• Non ci sono risultati.

Gli elementi tipici che determinano il fenomeno

2. Le molestie sessuali sul luogo di lavoro

2.4 Gli elementi tipici che determinano il fenomeno

272 Report pubblicato in data 13 febbraio 2018 e relativo al biennio 2015-2016, disponibile

alla pagina: https://www.istat.it/it/files/2018/02/statistica-report-MOLESTIE- SESSUALI-13-02-2018; per un quadro europeo della situazione: FRA- European Union Agency for Fundamental Rights, Violence against women: an EU-wide survive. Main results, Luxembourg, 2015, e FRA, Challenges to women’s human rights in the EU, Luxembourg, 2017, https://fra.europa.eu/en/publication/2017/colloq-womens-rights.

273 “Nel corso della Sua vita per essere assunta al lavoro ha avuto richieste di prestazioni o di

rapporti sessuali?”. Nel caso in cui non fossero stati subiti: “nel corso della Sua vita qualcuno le ha fatto capire che se fosse stata disponibile sessualmente avrebbe potuto avere in cambio un lavoro, ad esempio le hanno chiesto se era fidanzata, se era disponibile ad uscire la sera o ad andare a cena o a pranzo fuori insieme?” e anche in momenti successivi della vita lavorativa: “nel corso della Sua vita per progredire nella carriera o mantenere il Suo posto di lavoro ha mai avuto richieste di prestazioni o rapporti sessuali?”.

Le molestie sessuali possono verificarsi in qualsiasi ambiente e possono essere rivolte, indifferentemente, ai danni di uomini o donne274. Vi sono, tuttavia, alcuni elementi

sociali e organizzativo-strutturali interni all’organizzazione che possono favorirne la nascita e lo sviluppo.

Innanzitutto, le molestie sessuali sono più frequenti in realtà fortemente maschiliste, dove viene attribuito un ruolo sociale diverso a seconda del sesso di appartenenza e dove prevale una forte asimmetria nella relazione tra uomo e donna, spesso celebrata dai media e dai politici. Inoltre, come emerge dall’inchiesta effettuata dall’Istat e pubblicata a febbraio 2018, i contesti nei quali le donne sono più a rischio di essere vittime di condotte indesiderate sono strettamente connessi ai concetti di segregazione sul mercato e polarizzazione di genere: le molestie si verificano essenzialmente in luoghi ove vengono esercitate carriere considerate maschili, come nelle professioni tecnico-scientifiche, ove l’arrivo di una donna può portare, come risposta, la messa in atto di molestie275, e in luoghi estremamente femminili, come

lavoro domestico e commercio.

Inoltre, come evidenziato da ulteriori studi in materia276, risulta esservi una stretta

relazione tra i concetti di indipendenza economica-violenza domestica-molestie sul lavoro: le donne con un livello medio-alto di istruzione hanno maggiori probabilità di uscire dalla violenza domestica, ma allo stesso tempo hanno maggiori probabilità di subire molestie sul lavoro, soprattutto se vengono a rivestire posizioni apicali e manageriali.

274 ILO, Ending Violence and Harassment Against Women and Men in the World of Work, cit., p. 17:

“potentially, anyone can experience, or commit, acts of violence and harassment in the world of work. (…) violence and harassment can be horizontal and vertical, from internal and external sources (including clients and other third parties and public authorities), in the public or private sector, or in the formal or informal economy”.

275 ILO, Ending Violence and Harassment Against Women and Men in the World of Work, cit., p. 23-

24: “gender is deeply intertwined with power relations, with the traditional balance of power favoring men. The arrival of a woman in a traditionally male-dominated industry can upset existing power relations and some men reassert their power though sexual harassment”.

276 FRA, Violence against women: an EU-wide survey. Main results report, cit., che prende ad esame

un campionario di 40.000 donne. Come riportato da F. Bettio, E. Ticci, Economia della violenza, http://www.ingenere.it/articoli/economia-della-violenza: “con l’emancipazione economica, la violenza sulle donne si sposta e cambia target. Lo spostamento avviene dallo spazio privato della violenza per mano del parter a quello pubblico delle molestie sessuali. Nell’ambito dello spazio privato cambiano i target: il rischio di violenza domestica si attenua, per esempio nei confronti di mogli o compagne che arrivano a guadagnare quanto il partner, ma aumenta per mogli o compagne che rompono gli stereotipi guadagnando più del partner”. E ancora, in F. Bettio, E. Ticci, Fare i conti con la violenza, http://www.ingenere.it/articoli/fare-i-conti-con- la-violenza: “sempre a parità di altre condizioni, le donne più istruite sono anche meno vulnerabili alla violenza sessuale. D’altro canto, però, maggiore istruzione spesso significa interazioni sociali più frequenti, sul lavoro o in altri luoghi pubblici, e quindi maggiore esposizione a molestie sessuali. Per le donne con livello medio-alto di istruzione è stato stimato che la probabilità di aver subito molestie sessuali nei 12 mesi precedenti all’intervista è del 23% rispetto al 19% delle donne con basso livello di istruzione”.

In relazione alla struttura organizzativa e sociale delle imprese, studi recenti in materia evidenziano che le molestie si annidano prevalentemente nelle organizzazioni a dominanza maschile277; in quelle ove vi è un atteggiamento permissivo nei confronti

di tali comportamenti, che diventano quasi “normali” e un’ostilità nei confronti di chi denuncia tali pratiche, che viene pertanto persuaso dal farlo278; nelle organizzazioni

non paritarie ed inclusive, nelle quali mancano iniziative volte a valorizzare l’equità e il rispetto per l’altro e vi è scarsa attenzione al clima e al benessere organizzativo279.

Per questo motivo, un ruolo fondamentale nella prevenzione delle stesse è svolto attraverso il rispetto di obblighi di informazione e formazione circa quelli che sono i comportamenti ammessi o non ammessi, garantendo al tempo stesso delle procedure volte a reprimere tali condotte. Sono obblighi che vengono attribuiti al datore di lavoro il quale, come si è visto, può essere ritenuto responsabile di un ambiente di lavoro lesivo della personalità fisica e morale del lavoratore, qualora non ponga in essere misure positive e negative, ovvero di rimozione della minaccia alla sicurezza, volti a tutelarlo. A mio avviso, un ulteriore ruolo in tal senso può essere svolto da quella che è la cosiddetta Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), definita dalla Commissione Europea come "l'integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche

delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate"280,

mediante la creazione di un ambiente interno all’impresa teso al rispetto dell’altro, e dall’attività dei sindacati, mediante l’adozione di specifici accordi sul tema. Un rapporto di collaborazione, quello tra datore e rappresentanze sindacali, che è stato ritenuto necessario e imprescindibile anche dalla Legge di Bilancio 2018 nell’adozione di quelle misure informative e formative volte ad arginare il fenomeno delle molestie sessuali sul luogo di lavoro.

277 European Commission, Directorate-General for Justice, Database: Gender balance in decision-

making positions; European Commission (1998), Sexual harassment in the workplace in the European Union, Brussels, European Commission Directorate-General for Employment, Industrial Relations and Social Affairs.

278 ILO, op. cit., p. 23, par. 91: “within certain cultural and social frameworks, violence and

harassment can become “normalized”- seen as a normal, or unquestioned, part of daily work. (…) “violence and harassment should not be seen “as part of the job”, as is too often the case for teachers, health and transport workers, among others (…); workers, in particular women workers, are at risk when they are expected to provide sexual services or endure harassment in exchange for getting a job or a promotion, in order to keep a job or in order to access their wages”.

279 ILO, op. cit., p. 29-30: “poor human resources management, poor organization of work,

including lack of clear rules and responsibilities, inadequate assignment of tasks, unrealistic production targets, poor communication and poor labour relations and discriminatory practices are also factors that could increase the risk of violence and harassment”.

280 Comunicazione UE n. 681 del 2011, che individua, quali principi cardini della stessa,