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7.2 I pagamenti agro-climatico-ambiental

L’articolo 29 della proposta della Commissione europea riporta informa- zioni in merito ai “pagamenti agro-climatico-ambientali” che vanno obbligatoria- mente inseriti in tutti i futuri programmi europei di sviluppo rurale. Tali pagamenti sono dedicati ai soggetti beneficiari che si impegnano volontariamente a realizza- re interventi consistenti in uno o più impegni su terreni agricoli o bestiame (i pa- gamenti possono essere concessi anche ad altri gestori del territorio quando ciò sia giustificato della realizzazione di obiettivi ambientali) e compensano soltanto gli impegni che vanno al di là dei requisiti obbligatori, degli obblighi prescritti, dei requisiti minimi relativi all'uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari e degli altri pertinenti requisiti obbligatori stabiliti dalla legislazione nazionale (tutti descritti nei futuri programmi di sviluppo rurale). Si ritiene importante evidenziare che gli Stati membri devono fornire ai soggetti che realizzano gli interventi agro-climati- co-ambientali le conoscenze e le informazioni necessarie per la loro esecuzione anche tramite consulenze prestate da esperti in relazione agli impegni assunti e/o subordinando la concessione del sostegno a un'adeguata formazione. Gli im- pegni assunti dovrebbero avere una durata compresa tra cinque e sette anni (se necessario gli Stati membri possono fissare nei rispettivi programmi di sviluppo rurale una durata superiore al fine di conseguire o conservare i benefici ambien- tali auspicati).

I pagamenti sono erogati annualmente ed hanno finalità “compensative”; se necessario possono coprire anche i costi di transazione fino ad un massimo del 20% del premio pagato per gli impegni agro-climatico-ambientali (se gli impegni sono assunti da associazioni di agricoltori, il massimale arriva al 30%). Il sostegno è limitato ai massimali indicati nella tabella 39.

Tabella 39: Massimali previsti per i pagamenti agro-climatico-ambientali (alle- gato I della proposta).

Oggetto del beneficio Massimale in euro*

colture annuali 600 €/ha

colture perenni specializzate 900 €/ha

altri usi della terra 450 €/ha

razze autoctone minacciate di abbandono 200 €/capo

* Questi importi possono essere maggiorati in casi eccezionali a motivo di particolari circostanze debitamente giusti- ficate nei programmi di sviluppo rurale.

I pagamenti agro-climatico-ambientali non possono essere concessi per impegni che beneficiano della misura “agricoltura biologica” e può essere previ- sto un sostegno alla conservazione delle risorse genetiche in agricoltura per gli interventi non contemplati nei paragrafi da 1 a 8 della proposta di misura.

Nella Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, il rapporto di valutazio- ne intermedia (RVI) del PSR 2007-2013 ha riferito di alcune criticità relative ad alcuni pagamenti agroambientali quantificate tramite gli indicatori specifici di risultato (es.: solo 7% dell’obbiettivo è stato raggiunto per l’azione 1.2 relativa alla conduzione sostenibile dei seminativi e dei fruttiferi). Il RVI riconduce tali criticità a diversi fattori tra i quali ad esempio i bassi importi dei premi rispetto alla precedente programmazione ed il fatto che molte aziende ad alta intensità di capitale e ben posizionate sul mercato, non hanno ritenuto economicamente conveniente aderire all'azione. Pur con le limitazioni intrinseche ad una com- parazione inter-regionale (diversità pedoclimatiche, produttive, infrastrutturali, ecc.), si ritiene interessante citare i risultati di uno studio condotto in Lombardia (Bertoni e Olper, 2009) finalizzato a qualificare i fattori determinanti l’adozione delle misure agroambientali. Tali risultati riferiscono di una relazione inversa fra la partecipazione alla misura e il grado di intensità delle pratiche agricole (aziende più intensive aderiscono meno) nonché l’età del conduttore (conduttori più anziani aderiscono meno). Nel primo caso, probabilmente i mancati redditi connessi all’adesione comportano eccessivi costi opportunità; al contrario nelle aziende estensive le scarse modifiche richieste rispetto alle consuete pratiche agricole genera minori costi opportunità. In secondo luogo, risulta che la dimen- sione economica aziendale esercita un’azione positiva sulla probabilità di ade- sione (aziende poco produttive aderiscono meno) in quanto i costi di transazione connessi all’adesione possono essere meglio ripartiti sull’entità complessiva del potenziale contributo e la professionalità dei conduttori dovrebbe essere maggio- re. Inoltre, viene riscontrata una maggiore adesione da parte delle aziende che già partecipano ad altre misure del PSR (aziende non precedentemente coinvol- te dal PSR aderiscono meno). Anche il posizionamento politico e l’approccio al contesto europeo agiscono sulla propensione all’adesione ai pagamenti agroam- bientali. L’appartenenza alle principali organizzazioni professionali non sembra interferire in modo particolare sull’adesione; al contrario, la probabilità di ade- sione risulta più elevata per l’appartenenza alle piccole organizzazioni. Infine, lo studio non registra nessun effetto redistributivo tra I e II pilastro e suggerisce una maggiore localizzazione territoriale degli interventi associata ad una miglior valutazione ambientale degli interventi attuati.

7.3 L’agricoltura biologica

L’articolo 30 della proposta della Commissione europea riporta le infor- mazioni inerenti all’agricoltura biologica per il periodo 2014-2020. Il sostegno nell'ambito di tale misura è concesso in base alla superficie che gli agricoltori o le associazioni di agricoltori impegnano volontariamente adottando o mantenendo il metodo e le pratiche di produzione biologica ai sensi del Reg. (CE) n. 834/2007. Il sostegno è concesso per gli impegni che vanno al di là dei pertinenti requisiti ob- bligatori nazionali e sovrannazionali. Gli impegni assunti nell'ambito della misura dovrebbero avere una durata compresa tra cinque e sette anni e, nel caso in cui il sostegno fosse concesso per il mantenimento dell'agricoltura biologica, nei sin- goli Programmi di sviluppo rurale può essere prevista la proroga annuale al ter- mine del primo periodo. I pagamenti dovrebbero essere erogati annualmente per “compensare”, in tutto o in parte, i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti (se necessario possono coprire anche i costi di transazione fino ad un massimo del 20% del premio pagato per gli impegni - se gli impegni sono assunti da associazioni di agricoltori, il massimale è del 30%). Il sostegno è comunque limitato ai massimali indicati nella tabella 40.

Tabella 40: Massimali previsti per l’agricoltura biologica (allegato I della proposta).

Oggetto del beneficio Massimale in euro*

colture annuali 600 €/ha

colture perenni specializzate 900 €/ha

altri usi della terra 450 €/ha

* Questi importi possono essere maggiorati in casi eccezionali a motivo di particolari circostanze debitamente giusti- ficate nei programmi di sviluppo rurale.

Fonte: Commissione UE

All’interno del processo di rinnovamento della PAC l’attenzione su uno sviluppo rurale sostenibile e integrato è sempre maggiore. L’agricoltura, oltre a fornire alimenti di elevata qualità, è chiamata a produrre servizi e beni pubblici con un impatto migliorativo sulla società e sull’ambiente (esternalità positive). In questo processo le comunità locali hanno un ruolo di primo piano per la crescita delle proprie capacità ed economie endogene. Nello specifico, le aziende biologi- che assieme alle loro filiere ed ai loro servizi connessi (es.: turismo rurale) sono un importante driving force per il potenziamento delle economie rurali.

Nella Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, nel 2007, rispetto alla superficie agricola utilizzabile (SAU) totale, l’incidenza delle superfici interessate

da produzioni biologiche vegetali era pari a 1,7% (la media nazionale era del 4,7% e di quella delle regioni competitività del 3,4%). In termini assoluti gli ettari di su- perfici con produzioni biologiche vegetali sono maggiori nelle aree rurali classifi- cate come B nel PSR (zone rurali con agricoltura intensiva specializzata) con circa 2.700 ha, anche se in termini relativi, ovvero rispetto al totale della SAU, l’area C (zone rurali intermedie) faceva registrare la quota più alta (1,9% contro 1,7% della zona B) (figura 15a). Negli ultimi anni si è assistito ad un graduale aumento del numero di aziende (produttrici e preparatrici) biologiche (figura 15b). Ad agosto 2011, sono state registrate 403 aziende biologiche29 (ERSA, 2011a) delle quali 301

sono aziende produttrici (116 biologiche, 95 in conversione e 90 miste), 167 azien- de preparatrici – alcune aziende sono sia produttrici che preparatrici - e 2 aziende raccoglitrici di prodotti spontanei.

Figura 15: a) Superfici con produzioni biologiche vegetali/ SAU totale nell’anno 2007 (ISTAT, 2007) per le Aree PSR A, B, C, D.

29 Le aziende sono oggetto di controllo da parte di organismi autorizzati dal MiPAAF (operanti in FVG: Suolo e salute, ICEA, IMC, BioAgriCert, CCPB, Codex, QCertificazioni, Ecogruppo Italia, Bios) che hanno due funzioni fondamentali: verificare l'idoneità e il percorso produttivo delle imprese che intendono aderire o già aderiscono al sistema di controllo per le produzioni con il metodo biolo- gico; concedere alle imprese controllate l'uso del logo comunitario e/o delle diciture previste da apporre sulle etichette dei prodotti controllati e sul materiale divulgativo che le stesse intendono realizzare. 2 1,5 1 0,5 0 % sulla SAU

Figura 15: b) Evoluzione del numero di produttori e preparatori biologici dal 1997 al 2008 nella Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia (ERSA, 2011b).

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT ed ERSA

In seno alle attività del RVI dell’attuale PSR, sono state individuate alcune priorità che dovrebbero essere oggetto di specifiche analisi; tra queste c’è anche l’agricoltura biologica in quanto si ritiene sia utile realizzare un’analisi del sistema di sostegno alla produzione biologica nell’ottica di una trasformazione permanen- te delle aziende, con l’obiettivo di definire l’importanza dell’aiuto comunitario nei processi di conversione al biologico.

Nonostante la buona premialità (in termini punteggio acquisito da far valere su altre misure del PSR), le produzioni biologiche hanno comunque fatto registra- re alcune criticità nella prima metà della programmazione. Infatti, sebbene sia stato raggiunto il 70% del valore obiettivo previsto, il RVI fa rilevare che in sede di programmazione il valore obiettivo fissato sia piuttosto basso, poiché pari a solo il 51% dell'intera superficie regionale condotta con il metodo biologico (circa 3.500 ha) e a circa lo 0,8% della SAU regionale. Al contrario, la zootecnia biologica ha ot- tenuto risultati superiori alle aspettative. Il contributo del PSR 2007-2013 (tramite i pagamenti agroambientali) alla promozione e mantenimento di sistemi produttivi sostenibili è stato inferiore alle aspettative e questo riguarda soprattutto le azioni relative alle produzioni biologiche e alla riduzione degli input agricoli potenzial-

350 300 250 200 150 100 50 0 Produttori Preparatori 18/02/1997 18/02/1999 18/02/2001 18/02/2003 18/02/2005 18/02/2007

mente inquinanti. Il RVI riferisce anche che i contributi concessi all’agricoltura biologica appaiono piuttosto esigui rispetto ai costi, in termini di carico di lavo- ro amministrativo, sia per gli uffici attuatori sia per i beneficiari (tale fenomeno rappresenta per l'agricoltore un elemento di inefficienza della spesa). In ragione delle considerazioni emerse nel RVI, nell’Health Check e nel Recovery Plan sono stati rimodulati i bandi (post-valutazione intermedia) per l’agricoltura biologica incardinando l’azione di miglioramento sull’incremento dei premi. Per formulare alcune osservazioni occorrerà attendere, poiché i risultati di tali interventi non sono attualmente disponibili.