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I

l carcere con le sue criticità quali il sovraffollamento, le precarie condizioni igieniche  e le difficoltà a garantire il rispetto degli standard di assistenza sanitaria, i sistemi non adeguati di triage rivolti a quanti entrano negli istituti penitenziari, può diventare un luogo di propagazione importante del virus Covid-19. Proprio al fine di evitare la diffusione  dell'infezione, sono state avanzate da più parti richieste per attivare  urgentemente misure di decongestionamento delle strutture carcerarie oltre ad adeguate misure preventive. La detenzione domiciliare - con o senza braccialetto elettronico - ha rappresentato il principale (anzi unico) strumento utilizzato per diminuire il sovraffollamento carcerario. 

Come appare evidente fin dalla denominazione, la detenzione domiciliare è attuabile solo se esiste un “domicilio idoneo”, cioè un luogo fisico dove la persona in uscita dal carcere possa restare in condizioni di sicurezza: non a contatto con le vittime e dove possa essere facilmente controllabile dalle forze di polizia. Tutte caratteristiche che per la popolazione detenuta non sono affatto scontate.

Il 3 aprile 2020 la Direzione generale per l'esecuzione penale esterna e di messa alla prova (DGEPE) ha pubblicato il “Progetto di inclusione sociale per le persone senza dimora in misura alternativa” sollecitando i Direttori degli Uffici Interdistrettuali di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) a indire nei territori di competenza bandi per la presentazione di progetti di accoglienza  dei detenuti che, seppur privi o poveri di risorse personali, possiedono i requisiti per accedere alle misure alternative.

Nello stesso periodo, il 6 aprile, la Cassa della Ammende ha approvato un finanziamento pari a 5 milioni di euro per un programma di interventi volti a fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19 in ambito penitenziario; tale programma richiede a Regioni e Province Autonome di attivare misure efficaci per prevenire e controllare le infezioni all'interno degli istituti di detenzione. Il finanziamento è stato ripartito fra Regioni e Province Autonome in base al numero di persone detenute senza fissa dimora presenti negli istituti penitenziari.

Tutti gli UIEPE, fra il 7 e il 14 aprile,  hanno bandito un avviso pubblico per la manifestazione di interesse al “Progetto Inclusione sociale per le persone in misura alternativa senza fissa dimora” sollecitando gli enti del Terzo Settore a presentare delle progettualità che comprendessero diverse tipologie di attività: l'individuazione dei potenziali destinatari, il reperimento di risorse abitative indipendenti o l’accoglienza in

strutture comunitarie, il soddisfacimento dei bisogni primari, il supporto dei destinatari del progetto per la presentazione della domanda di sostegno al reddito, l'accompagnamento sociale ed educativo, il raccordo con altre progettualità attive nei diversi territori anche al fine di favorire il ritorno delle persone detenute nel territorio di provenienza. 

Il contributo economico riconosciuto a ciascun ente è pari a 20 euro giornalieri per persona accolta (finanziamento della DGEPE); solo l'UEPE di Toscana e Umbria ha definito un finanziamento pari a 25 euro giornalieri.

I territori sono dunque chiamati a fare la propria parte in questo tempo di emergenza  epidemiologica. Tra gli enti del Terzo Settore chiamati a co-progettare interventi che rispondano alle finalità sopra richiamate, quelli aderenti al Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), pur manifestando interesse, hanno evidenziano significative criticità sia del bando dell'UIEPE, sia del programma della Cassa delle Ammende ed hanno esplicitato proposte volte a al loro superamento (vedi la presa di

posizione  del CNCA  al link

http://www.cnca.it/comunicazioni/news/3524-le-

condizioni-per-attivare-progetti-di-inclusione-sociale-per-persone-senza-fissa-dimora-in-misura-alternativa)

Dal documento emerge una forte richiesta di riconoscimento della dignità sia delle persone che fruiranno della detenzione domiciliare, sia degli enti che li accompagneranno nel percorso progettuale. 

A fronte della numerosità dei potenziali destinatari e della complessità delle loro situazioni personali, infatti, risulta del tutto insufficiente  il contributo economico di 20  euro giornalieri per  garantire progettualità sia di qualità che sostenibili; il rischio è che rispondano al bando realtà che intendono offrire accoglienza residenziale a un numero elevato di persone in grandi strutture senza per altro riuscire a garantire una progettualità personalizzata e orientata al reale inserimento territoriale dei destinatari. Come ha insegnato l'esperienza di accoglienza dei rifugiati, solo accogliendo piccoli numeri di persone nei diversi territori si riesce a centrare l'obiettivo dell'integrazione nel tessuto della comunità locale. Da notare che i criteri di selezione previsti dall'avviso degli UIEPE, riconoscono un punteggio elevato alla qualità della proposta, ma riconoscono il punteggio più basso alla “esperienza specifica del soggetto proponente”; ciò stupisce perché è difficile che chi non ha conoscenze ed  esperienze specifiche possa presentare progettualità sostenibili di alta qualità.

Molti enti, inoltre, temono il riprodursi di meccanismi di totale delega al Terzo Settore, meccanismi che li relegherebbero ad un ruolo di mero gestore. 

Il ruolo degli operatori delle strutture di accoglienza è  quello di accompagnare le persone al recupero della propria capacità di autodeterminazione; è basato sulla relazione e richiede attenzione a non far cortocircuitare la funzione educativa con quella

custodiale. Per questo motivo è necessario che i progetti possano avere un respiro più ampio dei 6 mesi previsti dal bando e contemplare tempi e modalità che permettano un efficace sviluppo delle progettualità individuali finalizzate ad una reale inclusione territoriale dei destinatari . Non è accettabile che le persone accolte vengano  dimesse allo scadere del progetto, interrompendo il percorso avviato!

Per questa ragione è importante la costituzione di una cabina di regia - coordinata dall'ente pubblico - cui partecipino enti/associazioni del pubblico e del Terzo Settore con lo scopo di realizzare una  coprogettazone integrata che preveda una condivisione delle risorse, una fattiva suddivisione delle azioni concretamente realizzabili e una responsabilità condivisa sul processo di attuazione delle azioni previste; solo a queste condizioni le progettualità possono essere efficaci e sostenibili. Per favorire la fuoriuscita dal carcere di quanti ne hanno i requisiti, è essenziale che le istituzioni (Regioni, Comuni, Prefetture, Enti pubblici) coinvolgano i soggetti che potenzialmente dispongono di risorse abitative adeguate (piccoli proprietari di case, cooperative edilizie,  proprietari di housing sociali e alberghi, associazioni ecc.) al fine di reperire concretamente una sistemazione alloggiativa per coloro che, essendone privi, potranno comunque terminare di scontare la pena in misura alternativa. È richiesta anche una stretta collaborazione con la sanità pubblica specie per quanti saranno ospitati in strutture comunitarie: è assolutamente necessario evitare gli inserimenti di persone covid positive asintomatiche, così come predisporre adeguati protocolli sanitari per fronteggiare eventuali situazioni di positività.

Per garantire la sostenibilità dei progetti sarebbe importante permettere di integrare il contributo economico previsto dalla DGEPE con il finanziamento del Programma di Cassa Ammende e/o altri finanziamenti provenienti  da ulteriori fonti quali fondazioni, fondi regionali,  e altri.  A questo scopo è anche necessario superare la discrepanza esistente fra i tempi progettuali del bando dell'UIEPE e quelli del programma di Cassa Ammende che le Regioni sono chiamate a recepire, ma con tempi a ora non definiti.  Alla data del 14 maggio sul sito del Ministero della Giustizia sono state pubblicate le graduatorie relative alle progettualità pervenute a tutti gli UIEPE; solo quello della Campania non ha ancora pubblicato né la valutazione delle proposte ammesse, né la relativa graduatoria. Si precisa che con il termine “ente” si intende sia l'ente singolo che il capofila dell'eventuale ATS (Associazione temporanea di scopo) formatasi per rispondere al bando.

Nel territorio del Piemonte Liguria e  Valle d'Aosta, a fronte di 19 progettualità ammissibili,  sono  stati  eletti 7 vincitori le cui progettualità riguardano il territorio del Piemonte (3), della Liguria (4), della provincia di Massa (1); nessuna progettualità riguarda il territorio di Novara e della Val d'Aosta. 

La graduatoria pubblicata all''UIEPE della Lombardia proclama 6 enti vincitori a fronte di 7 proposte progettuali ammesse che, per altro, lasciano scoperti I territori di Monza Brianza, Bergamo, Como, Lecco, Sondrio. 

L'UIEPE del Veneto, Friuli e Trentino Alto Adige ha dichiarato vincitori tutti i 13 enti che hanno presentato proposte valutate ammissibili per il Veneto (6), il Friuli Venezia Giulia (6) e il Trentino Alto Adige (1), lasciando però scoperti i territori di Venezia, Rovigo, Pordenone, Gorizia e Bolzano.

Per la Toscana sono stati 5 gli enti vincitori e per l'Umbria 4, con progettualità riguardanti l'intero territorio, a fronte di 9 proposte ammissibili

In Emilia sono stati dichiarati vincitori tutti e 7 gli enti ammessi con progettualità che hanno riguardato l'intera area regionale.

XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione 1 7 4 2020 - Antigone Esito della graduatoria

Fonte: Nostra elaborazione su dati del Ministero della Giustizia

0 7,5 15 22,5 30 Piemonte - Liguria -

Valle d'Aosta Lombar

dia Veneto - F riuli V.G. - T rentino A.A.

Toscana - Umbria Emilia R

omagna Mar

che

Lazio -

Abruzzo - Molise Puglia- Basilicata

Calabria Sicilia Sardegna

1 13 6 4 1 1 1 14 3 7 3 9 9 2 7 9 13 6 7

Nelle Marche gli enti vincitori sono stati 2 (su 2 ammessi) ed hanno presentato proposte progettuali per i territori di Ancona e Pesaro Urbino; nessuna proposta ha riguardato le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata 

Per il Lazio sono stati 4 gli enti vincitori (su 7 ammessi)con progettualità che, però,  lasciano scoperti i territori di Latina, Frosinone e Viterbo; in Abruzzo gli enti vincitori sono stati 5 (su 8 ammessi), ma il territorio  di Chieti non è stato oggetto di nessuna proposta progettuale; in Molise nessun ente ha presentato proposte.

Per il territorio pugliese 7 enti  vincitori del bando hanno presentato progetti per  territori di quattro province, lasciando scoperti quelli di Bari e Foggia; In Basilicata i 3 enti hanno formulato progetti riguardanti il territorio di Matera, ma non quello di Potenza. (Un ente ha presentato una proposta sia per la Puglia che per la Basilicata) In Calabria sono stati 3 gli enti ammessi e vincitori del bando con proposte riguardanti le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, mentre nessuna progettualità ha riguardato Reggio Calabria e Cosenza.

Per la Sicilia I 7 enti vincitori (su 18 ammessi) hanno formulato progetti che riguardano quasi tutte le province, ad eccezione di Ragusa e Agrigento

Infine, in Sardegna gli enti ammessi e vincitori sono stati 3 con la presentazione di progettualità per tutte le province ad eccezione di quella di Sud Sardegna.