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Istantanea di enrico

Nel documento Il reportage fotografico a parole (pagine 165-168)

Un taxi si ferma nell’area di sosta, attende per qualche minuto dopo di che spegne il motore.

Rimane all’interno del taxi, discutendo al telefono, non si capisce di cosa stia parlando, ma si nota un gesticolare con le mani, sembra molto alterato. Dopo cinque minuti di di-scussione a fianco a lui si avvicina un altro taxi, e scende un uomo sulla quarantina con deglio occhiali da sole e una divisa con scritto all’alteza del petto taxi trento.

Il secondo tassista si avvicina al primo:

<<Ehi, come stai?>> chiede il secondo tassista, il primo risponde <<Bene grazie, tu invece?>>, il secondo <<Bene bene>>.

Il primo avvicinandosi al bar sotto i portici chiede <<Caffè o cappuccino?>> rispode

<<Caffè grazie, io ti aspetto qui>>

E mentre il primo tassista si avvicina al bar per andare ad ordinare i caffè, il secondo infila la mano destra nella tasca del giubbotto e sfila un pacchetto di sigarette, delle Wiston Blu, prende una sigaretta dal pacchetto e richiudendolo lo infila nella sua tasca destra del giub-botto, con la mano sinistra prende l’accendino nella tasca dei pantaloni, e portando la mano al viso accende la sigaretta. Dopo alcuni minuti arriva il primo tassista e gli porta il caffè.

DIscussIone Giulio Mozzi:

Enrico, sull’uso delle virgolette ti consiglio di andare a vedere i suggerimenti del prof.

Gianluca Trotta, qui [vedi pagina 35]. Come mai prima vai a capo a ogni battuta di dia-logo, e poi no?

Ti segnalo qualche svista. La prima è un po’ buffa:

Un taxi si ferma nell’area di sosta, attende per qualche minuto dopo di che spegne il motore.

Rimane all’interno del taxi…

Il soggetto di tutte queste frasi – l’unico soggetto che tu espliciti – è «un taxi». Ma come può un taxi «rimanere all’interno del taxi»?

È evidente che tu pensavi al tassista; ma nel momento in cui il soggetto della frase cam-bia, e non è più il taxi ma il tassista, lo devi dire esplicitamente.

Poi: se tu scrivi che «un taxi si ferma nell’area di sosta», io – che ti leggo – penso che si fermi completamente, e che quindi spenga anche il motore. Quindi forse dovresti dire che il tassista tiene il motore acceso per qualche minuto, e poi lo spegne.

Poi. Quando scrivi:

…non si capisce di cosa stia parlando, ma si nota un gesticolare con le mani…

quel «non si capisce» e soprattutto quel «si nota», benché siano forme impersonali, in-troducono nella scena un osservatore: cosa che è contraria alle regole di impersonalità di questo Reportage fotografico a parole.

Poi. In un qualche momento il primo tassista dovrà uscire dalla sua automobile. Ma tu non lo dici. Quando i due tassisti chiacchierano, io vedo il secondo in piedi, il primo den-tro l’auto e affacciato al finestrino.

Infine. Il racconto del tassista che prende le sigarette è interessante, ma mi pare un tan-tino macchinoso:

…il secondo infila la mano destra nella tasca del giubbotto e sfila un pacchetto di si-garette, delle Wiston Blu, prende una sigaretta dal pacchetto e richiudendolo lo infila nella sua tasca destra del giubbotto, con la mano sinistra prende l’accendino nella tasca dei pantaloni, e portando la mano al viso accende la sigaretta.

Propongo delle semplificazioni:

- sfila un pacchetto di sigarette, delle Wiston Blu  sfila un pacchetto di Winston Blu [Winston, con la enne, mi raccomando!]

- prende una sigaretta dal pacchetto  prende una sigaretta [è ovvio che la prende dal pacchetto, no?]

- e richiudendolo lo infila nella sua tasca destra del giubbotto , lo richiude e lo rimet-te in tasca [a parrimet-te quel possessivo, «sua», che è così esagerato da essere proprio un errore, se dici semplicemente che rimette il pacchetto in tasca tutti capiscono, come è giusto, che lo rimette nella stessa tasca dalla quale l’ha preso; ho messo un presente indicativo («lo richiude») al posto di un gerundio («mettendolo») perché il gerundio indica contemporaneità delle azioni, mentre mi par logico che il tassista prima chiuda il pacchetto e poi lo rimetta in tasca - o sbaglio?]

-con la mano sinistra prende l’accendino nella tasca dei pantaloni  con la sinistra prende l’accendino dalla [non serve nominare la mano: è evidente che non sta usando le ginocchia o le orecchie; scriverei «dalla tasca» piuttosto che «nella ta-sca», perché mi pare che così si dia più movimento al gesto]

- e portando la mano al viso accende la sigaretta  e portando le mani al viso accen-de la sigaretta [immagino che abbia portato al viso tutte e due le mani, come si fa di solito; ma non è detto; tu c’eri, e hai visto che cosa ha fatto]

Ci sono poi alcuni errori di scrittura, doppie mancanti e simili: rileggi attentamente e li troverai.

Amedeo Savoia:

Caro Enrico, il passaggio che mi piace di più – con gli aggiustamenti proposti da Giulio Mozzi – è quando il tassista si accende la sigaretta. Il dialogo, invece, non mi sembra notevole salvo la richiesta del caffè.

Mi piacerebbe veder arrivare il taxi e leggere la descrizione della collocazione della piaz-zola. Devi pensare a un lettore che non conosce la città. Potresti dire, non so, che davanti c’è un portico, delle piante con una certa foggia davanti ai pilastri in un vaso, ecc.

Già Giulio Mozzi ha sottolineato che non puoi fare affermazioni sullo stato d’animo del tassista. Ma ricordi qualcosa della sua gestualità che ti ha fatto pensare alla sua arrab-biatura? Se ti ha colpito, qualcosa deve pur aver fatto di evidente.

Rileggi il testo: dici due volte che il secondo tassista si avvicina al primo. Segui i sugge-rimenti di Giulio Mozzi.

Cogli qualche elemento descrittivo dei tassisti e sfruttalo per evitare di identificare i tas-sisti con «il primo» e il «secondo».

I refusi che non sono pochi per un testo così breve. Ti elenco quelli che vedo: «deglio»,

«alteza», «trento», «rispode».

Nell’ultima frase al posto di «gli porta», direi «gli porge» perché questo è il gesto del tassista quando si riavvicina all’altro. Anche qui vedo qualche possibilità di sviluppo. Il caffè è in una tazzina su un vassoio? O è in un bicchiere di plastica?

Aggiungo una considerazione sulla durata delle azioni. All’inizio affermi che il tassista spegne il motore

…dopo qualche minuto…

e, poco oltre, dici

Dopo cinque minuti di discussione…

Praticamente sono quasi trascorsi i dieci minuti di osservazione. Se calcoliamo che per prendere il caffè il secondo tassista avrà avuto bisogno di altri tre o quattro minuti, sforia-mo. In realtà credo che il nostro status di osservatori tende a dilatare la percezione del tempo. Ci sembrano minuti quelli che in realtà sono secondi. Per evitare questa distorsio-ne, ti suggerisco di usare formule più generiche come «Dopo un po’», «poi», ecc. Scegli espressioni che non enfatizzano la durata. Tutto questo ovviamente se non osserviamo con l’orologio in mano, come penso abbia fatto Gabriele qui.

Prova a riscrivere il testo sulla base di queste indicazioni.

Leonardo, studente:

come dice il professor Savoia, il lettore deve aspettare

…avvicinandosi al bar sotto i portici chiede…

per sapere dove si colloca la scena in piazza Duomo che non è troppo piccola, e poi non penso che i taxi si siano fermati davanti ai tavoli del bar.

Io, inoltre, leggendo

…prende una sigaretta dal pacchetto…prende l’accendino…portando la mano al viso accende la sigaretta.

mi figuro che il tassista si accenda la sigaretta senza neanche metterla in bocca.

Nel documento Il reportage fotografico a parole (pagine 165-168)