, anno 2010 e 2000 (ISTAT, 2011).

COltIVAZIOnI Superficie investita Variazioni Variazioni

2010 2000 assolute % Vite 18.648,63 17.804,85 843,78 4,7 Olivo 312,62 122,46 190,16 155,3 Agrumi 0,89 - 0,89 100,0 Fruttiferi 2.942,16 2.827,64 114,52 4,1 Vivai 2.498,20 1.711,15 787,05 46,0

Altre coltivazioni legnose agrarie 297,67 11,27 286,40 2.541,3

Coltivazioni legnose agrarie in serra 2,00 274,31 -272,31 -99,3

COLTIVAZIONI LEGNOSE AGRARIE 24.702,17 22.751,68 1.950,49 8,6

Il rapporto di valutazione intermedia del PSR 2007-2013 riferisce di un’ina- spettata bassa risposta degli agricoltori alla specifica azione (1.2) della misura 214 (che non includeva i vigneti); per questo sono anche stati emanati ulteriori bandi. Quindi, come per i seminativi, è di fondamentale importanza individuare soluzioni attraenti e capaci di migliorare l’efficacia e l’efficienza della spesa pubblica. Tali soluzioni dovrebbero prevedere l’inclusione di strumenti di misura capaci di riferi- re l’eventuale miglioria agroambientale al pagamento del PSR (indicatori).

Anche in questo caso, alla luce delle citate valutazioni, dell’indagine INEA sulle aziende agricole regionali, della proposta della Commissione e della lettera- tura scientifica, si ipotizza una combinazione di soluzioni tecniche che potrebbero trovarsi alla base di strumenti di miglioramento agroambientale in seno alla futu- ra programmazione di sviluppo rurale 2014-2020.

Per i frutteti, come per i seminativi, gli strumenti agro-climatico-ambientali che il PSR introdurrà dovranno calibrarsi sulla condizionalità (il greening non do- vrebbe interessate il comparto frutticolo). Inoltre, dovranno perseguire le priorità 4 e 5 della proposta di Regolamento della Commissione.

Sotto il punto di vista applicativo si ritiene utile proporre un intervento agro- climatico-ambientale incardinato sulle tematiche legate alla gestione della suolo ed alla difesa dalle infestazioni. Tale combinazione appare ottimale per perseguire alcuni punti della priorità 4 in quanto, proponendo per la gestione del suolo un in- tervento di inerbimento permanente dei frutteti, si va a “migliorare la gestione delle risorse idriche” e si va a “migliorare la gestione del suolo” (il PSR 2007-2013 della Regione Emilia Romagna, prevedendo un’azione di copertura permanente dei frut- teti afferma che gli interventi di mantenimento di una coltura di copertura rispondo- no ai fabbisogni prioritari di migliorare la fertilità del suolo e la qualità delle acque, nonché di ridurre i rischi di erosione superficiale dei territori acclivi). Inoltre, la co- pertura del suolo ha palesato altri vantaggi (in uno studio regionale durato 10 anni; Venerus e Fabian, 2001) tra i quali il mantenimento della biodiversità e delle risorse naturali. La presenza di un’inerbimento permanente contribuisce anche perseguire la priorità 5 soprattutto per quanto concerne i punti 1, 2, 5 e 6. In ragione di quanto esposto ed osservando che la pratica dell’inerbimento interfila è notevolmente dif- fuso nelle aziende regionali, si ritiene di dover proporre un impegno addizionale che vada oltre la normale prassi agricola. Tale impegno potrebbe essere quello di invita- re l’agricoltore a realizzare l’inerbimento anche sulla fila e non solo tra le fila.

Per quanto riguarda la difesa dalle infestazioni si ritiene utile proporre l’adozione delle tecniche di controllo avanzato (es: riduzione o eliminazione degli esteri fosforici con impiego della confusione sessuale e Bacillus thuringiensis per

contrastare i lepidotteri ). L’uso della confusione sessuale e del Bacillus thurin- giensis sono previste anche nelle norme tecniche regionali per la difesa fitosa- nitaria ed il controllo delle infestanti (tabella 44). Quindi l’ERSA fornisce già alle aziende informazioni tecniche ed aggiornate sull’uso di queste soluzioni agrono- miche. Inoltre, gli agricoltori biologici (che praticano tali soluzioni), pur non po- tendo beneficiare dei pagamenti agro-climatico-ambientali, in quanto beneficiano dello specifico pagamento per l’agricoltura biologica, possono rappresentare una capillare rete di riferimento in quanto posseggono una esperienza tecnica plurien- nale nell’applicazione di tali strategie.

Tabella 44: Estratto dalle norme tecniche regionali per la difesa fitosanitaria di alcune colture arboree (ERSA, 2011).

Avversità S.a.e ausiliari: pero, nettarine, albicocco, vite

Pesco

Orgia (Orgyia antiqua) Bacillus thuringiensis

Cidia (Cydia molesta) Confusione e disorientamento sessuale - Bacillus thuringiensis

Anarsia (Anarsia lineatella) Confusione e disorientamento sessuale - Bacillus thuringiensis

Nottue (Mamestra brassicae, M. oleracea,

Peridroma saucia) Bacillus thuringiensis

Melo

Eulia (Argyrotaenia pulchellana) Bacillus thuringiensis

Cidia (Cydia molesta) Confusione e disorientamento sessuale - Bacillus thuringiensis

Pandemis e Archips (Pandemis cerasana,

Archips podanus) Bacillus thuringiensis

Orgia (Orgyia antiqua) Bacillus thuringiensis

Piralide del mais (Ostrinia nubilalis) Bacillus thuringiensis

Olivo Bacillus thuringiensis

Tignola dell’olivo (Prays oleae) Bacillus thuringiensis

Margaronia (Palpita unionalis) Bacillus thuringiensis

Pero

Colpo di fuoco (Erwinia amylovora) Confusione e disorientamento sessuale - Bacillus subtilis

Carpocapsa (Cydia pomonella)

Cidia del Pesco (Cydia molesta) Confusione e disorientamento sessuale - Bacillus thuringiensis

Pandemis e Archips (Pandemis cerasana,

Archips podanus) Bacillus thuringiensis

Eulia (Argyrotaenia pulchellana) Bacillus thuringiensis

Orgia (Orgyia antiqua) Bacillus thuringiensis

Vite da vino

Tignoletta dell’uva (Lobesia botrana) Confusione sessuale - Bacillus thuringiensis

Tignola dell'uva I generazione (Clysia

ambiguella) Confusione sessuale - Bacillus thuringiensis

Eulia (Argyrotaenia pulchellana) Bacillus thuringiensis

Sulle superfici oggetto dell'aiuto, il beneficiario dovrebbe impegnarsi a mantenere un’idonea copertura vegetale permanente, sia sulla fila che nell’inter- fila delle colture, ricorrendo a semine di miscugli idonei di specie prative oppure ottenere la copertura anche attraverso l’inerbimento spontaneo, a condizione che sia garantita la copertura completa del suolo; non effettuare nel periodo di impe- gno alcun diserbo chimico. Limitatamente a 50 cm di distanza dall’asse del filare, dovrebbero essere consentiti, nei primi anni successivi alla messa a dimora delle piante, interventi di controllo del cotico erboso da realizzarsi mediante lavorazio- ne del terreno. L’applicazione dell’intervento non dovrebbe essere obbligatoria su tutta la superficie aziendale condotta a frutteti ma dovrebbe interessare almeno un ettaro ed essere definita catastalmente in fase iniziale e non modificabile nel periodo di impegno quinquennale o meglio settennale (al fine di ottenere benefici agro-climatico-ambientali di una certa validità).

Per quanto concerne l’entità dell’aiuto, considerando fattori quali la finalità compensativa, la possibilità di zonizzazione, la possibilità di prevedere una pre- mialità aggiuntiva nel caso di inclusione in filiere corte, la tipologia di confusione adottabile (es.: con erogatori o con atomizzatore) e la necessità di una puntuale analisi economica, si ritiene non distante dalla realtà ipotizzare un pagamento pari a circa 550 – 650 euro per ettaro di superficie sottoposta ad impegno, eventual- mente incrementabile fino al limite massimo (900 euro/ettaro) in virtù ad esempio dell’appartenenza a filiere corte certificate che contribuiscono alla riduzione della dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili.