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3.1 pagamenti agroambientali nella regione Veneto

3.1.1 principali risultat

La misura Pagamenti agroambientali veneta ha mostrato una trasversalità rispetto agli obiettivi specifici dell’Asse 2 che si è manifestata con intensità diver- se risultando elevata nelle sottomisure che concorrono alla maggiore sostenibi- lità ambientale del sistema produttivo agricolo (es.: agricoltura biologica) e meno marcata per le linee di intervento che agiscono sulle singole pratiche agricole aventi finalità specifiche e circoscritte (es.: gestione delle infrastrutture ecologi- che e salvaguardia della biodiversità).

Tabella 3. Dati sullo stato di realizzazione dei valori obiettivo (al 31/12/2009) della misura “Pagamenti agroambientali” nella Regione Veneto, in base agli obiettivi prioritari ed agli obiettivi specifici, e risultati della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia (FVG).

Obiettivi prioritari

Obiettivi specifici Indicatore di risultato Valori

obiettivo Veneto (ha) Realizzati Veneto Realizzati FVG Valori (ha) % % Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde 2.1 Promuovere la conservazione e il mi- glioramento qualitativo delle risorse idriche attraverso la preven- zione dell’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee derivante dalle attività agricole

Superficie soggetta a una gestione efficace del ter- ritorio che ha contribuito con successo a migliorare la qualità dell'acqua (ha)

127.923 61.702 48,2 9,5

Tutela del territorio

2.2 Tutelare la risorsa suolo dai principali feno- meni di degradazione

Superficie soggetta a una gestione efficace del ter- ritorio che ha contribuito con successo a migliorare la qualità del suolo (ha)

109.638 61.313 55,9 42,2

2.4 Rafforzare e valoriz- zare le funzioni di tutela delle risorse naturali e del paesaggio svolte dalle attività agricole nelle aree montane, anche ai fini del presidio territoriale

Superficie soggetta a una gestione efficace del ter- ritorio che ha contribuito con successo a evitare la marginalizzazione e l'ab- bandono delle terre (ha)

67.754 53.117 78,4 51,9 Conservazione della biodiversità, tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale 2.3 Salvaguardare e po- tenziare la biodiversità genetica connessa alle attività agricole

Numero di capi di razze autoctone sotto contratto

(UBA) 2.600 - - 161,4

2.6 Favorire la conserva- zione e la valorizzazione delle aree agricole e forestali ad elevato valore naturalistico e la biodiversità ad esse collegata

Superficie soggetta a una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo alla biodiversità e alla salvaguardia di habitat agricoli e forestali di alto pregio naturale (ha)

105.363 61.221 58,1 31,8

(agricoli)

Riduzione dei gas serra

2.7 Rafforzare e valoriz- zare il contributo delle attività agricole e fore- stali all'attenuazione del cambiamento climatico e al miglioramento della qualità dell’aria

Superficie soggetta a una gestione efficace del territorio che ha contri- buito con successo ad attenuare i cambiamenti climatici (ha)

124.367 59.589 47,9 3,5

In tabella 3 si affiancano i dati della “Valutazione in itinere del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Veneto” che descrivono gli obiettivi raggiunti dalla misura 214 al termine del 2009 ai dati della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia per lo stesso periodo.

L’analisi condotta nel rapporto (riferita al periodo di programmazione 2008- 2010 dove per il 2010 sono state considerate le domande presentate ma ancora in fase di istruttoria), relativa ai risultati ed alle problematiche delle sottomisure, riferisce che la sottomisura che ha fatto registrare la maggior partecipazione (in valori assoluti e percentuali) è la 214/e (prati stabili, pascoli e prati-pascoli) che da sola rappresenta il 53% delle domande finanziate per l’intero Asse 2. A seguire le sottomisure 214/a (30,5%), 214/c (7,7%), la 214/f1 (3,2%) e 214/i (2,8%; primo ban- do nel 2010). Nel documento di valutazione non vi sono informazioni relative alla misura 214/j. Nel suo periodo di presenza all’interno del PSR, la sottomisura 214/j ha fatto registrare appena 17 domande nel 2010 (poco meno di 600 ha) a fronte di un “target potenziale” di 360 aziende (8.760 ha investiti a tabacco).

Dato l’elevato grado di “polverizzazione” aziendale risulta comunque indi- spensabile valutare la riuscita delle sottomisure in termini fisici oltre che in ter- mini di domande (tabella 4) usando i valori comuni descritti nei rispettivi rapporti di valutazione intermedia del PSR.

Tabella 4. Obiettivi e risultati (superfici sotto impegno – SOI) nella Regione Ve- neto e principali riferimenti con le azioni dei “Pagamenti agroambientali” della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia (FVG).

Cod. (obiettivo)SOI (2010)SOI (2008-2009-2010)Domande Risultato(%) Risultato FVG(%)

214/a 14.700 10.040 1.922 68 4 (az. 2.1) 214/b 17.900 1.922 96 11 0 (az. 8) 214/c 18.700 5.590 482 30 70 (az. 1.1) 214/d 3.500 272 69 8 * 214/e 67.700 53.230 3.322 79 * 214/f1 - - 201 - - 214/f2 500 5 3 1 0 (az. 1.6) 214/g 5.000 1 1 0 * 214/h - - 7 - - 214/i 10.200 5.500 178 54 - 214/j - - - - - totale 138.200 76.560 55,4 32,0

* dato non direttamente ricavabile.

Date le criticità che l’Autorità di Gestione ha registrato e cercato di risolvere anche tramite una serie di modifiche (es.: aumento dei premi ed ingresso di nuove sottomisure), la Regione Vento ha raggiunto nel 2010 il 54,4% dell’obbietto fissa- to per il 2013 in termini di superfici interessate alle sottomisure agroambientali a fronte del 32,0% raggiunto dalla Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia. Particolarmente evidente è la differenza tra le due Regioni nella realizzazione di infrastrutture ecologiche (214/a veneta e az. 2.1 del Friuli Venezia Giulia).

La Regione Veneto, per migliorare le prestazioni della misura 214 in termini di raggiungimento degli obiettivi (non solo quelli citati in precedenza) ha identifi- cato i fattori limitanti e gli elementi di favore su cui intervenire.

I “fattori limitanti” identificati sono:

a. eccessivo carico tecnico-burocratico dell’intera procedura (es.: obbligo annuale di riconferma degli impegni; ridotta tempistica delle scadenze – uniche – con concentrazione degli impegni associata a carente attività d’informazione delle strutture assistenziali; oneri e costi connessi alle attività di controllo aziendale);

b. crescita dei prezzi di mercato dei cereali nel 2007 che ha modificato i giu- dizi di convenienza nel partecipare alle sottomisure agroambientali; c. insicurezza nell’assumere impegni aziendali pluriennali (che include an-

che il rispetto della condizionalità su tutta la superficie aziendale) a fron- te di incertezze dei tempi di pagamento;

d. inadeguatezza dei premi a fronte dei crescenti oneri tecnico-economici richiesti;

e. limitatezza territoriale di alcune sottomisure (es.: 214/b e 214/g);

f. l’esclusione dell’erba medica e delle foraggere (se non in connessione con la zootecnia biologica) dai pagamenti per l’agricoltura biologica e l’obbligo di adesione con tutta la superficie aziendale al biologico (richie- sta dagli Enti certificatori);

g. dipendenza dell’adesione alla misura agroambientale dalle caratteristi- che strutturali ed economiche dell’azienda che spesso si distanziano dai valori medi usati per il calcolo dei pagamenti;

h. limitazioni territoriali in base a criteri di selezione o sottomisure destina- te ad aree ristrette;

i. progetti integrati di area (PIA) non carenti di efficienti modalità operative. Pertanto, le ragioni principali di un’adesione alla misura 214 inferiore alle aspettative, soprattutto per le nuove linee di intervento, sono state principalmente individuate in una minore propensione-interesse dei potenziali beneficiari ad as-

sumere “impegni volontari” (caratterizzati da una maggiore efficacia potenziale e quindi capaci di migliorare l’efficienza della spesa) ed oneri economici ritenuti- percepiti da molti come non proporzionali al premio ed alle tempistiche di paga- mento.

Gli “elementi di favore” individuati sono:

a. incremento del valore dell’entità degli aiuti in ragione sia della crescita dei costi da sostenere che della necessità di attuare un’azione incentivan- te che non si limiti alla sola compensazione;

b. riduzione dei tempi di pagamento;

c. semplificazione amministrativa e procedurale (es.: domande pre-ade- sione; limitazioni sulle modifiche dei bandi; eliminazione o riduzione dell’onerosità delle domande annuali di conferma);

d. rafforzare ed estendere le attività di formazione e di informazione per i possibili beneficiari;

e. realizzare un maggior coordinamento tra Autorità di Gestione ed Ente pagatore nel fornire informazioni ai possibili beneficiari;

f. istituire costanti tavoli di confronto tra Autorità di Gestione e tecnici che assistono le aziende.

Successivamente, nel PSR veneto sono stati rimodulati i valori target ri- ducendo gli obiettivi di alcuni temi ambientali (es.: - 31% per le superfici poten- zialmente interessate al “miglioramento della qualità delle acque”) ed incremen- tandoli in altri che hanno riscosso maggiori consensi (+ 5% per il “contrasto alla marginalizzazione e abbandono dei terreni agricoli”). Inoltre, è stato definito quale principale “punto di forza” delle misure dell’Asse 2 veneto l’elevato grado di coe- renza con la “visione strategica” dell’attuale politica di sviluppo rurale (relazione diretta tra motivazioni, strumenti e giustificazione del sostegno pubblico al settore primario; es.: biodiversità, acqua e clima) che associa ai principi di carattere ge- nerale (es.: rispetto della condizionalità) un’impostazione programmatica carat- terizzata da:

a. territorializzazione (scelta di territori di esclusiva o prioritaria applicazio- ne delle sottoazioni) ed integrazione degli strumenti di sostegno (Progetti Integrati Ambientali);

b. ricerca di interventi sufficientemente innovativi mirati a risolvere spe- cifiche e prioritarie questioni ambientali nell’ottica di realizzare sistemi produttivi sostenibili (scelta incoraggiata dalla Commissione europea fin dalla fase di costruzione e negoziazione del PSR).

neità degli agroecosistemi, la definizione di strumenti maggiormente “selettivi” rispetto al passato dotati di più efficacia ed efficienza. In quest’ottica, è di partico- lare interesse seguire l’evoluzione della nuova sottomisura 214/i (si veda Blocco A nel successivo riquadro per quanto riguarda l’azione 1), in quanto sembra avere le potenzialità per introdurre, nei sistemi produttivi più dinamici, ma anche poten- zialmente più intensivi dell’agricoltura, importanti elementi di maggiore sosteni- bilità ambientale.

Per la Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, la presenza di una Re- gione confinante che ha già avviato un promettente processo di stimolo all’appli- cazione di sistemi agricoli sostenibili (es.: Agricoltura conservativa) le cui pra- tiche sono corroborate da attività di ricerca nazionale ed internazionale (al pari dell’agricoltura biologica – esempio di agricoltura sostenibile regolamentata) è senza dubbio un’importante vantaggio anche in termini di know how tecnico-ap- plicativo pregresso fruibile dagli stakeholder (es.: agricoltori, professionisti, tec- nici, amministratori, commercianti). L’azione 2 della sottomisura 214/i, pur non richiedendo specifiche pratiche quali la semina diretta, prevedendo la dissemina di erbai primaverili-estivi può fornire un ottimo stimolo al rilancio della zootecnia della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia drasticamente scesa in termini quantitativi negli ultimi anni. A tal proposito, al fine di contribuire alla definizione di sistemi produttivi zootecnici virtuosi e rispettosi del benessere degli animali (già previsto agli artt. 36 e 40 del Reg. (CE) 1698/2005) risulta interessante per il Friuli enfatizzare l’attuazione di misure sinergiche tra gestione delle superfici e gestio- ne degli allevamenti. La Regione Veneto, attivando la misura 215 (si veda Blocco B) e mettendola a bando nel 2010 (azioni 1 e 4) ha ottenuto interessanti risultati riferiti agli impegni di incremento della lettiera permanente nell’allevamento del- le bovine da latte - presentate 373 domande delle quali 342 ammesse e finanziate (205 era il valore obiettivo riferito al numero di aziende).

“AGRICOltuRA blu O AGRICOltuRA COnSeRVAtIVA”

L’Agricoltura blu o Agricoltura conservativa rappresenta un sistema agricolo integrato finalizzato a promuovere la produzione agricola ottimizzando l’uso delle risorse e contribuendo a ridurre il degrado del terreno attraverso la gestione integrata del suolo, dell’acqua e delle risorse biologiche esistenti, in associazione con fattori di produzione esterni (EC, 2009). I principi e le pratiche dell’Agricoltura blu sono schematizzati in figura (Pisante, 2011).

I principi dell’Agricoltura blu e le attività da essa supportate possono essere riepilogate nei seguenti punti: • mantenere una copertura vegetale permanente promuovere il minimo disturbo meccanico degli strati del suolo

attraverso sistemi di non lavorazione per assicurare una adeguata quantità di biomassa (vivente e sottoforma di residui) capace sia di conservare la fertilità del suolo e dell’acqua sia di ridurre i fenomeni di compattamento ed erosione del suolo;

• realizzare rotazioni colturali, attuare colture di copertura ed eventualmente usare in modo integrato gli agrofarmaci al fine di favorire la salute, la fertilità e la capacità di buffering del suolo;

• promuovere l’uso preciso di fertilizzanti, erbicidi e fungicidi rilevando le reali necessità delle colture e rispettando gli equilibri ambientali riducendo gli impatti sulle specie non obiettivo.

Per i sistemi a ciclo annuale si applica la semina diretta o semina su sodo che, in presenza di terreno correttamen- te gestito, prevede la realizzazione della sola linea di semina e posa del concime; per tale ragione la “seminatrice diretta” o “seminatrice da sodo”(priva di organi mossi da presa di forza o idraulici) risulta essere uno strumento di primaria importanza. In caso di eccessivo compattamento sono comunque previsti lavori di recupero straordinari che non invertano gli strati del suolo.

Citando quanto affermato dal "Sustainable Agriculture and Soil Conservation (the SoCo project)" del Joint Research Centre della Commissione europea, (EC, 2009), i vantaggi dell’agricoltura blu sono i seguenti:

• miglioramento delle riserve di carbonio organico, dell’attività biologica, della biodiversità aerea e sotterranea e della struttura del suolo.

• maggiore attività biologica che porta alla formazione di macrobiopori ben connessi ed essenzialmente verticali, che aumentano l’infiltrazione dell’acqua e la resistenza del suolo alla compattazione,

• notevole diminuzione del degrado del suolo (in particolare, per l’erosione ed il ruscellamento) che porta spesso a un incremento delle rese.

• minore perdita di suolo e di nutrienti, unitamente a una più rapida degradazione dei pesticidi e a un maggior adsor- bimento (determinato da un aumento del contenuto di sostanza organica e dell’attività biologica) comporta a sua volta un miglioramento della qualità dell’acqua;

• diminuzione delle emissioni di CO2 a seguito del ridotto utilizzo di macchinari e del maggiore accumulo di carbonio organico;

• notevole diminuzione dei costi di manodopera ed energia per le operazioni di preparazione e sarchiatura;. • diminuzione della necessità di fertilizzanti e di interventi per il recupero dei terreni.

Alcuni dei vantaggi (es.: aumento delle rese, della biodiversità, ecc.) diventano evidenti solo quando il sistema si stabilizza.

In base alla stessa fonte, gli svantaggi dell’Agricoltura blu sono:

• in genere, occorre un periodo di 5-7 anni prima che un sistema di agricoltura blu raggiunga l’equilibrio (nei primi anni si può assistere a una riduzione delle rese);

• se non vengono presi in considerazione i fattori stagionali, l’uso inappropriato di sostanze chimiche può aumentare il rischio di lisciviazione dovuto al più rapido movimento dell’acqua attraverso i biopori;

• qualora le rotazioni e/o le varietà colturali e la copertura del suolo non sia ottimali, può essere necessario ricorrere ad una maggiore quantità di sostanze chimiche per controllare le erbe infestanti e i parassiti;

• nel periodo di transizione, le emissioni di N2O aumentano;

• gli agricoltori devono effettuare un investimento iniziale in macchinari specializzati e devono poter accedere, a costi ragionevoli, alle sementi di colture intercalari adattate alle condizioni locali;

• gli agricoltori devono ricevere una formazione esaustiva e devono avere accesso a servizi di consulenza agronomi- ca specializzati. Rispetto all’agricoltura tradizionale, è necessario un radicale cambio di impostazione.

neità degli agroecosistemi, la definizione di strumenti maggiormente “selettivi” rispetto al passato dotati di più efficacia ed efficienza. In quest’ottica, è di partico- lare interesse seguire l’evoluzione della nuova sottomisura 214/i (si veda Blocco A nel successivo riquadro per quanto riguarda l’azione 1), in quanto sembra avere le potenzialità per introdurre, nei sistemi produttivi più dinamici, ma anche poten- zialmente più intensivi dell’agricoltura, importanti elementi di maggiore sosteni- bilità ambientale.

Per la Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, la presenza di una Re- gione confinante che ha già avviato un promettente processo di stimolo all’appli- cazione di sistemi agricoli sostenibili (es.: Agricoltura conservativa) le cui pra- tiche sono corroborate da attività di ricerca nazionale ed internazionale (al pari dell’agricoltura biologica – esempio di agricoltura sostenibile regolamentata) è senza dubbio un’importante vantaggio anche in termini di know how tecnico-ap- plicativo pregresso fruibile dagli stakeholder (es.: agricoltori, professionisti, tec- nici, amministratori, commercianti). L’azione 2 della sottomisura 214/i, pur non richiedendo specifiche pratiche quali la semina diretta, prevedendo la dissemina di erbai primaverili-estivi può fornire un ottimo stimolo al rilancio della zootecnia della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia drasticamente scesa in termini quantitativi negli ultimi anni. A tal proposito, al fine di contribuire alla definizione di sistemi produttivi zootecnici virtuosi e rispettosi del benessere degli animali (già previsto agli artt. 36 e 40 del Reg. (CE) 1698/2005) risulta interessante per il Friuli enfatizzare l’attuazione di misure sinergiche tra gestione delle superfici e gestio- ne degli allevamenti. La Regione Veneto, attivando la misura 215 (si veda Blocco B) e mettendola a bando nel 2010 (azioni 1 e 4) ha ottenuto interessanti risultati riferiti agli impegni di incremento della lettiera permanente nell’allevamento del- le bovine da latte - presentate 373 domande delle quali 342 ammesse e finanziate (205 era il valore obiettivo riferito al numero di aziende).

“AGRICOltuRA blu O AGRICOltuRA COnSeRVAtIVA”

L’Agricoltura blu o Agricoltura conservativa rappresenta un sistema agricolo integrato finalizzato a promuovere la produzione agricola ottimizzando l’uso delle risorse e contribuendo a ridurre il degrado del terreno attraverso la gestione integrata del suolo, dell’acqua e delle risorse biologiche esistenti, in associazione con fattori di produzione esterni (EC, 2009). I principi e le pratiche dell’Agricoltura blu sono schematizzati in figura (Pisante, 2011).

I principi dell’Agricoltura blu e le attività da essa supportate possono essere riepilogate nei seguenti punti: • mantenere una copertura vegetale permanente promuovere il minimo disturbo meccanico degli strati del suolo

attraverso sistemi di non lavorazione per assicurare una adeguata quantità di biomassa (vivente e sottoforma di residui) capace sia di conservare la fertilità del suolo e dell’acqua sia di ridurre i fenomeni di compattamento ed erosione del suolo;

• realizzare rotazioni colturali, attuare colture di copertura ed eventualmente usare in modo integrato gli agrofarmaci al fine di favorire la salute, la fertilità e la capacità di buffering del suolo;

• promuovere l’uso preciso di fertilizzanti, erbicidi e fungicidi rilevando le reali necessità delle colture e rispettando gli equilibri ambientali riducendo gli impatti sulle specie non obiettivo.

Per i sistemi a ciclo annuale si applica la semina diretta o semina su sodo che, in presenza di terreno correttamen- te gestito, prevede la realizzazione della sola linea di semina e posa del concime; per tale ragione la “seminatrice diretta” o “seminatrice da sodo”(priva di organi mossi da presa di forza o idraulici) risulta essere uno strumento di primaria importanza. In caso di eccessivo compattamento sono comunque previsti lavori di recupero straordinari che non invertano gli strati del suolo.

Citando quanto affermato dal "Sustainable Agriculture and Soil Conservation (the SoCo project)" del Joint Research Centre della Commissione europea, (EC, 2009), i vantaggi dell’agricoltura blu sono i seguenti:

• miglioramento delle riserve di carbonio organico, dell’attività biologica, della biodiversità aerea e sotterranea e della struttura del suolo.

• maggiore attività biologica che porta alla formazione di macrobiopori ben connessi ed essenzialmente verticali, che aumentano l’infiltrazione dell’acqua e la resistenza del suolo alla compattazione,

• notevole diminuzione del degrado del suolo (in particolare, per l’erosione ed il ruscellamento) che porta spesso a un incremento delle rese.

• minore perdita di suolo e di nutrienti, unitamente a una più rapida degradazione dei pesticidi e a un maggior adsor- bimento (determinato da un aumento del contenuto di sostanza organica e dell’attività biologica) comporta a sua volta un miglioramento della qualità dell’acqua;

• diminuzione delle emissioni di CO2 a seguito del ridotto utilizzo di macchinari e del maggiore accumulo di carbonio organico;

• notevole diminuzione dei costi di manodopera ed energia per le operazioni di preparazione e sarchiatura;. • diminuzione della necessità di fertilizzanti e di interventi per il recupero dei terreni.

Alcuni dei vantaggi (es.: aumento delle rese, della biodiversità, ecc.) diventano evidenti solo quando il sistema si stabilizza.

In base alla stessa fonte, gli svantaggi dell’Agricoltura blu sono:

• in genere, occorre un periodo di 5-7 anni prima che un sistema di agricoltura blu raggiunga l’equilibrio (nei primi anni si può assistere a una riduzione delle rese);

• se non vengono presi in considerazione i fattori stagionali, l’uso inappropriato di sostanze chimiche può aumentare il rischio di lisciviazione dovuto al più rapido movimento dell’acqua attraverso i biopori;

• qualora le rotazioni e/o le varietà colturali e la copertura del suolo non sia ottimali, può essere necessario ricorrere ad una maggiore quantità di sostanze chimiche per controllare le erbe infestanti e i parassiti;

• nel periodo di transizione, le emissioni di N2O aumentano;

• gli agricoltori devono effettuare un investimento iniziale in macchinari specializzati e devono poter accedere, a costi ragionevoli, alle sementi di colture intercalari adattate alle condizioni locali;

• gli agricoltori devono ricevere una formazione esaustiva e devono avere accesso a servizi di consulenza agronomi- ca specializzati. Rispetto all’agricoltura tradizionale, è necessario un radicale cambio di impostazione.

AGRICOltuRA blu O AGRICOltuRA COnSeRVAtIVA Minimo movimento

meccanico del suolo Rotazioni colturali Copertura

lavorazioni superficiali senza inversione degli

strati Semina diretta

Razionale gestione della flora infestante

Avvicendamenti colturali (leguminose) Colture di copertura (Cover crops) Gestione della flora naturale Stoppie e residui colturali

“beneSSeRe DeGlI AnIMAlI”

La misura 215 “Benessere degli animali” è stata attivata in 12 PSR italiani con aiuti differenti principalmente in base al contesto regionale ed agli impegni richiesti. I risultati delle scelte regionali andrebbero meglio indagati anche tramite la comparazione delle informazioni presenti nei rapporti di valutazione intermedia. Gli strumenti che favoriscono il benessere animale nelle fasi di allevamento ed eventuale trasporto e macellazione, possono contribuire a rispondere alle richieste etiche dei consumatori indirizzando le produzioni verso interessanti filiere alimentari e non alimentari.

Regione Descrizione Aiuti*

Veneto allevamento estensivo di specie ruminanti; allevamento suino con spazi fruibili all’aperto; galline ovaiole allevate all’aperto; incremento della lettiera permanente nell’allevamento delle bovine da latte

380 €/UBA×anno - bovini

230 €/UBA×anno - ovini e caprini

140 €/UBA×anno - suini

138 €/UBA×anno - galline ovaiole

135 €/UBA×anno - lettiera su bovine da latte

Valle d’Aosta corretta gestione e sostituzione della lettiera 110 €/UBA×anno - bovini