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Il bambino sicuro diventa un bambino che mentalizza

È opinione comune che “l’armonia della relazione madre-bam- bino contribuisce allo sviluppo del pensiero simbolico” […]. Bowl- by […] riconosce il signifi cato che ha l’emergere della capacità nel bambino di concepire sua madre come persona con propri obiettivi

6 Fonagy P., Target M, Attaccamento e funzione rifl essiva, Milano, Raffaello Cortina, 2001, pp. 114-124.

e interessi separati dai suoi e di tenerli in considerazione. […] Al- cuni studiosi hanno trovato che la sicurezza dell’attaccamento alla madre è un buon indice predittivo concorrente della capacità meta- cognitiva del bambino negli ambiti della memoria, della compren- sione e della comunicazione. È stato dimostrato che il Separation

Anxiety Test, un test proiettivo sulla sicurezza dell’attaccamento, è

un buon predittore della capacità di ragionare in termini di creden- za-desiderio nei bambini dai tre ai sei anni […].

[…] L’andamento generale dei risultati delle ricerche confer- ma che la sicurezza dell’attaccamento è signifi cativamente legata alle abilità simboliche in generale e al processo di mentalizzazione precoce in particolare. […] In modo più plausibile, si può pensare invece che l’effetto facilitante dell’attaccamento sicuro è dovuto a un approccio più rilassato, a un’attitudine orientata al compi- to, alla disponibilità a farsi coinvolgere in una prova cognitiva, a un relazionarsi al ricercatore adulto con una modalità ludica ed esplorativa, e così via: tutto ciò rifl ette la prestazione più che la competenza. […]

In ciò che segue sosterremo […], che la relazione tra ragio- namento sulle false credenze e sicurezza dell’attaccamento non è insignifi cante.

Prevediamo due set alternativi di modelli per spiegare questa relazione: a) la sicurezza dell’attaccamento nell’infanzia predispone i bambini a benefi ciare dei processi sociali, facilitando direttamente l’abilità rifl essiva e la comprensione sociale (modelli di mediazio- ne); b) la sicurezza dell’attaccamento è un indicatore della qualità della relazione bambino-caregiver, da cui deriva la comprensione psicologica. In questo secondo modello, i processi sociali che ac- cellerano la qualità dei processi di mentalizzazione nell’organizza- zione del Sé sono molto simili a quelli che garantiscono la sicurezza dell’attaccamento.

I modelli di mediazione sembrano implicare che in questo aspetto dello sviluppo dell’organizzazione del Sé sono coinvolti processi sociali specifi ci e che tali processi sociali aumentano ne- gli individui con attaccamento sicuro. Le modalità che incontrano questi criteri sono almeno tre.

La prima è quella del far fi nta. È stato dimostrato che i bambini di circa tre anni che entrano con più prontezza in un’interazione cooperativa […] e, più specifi camente, in giochi in cui “si fa fi nta

di” […], mostrano capacità di mentalizzazione e di comprensione emozionale superiori. […]

È molto probabile che i giochi o le situazioni giocose in cui “si fa fi nta di” facilitino la comprensione degli stati mentali. […]. All’interno di altri modelli, il gioco del “far fi nta di” è una manife- stazione precoce dei meccanismi della teoria della mente […]. Ca- pire perché i bambini di tre anni sono in grado di comprendere una rappresentazione in cui “si fa fi nta di”, ma non una falsa credenza […], di distinguere tra fi nzione e realtà, ma non tra apparenza e re- altà […], è una questione molto interessante. Nel caso del “far fi nta di”, le rappresentazioni, che sono diverse dalla realtà, ma non sono nemmeno condivise in un contesto sociale caratterizzato dal “far fi nta di”. Nei giochi o nelle situazioni giocose basate sulla dinamica del “far fi nta di”, l’adulto assume la posizione mentale del bambino e gliela ri-propone in relazione a un terzo oggetto che è simbolica- mente tenuto in mente da entrambi […]. L’impalcatura fornita dal compagno di gioco del bambino nel gioco del “far fi nta di” […] non solo promuove successi più precoci, ma è anche il meccani- smo attraverso cui emerge lo sviluppo della funzione rifl essiva. […] Il gioco simbolico offre una “zona di sviluppo prossimale” per le abilità che favoriscono la capacità di mentalizzazione. I bambini con una storia di attaccamento sicuro sembrano coinvolgersi più facilmente in attività che presuppongono un grado di fi ducia, in quanto fanno affi damento sul punto di vista o sulla percezione che l’altro ha della realtà.

La seconda modalità è quella del parlare. È stato dimostrato che i discorsi sui sentimenti e sui motivi che stanno alla base delle azio- ni delle persone sono correlati a un raggiungimento relativamente precoce della funzione rifl essiva […]. In una situazione sperimen- tale si è visto che bambini di tre anni, le cui madri davano spiega- zioni spontanee sulle proprie emozioni, mostravano, nei successivi quindici mesi, una aumentata comprensione delle emozioni […].

I modelli di interazione madre-bambino caratteristici delle diadi sicure – gioco condiviso, atteggiamento di conforto, gioco- sità – sono contesti al cui interno le spiegazioni materne degli stati mentali svolgono un ruolo particolarmente facilitante per lo svi- luppo della funzione rifl essiva […]. L’attaccamento sicuro potrebbe allora generare modelli di interazione verbale tra caregiver e bam- bino che, a loro volta, sostengono il pensiero sui sentimenti e sulle intenzioni. […].

[…] La valutazione dell’attaccamento negli adulti […] eviden- zia come l’attaccamento sicuro comporti una maggiore sensibilità alle regole della conversazione.

Il terzo potenziale mediatore è l’interazione con il gruppo dei

pari. Abbiamo già notato che l’interazione con i fratelli migliora

lo sviluppo di una teoria della mente. […] Secondo Bruner […], la tendenza del genitore a trattare i gesti spontanei del bambino

come se fossero comunicazioni intenzionali porta il bambino stes-

so a vedersi come soggetto intenzionale e a iniziare a comunicare intenzionalmente.