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Le molestie sessuali in ambito sportivo: il caso Larry Nassar

Le molestie sessuali in ambito sportivo rappresentano un vero e proprio “continente

sommerso”391, e il motivo lo capiamo attraverso le parole di Enrico Cataldi, ex

Procuratore Generale dello Sport: “da quando è stata istituita la Procura generale sono stati

esaminati 47 casi di abusi su minori o su ragazze. L’atleta, soprattutto nei primi anni della sua vita, individua nel proprio maestro-allenatore una sorta di guida, il modello al quale si ispira. Lo spirito emulativo determina una sorta di dipendenza psicologica maggiore nello sport di quanto non lo sia in ambiente didattico, come a scuola. Quello dell’abuso sui minori è tema che crea imbarazzo,

389 A. Pizzoferrato, op. cit. Molestie sessuali sul lavoro, cit., pp. 150 ss.

390 In tali termini i giudici: “al amparo de la doctrina de la responsabilidad directa que por su

vigor jurídico la Corte conserva y reitera hoy, procede afirmar pues, que cuando se demanda a una persona moral para el pago de los perjuicios ocasionados por el hecho culposo de sus subalternos, ejecutado en ejercicio de sus funciones o con ocasión de éstas, no se demanda al ente jurídico como tercero obligado a responder de los actos de sus dependientes, sino a él como directamente responsable del daño. Tratándose pues, en tal supuesto, de una responsabilidad directa y no indirecta, lo pertinente es hacer actuar en el caso litigado, para darle la debida solución, la preceptiva legal contenida en el articulo 2341 del Código Civil y no la descrita en los textos 2347 y 2349 ejusdem”.

391 Si esprime in tali termini P. Coccia, Lo scenario. Molestie e abusi nello sport: la mappa di un

continente sommerso in https://www.avvenire.it/agora/pagine/molestie-e-abusi-nello-sport- sportelli-antiviolenza-alle-olimpiadi; la carenza di indagini sul fenomeno a livello internazionale è visto nel fatto che: “lo sport è un ambiente che viene identificato come sano per principio, i genitori consegnano con grande fiducia i propri figli, fin dalla più tenera età, agli allenatori perché provvedano a formarli attraverso la pratica sportiva. Il mister diventa una figura spesso mitizzata, sostitutiva di quella paterna, inoltre è investito di un enorme potere, perché è in grado di decidere chi gioca e chi siede in panchina anche per più partite, chi gioca l’intero match e chi solo pochi minuti. Episodi di abusi o molestie sessuali nello sport ai danni di minorenni, negli ultimi anni si sono moltiplicati, grazie alle denunce dei genitori per far processare i responsabili di questi gravi reati”.

ma non si deve avere paura di parlarne, se si ignora questo fenomeno si rischia di finire nella tacita complicità in gravissimi episodi di questo genere. Le varie procure federali devono avere sentore su eventi prodromici al verificarsi di eventi che magari potevano essere prevenuti”392. Non mancano,

inoltre, programmi e studi in tal senso393, che mostrano un aspetto dello sport

assolutamente sottovalutato e in relazione al quale occorre “iniziare a parlarne”394. Le

questioni sono particolarmente delicate in quanto nello sport i contatti fisici sono inevitabili e molto spesso la linea tra intimità e distanza è sottile395. Per questo motivo,

come in tutti i luoghi di rischio, la prevenzione, la formazione e l’informazione

392 Sono le parole che lo stesso Procuratore ha riferito durante il Convegno Coni “Donne e

minori: lo sport contro la violenza” in http://www.coni.it/en/coni-eng/36-primo-piano/14118- fikkfdff.html. Alla luce del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento della Procura Generale dello Sport (2014), la Procura ha il compito di coordinare e vigilare le attività inquirenti e requirenti svolte dalle procure federali, in piena indipendenza e autonomia.

393 L’Associazione Mondiale Calciatori ha fatto sapere che circa il 3,5% delle donne

impegnate nel gioco del calcio sono oggetto di abusi, una su cinque è abusata da dirigenti del club dove giocano, mentre circa il 40% degli abusi provengono dall’allenatore o dal suo staff, il 30% dai tifosi. Una ricerca condotta su 106 calciatori brasiliani ha, inoltre, messo in luce che il 29,2% degli intervistati aveva subito abusi in prima persona di carattere morale e/o sessuale, o sapeva di colleghi che ne avessero subiti; il 10, 4% si è invece astenuto dal rispondere (https://esporte.uol.com.br/reportagens-especiais/pesquisao---futebol- brasileiro---2018/index.htm#ameaca-oculta).

394 Con il programma Start to talk il Consiglio d’Europa, nel 2018, si è rivolto a ai governi, alle

società sportive, associazioni, federazioni europee al fine di sensibilizzare e prendere misure preventive volte a reprimere tali fenomeni, in quanto, come riferito dal Segretario generale Thorbjørn Jagland “l’abuso sessuale su minori è un crimine tra i più perversi e dobbiamo fare il possibile per eliminarlo in tutti i settori della società, compreso lo sport”, anche alla luce della Convenzione di Lanzarote. Secondo le ricerche più recenti, 1 bambino su 5 in Europa è vittima di una qualche forma di violenza sessuale, spesso compiuta da soggetti appartenenti alla cerchia di confidenti; nel mondo dello sport, i bambini possono essere particolarmente soggetti a tali rischi e i motivi li rinveniamo nella stessa Comunicazione del Consiglio d’Europa: “because of unequal power relationships between coaches and children and because incidents are often silenced to avoid scandals. Other factors that may increase children’s vulnerability to sexual abuse in sport are that physical contact is often required, inappropriate sexual behavior is often tolerated, and discrimination and gender inequality accepted. In addition, sport offers potential risk situations, such as changing rooms, showers, carpooling and overnight stays”, in Child sexual abuse in sport: Council of Europe calls for action to break the silence (Ref. DC 053(2018) https://www.coe.int/en/web/children/-/child-sexual-abuse-in-sport-council-of-europe-calls-for-action-to- break-the-silence) e https://www.coe.int/en/web/human-rights-channel/stop-child-sexual- abuse-in-sport.

395 Queste le domande che il modulo Agire per prevenire: vicinanza e distanza- un impegno contro gli

abusi sessual dell’UFSPO rivolge agli istruttori al fine di “sensibilizzarli”: “Quale tipo di intimità o di distanza va adottata nei contatti con i giovani? Cosa si intende per abusi sessuali? Nella mia disciplina quali sono le situazioni delicate e come le devo gestire? Come posso prevenire gli abusi sessuali o delle accuse di questo tipo? Dove posso chiedere aiuto e sostegno se sospetto qualcosa?” in https://www.jugendundsport.ch/it/ethik/praevention/sexuelle-uebergriffe.html.

risultano essere le armi migliori fronteggiare il fenomeno. Esempi in tal senso ci provengono dall’Ufficio Federale dello Sport UFSPO e Swiss Olympic che hanno adottato un Programma, rivolto alle società sportive e alle federazioni, affinché adottino misure preventive nella lotta contro gli abusi e le violenze nel mondo dello sport396. Due le parole chiave dello stesso: prevenzione e intervento qualora si

verifichi un episodio. Nell’ambito della prevenzione, viene suggerita la nomina di un soggetto che svolga il ruolo di interlocutore di fiducia per i bambini e i giovani, e che rappresenti la posizione del club sul fatto che tali comportamenti non sono tollerati all’interno dello sport; inoltre, viene suggerito di richiedere al candidato un estratto speciale del casellario giudiziale, al fine di verificare se il soggetto ha ricevuto, in precedenza, un divieto di esercizio, senza limitarsi a richiedere le solite referenze397.

L’anno scorso aveva fatto scalpore lo scandalo di molestie sessuali scoppiato all’interno della squadra statunitense di ginnastica artistica398. In particolare, il

fisioterapista Larry Nassar, grazie al ruolo di rinomato fisioterapista rivestito

396 Keine sexuellen Übergriffe im Sport, https://www.swissolympic.ch/athleten-

trainer/praevention/sexuelle-uebergriffe.html.

397 Come si evince da M. Bonarrigo, L’inchiesta: le molestie nello sport italiano,

https://www.corriere.it/sport/18_gennaio_12/inchiesta-molestie-sport-italiano-934f7062- f70f-11e7-b0f9-

ae3913959e9e_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=VlCg7Z-

c&pids=FR&origin=http%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Fsport%2F18_gennaio_12%2Fi nchiesta-molestie-sport-italiano-934f7062-f70f-11e7-b0f9-ae3913959e9e.shtml, nel 2014 erano andati esenti dall’obbligo di presentare il certificato di antipedofilia i volontari e gli assunti con i contratti sullo sport, ovvero circa il 99% di coloro che operano con bambini e ragazzi; l’ignoranza da parte della Federazione della sussistenza di ben tre condanne per detenzione di materiale pedopornografico e atti osceni su minori avevano, in particolare, concesso a Gianfranco Dugo, allenatore di sei squadre di giovanissimi e ora condannato a 8 anni e sei mesi di carcere, di poter agire indisturbato, con la complicità del preparatore atletico, Maicol Poerio, a sua volta abusato dal Mister quando era giovane.

398 Scalpore si, però non eccessivamente: un’analisi interessante in tal senso viene offerta da

B. A. Graham, Why don’t we care about the biggest sex abuse scandal in sports history?, in https://www.theguardian.com/sport/2017/dec/16/gymnastics-larry-nassar-sexual-abuse. Il caso Larry Nassar non ha fatto tanto scandalo quanto quello del coach Jerry Sandusky, che aveva compiuto abusi sessuali ai danni di numerosi atleti della squadra di calcio che allenava presso la Penn State (CNN Library, Penn State Scandal Fast Fact, in https://edition.cnn.com/2013/10/28/us/penn-state-scandal-fast-facts/). Il fatto è che: “the most distressing reason of all is that the abuse of women is normalized in our society. The Nassar scandal fits into our framework of how we understand a sport like women’s gymnastics. On some level we expect women to be victimized, so it’s not surprising when they are. That’s a problem. When a football coach is found to have molested boys, who are abuses at a lower rate than girls, it goes against our expectations and shakes the foundation of a sport associated with virility and masculinity. Such news even stokes society’s latent homophobia. There is a shock associated with an older man molesting young boys that does not exist when the victim is a girl”.

all’interno della USA Gymnastics (Associazione di Ginnastica Artistica), aveva commesso numerosi abusi di natura sessuale nei confronti delle atlete della squadra399.

In particolare, i “trattamenti medici” erano stati coperti dall’Università del Michigan, presso la quale esercitava come medico, e dalla stessa USA Gymnastics, che già in precedenza era arrivata ad un accordo con un’atleta affinché non venissero fuori tali abusi. La sentenza, emanata dalla Corte della Contea di Ingham, Michigan, lo ha condannato a 175 anni di carcere400. A mio avviso, appare pertanto interessante

esaminare la posizione dei giudici circa un caso tanto mediatico, che ha visto coinvolte più di 160 atlete, tutte sottoposte a trattamenti alquanto degradanti e lesivi della propria libertà sessuale e della propria dignità, soprattutto alla luce della ricostruzione della vicarious liability offerta dalla giurisprudenza americana.

Dall’introduzione della sentenza emerge chiaramente l’oggetto della causa: “si tratta di

un’azione civile per il risarcimento dichiarativo, ingiuntivo, equo e monetario per le lesioni subite dalle parti attrici a seguito degli atti, delle condotte e delle omissioni, da parte del dottor Lawrence Nassar, della Michigan State University, della Usa Gymnastics e della Twistars USA Inc, e dei loro rispettivi dipendenti, rappresentanti e agenti, per i reati di violenza sessuale, abuso sessuale, molestie sessuali e toccamenti sessuali non consensuali, da parte dell’imputato Nassar nei confronti delle attrici, molte delle quali erano minori quando tali fatti si sono verificati”. Quindi, le attrici convengono

in giudizio ex Title IX of the Educational Amendments, alla luce del quale “no person in the

United States shall on the basis of sex, be (...) subject to discrimination under any education program or activity receiving Federal financial assistance”, non solo il medico autore degli abusi, ma

anche l’Università, per la quale lo stesso aveva lavorato dagli anni 1996-2016; l’Associazione Ginnaste USA, per la quale aveva lavorato dal 1986 al 2015; il Club Twistars, per il quale aveva prestato diversi servizi. Emerge inoltre, come specificato dalla Corte, che le atlete vittime di tali abusi non erano solo ginnaste, ma vi erano anche nuotatrici, pattinatrici, giocatrici di hockey, di basket e di calcio, e che le stesse si erano rivolte al medico in quanto rinomato e rispettato ortopedico nella comunità medica sportiva, in modo particolare nella comunità di ginnaste, in quanto faceva parte del team dei fisioterapisti della squadra olimpica. Quindi, “per oltre 20 anni,

l’imputato ha avuto accesso senza restrizioni a giovani atleti di sesso femminile attraverso la Clinica di Medicina Sportiva presso L’Università, e attraverso il suo coinvolgimento con USA Gymnastics e Twistars, che hanno indirizzato le atlete alle sue cure”.

399 Il primo articolo in merito viene pubblicato dall’Indianapolis Star il 12 settembre 2016,

https://eu.indystar.com/story/news/2016/09/12/former-usa-gymnastics-doctor-accused- abuse/89995734/; tra gli altri articoli di giornale, M. Valsania, Larry Nassar, medico-mostro, è stato condannato. Ma le molestie sessuali scuotono lo sport americano, in https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-01-27/larry-nassar-medico-mostro-e- stato-condannato-ma-molestie-sessuali-scuotono-sport-americano-. Tra le molestate, le campionesse Simone Biles, Aly Rasman, Rachel Denhollander, https://www.theguardian.com/sport/2018/jan/15/simone-biles-larry-nassar-sexual- abuse-allegations-usa-gymnastics.

Le accuse riguardano comportamenti integranti abusi sessuali veri e propri e toccamenti di parti erogene del corpo401, atteggiamenti che metteva in essere

“comprandosi” la fiducia delle atlete con diversi regali e approfittando della propria posizione. In particolare, tali condotte vengono a integrare una sex discrimination vietata dallo stesso Titolo IX in precedenza esaminato. Nel corso della causa, la Corte analizza le responsabilità dei quattro convenuti ed emerge chiaramente come le stesse siano responsabili sia alla luce di una responsabilità propria, in termini di negligence, sia alla luce di una responsabilità indiretta, vicarious liability, derivata dal rapporto di “agency” instauratosi, differentemente, con l’imputato. Occorre, pertanto, esaminare le ricostruzioni in tal senso effettuate dalla Corte americana.

In relazione alla responsabilità dello stesso autore delle molestie e abusi sessuali402,

non vi sono particolari problemi: lo stesso viene ritenuto penalmente responsabile di “assault and battery”, paragonabile alla somma dei reati di “aggressione e lesioni”, in quanto aveva messo in essere atti sessuali particolarmente lesivi, che avevano causato alle atlete, che non avevano dato il proprio consenso a tali trattamenti, anche danni fisici, oltre che psicologici403. Inoltre, lo stesso viene ritenuto responsabile di

“intentional infliction of emotional distress” in quanto, sfruttando la propria autorità e la propria posizione, aveva messo in essere atti quali molestie e abusi sessuali, spacciandoli quali trattamenti medici, senza spiegare alle pazienti di che cosa si trattassero e senza dare loro la possibilità di rifiutarli.

Per quanto concerne l’Università404, la stessa viene ritenuta responsabile in via propria

per una serie di ragioni; in particolare, la condotta particolarmente negligente ed omertosa mantenuta dalla stessa durante gli anni, è ritenuta idonea a determinare una violazione degli obblighi di intervento e di rimozione imposti dallo stesso Titolo IX, alla luce del quale, come già anticipato, nessuna persona negli Stati Uniti può essere soggetta ad una discriminazione fondata sul sesso mentre prende parte ad un programma o ad un’attività educativa che riceve assistenza finanziaria federale. In tal senso, le azioni e le condotte dell’imputato erano state portate avanti sotto uno dei programmi dell’Università, quello di provvedere a fornire trattamenti medici agli studenti, agli atleti e a soggetti esterni. Inoltre, già dal 1999 la stessa Istituzione era venuta a conoscenza, attraverso la denuncia di un’atleta che era stata molestata, del

401 Si parla di: “nonconsensual vaginal and anal digital penetration, nonconsensual sexual touching of the

vaginal area without the use of gloves or lubricant and by nonconsensual touching and groping of their breasts”.

402 Nella sentenza, Claims agaist Nassar, pp. 89-92.

403 Si parla in tal senso, al par. 630 della stessa sentenza, di: “as a direct and/or proximate

result of Defendant Nassar’s assault and battery, Plaintiffs suffered discomfort, bleeding, urinary tract infections, bacterial infections, and continue to suffer pain of mind and body, shock, emotional distress, physical manifestations of emotional distress, embarrassment, loss of self-esteem, disgrace, fright, grief, humiliation, and enjoyment of life, were prevented and will continue to be prevented from performing Plaintiffs’ daily activities and obtaining the full enjoyment of life, and have sustained and continue to sustain loss of earnings and earning capacity”.

comportamento poco consono tenuto dal medico, ma comunque lo aveva ritenuto idoneo a continuare ad esercitare tale ruolo all’interno della stessa. Solo nel 2014 l’Università aveva iniziato un’investigazione, conclusasi con una presa di posizione particolarmente grave: la stessa, infatti, si era espressa nel senso di non riuscire a capire la “sfumata differenza” tra abuso sessuale e inappropriata procedura medica e quindi dichiarava “medicalmente appropriata” e “non di natura sessuale” la condotta tenuta dal medico405. Quindi, una violazione del Titolo IX in quanto non aveva svolto

un’investigazione adeguata e, pur essendone venuta a conoscenza, non aveva posto in essere delle misure per prevenire affinché il medico non potesse più commettere abusi nei confronti di altri soggetti, permettendo un pesante sexually hostile environment all’interno della stessa.

Al tempo stesso, aveva violato le politiche interne alla stessa, che espressamente prevedono un obbligo di formare e supervisionare i propri dipendenti, agenti e/o rappresentanti, affinché non si rendano responsabili di tali condotte e affinché denuncino tali comportamenti. Si ha quindi una violazione di quelli che sono i diritti costituzionali attinenti alla sfera sessuale delle parti attrici in quanto esiste, in capo alla stessa, un “duty to prevent sexual assault, abuse and molestation”406, dovendo svolgere le

adeguate investigazioni nel caso in cui vengano denunciate tali condotte e dovendo provvedere a formare adeguatamente i propri preposti407. Inoltre, la stessa si era

dimostrata negligente nel “duty to use due care”, ovvero nel nel garantire ai propri studenti di essere liberi da molestie sessuali e abusi di varia natura, quando si trovano ad interagire con il personale della stessa, considerando che lo stesso Nassar aveva un “duty of due care” nello svolgere trattamenti medici mentre era sotto l’Università stessa. Ulteriore responsabilità propria, sempre connessa alle precedenti, è quindi quella di

negligence in relazione al duty of ordinary care, consistente in nell’obbligo che ricade

sull’Istituzione stessa, che deve garantire la libertà da abusi e molestie sessuali qualora vengano a interagire con i suoi impiegati. Inoltre, la stessa è responsabile per negligent

supervision in quanto aveva la duty di supervisionare i propri dipendenti, agenti o

rappresentanti, soprattutto a seguito delle numerose lamentele che aveva ricevuto nel corso degli anni. I rappresentanti dell’Università avrebbero dovuto capire che non era adatto a quel ruolo, alla luce del suo “sexual interest” nei confronti degli studenti.

405 Nel testo in originale al paragrafo 353: “three months after initiating the investigation, in

July 2014, the victim’s complaints were dismissed and Defendant MSU determined she didn’t understand the “nuanced difference” between sexual assault and an appropriate medical procedure and deemed Defendant Nassar’s conduct “medically appropriate” and “not of a sexual nature”.

406 Nella sentenza, paragrafo 371: “the MSU Defendants had a duty to prevent sexual assault,

abuse and molestation on their campus and premises, that duty arising under the above- referenced constitutional rights as well as established rights pursuant to Title IX”.

407 Nella sentenza paragrafo 385: “the MSU Defendants have the ultimate responsability and

authority to train and supervise its employees, agents, and/or representatives, including Defendant Nassar and all faculty and staff regarding their duties toward students, faculty, staff, and visitors”.

Risponde anche di “intentional infliction of emotional distress” in quanto aveva permesso e tollerato che un proprio agente mettesse in atto abusi sessuali indisturbatamente408, e

di “fraud and misrepresentation” in quanto dal 1996 al 2016 aveva indicato l’imputato