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Un esempio di lavoro in due tempi: prima il macro, poi il micro

Nel documento Il reportage fotografico a parole (pagine 134-139)

Trento, Piazza Dante 20 gennaio 2012, ore 15.00

È una bella giornata, il cielo è di un bel color azzurro limpido, le nuvole di un color bianco neve si allontanano l’una dall’altra.

La piazza è semi vuota, si nota solo un signore basso, grassotello che sistema le aiuole intorno al monumento di Dante Alighieri, non è che un giardiniere.

Indossa un paio di pantaloni e una giacca, tutti e due di un color arancione con ai lati delle strisce fosforescenti.

Sta annaffiando i fiori e un po’ di la e un po’ di qua toglie le foglie che sono secche o che, a causa della pioggia, si sono rovinate.

In testa ha un cappello dello stesso colore dei pantaloni, da cui esce una ciocca di ca-pelli biondi.

Poco distante, c’è un uomo ,un altro giardiniere che al contrario di lui, sta sistemando delle nuove piantine verdi nella terra.

Quest’ultima è di un color marron scuro, umida con all’interno qualche piccola fogliolina appena nata.

Questo è un uomo alto, magro, non porta il cappello, si vedono così dei capelli lunghi, mori legati in una coda.

Quando passa un bambino con sua mamma, una nonnina con il bastone e un ragazzo, salutano facendo un cenno con la mano.

Sara, del Liceo «Rosmini» di Trento DIscussIone

Giulio Mozzi:

Sara, rileggi questa tua frase:

Poco distante, c’è un uomo ,un altro giardiniere che al contrario di lui, sta sistemando delle nuove piantine verdi nella terra.

Sei proprio sicura che le virgole vadano bene messe lì dove le hai messe tu?

Sara:

rileggendo la frase capisco l’errore:

poco distante da lui c’è un uomo, un altro giardiniere, che al contrario di lui sta sistemando del-le nuove piantine verdi nella terra. E del resto che cosa ne pensa, ho scritto abbastanza bene?

Gianluca Trotta:

A mio parere il tuo testo è interessante e scritta in modo efficace (mi piace particolar-mente il gesto di saluto finale); ma, come avviene alla gran parte delle cose umane, migliorabile.

Parto da alcune cosette un po’ minuscole, spero non ti dispiaccia:

-l’avverbio «là» si scrive, appunto, con l’accento;

-la virgola talvolta va sostituita da altri segni: nel secondo periodo (da «La piazza» a «un giardiniere»), ad esempio, ci sono solo virgole; ma a mio parere un bel punto e virgola o due punti (ti lascio decidere dove) ci starebbero bene; stesso discorso per il penultimo periodo (da «Questo è un uomo» a «una coda»); ecc.

-ha fatto troppi “a capo”; il capoverso dovrebbe riunire qualcosa di omogeneo; tu tendi, invece, a fare “a capo” alla fine di ogni periodo, perdendo così il valore dell’andare a capo, che si inflaziona un po’; ad esempio: potresti riunire nello stesso capoverso i periodi che riguardano il primo uomo, fare a capo, poi riunire in un capoverso ciò che riguarda il secondo; etc.

Andiamo nel contenuto.

In generale, mi sembra che, da alcune espressioni, emerga un po’ troppo il narratore. A partire dall’iniziale «È una bella giornata» (chi lo pensa?), passando per altre espressio-ni, che lascio a te scoprire.

Adesso mi concentro su un altro “problema”. Cito dal tuo testo, aggiungendo dei numeri tra parentesi per identificare i periodi:

[1] La piazza è semi vuota, si nota solo un signore basso, grassotello che sistema le aiuole intorno al monumento di Dante Alighieri, non è che un giardiniere.

[2] Indossa un paio di pantaloni e una giacca, tutti e due di un color arancione con ai lati delle strisce fosforescenti.

[3] Sta annaffiando i fiori e un po’ di la e un po’ di qua toglie le foglie che sono secche o che, a causa della pioggia, si sono rovinate.

[4] In testa ha un cappello dello stesso colore dei pantaloni, da cui esce una ciocca di capelli biondi.

Il periodo 1 è, a mio parere, poco omogeneo: parte con una descrizione dell’ambiente, poi passa improvvisamente a occuparsi del “signore basso e grassottello”. La cui de-scrizione, dal punto di vista dell’abbigliamento, continua poi in 2. In 3 passi a descrivere l’azione che compie e a descrivere le foglie. Poi in 4 torni all’abbigliamento e all’aspetto dell’uomo. Non ti sembra che ci sia un po’ di confusione? Non sarebbe meglio: a. tenere ben distinti in periodi diversi i temi diversi; b. dare un ordine più omogeneo alle informa-zioni (chessò: ambiente; presentazione e descrizione dell’uomo; azione)?

Stessa cosa per l’altro uomo:

Poco distante, c’è un uomo ,un altro giardiniere che al contrario di lui, sta sistemando delle nuove piantine verdi nella terra.

Quest’ultima è di un color marron scuro, umida con all’interno qualche piccola foglio-lina appena nata.

Questo è un uomo alto, magro, non porta il cappello, si vedono così dei capelli lunghi, mori legati in una coda.

Qui parti con l’azione, spezzi tra prima e secondo periodo la descrizione della terra (con un “quest’ultima” un po’ macchinoso), passi alla descrizione dell’aspetto dell’uomo (con quel “si vedono” un po’ troppo soggettivo).

Ultima cosa: il «c’è» presentativo («Poco distante, c’è …»): ce n’è davvero bisogno?

Ultimo dettaglio: le prossime volte scrivi il tuo nome alla fine del testo, non nei tag (ora lo correggo io).

Ciao.

Gianluca Trotta:

Ah, avevi dimenticato anche la categoria (la classe), che ho aggiunto. Ricordala, per favore, nel prossimo testo.

Ciao.

Sara:

La ringrazio per avermi fatto notare queste precisazioni. Ho provato a riscriverlo, se po-tesse darmi un’occhiata mi farebbe un gran piacere e se ci fossero ancora problemi me li segni pure così gli correggo nuovamente. Di seguito lo trova corretto:

La giornata è bella, il cielo è di un bel color azzurro limpido, le nuvole di un color bianco neve si allontanano l’una dall’altra.

La piazza è semi vuota. Si nota solo un signore che sistema le aiuole intorno al monu-mento di Dante Alighieri: non è che un giardiniere. È basso, grassottello e indossa un paio di pantaloni e una giacca, tutti e due di un color arancione con ai lati delle strisce fosforescenti. In testa ha un cappello dello stesso colore dei pantaloni, da cui esce una ciocca di capelli biondi.

Sta annaffiando i fiori e un po’ di là e un po’ di qua toglie le foglie che sono secche o che, a causa della pioggia, si sono rovinate.

Poco distante un uomo alto, magro, senza cappello, dai capelli lunghi, mori legati in una coda È un altro giardiniere che al contrario del primo, sta sistemando delle nuove pian-tine verdi nella terra. Questa è di un color marron scuro, umida con all’interno qualche piccola fogliolina appena nata. .

Quando passa un bambino con sua mamma, una nonnina con il bastone e un ragazzo, salutano facendo un cenno con la mano.

Buona serata Gianluca Trotta:

Meglio, molto meglio. Visto che hai corretto le cose macroscopiche, ci si può concentra-re sui piccoli dettagli.

-Primo capoverso: perché scrivere che il cielo è «di un bel colore azzurro», le nuvole «di un colore bianco»? Già che ci siamo, eliminerei anche quel doppio aggettivo «bello», che rischia di essere un po’ troppo soggettivo. Riscriverei così:

È una limpida giornata di sole: il cielo è azzurro, le nuvole bianche si allontanano l’una dall’altra.

-Non capisco l’espressione «non è che un giardiniere». Perché? Cos’altro avrebbe do-vuto/potuto essere? E poi, l’espressione mette troppo l’accento su un narratore che, in modo implicito, commenta questa apparizione.

-Nel seguente periodo manca una virgola, ti lascio il piacere di scoprire dove:

È un altro giardiniere che al contrario del primo, sta sistemando delle nuove piantine verdi nella terra.

-Qui hai mantenuto un problema di ridondanza:

[...] piantine verdi nella terra. Questa è di un color marron scuro, umida con [...]

Perché fare quel punto? Perché spezzare così il discorso? Perché non:

[...] piantine verdi nella terra, che è marrone scuro, umida, con [...]

o qualcosa del genere?

-Nell’ultimo periodo (ieri non l’avevo notato), il predicato «passa» al singolare forse non è adeguato (i soggetti, poi sono plurali, e anche il predicato successivo lo è): meglio

«passano».

Ciao.

Sara:

Grazie, per avermi corretto altri passaggi. Di seguito riporto nuovamente il brano corretto:

è una limpida giornata di sole: il cielo è azzurro, le nuvole bianche si allontanano l’una dall’altra. La piazza è semi vuota. Si nota solo un signore che sistema le aiuole intorno al monumento di Dante Alighieri. È basso, grassottello e indossa un paio di pantaloni e una giacca, tutti e due di un color arancione con ai lati delle strisce fosforescenti. In testa ha un cappello dello stesso colore dei pantaloni, da cui esce una ciocca di capelli biondi.

Sta annaffiando i fiori e un po’ di là e un po’ di qua toglie le foglie che sono secche o che, a causa della pioggia, si sono rovinate.

Poco distante un uomo alto, magro, senza cappello, dai capelli lunghi, mori legati in una coda. È un altro giardiniere che al contrario del primo, sta sistemando delle nuove piantine verdi nella terra, che è marrone scuro, umida, con all’interno qualche piccola fogliolina appena nata. Quando passano un bambino con sua mamma, una nonnina con il bastone e un ragazzo, salutano facendo un cenno con la mano.

Sara:

Mi scusi, ma ho dimenticato la virgola in un periodo: è’ un altro giardiniere, che al contra-rio del primo, sta sistemando delle nuove piantine verdi nella terra.

Credo che sia giusta la posizione in cui l’ho messa.

Nel documento Il reportage fotografico a parole (pagine 134-139)