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Il Servizio Minori del Comune di Brescia: i bisogni del territorio e le risposte dell’Ente Locale.

3. Dalla teoria alla prassi: un’esperienza di co-costruzione di uno strumento professionale per la gestione del servizio Tutela Minori interessati da provvedimenti dell’Autorità

3.2. Il Servizio Minori del Comune di Brescia: i bisogni del territorio e le risposte dell’Ente Locale.

In questa sezione verrà presentato il Servizio Minori del Comune di Brescia al fine di poter offrire un inquadramento generale rispetto all’organizzazione attuale, i servizi e le prestazioni offerte, i valori di fondo e la mission del servizio e presentare i bisogni e le criticità emergenti, facendo riferimento all’ultima programmazione zonale (2009 - 2011) e alle informazioni raccolte attraverso un’intervista effettuata alla Responsabile del Servizio Minori del Comune di Brescia.

Attualmente l’area minori del Comune di Brescia è organizzata secondo alcuni presupposti fondamentali, enunciati anche dalla stessa Responsabile15, che possono essere considerati la

“bussola” dell’agire professionale degli operatori, in grado di garantire l’offerta di interventi e di

12 L.R. n. 3/2008, art. 7, lett. f) : “Le persone che accedono alla rete delle unità di offerta sociali e sociosanitarie hanno

diritto a […] essere prese in carico in maniera personalizzata e continuativa ed essere coinvolte nella formulazione dei relativi progetti”:

13 Delibera del Consiglio Comunale di Brescia n. 111 del 14.06.2002 e Delibera del Consiglio Comunale di Collebeato

n. 24 del 31.05.2002.

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Ambito del Distretto n. 1 di Brescia, Il Piano Sociale di Zona 2009/2011, pp. 11-13.

prestazioni specifiche e qualificate, oltre che un supporto reciproco tra i gruppi di lavoro che collaborano per accogliere i diversi bisogni della cittadinanza.

Questi principi di fondo possono essere così sintetizzati:

- la dimensione della territorialità degli interventi, ovvero una vicinanza degli operatori al cittadino, affinché le risposte offerte siano il più possibile “su misura” delle famiglie e dei bambini;

- la specializzazione dei servizi, attraverso la presenza di professionisti con funzioni differenti; - l’integrazione tra sociale e sanitario, soprattutto nell’ambito della Tutela Minori;

- la messa in rete e il collegamento tra servizi da offrire alle famiglie (Centri di Aggregazione Giovanile, Servizio Educativo Domiciliare, Gruppo Formazione Lavoro, Coordinamento delle risorse residenziali per minori e madri con figli), con un’organizzazione centralizzata per facilitare i compiti di verifica, monitoraggio e sviluppo della qualità;

- un’organizzazione centralizzata di servizi a supporto del lavoro territoriale, specialmente sugli allontanamenti coatti (Servizio Emergenze) in grado di sviluppare competenze anche sui bisogni non territoriali, come la presa in carico, in crescente aumento, dei minori stranieri non accompagnati, o la cui emergenza superi la territorialità della presa in carico (per esempio nel caso dei maltrattamenti intrafamiliari con necessità urgente di collocamento in collaborazione con gli organi di Polizia).

All’interno del Servizio Minori del Comune di Brescia, rivestono un ruolo di primaria importanza due servizi, in particolare, il Servizio di Prevenzione e Promozione e il Servizio Tutela, la cui descrizione sarà oggetto dei due sottoparagrafi che seguono.

Trasversalmente a questi due settori d’intervento, è interessante soffermarsi sulle lettura e analisi, offerta sia dalla Responsabile del Servizio Minori del Comune di Brescia, in merito all’evoluzione dei bisogni delle famiglie e dei minori del territorio, che dalla Responsabile del Nucleo Tutela Minori dell’ASL, raccolte tramite le interviste effettuate nell’ambito di questo lavoro di ricerca.

Emergono infatti alcune situazioni particolari che stanno diventando oggetto di attenzione da parte del sistema di welfare locale e che possono essere così definite: le doppie appartenenze culturali, gli adolescenti a rischio di patologizzazione psichiatrica e adolescenti di sesso femminile con problematiche psicologiche di vario genere, sia italiane che straniere.

Dalle parole della Responsabile del Comune, emerge che il problema della cosiddetta “doppia appartenenza” riguarda «…ragazzini che non sono nati qua ma che arrivano, per esempio, all’età

delle medie, con ricongiungimenti complicatissimi, in generale per tutte le culture, non solo quelle del nord Africa e del Pakistan, il problema più grande è che il padre non viene riconosciuto come autorità, il papà non conosce i figli o utilizza metodi correttivi molto forti, oppure si aggiunge la

complessità di dover gestire i figli e la moglie in questo territorio, mentre nel loro paese, con quello che lui mandava come soldi, potevano fare una vita molto agiata, mentre qua fanno una grande fatica, in più se c’è l’aggravante della perdita del lavoro, come sta avvenendo a causa della crisi, la situazione si complica maggiormente e vanno in crisi. Doppia appartenenza quindi perché questi ragazzi poi vogliono emanciparsi dal loro contesto di vita (familiare) per adeguarsi allo stile di vita incontrato qua, il non riconoscimento dell’autorità all’interno del nucleo familiare fa spezzare degli equilibri familiari».

La seconda categoria di bisogni emergenti riguarda invece quei ragazzi adolescenti molto complessi che rischiano di strutturare una patologia psichiatrica anche a causa di nuove dipendenza, tra cui emerge la dipendenza da internet. In queste situazioni viene colta una grande fragilità dal punto di vista delle competenze educative esercitate dalla famiglia d’origine. Nella presa in carico di casi così complessi, il Comune ha scelto di investire in termini di risorse multiprofessionali (assistenti sociali, educatori, mediatori culturali, mediatori etnoclinici, ecc.).

Rispetto alla situazione degli adolescenti, sia italiani che stranieri, il servizio territoriale sta quindi elaborando un nuovo pensiero progettuale rispetto ai servizi da offrire, e a tal proposito la Responsabile del Servizio Minori afferma: «…abbiamo fatto nascere un centro diurno che sta

andando molto bene, con due educatori e che accoglie massimo 8 ragazzini che andiamo a prendere alla fine della scuola. Questi ragazzi provengono da situazioni di grande fragilità, conosciute dal servizio di prevenzione, mentre altri sono ragazzi con provvedimento dell’autorità giudiziaria che prevede l’inserimento in comunità educativa ma a cui noi, in certi casi, rispondiamo (all’Autorità Giudiziaria), proponendo e motivando questa soluzione alternativa alla comunità (quando si prevede il rischio di fuga dalla struttura di accoglienza). I ragazzi sono impegnati quindi dalla mattina (durante l’orario scolastico), fino alla sera alle 20.30, quando rientrano a casa. La scommessa più grande in questo servizio è quella di riuscire a coinvolgere i genitori attraverso momenti aggregativi, ad esempio attraverso momenti di convivialità».

3.2.1. Il Servizio di Prevenzione e Promozione.

Il Servizio di Prevenzione e Promozione del Comune di Brescia è rivolto alle famiglie che pongono una richiesta di aiuto al servizio sociale in modo spontaneo. Considerata la crescente complessità dei bisogni rappresentati dall’utenza, il Comune ha instaurato nel territorio un rapporto di integrazione e co-progettualità con il Terzo Settore (Cooperative, Associazioni, Volontariato) al fine di poter ampliare l’offerta dei propri servizi e interventi. Infatti, nell’ambito della prevenzione e in particolare per quanto riguarda il sostegno alla genitorialità, operano non solo gli assistenti

sociali dipendenti dell’Ente, ma, attraverso apposito appalto al Terzo Settore, l’Amministrazione Comunale, come si evince dall’ultimo Piano Sociale di Zona, ha voluto offrire altre competenze professionali, quali psicologi, educatori professionali, mediatori culturali ed etnoclinici. Ad esempio, quest’ultimo servizio, ovvero la mediazione etnoclinica, come ha spiegato la Responsabile del Servizio, «…permette di approfondire alcune tematiche particolari, in considerazione del fatto

che nel servizio prevenzione e promozione circa il 70% dell’accesso è costituito da utenza straniera».

Attraverso l’intervista effettuata alla Responsabile del Servizio Minori del Comune di Brescia, nonché dall’ultima programmazione zonale (Piano Sociale di Zona 2009 - 2011), emerge che il servizio prevenzione e promozione ha l’obiettivo di offrire risposte diversificate e qualificate alle famiglie «…al fine di prevenire il deteriorarsi delle relazioni intrafamiliari, con riferimento

soprattutto alle famiglie con una serie di difficoltà, da quelle economiche, sociali, di isolamento, le madri sole con figli, che non hanno la capacità di accedere direttamente ad altri servizi, come per esempio il consultorio familiare dell’ASL, per richiedere un aiuto specialistico, ma che vanno al servizio sociale per situazioni di precarietà economica o altri bisogni socio assistenziali…». In

questi casi, dove i bisogni sembrano invadere più sfere di vita della persona e della famiglia sembra fondamentale, quindi, una presa incarico globale da parte del servizio sociale comunale, prevedendo un sistema di offerta di servizi integrati con le risorse del territorio per costruire con le famiglie percorsi di cambiamento e di sostegno, in modo da evitare che si strutturino situazioni di rischio e pregiudizio per i minori che comportino, successivamente, il ricorso, da parte del servizio pubblico, all’Autorità Giudiziaria.

Nel Piano di Zona di Brescia le azioni previste come priorità d’intervento, all’interno dell’area prevenzione, si ispirano alle Linee Guida regionali per la programmazione dei Piani di Zona16

, le quali,oltre a prevedere un consolidamento del sistema di offerta esistente, sostengono la necessità di individuare “nuove soluzioni in grado di sostenere la famiglia in tutti i cicli di vita, favorendo interventi preventivi che sappiano incidere sugli elementi d’emergenza e cronicità”17

.

L’analisi dei bisogni emergenti, effettuata dal tavolo tecnico della precedente edizione del Piano di Zona, ha messo in luce le attività da realizzare nel territorio bresciano, attraverso il Servizio di Prevenzione e Promozione, durante il triennio 2009 – 2011 e precisamente afferiscono a due aree principali di utenza:

- attività a sostegno della genitorialità per i nuclei familiari con figli minori: in quest’area le attività innovative previste riguardano i nuclei caratterizzati da forte fragilità sociale e le madri sole con

16 DGR n ° 8551 del 03 dicembre 2008, “Determinazione in ordine alle linee di indirizzo per la programmazione dei

Piani di Zona – 3° triennio 2009 – 2011 ”.

figli, donne in stato di gravidanza con reddito precario, il supporto alle famiglie nei primi anni di vita dei figli e il sostegno alla delicata fase della preadolescenza e dell’adolescenza dei figli.

Le criticità evidenziate in questa tipologia di utenza riguardano soprattutto l’aumento della percentuale di madri sole con figli, per abbandono del coniuge, separazione, divorzio e per vedovanza e un aumento di situazioni, sconosciute prima al servizio, che chiedono sostegno economico a causa della perdita del lavoro.

- attività di prevenzione rivolte ai ragazzi nell’ambito della socializzazione ed aggregazione: in questa area le azioni prioritarie evidenziate nella programmazione zonale, sono orientate a favorire interventi educativi e le relazioni tra i pari, considerato l’emergere del bisogno di accompagnamento e sostegno educativo per i ragazzi adolescenti, in particolare quelli immigrati, al fine di prevenire situazioni di disagio collegate alla doppia appartenenza culturale. La prevenzione in questo ambito riguarda anche le gravidanze non programmate, le situazioni di aggressività e bullismo, i disturbi dell’alimentazione e la prevenzione nell’utilizzo di sostanze stupefacenti.

Il Comune, attraverso la collaborazione con le scuole, le parrocchie, associazioni locali, cooperative, per rispondere a tali criticità, offre una serie di servizi, quali ad esempio, Centri di Aggregazione Giovanili, Centri Diurni, Servizio Educativo Domiciliare, che permettono ai ragazzi di usufruire di spazi aggregativi in cui trovare adulti significativi in grado di offrire, attraverso competenze professionali specifiche, stimoli educativi positivi capaci di valorizzare le loro competenze e risorse, accrescerne l’autostima, la cura della persona, le capacità relazionali e di convivenza, promuovendo quindi la prevenzione del disagio giovanile, dell’emarginazione e dell’istituzionalizzazione, realizzata attraverso allontanamenti dal nucleo familiare d’origine.

Per entrambe le aree, le azioni previste dall’Ente Locale per rispondere a tali problematiche18

, si fondano su una logica di integrazione di responsabilità e di risorse, con il coinvolgimento di tutti i soggetti del territorio, sia pubblici (ASL, Scuole, ecc) che privati (Associazioni, Cooperative, Volontariato, ecc).

3.2.2. Il Servizio Tutela Minori.

Nell’ambito del presente elaborato, il Servizio Tutela Minori di Brescia, sarà oggetto di particolare attenzione, in quanto, come già sopra evidenziato19, negli ultimi anni si sono registrati importanti

mutamenti dal punto di vista organizzativo e gestionale che, inevitabilmente, hanno comportato delle ricadute sui professionisti coinvolti e sulle loro modalità di lavoro professionale. L’esigenza di

18 Per una descrizione analitica delle azioni previste per ogni tipologia di utenza, si rimanda al Piano Sociale di Zona

2009 – 2011, pp. 94-105.

migliorare i comportamenti professionali e di dotarsi di nuovi strumenti e modalità operative per affrontare un’area così complessa, che prevede l’integrazione di diverse figure professionali, ha dato impulso all’adozione, da parte dei due enti (Comune e ASL), di protocolli operativi (il primo nel 2006 e il secondo nel 2010), finalizzati a garantire una presa in carico integrata dei casi in tutte le fasi di intervento del progetto, le cui modalità di implementazione costituiranno, come si vedrà in seguito, l’oggetto della presente analisi.

Il Servizio Tutela rappresenta un’importante area d’attenzione e di intervento del Piano di Zona locale, relativa alla riparazione e al recupero delle famiglie con figli minori.

L’utenza di questo servizio, a differenza del Servizio di Prevenzione e Promozione, non ha un accesso spontaneo, ma è costituita da quelle famiglie che giungono al servizio in modo coatto, in quanto inviati dall’Autorità Giudiziaria, con il fine di tutelare i minori coinvolti in situazioni di rischio o pregiudizio.

Il Piano di Zona 2009 - 2011 e i dati forniti dal Comune di Brescia (Tavola 1), evidenziano che il numero di provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria (Tribunale per i minorenni, Tribunale Ordinario, Procura presso il Tribunale per i minorenni o da altri enti) a favore di minori e di ragazzi residenti a Brescia e Collebeato, subisce un trend d’aumento di circa il 13% ogni anno (prendendo in considerazione solo gli ultimi quattro anni, si è passati da 648 situazioni di minori in carico con provvedimento nell’anno 2008, a 943 minori con provvedimento nel 2011).

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

444 535 562 574 648 673 791 943

Tribunale per i Minorenni n.d. 477 486 510 556 557

Tribunale Ordinario n.d. 57 82 80 106 121

Procura Rep. c/o TM n.d. 16 20 16 19 29

Altri Enti n.d. 26 20 31 17 22

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