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Le tappe dello sviluppo italiano del Credito Cooperativo

IL CREDITO COOPERATIVO: VERSO UNA STRATEGIA ORIENTATA ALLA SODDISFAZIONE DEL SOCIO

Tavola 44 Le tappe dello sviluppo italiano del Credito Cooperativo

1883 nasce la prima Cassa Rurale a Loreggia, Padova, a opera di Leone Wollemborg.

1888 viene costituita la Federazione fra le Casse Rurali e Sodalizi affini, cui aderiscono 51 Casse Rurali.

1890 un giovane sacerdote, don Luigi Cerutti, fonda a Gambarare, in provincia di Venezia, la prima Cassa Rurale Cattolica. 1891 l'enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII, sollecitando i cattolici all'azione sociale e a forme di tipo solidaristico per vincere la solitudine dei più poveri, diviene il manifesto di un ampio e diffuso movimento. Prende avvio un vasto processo di nascita e diffusione delle Casse Rurali in diverse regioni italiane.

1897 le Casse Rurali sono oltre 900, di cui 775 quelle cattoliche; le Federazioni, a carattere diocesano, cominciano a darsi una prima struttura organizzativa.

1905 inizia ad operare la Federazione Italiana delle Casse Rurali: nasce con funzioni di rappresentanza e tutela del gruppo, di promozione e perfezionamento delle banche associate, con una struttura di supporto alle Casse di tipo sindacale, tecnico e finanziario.

1919 le cooperative cattoliche si staccano dalla Lega delle cooperative e formano la Confederazione Cooperative Italiane, alla quale aderisce la Federazione Italiana delle Casse Rurali.

1922 le Casse Rurali sono 3.540

1926 il regime fascista crea l'Ente Nazionale Fascista della Cooperazione. La legge sulla disciplina giuridica del rapporto di lavoro impone la costituzione dell'Associazione Nazionale tra le Casse Rurali ed Enti Assimilati con un presidente per legge di nomina governativa.

1936 nasce l'Ente Nazionale delle Casse Rurali Agrarie ed Enti Ausiliari (Encra). Viene varata la Legge Bancaria.

1937 entra in vigore il Testo Unico delle casse Rurali e Artigiane(Tucra) che ne disciplina l'attività: vengono definite come società cooperative aventi per oggetto principale "l'esercizio del credito a favore di agricoltori e del credito a favore di artigiani, congiuntamente e disgiuntamente". Non favorisce l'espansione numerica delle Rurali che, dopo la caduta del regime fascista, risultano notevolmente diminuite passando da 3.540 nel 1922 a 804 nel 1947.

1944 viene sciolta la Federazione Nazionale delle Casse Rurali ed Enti Ausiliari, mentre continua ad operare l'Ente Nazionale delle Casse Rurali.

1946 viene ricostituita dai cattolici la Confederazione Cooperative Italiane e dai cooperatori di altra ispirazione la Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue.

1950 viene costituita la Federazione Italiana delle Casse Rurali ed Artigiane (Federcasse) che, dopo la liquidazione dell'Ente Nazionale delle Casse Rurali Agrarie ed Enti Ausiliari avvenuta nel 1979, è oggi l'unico organismo di rappresentanza del Credito Cooperativo.

1961 prende avvio un periodo di intenso sviluppo del movimento. Si ricostituiscono le Federazioni locali e si ristrutturano quelle esistenti, conferendo loro funzioni di rappresentanza, tutela ed assistenza tecnica a livello regionale ed interregionale delle Casse associate.

1963 viene fondato l'Iccrea - Istituto centrale delle CRA, con l'obiettivo di "rendere più efficace e intensa l'opera delle Casse Rurali ed Artigiane, agevolando, coordinando e incrementandone l'azione, mediante lo svolgimento di funzioni creditizie, di intermediazione tecnica ed assistenza finanziaria" (art. 2 Statuto Iccrea).

1970 nasce l'Editrice delle Casse Rurali ed Artigiane, l'Ecra. La Federazione Italiana è tra i membri fondatori dell'Associazione delle Banche Cooperative della Cee, il Groupement des Cooperatives d'Espargne e de Crédit, che ha lo scopo di promuovere e di tutelare gli interessi della categoria in sede comunitaria. Federazione e Iccrea aderiscono inoltre all'Unione Internazionale Raiffeisen, IRU. 1973 nascono le Casse Centrali di Bolzano e Trento.

1977 nasce Agrileasing, società che pone le Casse in condizione di effettuare operazioni di leasing immobiliare e mobiliare. 1978 viene costituito il Fondo di Garanzia dei Depositanti, primo esempio in Italia di un organismo di autotutela delle banche e, indirettamente, degli interessi dei depositanti. Si tratta di un'iniziativa volontaria delle Casse Rurali, non disposta da normative. 1980 su iniziativa della Federazione Italiana nasce la Scuola Centrale del Credito Cooperativo, organismo per la formazione all'interno del Credito Cooperativo, l'attuale SEF Consulting.

1981 adesione della Federazione Italiana e di buona parte delle Casse Rurali all'Associaizone Bancaria Italiana - Abi.

1985 Iccrea costituisce una società per la gestione dei fondi comuni di investimento mobiliare, la Coogestioni (oggi Aureo Gestioni), che esordisce sul mercato lanciando il fondo "Aureo".

1987 nasce il Fondo di Previdenza per il personale delle Casse Rurali ed Artigiane, attuale Fondo Pensione Nazionale.

1993 con il Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia vengono cancellati i limiti di operatività fino ad allora in vigore, consentendo alle Banche di Credito Cooperativo (questa la nuova denominazione) non solo di offrire tutti i servizi e i prodotti delle altre banche, ma anche la possibilità di diventarne socio per chiunque operi nel territorio di competenza.

1995 inizia la propria attività la capogruppo di impresa, Iccrea Holding, con funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo delle società partecipate.

1997 al Fondo Centrale di Garanzia si sostituisce il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo (Fgd), nuovo strumento obbligatorio di tutela in linea con la direttiva dell'Unione europea, che svolge anche funzioni di prevenzione delle crisi, a differenza dell'analogo strumento operativo per il resto dell'industria bancaria.

1999 nell'ambito del XII Convegno Nazionale di Riva del Garda viene pubblicata la Carta dei Valori del Credito Cooperativo. 2003 la riforma del diritto societario riconosce e conferma alle BCC-CR la loro natura di cooperative a mutualità prevalente. 2004 nasce il Fondo Garanzia degli Obbligazionisti (Fgo), strumento volontario ed esclusivo delle BCC, che tutela i portatori di obbligazioni clienti delle BCC.

2005 nell'ambito del XIII Convegno Nazionale tenutosi a Parma, si approva il Progetto di qualificazione del "sistema a rete" delle BCC che prevede la creazione di una forma di garanzia incrociata a protezione della clientela delle BCC (Fgi) e l'approvazione della Carta della Coesione.

2008 il 25 luglio viene costituito il Fondo di Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo, con l'obiettivo di tutelare la clientela delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen salvaguardando la "liquidità e la solvibilità" delle Banche aderenti attraverso azioni correttive ed interventi di sostegno e prevenzione della crisi.

4.3.2 Il socio come particolare tipologia di cliente e i vantaggi derivanti dal suo “status”

Le Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali fondano la loro origine e la loro operatività nella qualità e nella continuità delle relazioni. Esse nascono storicamente grazie ad una relazione di fiducia che si instaura tra persone (i soci) e si sviluppano grazie ad un rapporto di reciprocità fra gli stessi, il territorio e la comunità di riferimento.

La relazione con i portatori di interesse assume una valenza fondamentale per le BCC-CR. I soci, che sono i principali portatori di interesse interni, sono la vera risorsa strategica in quanto sono i primi clienti ed allo stesso tempo esercitano nell’ambito della vita societaria un importante ruolo di riscontro e controllo della gestione. I soci forniscono i mezzi propri facendo della fiducia la principale motivazione della loro relazione con la banca. Il socio BCC si pone in sostanza a metà strada fra il cliente e l’azionista. Ha i medesimi interessi del cliente in quanto figura come beneficiario dei servizi (agevolati) che la banca offre, ma ha anche l’interesse di colui che patrimonializza la banca nell’intento di far permanere in vita l’istituto a vantaggio proprio e della comunità di riferimento, pur non determinando il contraccambio di un dividendo.

Possono diventare soci delle Banche di Credito Cooperativo le persone, le imprese o le associazioni che svolgono la loro attività in via continuativa nella zona di competenza della BCC ed i soggetti che vi risiedono o che vi hanno la loro sede206.

Il numero dei soci del Credito Cooperativo in questi anni è costantemente cresciuto. Al 31 dicembre 2008 era di circa 940.000 unità.

Da sempre gli statuti delle BCC prevedono come obiettivo il miglioramento della condizione materiale e morale dei soci. Il vero punto di riflessione è qualificare questo miglioramento. Le agevolazioni e i benefici di cui i soci si avvantaggiano sono di natura sia bancaria che extrabancaria. Una recente ricerca207 evidenzia che il 97,5% delle BCC-CR assicura vantaggi di tipo bancario ai propri soci rispetto ai non soci, e più dell’86% vantaggi di tipo extrabancario.

I vantaggi di tipo bancario sono riconducibili a condizioni vantaggiose per l’accesso ad alcuni servizi:

 tenuta del conto corrente (85,9% dei casi);  mutui relativi all’acquisto della casa (68,4%);  prestiti per soci imprenditori (50,4%);

 gestione dei dossier titoli (51%);

 fondi comuni di investimento (45,6%);

 prestiti per l’acquisto del personal computer (36,9%);

 stipula di polizze danni o di polizze vita (tra il 29% e il 34%);  prestiti per spese matrimoniali (20,9%);

 prestiti per l’adozione di un figlio (17,5%).

La stima del livello di utilizzo dei vantaggi bancari e del relativo apprezzamento risulta essere, secondo le dichiarazioni delle BCC-CR intervistate, molto elevato, arrivando al 96,9% per le condizioni offerte sul conto corrente, al 93,8% per i mutui casa, al 90,1% per le condizioni del dossier titoli, al 92,1% per i prestiti in favore dei soci.

In merito ai vantaggi di carattere extrabancario rivolti ai soci si distinguono:

 vantaggi connessi alla gestione del tempo libero (es. viaggi e gite sociali, premiazione dei soci di lunga durata, ecc.);

206

Per zona di competenza deve intendersi il comune in cui la banca ha la sua sede legale, le sue succursali e i comuni limitrofi in modo che fra essi vi sia contiguità territoriale Per i comuni non contigui è possibile aprire sedi distaccate purché previste dallo statuto e purché vi siano almeno 200 adesioni da parte di nuovi soci.

207

Cfr. SEF Consulting-Ermeneia (2007), Forme e stili della mutualità interna delle BCC. Indagine per un catalogo

 vantaggi di tipo previdenziale riguardanti la salute e l’assistenza (es. l’offerta di polizze previdenziali integrative, le convenzioni con centri di analisi per check-up, ecc.);

 vantaggi di tipo consulenziale (es. consulenza fiscale, previdenziale, aziendale e legale);  vantaggi legati alle prestazioni per i figli dei soci (es. borse di studio riservate e in certi casi

la selezione e il reclutamento per lavorare nella banca);

 incentivi allo studio (es. borse di studio e premi per studenti meritevoli);

 vantaggi relativi all’aggiornamento professionale per i soci (in particolare l’aggiornamento professionale per imprenditori);

Tra i vantaggi si colloca infine anche il ristorno208. Il ristorno si configura come un istituto giuridico attraverso il quale si realizza la mutualità, ovvero si compendia il vantaggio economico per il socio, commisurato al grado di partecipazione di questi alla vita e alle attività della cooperativa. I criteri di ripartizione dei ristorni si fondano infatti sulla quantità e qualità degli scambi mutualistici209. In sostanza attraverso il ristorno le cooperative, in caso di positivi risultati di gestione, restituiscono ai soci somme di denaro a beneficio dei soci come compenso o imputandole ad incremento delle quote sociali di ciascuno210. Il ristorno resta tuttavia una pratica ancora poco diffusa nel mondo delle banche cooperative per le evidenti problematiche di carattere organizzativo che occorre affrontare per una sua buona pratica:

- occorre tenere due sistemi contabili separati, uno per evidenziare il risultato dell’attività mutualistica (ovvero ottenuto con i soci) e che forma oggetto di ristorno ed uno che evidenzi l’attività posta in essere con i terzi non soci, che invece dovrebbe essere necessariamente accantonato;

- all’interno dell’attività mutualistica il sistema contabile dovrebbe essere in grado di rilevare l’entità del contributo di ciascun socio al risultato di gestione per poi ripartire proporzionalmente le quote a ristorno;

- sarà eventualmente necessario classificare le tipologie di scambio mutualistico ai fini del calcolo delle quote di ristorno e sarà necessario stabilire se e in quali casi lo scambio mutualistico vada commisurato a categorie di ricavi della banca generati dallo scambio con i soci o a categorie di costi sostenuti dal socio nello scambio stesso;

- le esigenze di continuità aziendale impongono comunque una non completa ripartizione per ristorno dei risultati raggiunti: l’istituto deve poter perdurare nel tempo e deve poter continuare a garantire, con l’apporto dei soci, le agevolazioni proprie dell’obiettivo mutualistico;

- in ogni caso non è possibile erogare ristorni che causino la chiusura di una bilancio in perdita, ovvia considerazione ma difficile da far “recepire” ad una base sociale eventualmente abituata alla pratica del ristorno.

Quanto detto sin qui aiuta a far comprendere come l’istituto di credito fondato sul modello cooperativo presenta dei caratteri unici ed irripetibili in qualsiasi altra tipologia di istituto bancario. La presenza del socio è non solo un vincolo imprescindibile che deve guidare ed orientare il governo aziendale, ma è l’essenza stessa dell’impresa, la quale non potrebbe vivere in assenza del socio. Questo legame di “dipendenza” con il socio finisce dunque per essere un elemento imprescindibile su cui basare ogni ragionamento che riguardi l’implementazione di un sistema di management per il Credito Cooperativo.

208

Secondo le informazioni contenute nelle segnalazioni di Vigilanza, nel triennio 2005-2007 sono state 24 le BCC-CR che hanno praticato il ristorno, per un ammontare complessivo di 24,5 milioni di euro

209

Occorre sottolineare che non sussiste un diritto soggettivo del socio all’attribuzione del ristorno, in quanto lo stesso deriva dall’andamento economico della società e dalla volontà dell’assemblea, la quale potrebbe comunque, in caso di positivo risultato, deliberare di non attribuire ristorni ai soci bensì di accantonare l’intero risultato economico alle riserve indivisibili, in previsione di investimenti futuri o di futuri accadimenti aziendali.

210

Le somme imputate a ristorno costituiscono una voce di costo per la cooperativa deducibile ai fini delle imposte dirette (reddito imponibile della cooperativa) e non vanno assolutamente confuse con la distribuzione di utili o di patrimonio ai soci.

4.3.3 L’organizzazione del Credito Cooperativo: la rete nazionale ed internazionale

Il sistema del Credito Cooperativo è costituito da 430 BCC presenti sull’intero territorio nazionale con 4.127 sportelli e una presenza diretta in 2.613 Comuni e 98 Province.

Le dimensioni del fenomeno della cooperazione di credito sono dunque enormi e le BCC stanno strutturandosi progressivamente in una rete sempre più integrata attraverso la centralizzazione di servizi di supporto conservando sempre le caratteristiche fondamentali del Credito Cooperativo. La centralizzazione dei servizi serve al sistema per incrementare le sue economie e per poter competere sul mercato. Per queste ragioni le BCC sono supportate da un lato dal sistema associativo e dall’altro dal sistema imprenditoriale. Il sistema associativo è costituito dalle Federazioni Regionali e dalla Federazione Nazionale. Questa struttura svolge un importante ruolo di coordinamento, assistenza tecnica, consulenza ed erogazione di servizi a favore delle banche associate. Il sistema imprenditoriale costituisce invece un “complemento operativo” della BCC per quanto riguarda la fornitura di servizi e prodotti. Il sistema associativo e quello imprenditoriale convivono con la garanzia del rispetto di due principi guida: la sussidiarietà e la solidarietà. La sussidiarietà si esercita dalle strutture nazionali e regionali verso le BCC: le prime svolgono in modo consortile funzioni che sarebbe meno efficiente realizzare sul territorio per ciascuna singola banca. La solidarietà riguarda i rapporti di collaborazione e di corresponsabilità che legano le BCC tra loro.

Nell’ambito del sistema associativo si collocano le Federazioni locali, società cooperative con funzione consortile senza scopo di lucro211. Esse rappresentano gli organismi ad adesione volontaria delle BCC-CR e si identificano come “punto di snodo” del sistema del Credito Cooperativo. Le Federazioni raccolgono le istanze provenienti localmente dalle BCC fungendo da filtro verso gli organismi nazionali e, in un continuo rapporto di feedback, sintetizzano le indicazioni provenienti dagli organismi nazionali trasmettendo alle BCC-CR una informazione rapida e completa. Sono inoltre organismi di consulenza per la tutela della qualità ed efficienza della gestione delle BCC. Vi è poi un organismo centrale a livello nazionale, Federcasse (Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali ed Artigiane) che rappresenta la Federazione delle Federazioni locali, anche se ad essa aderiscono oltre quaranta tra società ed enti del Credito Cooperativo. Federcasse rappresenta il sistema del Credito Cooperativo e ha l’obiettivo di determinare gli indirizzi politico-strategici della cooperazione di credito per realizzarne le finalità morali, culturali, sociali ed economiche.

Il sistema imprenditoriale si riferisce all’insieme dei servizi erogati da imprese terze in favore delle BCC. Al suo interno si collocano:

- il Gruppo Bancario Iccrea, con Iccrea Holding capogruppo, costituito da un insieme di società che forniscono prodotti e servizi finanziari evoluti, strumenti di gestione del risparmio, prodotti previdenziali ed assicurativi, soluzioni per il credito alle piccole e medie imprese;

- Cassa Centrale Banca, nata per sostenere lo sviluppo delle BCC-CR fornendo prodotti finanziari differenziati ed evoluti e servizi bancari innovativi per famiglie ed imprese. Cassa Centrale Banca opera in stretta collaborazione con le Federazioni locali e le società informatiche del nord est;

- Cassa Centrale Raiffeisen dell’Alto Adige, che offre servizi di supporto alle Casse Raiffeisen attraverso i suoi reparti commercio, finanza, tesoreria e sistemi di pagamento.

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Le Federazioni locali sono attualmente quindici: Federazione BCC Piemonte Valle d´Aosta Liguria, Federazione Lombarda delle BCC, Federazione Cooperative Raiffeisen, Federazione Trentina della Cooperazione, Federazione Veneta delle BCC, Federazione delle BCC del Friuli Venezia Giulia, Federazione delle BCC dell'Emilia Romagna, Federazione Toscana BCC, Federazione Marchigiana delle BCC, Federazione delle BCC del Lazio Umbria Sardegna, Federazione delle BCC dell'Abruzzo e del Molise, Federazione Campana delle BCC, Federazione delle BCC di Puglia e Basilicata, Federazione Calabrese delle BCC, Federazione Siciliana delle BCC.

Quale istituto centrale bancario intrattiene rapporti diretti con partner istituzionali nazionali ed internazionali. E’ anche banca corrispondente per enti finanziari esteri.

Il Credito Cooperativo italiano si colloca infine nel più grande sistema della cooperazione italiana e internazionale. A livello nazionale, aderisce alla Confcooperative e, attraverso il Gruppo Bancario Iccrea, partecipa all’Unico Banking Group, una associazione fondata nel 1977 con sede a Bruxelles che si propone di acquisire maggior peso nel panorama bancario internazionale stimolando la collaborazione operativa tra i membri ed unendo know how e servizi integrati. Gli istituti cooperativi di credito europei sono raggruppati inoltre nell’Associazione delle Banche Cooperative Europee (Eacb-Groupement) con sede a Bruxelles, che rappresenta e difende presso le istituzioni dell’Unione europea gli interessi e le esigenze delle cooperative socie e ne promuove la collaborazione attraverso il coordinamento delle differenti istanze nazionali.

Tavola 45 La rete internazionale delle cooperative, statistiche principali

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