• Non ci sono risultati.

Capitolo IV: L’agency dell’infanzia nelle relazioni di cura

7. Grounded Theory e portatori di interesse

Su un piano prettamente metodologico, infatti, ho impostato (e condotto) la ricerca facendo riferimento ai principi della Grounded Theory assunta come per Carricaburu e Ménoret (2007:105) e cioè come “un approccio che si propone lo sviluppo di teorie fondate sui fatti, elaborate a partire dalle definizioni della situazione condivise dalla popolazione in studio e studiate così come vengono esposte dai soggetti coinvolti nell’indagine… per fare emergere teorie che consentano di interpretare ciò che succede concretamente.”

Silverman (2013:216) definisce la Grounded Theory come un metodo di studio qualitativo con cui i ricercatori sviluppano delle analisi teoriche induttive partendo dai dati che hanno raccolto in prima istanza, per poi raccogliere altri dati in un secondo momento così da verificare le teorie che hanno prodotto. Non a caso – su un piano di compatibilità – Creswell (2013:63) raccomanda la Grounded theory soprattutto negli ambiti – come quello della mia ricerca – per i quali non esiste (ancora) una teoria specifica che spieghi un fenomeno in atto.

È utile ricordare Seale et al. (2004:139) quando affermano che non esiste una Grounded Theory intesa come metodologia unica e unificata; né esistono definizioni metodologiche univoche e inappellabili. Ciò che esiste sono delle differenti interpretazioni – e applicazioni – che hanno come comune denominatore la convinzione che la teoria dovrebbe essere stimolata dalla e ancorata alla realtà sotto osservazione. Una modalità con cui generare teoria attraverso la ricerca piuttosto che il contrario.

L'intento di molti autori della Grounded Theory a cui ho fatto riferimento – come per esempio Corbin e Strauss (1998:9) – è di sviluppare tanto un apporto euristico, quanto una teoria che al contempo orienti l'azione sociale e ne sia da essa orientata. È per questo motivo che mediante la Grounded Theory si possono raccogliere e produrre narrazioni che permettano di identificare innovative connessioni tra le cose. Ed è in questo modo

78

che diventa possibile distinguere fenomeni che ci permettano di generare una teoria che – anche secondo (Seale et al., 2004:92) – possa dirsi rilevante, pratica ed analitica e contribuisca a mostrare prospettive e interpretazioni alternative dei processi sociali mediante il confronto e la ricontestualizzazione.

Per un suo impiego coerente, la Grounded Theory richiede che il ricercatore resti quanto più possibile a lato per permettere ai contenuti di emergere via via che si procede. Ne consegue una produzione teorica che derivi da dati sistematicamente raccolti e analizzati mediante il processo di ricerca (Corbin J., Strauss A., 1998:12).

Seguendo l’impostazione di cui sopra, come indicato da Carricaburu e Ménoret (2007:5), in fase di progettazione ho raccolto definizioni e descrizioni delle situazioni tra i soggetti direttamente coinvolti che mi avrebbero permesso – mediante la raccolta dati – di concentrarmi in maniera più efficace sulla rilevazione e l’analisi dell’esperienza dei

miei portatori di interesse.

Nel caso di questa ricerca ho considerato PORTATORI DI INTERESSE i soggetti che

hanno vissuto l’esperienza di malattia oncologica di un familiare mentre erano minori di età e che rientrano tra i soggetti che – nell’ambito del Piano sociale e sanitario della Regione Emilia-Romagna 2017-2019 – sono identificabili come titolari di bisogni specifici riguardo sia la gestione della persona malata, sia il benessere psico-fsico, sociale ed economico di chi la accudisce (Regione Emilia-Romagna, 207:16-17).94

In conclusione, per portare a compimento la fase pre-empirica, il progetto di ricerca che ho ‘disegnato’ ha previsto un percorso organizzato nei seguenti passaggi:

- Delimitazione degli assi tematici rispetto ai quali reperire informazioni. - Identificazione delle tecniche di raccolta dati da utilizzare.

- Affinamento degli assi tematici mediante interviste semi-strutturate a testimoni

significativi.

- Elaborazione e integrazione dei contenuti mediante colloqui in profondità con

portatori di interesse.

- Analisi incrociata di assi tematici e narrazioni. 8. Modalità di delimitazione degli assi tematici

Sul piano attuativo, per compiere una delimitazione coerente delle aree tematiche da approfondire, ho realizzato un’armonizzazione analitica delle conclusioni del progetto- pilota realizzato per la Regione con due tipi di fonti informative:

- Analisi della letteratura empirica di pertinenza, integrata da una disamina di materiali audio-video prodotti da organizzazioni della società civile e una rassegna stampa sul tema.

- Conduzione di sei colloqui informali con personale di servizi sociosanitari che fossero di pertinenza con la ricerca, al fine di constatare – sulla base del loro saper

fare professionale – quali fossero le aree tematiche più utili da affrontare rispetto

al tema della mia analisi.95

94 La profilazione più dettagliata del target della ricerca viene descritta nel par. 11.2 di questo capitolo. 95 I colloqui sono stati realizzati durante il 2017 con staff delle seguenti istituzioni: * Rete delle Cure

Palliative dell’Azienda USL di Bologna, * Area Innovazione dell’Agenzia Sociosanitaria della Regione Emilia-Romagna, * Settore Formazione e Aggiornamento dell’Associazione Nazionale Tumori – ANT, * Servizio Psicologico della Clinica della Crisi – Associazione Rivivere, * Area Assistenza di AGEOP – Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica e * Centro di Riabilitazione Oncologica "Gli Onconauti."

79

8.1 I colloqui informali della fase preliminare

La decisione di integrare l’analisi della letteratura con dei colloqui informali richiesti a soggetti coinvolti nell’erogazione di servizi pertinenti per la ricerca, è stata dovuta all’alto livello di frammentazione delle fonti documentali e pubblicistiche rispetto all’ambito specifico della mia ricerca. La sola analisi della letteratura, infatti, non mi era parsa sufficiente per delimitare le aree tematiche rispetto a un tema così poco trattato.

Pertanto, per realizzare un processo di “raffinazione” di idee emergenti dalle informazioni raccolte piuttosto che il contrario (Seale et al. 2004:80), ho condotto dei colloqui informali in forma di intervista libera compiendo riferimento alla tecnica come la definiscono Arcuri e Arcuri (2000:105) e cioè: “una sorta di conversazione tra il ricercatore e l’utente, cui vengono poste domande aperte in modo libero, permettendo ad entrambi di stabilire la direzione seguita man mano dal discorso. Una metodologia utile per indagini di tipo esplorativo, in cui il ricercatore non possieda (ancora) un’idea precisa di quali siano gli argomenti più importanti.”

L’intento – poi raggiunto – era di verificare la cogenza e l’opportunità del mio studio sociologico in quanto ricerca fondata sull’ipotesi preliminare che avevo sviluppato. Anche per questa ragione, ho condotto i colloqui seguendo una traccia generica e non standardizzata, sviluppata ogni volta ad-hoc considerando la specificità dell’interlocutore, soprattutto in relazione ai rispettivi background teorici ed esperienze individuali.

Una conduzione de-strutturata, quindi, ispirata dall’assunto che Cardano condivide citando Kaufman, secondo cui “La migliore domanda non è quella suggerita dalla traccia, ma quella che l’intervistatore inventa lì per lì a partire da ciò che è appena stato detto dall’informatore (Cardano, 2011:166)

Outline

Documenti correlati