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Capitolo 2: Gli strumenti della conquista

2.9 Gli statuti municipal

La municipalizzazione dell'Italia segna un punto di svolta nella lunga storia della Repubblica romana312. Come varie volte richiamato all'interno del presente capitolo, l'assetto municipale

costituisce un dato importante per la comprensione dell'evoluzione dei sistemi giuridico-

309 Paci 2002: 84-85. 310 Sisani 2007: 117-121.

311 Che tutt'oggi seppur di poco risulta più breve rispetto alla strada che da Roma raggiunge Sassoferrato e Senigallia passando per Colfiorito e Camerino.

amministrativi del periodo medio repubblicano. Come già ricordato, sulla base della costituzione duovirale dei municipi creati nel corso del I sec. a.C. nell'agro Gallico e Piceno, anomala rispetto alla costituzione quattuorvirale normalmente applicata alle comunità promosse all'indomani della guerra sociale, gli studiosi hanno dedotto l'esistenza in queste aree di realtà prefettizie313.

La creazione dei municipi dell'ager Gallicus indicativamente posta dopo il 49 a.C., come prova il già citato passo di Cesare del Bellum civile314 sull'esistenza ancora in quell'anno delle prefetture,

viene anche collegata alla possibilità di un livello di urbanizzazione ancora insufficiente rispetto ai parametri ordinari dello stato romano315. Come scriveva Laffi in uno studio del 1973 relativo ai

municipi creati sull'ager Romanus, ovvero in un territorio abitato da popolazioni in possesso della cittadinanza romana, “più complessa era la serie di interventi che si rendeva necessaria (in questo

caso). Essendo il municipio un istituto per eccellenza legato al concetto di città, l'imposizione dello schema municipale esigeva preliminarmente un'ampia opera di riorganizzazione e di adeguamento delle strutture politico-amministrative esistenti. Innanzitutto occorreva scegliere i centri che dovevano essere elevati a sedi di municipia (la comprensione dei centri adottati dal governo romano spesso ci sfugge: si sarà tenuto conto prevalentemente dell'importanza che i singoli centri si erano assicurati già prima dell'incorporazione, della loro posizione goegrafica, del grado di sviluppo in senso urbano, dell'atteggiamento politico tenuto nei confronti di Roma)”316.

Anche G. Paci, richiamando lo stesso studio, ha sottolineato come, definire “i tempi della

istituzione dei singoli municipi” o colonie nell'ager Gallicus e “le ragioni che hanno indotto il governo romano a scegliere un determinato sito, piuttosto che un altro, come sede della nuova realtà amministrativa”, significhi in sostanza definire le modalità e i tempi della nascita della città

in questa zona medioadriatica317.

Per fare questo è dunque necessario analizzare i dati archeologici, epigrafici e topografici dei singoli centri dall'ager Gallicus, disponibili per i secoli III e II a.C., momento di formazione delle realtà coloniali e di quelle realtà che diverranno municipi dalla metà del I sec. a.C. e i cambiamenti avvenuti fino all'età augustea.

Un ultimo aspetto può comunque essere analizzato sempre sulla base dell'assetto municipale dell'ager Gallicus dopo il 49 a.C. Recentemente si è infatti cercato di definire in modo più preciso i confini dell'ager Gallicus rispetto all'Umbria propria di quanto non facciano le fonti letterarie. Una proposta è stata avanzata da G. Paci e si basa sulla distinzione di municipi retti da costituzione duovirale e municipi retti da costituzione quattuorvirale. Il duovirato sarebbe caratteristico dei

313 Laffi 1973; Humbert 1978: 401 e ss.; Paci 2008: 205-226. 314 Caes. b.c. I, 15, 1-2.

315 Bandelli 2007: 25. 316 Laffi 1973: 39. 317 Paci 1998a; Paci 2003.

municipi sorti su antico ager Romanus, a differenza dei centri ex-federati dove tipico sarebbe il quattuorvirato. Dei primi farebbero dunque parte i municipi dell'ager Gallicus, non a caso inseriti tutti nella tribù Pollia estesa in quest'area a seguito dell'iniziativa coloniaria di Gaio Flaminio. L'ager Gallicus comprenderebbe quindi i territori municipali di Forum Sempronii, Suasa, Ostra,

Fanum Fortunae e le colonie di Aesis, Sena Gallica e Pisaurum, dove l'anomalia della presenza

della tribù Camilia a Pisaurum e Suasa viene, come visto, spiegata da Paci nel primo caso con la deduzione della colonia nel 184 a.C. e nel secondo per la presenza dell'enclave pesarese a partire dal 42/41 a.C., ma in realtà precedentemente iscritti nella Pollia. A questi centri andrebbe aggiunta la colonia latina di Ariminum che costituirebbe l'unica vera eccezione essendo iscritta nella tribù

Aniense, forse anche in questo caso spiegabile chiamando in causa la fondazione stessa318.

Lo stesso Paci sottolinea inoltre come tra le città umbre trova posto per ragioni topografiche anche

Matilica, che pur iscritta alla tribù Cornelia, presenta una costituzione duovirale e per cui non vi è

una soluzione sicura al riguardo. Tre le città dell'agro Gallico fa parte Fanum Fortunae, iscritta alla

Pollia, la cui apparente anomalia della menzione di quattuorviri va ricondotta alla colonia augustea

e si spiega con l'utilizzo di una forma impropria per designare degli edili, dove quindi i magistrati della colonia fanestre dovevano essere regolarmente i duoviri iure dicundo319. Allo stesso tempo,

non pone invece problemi Sentinum, iscrita alla tribù Lemonia e con costituzione quattuorvirale. Di recente questa ricostruzione è stata criticata da S. Sisani il quale ha ribadito come il quattuorvirato non sia esclusivo solo dei centri ex-federati e “la costituzione duovirale è

caratteristica dei centri che sviluppano forme urbane e strutture amministrative di tipo centralizzato in epoca tarda, indipendentemente dall'epoca di municipalizzazione320. Il duovirato è la magistratura tipica di quei centri che tra la concessione della cittadinanza romana e la metà del I sec. a.C. dovettero mantenere una struttura amministrativa di tipo paganico ancora inquadrata nel sistema delle praefecturae”321, come nel caso del Piceno e dell'agro Gallico. Lo stesso Sisani

ipotizza che dal momento che la strutturazione in praefecturae risale in queste aree già ad epoca anteriore alla guerra sociale, è possibile che il duovirato non sia una nuova creazione ma la semplice razionalizzazione delle strutture amministrative originarie. A tal proposito sottolinea come il duovirato sia attestato come carica di comunità dell'ager Romanus, già anteriormente alla municipalizzazione, mentre il quattuorvirato non sia al contrario attestato prima della guerra sociale, configurandosi come una vera e propria creazione della municipalizzazione322.

318 Paci 1998: 108.

319 Paci 2004: 48-61. Lo stesso autore tuttavia non è del tutto convinto della spiegazione data e comunemente accettata sulla base di altri casi simili.

320 Sisani 2007: 70. 321 Sisani 2007: 269. 322 Sisani 2007: 269-270.

Sisani continua la sua critica aggiungendo come elementi a sfavore della ricostruzione di Paci l'anomalia di Matilica, e secondo lui anche di Fanum Fortunae, il fatto che tale ricostruzione presupponga la sopravvivenza in loco della popolazione gallica ben oltre i limiti proposti anche dopo il 284 a.C.(secondo le fonti letterarie interamente sterminata), e l'esclusione dell'agro di

Sentinum. Secondo l'autore invece, il territorio di Sassoferrato, scelto quale sede dello scontro del

295 a.C. come fronte anti-romano, sembra doversi collocare nel cuore del territorio senone. Per questi motivi Sisani propone che “l'unico criterio affidabile per determinare i confini occidentali

dell'ager Gallicus è quello su base archeologica, che permette di identificare quali aree fossero occupate dai Senoni a ridosso della campagna di Curio Dentato, le stesse che, ormai deserte, dovettero essere inglobate in blocco come ager publicus nel 284 a.C.”323.

A tal riguardo riporta come rinvenimenti ascrivibili con sicurezza all'ambito culturale gallico quelli di Piano di Maiano di Cagli e di Moscano di Fabriano324. Il limite settentrionale corrisponde invece

al limite della regio VI augustea, coincidente con il vecchio corso del fiume Conca/Crustumium, limite settentrionale del territorio di Pisaurum325, mentre il confine meridionale è rappresentato dal fiume Esino, come testimoniato in modo esplicito da Plinio326.

Secondo Sisani l'ager Gallicus doveva dunque includere i territori dei futuri centri di Sena Gallica,

Fanum Fortunae e Pisaurum sulla costa, di Sentinum, Aesis, Ostra, Suasa e Forum Sempronii

nell'entroterra327.

Senza dover necessariamente trovare una soluzione tra queste due posizioni potenzialmente entrambe valide, quelli appena elencati sono i centri che verranno analizzati nella seconda parte della ricerca.

323 Sisani 2007: 70.

324 Sisani 2007: 70 e bibliografia citata. 325 Campagnoli 1999.

326 Plin. Nat. Hist. III, 113. 327 Sisani 2007: 72.

PARTE SECONDA