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LINEE METODOLOGICHE PER UN POSSIBILE MODELLO DI BSC PER LA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO

Tavola 58 La veste grafica degli esiti della BSC

Fonte: ns elaborazione

Il punto a cui tendere è costituito dall’incrocio dei semiassi, punto in cui la perfetta coincidenza fra le linee strategiche e la condotta aziendale determinerà (in una condizione chiaramente ideale) la sovrapposizione dei punti riferiti alle quattro aree. In una condizione non ideale i quattro punti (uno per ogni area) saranno ciascuno più o meno distante dal centro e questa distanza indicherà visivamente quali sono le aree su cui occorre intervenire con maggiore urgenza e quelle che invece tendono verso buoni risultati. Questa rappresentazione grafica ha il pregio di consentire il confronto degli esiti di BSC applicate in anni successivi in modo tale da verificare se nel tempo ci si avvicina al centro degli assi o, viceversa, ci si sta allontanando.

Resta a questo punto da vedere il dettaglio dei possibili indicatori da inserire all’interno della scheda per ciascuna prospettiva di analisi.

5.6.1 La prospettiva “Economia & Finanza”

In questa prospettiva è possibile inserire indicatori dello stato di salute dell’azienda sotto il profilo economico e patrimoniale con riferimento all’anno oggetto di analisi. Valutate le specificità dell’azienda di credito e l’importanza di non “stressare” la scheda introducendo un numero eccessivo di indicatori si ritiene opportuno integrare i seguenti indicatori per la prospettiva Economia&Finanza, sezione “mutualità”:

1) ROE (Return on Equity). Questo indicatore sintetizza la capacità del patrimonio netto di

produrre utili esprimendo in sintesi l’economicità della gestione aziendale e l’efficienza globale del complesso delle scelte compiute. La collocazione di questo indicatore all’interno della sezione dedicata alla mutualità si spiega per l’intervento nel calcolo della voce di capitale. In sostanza si valuta l’efficienza con cui l’apporto dei soci viene gestito dalla banca. A ben vedere occorrerà calcolare due valori per questo indicatore: il ROE consuntivo riferito all’anno oggetto dell’analisi ed il ROE previsionale. Questo secondo valore costituisce il parametro di controllo da inserire all’interno della scheda. Per il ROE previsionale e tutti gli altri valori relativi ai parametri di controllo per questa prospettiva sarà necessario ricorrere al bilancio di previsione. Per il calcolo del ROE previsionale occorre conoscere:

- l’utile di previsione, direttamente rilevabile dal Conto Economico previsionale;

- il patrimonio netto di previsione e/o le parti che lo compongono. In mancanza del dato diretto sarà sempre possibile calcolare il patrimonio netto sommando i valori relativi a riserve, sovrapprezzi di emissione, utile e capitale, considerando che la banca cooperativa non detiene azioni proprie (che pertanto non figurano nel calcolo);

2) rapporto fra margine di interesse e patrimonio netto. Questo indicatore esprime la

trasformazione in margine di interesse di ogni euro di patrimonio. Il margine di interesse esprime la differenza fra ricavi e costi di carattere finanziario, ovvero direttamente imputabili all’attività di intermediazione creditizia (raccolta da banche e da clientela, impieghi in prestiti, titoli e crediti interbancari) ed anche in questo caso l’intervento nel calcolo del capitale giustifica la collocazione dell’indicatore come indicatore di mutualità;

3) rapporto fra margine di intermediazione e margine di interesse. Questo indicatore misura il

contributo dell’attività di servizio ai risultati complessivi. L’attività di servizio si svolge in prevalenza nei confronti dei soci, motivo per cui questo indicatore si colloca come indicatore di mutualità. Per soffermarci sui valori che questo indicatore può assumere e sul significato del calcolo occorre tener presente che:

- se, per assurdo, la banca non percepisse ricavi da servizi e non avesse risultati dalla

negoziazione del portafoglio titoli, il risultato del calcolo sarebbe pari ad 1 (margine di intermediazione e margine di interesse coinciderebbero);

- se, al contrario, la banca svolgesse una remunerativa attività di servizio e/o l’attività in titoli

non generasse eccessive perdite, il valore dell’indice progressivamente aumenterebbe oltre il valore 1 (margine di intermediazione superiore al margine di interesse);

4) rapporto fra utile dell’operatività corrente e margine di intermediazione. L’utile da

prendere in considerazione è al lordo delle imposte. La differenza tra le due grandezze poste al numeratore e al denominatore è rappresentata dai costi operativi e dal totale delle rettifiche e accantonamenti. Quanto maggiore è il peso dei primi e/o delle seconde in un determinato esercizio, tanto più basso sarà il valore del risultato di gestione e tanto più basso sarà il valore dell’indicatore. Il rapporto può assumere valori negativi se il margine di intermediazione non è sufficiente a remunerare i costi di funzionamento della banca e ad assorbire le rettifiche per perdite presunte. L’indicatore è di mutualità per la presenza nel calcolo del margine di intermediazione, che implica la valutazione dell’attività di intermediazione creditizia e di servizio svolta in prevalenza nei confronti dei soci;

5) indice di leva finanziaria. L’indice di leva finanziaria indica di quanti euro la banca si finanzia

dell’attivo ed il patrimonio netto aziendale, ci fornisce una misura del grado di indebitamento (e di capitalizzazione) della banca. All’aumentare della leva finanziaria diminuisce il grado di capitalizzazione, ovvero aumenta il livello di indebitamento. In generale un maggior ricorso al capitale di debito aumenta la redditività del patrimonio, ma contestualmente fa aumentare il rischio tipico dell’impresa. L’intervento del patrimonio netto nella formula ci consente di inserire l’indicatore fra quelli di mutualità.

I cinque indicatori appena esposti costituiscono la rosa degli indicatori per la prospettiva Economia&Finanza e “mutualità”. Per la “territorialità” sono stati selezionati ulteriori indicatori:

1) rapporto fra utile al netto delle imposte e utile lordo. Questo indicatore misura il peso

dell’imposizione fiscale sui redditi della banca. Un valore pari ad 1 di questo indicatore segnalerebbe assenza di imposte. Un valore pari a zero segnala invece che tutto il reddito lordo è stato assorbito dalle imposte. Il risultato di questo indicatore è in gran parte indipendente dalle scelte gestionali della banca, tuttavia è da considerare in quanto le performance non possono prescindere dalla valutazione degli effetti dell’imposizione fiscale. Il valore dell’indicatore dipende chiaramente dalle condizioni di contesto, motivo per cui si inserisce nella sezione dedicata alla territorialità, andando di fatto a definire il contributo della banca all’economia del territorio;

2) rapporto fra raccolta diretta e il totale dell’attivo. Questo indicatore definisce l’entità della

raccolta effettuata in relazione al totale dell’attivo e si ritiene utile inserirlo all’interno degli indicatori di territorialità poiché l’entità della raccolta misura il grado di fiducia che il territorio (soci e clienti) accorda alla banca. La raccolta è data dalla sommatoria dei valori riferiti ai debiti verso clientela e ai titoli in circolazione;

3) rapporto fra impieghi su clientela e totale attivo. L’indicatore è calcolato considerando che

gli impieghi su clientela sono costituiti dalla sommatoria fra crediti verso clientela e titoli di debito. Si tratta di un indicatore di territorialità poiché, di converso al precedente, misura la fiducia che la banca accorda ai suoi soci e clienti sul territorio attraverso la concessione del credito.

Concluso l’esame degli indicatori per la prospettiva Economia&Finanza resta da assegnare a ciascuno un peso relativo all’importanza che i singoli indicatori dovranno avere all’interno della BSC. Si ritiene di poter assegnare i pesi indicati nella tabella che segue.

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