• Non ci sono risultati.

Tab 3.1 “Il problema e le risorse disponibili”

3.5.5. Il Disegno di Valutazione del Progetto Individualizzato.

La quinta sezione della Scheda per la Progettazione Individualizzata dei Casi rappresenta la fase valutativa del processo di progettazione.

Il presupposto di base è che nel lavoro sociale, per garantire significato ed efficacia dell’agire professionale, è necessario, per gli operatori, dotarsi di un bagaglio teorico e metodologico, non solo nella progettazione, ma anche nella valutazione degli interventi.

Questo significa assumere un’ottica progettuale e strategica, di cui si è già parlato in altre parti di questo lavoro, ma che si intende riprendere a livello concettuale per sottolineare l’importanza, specialmente nell’ambito complesso della tutela minori, di mantenere viva l’attenzione sui risultati di ogni singolo intervento, per poi procedere ad una ri-progettazione in senso migliorativo.

Il rischio che si intravede nel sottovalutare questa dimensione del processo di progettazione, è quello di investire molte energie e risorse nell’elaborare azioni d’intervento, nel predisporre proposte d’aiuto per gli utenti, senza poi avere un riscontro sull’efficacia, sui cambiamenti ottenuti o sulle criticità che hanno ostacolato il miglioramento della situazione iniziale.

Risulta quindi fondamentale, all’interno delle culture professionali e delle culture organizzative, introdurre e stimolare l’utilizzo di metodologie di valutazione sui casi, per diversi motivi:

- permette di creare le basi per prefigurare un reale cambiamento nel sistema utente: la valutazione sui casi infatti non equivale, come affermano Casartelli e Bertotti45, ad un giudizio

“sulla” persona, ma consente di mettere a fuoco la strada da percorrere per ottenere anche piccoli cambiamenti, quindi è un giudizio sul “fare” e non sull’“essere”. Questo aspetto da un lato aiuta ad innalzare la motivazione e gli apprendimenti degli assistenti sociali e psicologi coinvolti nella progettazione e dall’altro, coinvolge le persone nell’apprezzare i loro risultati e nel “desiderare” il cambiamento che gli operatori hanno mostrato come “possibile”.

- La valutazione in questo ambito, condotta attraverso una metodologia appropriata, consente inoltre di aumentare la consapevolezza degli operatori rispetto alla propria responsabilità professionale nell’esprimere un giudizio sul progetto in corso, sugli esiti ottenuti e su una ri- progettazione degli interventi. Riuscire a motivare le scelte professionali aiuta, infatti, a rendere la comunicazione più trasparente, sia tra i professionisti della stessa équipe, sia tra questi e il Tribunale, con gli utenti, con i propri Responsabili e, non da ultimo, anche nell’esplicitare al livello politico gli interventi predisposti a tutela delle persone.

- Introdurre degli strumenti di valutazione nella progettazione sui casi rappresenta un passaggio culturale all’interno dei servizi, ancora in gran parte in divenire, che consente agli operatori di acquisire, nel proprio agire professionale, una tensione verso una maggiore obiettività, superando quindi lo stereotipo che vede il campo del sociale come un terreno in cui prevale la soggettività e il buon senso, pur nella consapevolezza che l’oggettività assoluta in questo ambito, non potrà mai essere raggiunta completamente, concetto rappresentato da Alfoldi46 con

una curva asintotica che non raggiunge mai l’asse dell’oggettività.

La co-costruzione dello strumento di progettazione individualizzata dei casi, realizzatasi durante il percorso formativo per assistenti sociali e psicologi del Servizio Tutela Minori di Brescia, ha quindi compreso anche la fase valutativa della progettazione. Per verificare la tenuta complessiva del progetto, relativo ad un minore con provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, il gruppo, attraverso il supporto tecnico dei ricercatori/formatori IRS, ha elaborato un disegno di valutazione del progetto. Come già riportato a livello teorico nel paragrafo 2.5.4., la ricerca valutativa necessita, infatti, di essere progettata attraverso uno specifico disegno di ricerca in cui viene esplicitato perché si valuta, cosa si valuta, quali aspetti, secondo quali criteri e indicatori, ecc.

Si definisce, quindi, un percorso attraverso cui verrà formulato il giudizio valutativo sul progetto. Il metodo proposto dai ricercatori/formatori è quello che loro stessi utilizzano nell’ambito IRS, nella valutazione dei progetti, che prevede undici passaggi logici47, ma che, in questa

esperienza formativa è stato adattato alla valutazione del progetto individualizzato per i minori

46

Ivi, pag. 92.

sottoposti a provvedimento del Tribunale, riducendo a cinque gli step del disegno di valutazione, considerato anche il fatto che il gruppo si trovava, per la prima volta, a confronto con uno strumento di valutazione dotato di rigore metodologico e non vi era molta familiarità con la prassi valutativa. È stata quindi costruita una tabella composta da cinque colonne (Tabella 3.3), in cui sono state definite le diverse tappe della ricerca valutativa che l’équipe integrata dovrà realizzare per sviluppare nuove conoscenze attorno al progetto, che è stato pensato e condiviso per un determinato minore, per scoprire gli eventuali motivi di successo o insuccesso, affinché si possa procedere a una ri-progettazione del percorso d’aiuto in senso migliorativo.

______________________________________________________________________________

Tab. 3.3 “Il disegno di valutazione del progetto”

Finalità (strategia) Criteri Indicatori Fonte informativa

Quando sarà realizzata la rilevazione?

Individuare la finalità del progetto d’intervento per gli assistenti sociali e psicologi significa rispondere alla domanda “cosa voglio valutare?perché valuto?con quale scopo?”. Questo passaggio consente di definire il campo d’azione del processo valutativo, rispetto agli obiettivi che nel piano d’intervento si erano esplicitati e aiuta gli operatori a dichiarare i valori di riferimento che sottendono il progetto e la sua valutazione, il senso dell’agire professionale.

Il disegno della ricerca valutativa prosegue con l’esplicitazione dei criteri con cui valutare, ovvero gli aspetti oggettivi in base ai quali i professionisti possono esprimere un giudizio rispetto al raggiungimento di un determinato obiettivo del progetto d’intervento personalizzato. Successivamente si individuando gli indicatori che andranno a precisare e a descrivere, attraverso una variabile quantitativa o qualitativa, l’andamento del fenomeno che è stato scelto come criterio guida per la valutazione di un obiettivo.

Per poter valutare è necessario individuare anche le fonti e gli strumenti attraverso cui raccogliere le informazioni. In più riferimenti teorici sulla valutazione emerge che la qualità della valutazione è determinata da diversi fattori, tra cui l’utilizzo di una pluralità di fonti informative. Nell’ambito dei minori con decreto dell’Autorità Giudiziaria si possono considerare fonti informative, in primo luogo il contesto familiare stesso del bambino: attraverso più strumenti professionali sia l’assistente sociale che lo psicologo, anche in maniera congiunta, potranno raccogliere informazioni utili nella loro ricerca valutativa. Ad esempio attraverso il colloquio, la visita domiciliare, si potrà verificare,

come e se, gli obiettivi e le relative azioni, concordate con i genitori, stanno proseguendo. Un’altra fonte informativa potrà essere rintracciata nell’ambito extrafamiliare, in particolare attraverso i colloqui con le insegnanti della scuola, le relazioni prodotte dagli educatori della comunità d’accoglienza o le osservazioni della famiglia affidataria oppure dell’educatore che sta svolgendo un servizio educativo domiciliare nel contesto familiare del bambino. In questi casi gli strumenti utilizzati saranno incontri tra i professionisti (in équipe integrata ma anche separatamente) e i vari interlocutori individuati. Le fonti informative inoltre possono essere rappresentate dai professionisti di altri servizi specialistici (ad esempio i servizi per le dipendenze o i centri di salute mentale che generalmente seguono gli adulti), che l’assistente sociale e lo psicologo potranno contattare per verificare ad esempio il grado di adesione e collaborazione dell’adulto nella presa in carico terapeutica, la prognosi rispetto alla patologia e le ricedute sul suo sistema di relazioni, ecc.

L’équipe inoltre dovrà darsi dei tempi rispetto alla propria ricerca valutativa, nell’ultima colonna della tabella riferita al disegno di valutazione, si dovrà, infatti, indicare quando sarà realizzata la rilevazione delle informazioni. In questo modo l’équipe può darsi degli step di verifica per ogni obiettivo di miglioramento individuato, affinché la valutazione non si risolva esclusivamente in un atto finale all’interno del processo di progettazione, ma possa accompagnare l’intero percorso d’aiuto al minore e alla sua famiglia, consentendo quindi, anche in corso d’opera, una ri- progettazione.

La parte finale della Scheda (sezione n. 6) è stata aggiunta dagli operatori dei due enti, riunitisi con i rispettivi Responsabili, a percorso formativo terminato, sulla base di alcune prime sperimentazione dello strumento.

In questa tappa del progetto individualizzato, a completamento della ricerca valutativa intrapresa attraverso il disegno di valutazione della sezione precedente, gli operatori hanno previsto quattro domande48

, la cui risposta consentirà ai professionisti di collegare il disegno di valutazione del progetto ad una eventuale nuova ri-progettazione del caso.

Per accompagnare l’applicazione del disegno di valutazione, quale strumento metodologico del tutto nuovo per gli assistenti sociali e gli psicologi di questo servizio, il gruppo di lavoro ha elaborato, attraverso il supporto dei ricercatori/formatori IRS, dei punti di attenzione per le équipe e per i Responsabili dei due enti, riportati all’interno delle Linee Guida, il secondo strumento innovativo prodotto nell’abito del percorso formativo.

Le raccomandazioni che gli operatori si sono dati e che hanno scelto di precisare in questo documento, riguardano in primo luogo la concezione della dimensione valutativa come un processo che, fin dall’inizio, accompagna la progettazione individualizzata. Inoltre, è stato precisato che la

valutazione degli esiti del progetto e l’individuazione delle criticità e dei punti di forza delle azioni messe in atto, devono essere condotte in équipe, sia in itinere che a conclusione dell’intervento. Un altro aspetto importante a cui i professionisti hanno voluto dedicare una specifica raccomandazione, riguarda la distinzione tra più livelli di analisi, ovvero tra la valutazione degli esiti che riguardano il minore e quelli relativi alla sua famiglia. Questo consente di mantenere viva l’attenzione non solo sul soggetto da tutelare (il bambino) ma anche su tutto il sistema familiare. Nelle Linee Guida una raccomandazione che i Responsabili dei due enti hanno voluto esplicitare, riguarda la previsione di momenti di valutazione sull’efficacia del Servizio Tutela Minori, sulla scorta delle valutazioni effettuate sui casi e dei risultati raggiunti nella progettazione individualizzata. Questo permette, a livello programmatorio, di identificare nuove modalità di lavoro, di compiere scelte organizzative mirate e di confermare ciò che nel servizio funziona oppure di realizzare economie di spesa, il tutto in funzione di un miglioramento della qualità e dell’efficacia del servizio erogato.

Outline

Documenti correlati