Capitolo IV: L’agency dell’infanzia nelle relazioni di cura
10. Le interviste a testimoni significat
La prima fase empirica si è incentrata sul contributo orientativo dei testimoni significativi e un’analisi della letteratura che di pari passo mi ha permesso di mettere a fuoco gli approfondimenti più strategici realizzando un progressivo aggiustamento dei contenuti da affrontare con i portatori di interesse.
Per questo motivo, per tali interviste, mi sono rivolto a un target di natura multi- disciplinare, facendo riferimento a un theoretical sampling – come definito da Creswell (2013:97) – e cioè un gruppo di soggetti sulla base di assunti teorici.
10.1 Un campionamento teorico
L’adozione di un campionamento non probabilistico a scelta ragionata infatti – come sottolinea Cardano (2011:88) – è tipico dei metodi qualitativi di indagine, i quali si caratterizzano per l’individuazione di soggetti in possesso di caratteristiche decise a priori dal ricercatore
Ho ritenuto che impiegare questa modalità fosse funzionale, oltre che coerente, all’approccio teorico adottato in quanto, sul piano attuativo, la natura che contraddistingue la Grounded Theory da altre modalità di ricerca prevede che, non si dia
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inizio a una ricerca su delle assumptions immodificabili, ma si definisca l’ipotesi dello studio sulla base di una prima analisi dei dati. Il riferimento a un campione teorico, quindi, mi ha permesso di ottenere la rilevazione di ulteriori dati così da poter produrre nuove e più affinate categorie (Silverman, 2013:2017).
Per la costruzione del campione teorico ho incluso esperti di organizzazioni pubbliche, private e della società civile, afferenti non solo a vari settori del sistema socio- sanitario – istituzionale e non – ma anche a:
- attori educativi – scelti in virtù dell’esperienza professionale maturata con bambini e adolescenti su base quotidiana – e
- attori accademici – in quanto soggetti impegnati nella comprensione/ divulgazione di dinamiche partecipative e agenziali dell’infanzia e adolescenza. La selezione dei nominativi96 è avvenuta mediante: (a) indicazioni ottenute dai colloqui informali della fase preliminare; (b) rilevazione di pertinenza sulla base dell’analisi documentale di materiale cartaceo/web e (c) suggerimenti in itinere da parte di altri intervistati.
I testimoni significativi sono stati individuati mediante un’attività di mappatura svolta durante – e congiuntamente – alla prima analisi della letteratura, per poter poi essere consultati impiegando la tecnica delle interviste semi-strutturate. I soggetti sono stati contattati con lettere di invito che includevano informazioni etiche riguardanti l'uso dei dati da raccogliere e i dettagli sulla natura e gli scopi della ricerca. Con una sola eccezione, tutte le persone contattate hanno risposto positivamente.
In termini di processo, le interviste hanno avuto una durata con un range compreso tra i 114 minuti (massimo) e 41 minuti (minimo) e salvo due casi, gli intervistati sono stati incontrati sul luogo di lavoro abituale. Nell’ambito della loro realizzazione, non è stata incontrata nessuna problematica, anzi: tutti gli intervistati hanno partecipato con un palese entusiasmo esplicitato dalla disponibilità e dall’attenzione che mi hanno dedicato, finendo per fornire un’importante quantità di informazioni e stimolo a continuare sulla strada intrapresa.
10.2 Il mutevole contenuto di un percorso a “zigzag”
Sul piano dei contenuti ho utilizzato le aree tematiche identificate nella fase preliminare (di cui al par. 8) sviluppando categorie analitiche su cui impostare le tracce d’intervista in modo che mi permettessero di trattare:
- gli scenari fenomenologici più ricorrenti con relative determinanti, - i ruoli potenziali/attuali dei minorenni coinvolti e
- le implicazioni sulla loro dimensione relazionale.
Per la conduzione delle interviste, ho mantenuto – come nel lavoro di Salamonsen et al. (2016) – il comune approccio finalistico di stimolare processi interattivi, reciproci e riflessivi, mentre – sul piano dei contenuti – ho impiegato una griglia generica costituita da sette domande aperte.97
La griglia generica – in realtà – non è mai stata usata in quanto tale, avendone invece impiegato degli adattamenti settoriali che sono stati sviluppati via via in base all’ambito d’afferenza dei soggetti intervistati.
Il percorso che ho seguito è stato quello a zigzag della metafora di Creswell (2013:62) il quale prevede, anzi auspica, un ricercatore che esca sul campo per le prime interviste, rientri, analizzi quanto raccolto, aggiusti le interviste per una nuova serie, ritorni sul
96 Come dettagliato al par. 3.1 del capitolo VI.
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campo, eccetera; fino a quando il livello di informazioni raccoglibili raggiunge saturazione.
L’iniziale lista di contatti che comprendeva dieci soggetti è stata in itinere integrata da ulteriori 14 nominativi identificati durante la prima ondata di consultazioni. Dopo aver intervistato un totale di 16 soggetti, ho stabilito che le informazioni raccolte avevano saturato le categorie progressivamente formatesi e ho concluso la fase.
La soglia di saturazione è un elemento teorico complesso da maneggiare in quanto non è possibile stabilire a priori e con criteri di oggettività, quando le dimensioni analitiche siano sature e quando la teoria sia abbastanza delineata.
Nel mio caso, in linea con i già citati autori di riferimento – soprattutto si vedano Seale et al. (2004:80), Silverman (2013:292) and Creswell (2013:62) – ho ritenuto di aver raggiunto la soglia di saturazione nel momento in cui mi sono accorto che ulteriori dati raccolti non avrebbero comportato un ulteriore raffinamento delle categorie analitiche che avevano preso forma e che, quanto di cui disponevo, era sufficiente per sviluppare le aree tematiche specifiche da affrontare assieme ai portatori di interesse.
10.3 Affinamento delle categorie tematiche
Ogni testimone significativo è stato contattato con una lettera di invito la quale, oltre a una scheda sintetica su natura e scopi della ricerca, includeva informazioni etiche riguardanti l'uso che avrei fatto dei dati raccolti.
Ad eccezione del rappresentante di una fondazione che non ha ricevuto autorizzazione da parte del comitato etico interno, i testimoni significativi hanno risposto positivamente e con palese entusiasmo: tutte le interviste mi sono state accordate nell’arco di pochissimi giorni dalla richiesta e, in ogni occasione, ho esperito la manifestazione di un forte interesse per la ricerca e i suoi eventuali sviluppi.
Sulla base del consenso rilasciato da ciascun partecipante, le interviste sono state poi registrate su nastro e trascritte. Le consultazioni si sono svolte nei rispettivi uffici dei partecipanti, tutti situati nell'area metropolitana di Bologna durante il periodo compreso tra il 15 giugno e il 31 agosto 2018.
Ogni incontro si è svolto in modo soddisfacente, ampliando lo spettro della ricerca e approfondendone alcuni aspetti chiave; soprattutto – una volta compiuta un’analisi del contenuto delle deregistrazioni – ho organizzato le informazioni nelle seguenti categorie tematiche:
- Gli scenari più ricorrenti e i più spiccati aspetti determinanti il coinvolgimento e la marginalizzazione dei minori nei percorsi oncologici eterovissuti.
- La correlazione tra inclusione/esclusione e genere/età/stato socio-culturale. - I ruoli reali e potenziali interpretati nella scena di cura da soggetti di età inferiore
ai 18 anni.
- Le tipologie delle implicazioni sul sistema relazionale familiare.
- I rischi e le opportunità inerenti il coinvolgimento di bambine, bambini e adolescenti nel percorso oncologico di un familiare di riferimento.
In conclusione, con questa ulteriore delimitazione del terreno tematico in cui muovermi, ho potuto restringere in modo strategico il focus dell’analisi dei dati che avrei raccolto direttamente con i portatori di interesse della fase empirica successiva.
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11. Colloqui in profondità con portatori di interesse