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L’ipotesi di distribuzione imperfetta dell’informazione

2. Gli sviluppi teorici del razionamento del credito

2.6 I modelli uniperiodali con asimmetria informativa

2.6.1 L’ipotesi di distribuzione imperfetta dell’informazione

Come si è già evidenziato, a partire dalla metà degli anni Settanta, ne modelli successivi all’approccio a là Hodgman gli autori hanno introdotto l’ipotesi di asimmetria di informazione. Gli argomenti addotti per giustificare l’adozione di questo quadro di riferimento teorico derivano dal famoso modello dei bidoni (lemon’s principle) di Arkelof (1970). Con il termine bidone Arkelof faceva riferimento al mercato delle automobili usate, ed in particolare a quelle di qualità scadente che non potevano esser riconosciute da un acquirente. Egli sosteneva che, nel contesto di informazione asimmetriche, si forma un meccanismo di adverse selection, a causa del quale i beni di cattiva qualità spazzano dal mercato quelli di ottima qualità. Se si fa riferimento all’esempio portato dallo stesso Arkelof, il proprietario di un’automobile, infatti, a differenza del potenziale acquirente, è capace di giudicare la qualità del bene in vendita. Le criticità di questa situazione derivano dagli incentivi economici generati dall’informazione asimmetrica. Questi portano alla considerazione che la selezione di auto usate di qualsiasi età offerte nel mercato risulterà di qualità peggiore delle media del totale delle auto usate della stessa età. Una possibile ragione può derivare dal fatto che le persone che trattano male le loro auto, o le cui automobili non sono mai state in buone condizioni, sono maggiormente propense a vendere le loro auto. Di conseguenza, considerando queste motivazioni, gli acquirenti hanno la consapevolezza che le auto usate in vendita sono dei bidoni con una probabilità maggiore rispetto a quelle non in vendita, e quindi, abbassano il loro prezzo per un’auto. Difatti, poiché la qualità dei beni viene collegata ai prezzi di mercato, i compratori di beni di buona qualità non accettano mai un prezzo inferiore ad un certo limite, nel timore che la qualità risulti estremamente bassa: una volta che i prezzi delle auto usate sono diminuiti, i proprietari delle automobili in buone

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condizioni hanno un incentivo ancora più forte a ritirare le proprie, riducendo così la qualità media delle auto usate in vendita sul mercato. A causa di questo meccanismo, sia nel mercato delle auto usate, sia in altri mercati dove i problemi di asimmetria informativa sono importanti, si generano equilibri non walrasiani.

Le tesi di Arkelof possono essere riferite, in generale, a tutti i mercati. Tuttavia, si adattano particolarmente bene a quelli in cui si assiste ad un ritardo temporale tra la consegna e il pagamento del bene (per l’appunto, il mercato del credito).

In generale, la presenza di informazione privata può rivelarsi sotto due forme. Esse prendono il nome, rispettivamente, di informazione nascosta e azione nascosta ed hanno in comune il fatto che gli agenti coinvolti da uno scambio hanno una diversa possibilità di accesso ad informazioni rilevanti per prevedere i risultati futuri. Nel contesto determinato dal mercato del credito, si può definire informazione nascosta la situazione in cui l’intermediario non conosce una o più caratteristiche essenziali dei richiedenti fondi, ad esempio la rischiosità dei progetti di investimento. Dal momento che l’operatore bancario, con alcune sue iniziative, può ridurre anziché aumentare il suo profitto atteso dai finanziamenti che concede, in quanto può indurre i clienti migliori ad uscire dal mercato, essa deve riuscire ad individuare il contratto o i contratti di prestito che non provochino il meccanismo di selezione avversa a lui dei richiedenti fondo. Invece, riferendosi sempre al medesimo contesto, si può descrivere con il termine azione nascosta la situazione in cui le azioni che il debitore può intraprendere, dopo aver ottenuto il credito desiderato, sono molteplici, e l’intermediario, senza sostenere costi aggiuntivi, non è in grado di controllare né quale azione verrà intrapresa né il profitto atteso dipendente dall’azione compiuta. In generale, queste situazioni possono essere ricondotte ad una relazione di agenzia, in cui un agente agisce per conto di un altro individuo, denominato principale, per portare avanti, almeno in teoria, gli obiettivi di quest’ultimo. Fermo restando che l’asimmetria informativa nasce dopo che lo scambio è stato compiuto, il problema di azione nascosta sorge nel momento in cui agente e principale hanno obiettivi individuali diversi e il principale non può controllare facilmente se le azioni dell’agente rientrino nell’interesse dei suoi obiettivi o meno. Alcuni esempi pratici riferito all’operatore bancario possono essere relativi

all’incapacità di verificare la scelta del progetto che viene attuato con i fondi presi a prestito, all’incapacità di controllare lo sforzo profuso per ottenere il risultato o all’incapacità di accertare risultato conseguito.

In entrambi i casi, considerando l’inefficacia della teoria dei mercati in concorrenza perfetta nella determinazione di equilibrio efficiente nel senso di Pareto, la letteratura ha trovato nella

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teoria dei contratti, la quale utilizza il metodo dell’ottimizzazione anziché il metodo dell’equilibrio, un nuovo framework teorico in grado di fare luce sulle imperfezioni del mercato del credito. Essa porta a soluzioni ottimali nel senso del second best, in quanto prende in considerazione i vincoli dovuti alla distribuzione delle informazioni. Tuttavia, poiché l’uguaglianza tra domanda ed offerta non è più una condizione di equilibrio, rende possibile la manifestazione di fenomeni di razionamento.

L’esistenza del razionamento di equilibrio ha imposto la considerazione di tutti quei fattori che possono influire sul profitto atteso e l’analisi successiva di come questi fattori potessero essere influenzati da variazioni del tasso di interesse sui prestiti. A riguardo, si possono distinguere due principali direttive di approccio. Secondo il primo approccio, che è quello seguito da Jaffee e Russel (1976), i clienti differiscono in relazione ai loro costi di insolvenza, pertanto un aumento del tasso di interesse sui prestiti determina un aumento della quota dei clienti insolventi. Per il secondo approccio, che è quello seguito da Stiglitz e Weiss (1981) e Rotschild e Stiglitz (1976), i progetti di investimento differiscono per il loro grado di rischio, con progetti più rischiosi che risultano essere più profittevoli per i prenditori di fondo. Entrambe le tipologie di modelli si discostano dai modelli alla Hodgman, poiché, mentre i questi ultimi cercavano di determinare la dimensione critica del prestito oltre il quale l’insolvenza era certa, i modelli che seguono l’approccio dell’asimmetria di informazione nel mercato del credito si concentrano sull’esistenza di determinati valori critici dei tassi di interesse sui prestiti, in corrispondenza del quale la banca può decidere di non erogare più credito.