• Non ci sono risultati.

GIuLIa: La sItuazIoNe attuaLe

sottoazione 2 Relazione per il differenziale d

7.1 sviluppo e miglioramento dell'ambiente rurale post-

Ad ottobre 2011 la Commissione europea ha presentato, tra le altre, anche l’attesa proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul so- stegno allo Sviluppo rurale da parte del FEASR (COM(2011) 627/3). Il Regolamento sullo Sviluppo rurale che verrà approvato a fine 2012 terrà anche conto della propo- sta presentata dalla Commissione il 6 ottobre 2011, recante norme comuni per tutti i fondi che operano all'interno di un quadro strategico comune21. Sulla base della

valutazione d'impatto tra gli scenari alternativi (scenario di ri-orientamento, scena- rio di aggiustamento e scenario d’integrazione) messi a confronto in quest’ultima proposta, lo scenario d'integrazione è risultato il più equilibrato e capace di allinea- re progressivamente la PAC agli obiettivi strategici dell'UE. Infatti, nel caso in cui si raggiungesse il giusto equilibrio, lo scenario d’integrazione risulterebbe essere lo scenario più idoneo per raggiungere la sostenibilità a lungo termine dell'agricoltura e delle zone rurali. La valutazione riferisce sia che un inverdimento è possibile a co- sti ragionevoli per gli agricoltori (anche se non è possibile evitare un minimo di oneri amministrativi) sia che è possibile dare nuovo slancio allo sviluppo rurale, a condi- zione che le regioni e gli Stati membri usino efficacemente le nuove possibilità e che il quadro strategico comune con gli altri fondi dell'UE non elimini le sinergie con il primo pilastro e non indebolisca i punti forti che caratterizzano lo sviluppo rurale.

ü Proposta di Regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agri- cola comune.

ü Proposta di Regolamento recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli. ü Proposta di Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo

per lo sviluppo.

ü Proposta di Regolamento recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei regimi di sostegno.

ü Proposta di Regolamento recante misure per la fissazione di determinati aiuti e restituzioni con- nessi.

ü Proposta di Regolamento recante modifica del regolamento (CE) n. 73/2009 in ordine all'applicazio- ne dei pagamenti diretti agli agricoltori per il 2013.

ü Proposta di Regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1234/2007 in ordine al regime di pa- gamento unico e al sostegno ai viticoltori.

21 Sono inoltre in preparazione nuove norme sulla pubblicazione di informazioni sui beneficiari, te- nendo conto delle obiezioni sollevate dalla Corte di giustizia dell'Unione europea, per cercare il modo più consono di conciliare il diritto dei beneficiari alla protezione dei dati personali col princi- pio della trasparenza.

Il sostegno allo sviluppo rurale (tramite le strategie di sviluppo locale22)

contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di competitività del settore agricolo, di gestione sostenibile delle risorse naturali e di azione per il clima e di equilibrato sviluppo territoriale delle zone rurali; il tutto nell'ambito generale della priorità dell'Unione in materia di sviluppo rurale (Prospetto 1; viene in sostanza sostituita la distinzione in Assi) finalizzate all’attuazione della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

In ragione della proposta della Commissione europea, è possibile inserire nei Programmi di Sviluppo Rurale23 dei sottoprogrammi tematici che contribui-

scano alla realizzazione delle priorità dell'Unione in materia di sviluppo rurale e rispondano a specifiche esigenze riscontrate, in particolare per quanto riguarda: i giovani agricoltori; le piccole aziende agricole di cui all'articolo 20, paragrafo 2, terzo comma della proposta; le zone montane di cui all'articolo 33, paragrafo 2 della proposta; le filiere corte (Prospetto 2). Le misure individuali definite nella proposta sono elencate nel Prospetto 3.

22 Strategia di sviluppo locale: una serie coerente di interventi rispondenti ad obiettivi e bisogni locali, che contribuiscono alla realizzazione delle priorità dell'Unione in materia di sviluppo rurale e che sono eseguiti in partenariato al livello pertinente.

23 I PSR attuano una strategia intesa a realizzare le priorità dell'Unione in materia di sviluppo rurale attraverso una serie di misure definite nel titolo III della proposta, per la cui esecuzione si ricorre al sostegno del FEASR.

Prospetto 1: Priorità dell'Unione in materia di Sviluppo rurale.

Priorità Aspetti a cui dedicare maggiore riguardo

P1) promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo e foresta- le e nelle zone rurali

- stimolare l'innovazione e la base di conoscenze nelle zone rurali; - rinsaldare i nessi tra agricoltura e silvicoltura, da un lato, e ricerca e inno-

vazione, dall'altro;

- incoraggiare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale;

P2) potenziare la competitività dell'agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole

- incoraggiare la ristrutturazione delle aziende agricole con problemi strut- turali considerevoli, in particolare di quelle che detengono una quota di mercato esigua, delle aziende orientate al mercato in particolari settori e delle aziende che richiedono una diversificazione dell'attività;

- favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo; P3) promuovere l'organizzazione

della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel set- tore agricolo

- migliore integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare at- traverso i regimi di qualità, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni di produttori e le organizzazioni interpro- fessionali;

- sostegno alla gestione dei rischi aziendali; P4) preservare, ripristinare e va-

lorizzare gli ecosistemi dipen- denti dall'agricoltura e dalle foreste

- salvaguardia e ripristino della biodiversità, tra l'altro nelle zone Natura 2000 e nelle zone agricole di alto pregio naturale, nonché dell'assetto pa- esaggistico dell'Europa;

- migliore gestione delle risorse idriche; - migliore gestione del suolo;

P5) incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emis- sioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroali- mentare e forestale

- rendere più efficiente l'uso dell'acqua nell'agricoltura;

- rendere più efficiente l'uso dell'energia nell'agricoltura e nell'industria alimentare;

- favorire l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sot- toprodotti, materiali di scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia;

- ridurre le emissioni di metano e di protossido di azoto a carico dell'agri- coltura;

- promuovere il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale; P6) adoperarsi per l'inclusione

sociale, la riduzione della po- vertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali

- favorire la diversificazione, la creazione di nuove piccole imprese e l'oc- cupazione;

- stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali;

- promuovere l'accessibilità, l'uso e la qualità delle tecnologie dell'informa- zione e della comunicazione (TIC) nelle zone rurali.

Prospetto 2: Elenco indicativo di misure e interventi di particolare rilevanza per i sottoprogrammi tematici.

Ot1) giovani agricoltori:

- aiuto all'avviamento di attività imprenditoriale per i giovani agricoltori che si insedia- no per la prima volta in un'azienda agricola;

- investimenti in immobilizzazioni materiali;

- trasferimento di conoscenze e azioni di informazione;

- servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agri- cole;

- cooperazione;

- investimenti in attività extra-agricole;

Ot2) piccole aziende agricole:

- aiuto all'avviamento di attività imprenditoriale per lo sviluppo delle piccole aziende agricole;

- investimenti in immobilizzazioni materiali; - regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari; - trasferimento di conoscenze e azioni di informazione;

- servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agri- cole;

- cooperazione;

- investimenti in attività extra-agricole; - costituzione di associazioni di produttori; - Leader;

Ot3) zone montane:

- indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici; - interventi agroambientali;

- cooperazione;

- investimenti in immobilizzazioni materiali;

- sviluppo delle aziende agricole e delle imprese nelle zone rurali; - regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari;

- allestimento di sistemi agroforestali;

- servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali; - trasferimento di conoscenze e azioni di informazione;

- servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agri- cole;

- costituzione di associazioni di produttori; - Leader;

Ot4) filiere corte:

- cooperazione;

- costituzione di associazioni di produttori; - Leader;

- regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari; - servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali; - investimenti in immobilizzazioni materiali;

- trasferimento di conoscenze e azioni di informazione;

Prospetto 3: Misure individuali nella proposta della Commissione europea.

Art. 15 Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione

Art. 16 Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole Art. 17 Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari

Art. 18 Investimenti in immobilizzazioni materiali

Art. 19 Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e da eventi catastrofici e introduzione di adeguate misure di prevenzione

Art. 20 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese

Art. 21 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali

Art. 22 Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste

Art. 23 Forestazione e imboschimento

Art. 24 Allestimento di sistemi agroforestali

Art. 25 Prevenzione e ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici Art. 26 Investimenti diretti ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali Art. 27 Investimenti in nuove tecnologie silvicole e nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti

delle foreste

Art. 28 Costituzione di associazioni di produttori Art. 29 Pagamenti agro-climatico-ambientali Art. 30 Agricoltura biologica

Art. 31 Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sulle acque Art. 32 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici Art. 33 Designazione delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici

Art. 34 Benessere degli animali

Art. 35 Servizi silvo-climatico-ambientali e salvaguardia della foresta

Art. 36 Cooperazione

Art. 37 Gestione del rischio

Art. 38 Assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante

Art. 39 Fondi di mutualizzazione per le epizoozie e le fitopatie e per le emergenze ambientali Art. 40 Strumento di stabilizzazione del reddito

Art. 41 Modalità di attuazione delle misure Artt. 42-43-44-45 LEADER

Nella prima analisi della proposta sullo sviluppo rurale (Mipaaf, Romito, 2011b), la Commissione, pur riconoscendo la complessità del nuovo processo de- cisionale e auspicando uno snello contratto di partenariato che definisca in modo qualitativo e non quantitativo il contributo di ogni fondo al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020, sembra aver comunque inserito molti elementi quantitativi e non solo qualitativi. A differenza di quanto accade per il primo pilastro, le propo- ste per lo Sviluppo rurale non contengono chiare indicazioni sulla distribuzione del- le risorse tra gli Stati membri e gli indicatori proposti non appaiono soddisfacenti poiché ritenuti non coerenti con le finalità della politica di Sviluppo rurale (es.: in

base al parametro superficie, le regioni che hanno più foreste, pascoli permanenti e/o aree protette Natura 2000 riceveranno più risorse?) (Mipaaf, Romito, 2011b). Il dubbio sulla rappresentatività degli indicatori selezionati rispetto al contributo del- lo Sviluppo rurale all'ambiente resta un tema ancora vivo sul tavolo del dibattito.

Le priorità numero 4 (preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste) e 5 (incentivare l'uso efficiente delle ri- sorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale) riportate nello schema dell'Unione in materia di Sviluppo rurale riferiscono della volontà comunitaria di incrementare l’efficienza e l’efficacia del secondo pilastro della PAC sulle tematiche ambientali.

Interpretando la sequenza delle priorità come se queste fossero elencate in ordine di importanza, si evince che la questione ambientale è gerarchicamente subordinata agli imperativi economici che dovrebbero fungere da volano per lo sviluppo rurale e la sostenibilità. Al contrario, interpretando le stesse priorità in maniera paritetica (lettura ritenuta maggiormente corretta) si comprende come solo intervenendo con approccio olistico sugli aspetti economici, ambientali e so- ciali dello Sviluppo rurale si possono avviare processi virtuosi di crescita intelli- gente, sostenibile e inclusiva finalizzati a trovare il modo di creare nuovi posti di lavoro e offrire un orientamento alle nostre società.

Al fine di perseguire gli obiettivi preposti, nell’allegato IV della proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) si de- finiscono le precondizioni per lo sviluppo rurale connesse alle priorità (Prospetto 4). Queste precondizioni vanno ad integrarsi con le altre precondizioni che si ap- plicano al FEASR che verranno presentate nell'allegato IV del regolamento (UE) n. [QSC/2012].

Il 20 e 21 settembre 2011 si è tenuta a Bruxelles la Conferenza “Monitoring and Evaluation for CAP post-2013”, organizzata dalla Commissione europea- DG Agri. Le principali questioni emerse sono state: (i) la richiesta di semplificazio- ne degli adempimenti previsti dal monitoraggio e valutazione, la riduzione degli adempimenti obbligatori e comuni ai 27 Paesi, l’incremento degli spazi di autono- mia nazionale soprattutto sui temi della valutazione in itinere, la richiesta che il futuro quadro comune non porti ulteriori oneri burocratici agli Stati membri; (ii) la richiesta di rivedere gli indicatori comuni per renderli disponibili e rilevabili ovun- que, più affidabili e correttamente aggregabili a livello di Unione Europea; (iii) la maggiore rilevanza al principio della proporzionalità nelle richieste in tema di mo- nitoraggio e valutazione e la richiesta di adottare una proporzionalità selettiva in

virtù di molteplici variabili; (iv) la richiesta di integrazione del I Pilastro nel Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione; (v) l’esigenze ed i fabbisogni informativi sul monitoraggio e la valutazione della componente ambientale; (vi) la richiesta di una riduzione degli indicatori obbligatori con una chiarificazione del legame tra i vari indicatori baseline, di prodotto, di risultato e di impatto); (vii) la necessità di rivisitare le tempistiche della produzione dei report per renderli coerenti con lo sviluppo delle fasi di programmazione e con la produzione dei dati statistici uffi- ciali (posticipare di un anno la valutazione intermedia); (viii) la richiesta di una va- lutazione in itinere, meno concentrata sulla reportistica e maggiormente attenta alle esigenze conoscitive degli interessati; (ix) l’anticipo della valutazione ex post per renderla utile ad orientare le scelte programmatiche ed a informare l’opinione pubblica sui gli effetti delle politiche attuate; (ix) la centralità che i Programmi di Rete dovranno svolgere (es.: scambio di esperienze).

Prospetto 4: Precondizioni per lo sviluppo rurale connesse alle priorità (P) 4 e 5 ed agli obiettivi tematici (OT).

Priorità ed obiettivi tematici Descrizione P4: preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste OT 5: promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione e la gestione dei rischi OT 6: tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse

4.1. Buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA): sono state adottate a livello nazionale le norme per mantenere la terra in buone condizioni agronomiche e ambientali di cui al titolo VI, capo I, del regolamento (UE) n. HR/xxxx.

4.2. Requisiti minimi relativi all'uso di fer- tilizzanti e prodotti fitosanitari: sono stati definiti a livello nazionale i requisiti mini- mi relativi all'uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari di cui al titolo III, capo I, arti- colo 29, del presente regolamento. 4.3. Altri pertinenti requisiti obbligatori stabiliti dalla legislazione nazionale: sono stati stabiliti a livello nazionale i pertinen- ti requisiti obbligatori ai fini dell'articolo 29 del presente regolamento.

4.4. Prevenzione dei rischi: esistenza a livello nazionale di valutazioni dei rischi per la gestione delle emergenze, che ten- gano conto dell'adattamento ai cambia- menti climatici24.

Le BCAA sono state definite nella legi- slazione nazionale e specificate nei pro- grammi;

I requisiti minimi relativi all'uso di fertiliz- zanti e prodotti fitosanitari di cui al titolo III, capo I, del presente regolamento sono specificati nei programmi;

I pertinenti requisiti obbligatori stabiliti dalla legislazione nazionale sono speci- ficati nei programmi.

È stato predisposto un sistema di valu- tazione dei rischi comprendente: una descrizione del procedimento, della me- todologia, dei metodi e dei dati non sen- sibili utilizzati per la valutazione dei rischi a livello nazionale; l'adozione di metodi qualitativi e quantitativi di valutazione dei rischi; la considerazione di eventua- li strategie nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici.

24 Conclusioni del Consiglio Giustizia e Affari interni: conclusioni sull'ulteriore sviluppo della valuta- zione dei rischi per la gestione delle emergenze nell'Unione europea, 11-12 aprile 2011.

Priorità ed obiettivi tematici Descrizione P5: incoraggiare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale OT 4: incentivare il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori OT 5: promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione e la gestione dei rischi

5.1. Emissioni di gas a effetto serra: os- servanza dell'articolo 6, paragrafo 1, della decisione n. 406/2009/CE del Par- lamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, concernente gli sforzi degli Stati membri per ridurre le emissioni dei gas a effetto serra al fine di adempiere agli impegni della Comunità in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020.

5.2. Efficienza energetica: recepimento nell'ordinamento nazionale della direttiva 2006/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici25.

5.3. Tariffazione dell'acqua: esistenza di una politica tariffaria per l'acqua che garantisca un adeguato contributo dei vari usi dell'acqua al recupero dei costi dei servizi di approvvigionamento idri- co ai sensi dell'articolo 9 della direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istitui- sce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque26.

5.4. Piani di gestione dei rifiuti: recepi- mento nell'ordinamento nazionale della direttiva 2008/98/CE del Parlamento eu- ropeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcu- ne direttive27, in particolare elaborazione

di piani di gestione dei rifiuti a norma di tale direttiva.

5.5. Energie rinnovabili: recepimento nell'ordinamento nazionale della diret- tiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successi- va abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE28.

Lo Stato membro ha presentato alla Com- missione una relazione sulle politiche e sulle misure nazionali adottate nel 2013- 2020 ai sensi dell'articolo 3 della decisio- ne n. 406/2009/CE.

Lo Stato membro ha presentato alla Com- missione un piano d'azione sull'efficienza energetica che traspone gli obiettivi del risparmio energetico in misure concrete e coerenti ai sensi dell'articolo 14 della direttiva 2006/32/CE.

Lo Stato membro ha tenuto conto del principio del recupero dei costi dei ser- vizi di approvvigionamento idrico, com- presi i costi ambientali e delle risorse, conformemente all'articolo 9, paragrafo 1, della direttiva 2000/60/CE.

Lo Stato membro ha effettuato un'ana- lisi economica ai sensi dell'articolo 5 e dell'allegato III della direttiva 2000/60/CE riguardo al volume, ai prezzi e ai costi dei servizi di approvvigionamento idrico e ha stimato gli investimenti necessari. Lo Stato membro ha garantito il contri- buto dei vari usi dell'acqua per settore ai sensi dell'articolo 9, paragrafo 3, della direttiva 2000/60/CE.

Lo Stato membro ha provveduto affinché le autorità competenti elaborino, confor- memente agli articoli 1, 4, 13 e 16 della direttiva 2008/98/CE, uno o più piani di ge- stione dei rifiuti come prescritto dall'arti- colo 28 della direttiva.

Lo Stato membro ha adottato un piano d'azione nazionale in materia di energie rinnovabili ai sensi dell'articolo 4 della direttiva 2009/28/CE. 25 GU L 48 del 23.2.2011, pag. 1. 26 GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1. 27 GU L 312 del 22.11.2008, pag. 3. 28 GU L 140 del 5.6.2009, pag. 16. > segue >