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MATERIALI E METODI

VALUTAZIONE DI UN’INDAGINE OFTALMOLOGICA SU LAVORATORI DEL PUBBLICO IMPIEGO UTILIZZANTI IL VDT

MATERIALI E METODI

Sono stati sottoposti a visita medica preventiva e periodica n. 121 soggetti, di cui 75 maschi e 46 femmine, per un totale di 242 occhi. L’età è compresa tra 29 ed i 62 anni.

La popolazione è stata divisa in cinque fasce di età: minori di 30 anni (1 soggetto), tra 31 e 40 (23 soggetti ), tra 41 e 50 (69 soggetti ), tra 51 e 60 anni (27 soggetti) ed oltre

60 anni (1 soggetto). Sono stati visitati, ma esclusi dall’analisi otto soggetti che non lavoravano al VDT. L’anzianità lavorativa al VDT è stato divisa in due fasce: minore di 10 anni (67 soggetti) e maggiore di 10 anni (46 soggetti). Il tempo di utilizzo del VDT è stato suddiviso in due gruppi minori di 20 ore (55 soggetti) e maggiori di 20 ore (58 soggetti).

Ogni soggetto è stato sottoposto a visita oculistica comprendente: esame obiettivo completo del segmento anteriore e posteriore (in midriasi), esame della tensione endoculare (tonometro di Goldmann), studio della refrazione, dell’equilibrio muscolare (Cover test per lontano e per vicino), del senso cromatico (tavola di Ishihara), della stereopsi (Stero-Lang test 1-2 )ed esame del film lacrimale (test di Schirmer 1 e Beak-Up Time). Ad ogni soggetto è stato sottoposto un questionario anamnestico, oculistico familiare, personale e alla riferita presenza o assenza di sintomi oculari correlati i al lavoro.

Dei 113 soggetti visitati, 62 (gruppo A) non hanno lamentato alcun disturbo 51 (gruppo B) hanno riferito sintomi soggettivi durante l’uso del VDT (vedi tabella 1 e 2)

RISULTATI

La prima rilevazione ha considerato nel gruppo A composto da 62 soggetti per un totale di 124 occhi, abbiamo riscontratoi segenti vizi di refrazione: emmetropia 33 (26,60%), miopia corretta 18 (14,51%), ipermetropia semplice corretta 5 (4,03%), astigmatismo miopico corretto 25 (20,16%), astigmatismo ipermetropico corretto 4 (3,22%), presbiopia corretta 20 (16,12%), presbiopia non corretta 8 (6,45%), miopia semplice non corretta 1 (0,80%), ipermetropia semplice non corretta 6 (4,82%), astigmatismo miopico non corretto 2 (1,61%) astigmatismo ipermetropico non corretto 2 (1,61%), ambliopia 2 (1,61%)

I risultati dei test eseguiti sempre sullo stesso gruppo sono stati: 46 (74%) soggetti normali, deficit di convergenza 6 (9,6%), alterazione motilità oculare 7 (11,2%), alterazione del senso stereoscopico 1 (1,6%), alterazione del senso cromatico 2 (3,2%).

Esaminato il gruppo B i sintomi soggettivi più frequentemente riferiti. Su 51, lavoratori i sintomi maggiormente indicati sono stati: affaticamento visivo (38 volte), bruciore (34 volte), arrossamento (23 volte), cefalea (21 volte), riduzione del visus (18 volte) lacrimazione (15 volte), necessità di ammiccamento (14 volte).

Nello stesso gruppo di 51 soggetti per un totale di 102 occhi abbiamo osservato i seguenti vizi di refrazione (per comodità i dati che si riferiscono all’astigmatismo miopico semplice e composto sono stati unificati, come pure quelli relativi dell’astigmatismo ipermetropico semplice e composto): emmetropia 15 (14,7%), miopia semplice corretta 15 (14,7%), ipermetropia semplice corretta 15 (14,7%), astigmatismo miopico corretto 12 (11,7%), astigmatismo ipermetropico corretto 6 (5,8%), presbiopia non corretta 9 (8,8%), miopia semplice non corretta 2 (1,9%), ipermetropia semplice non corretta 17 (16,6%), astigmatismo miopico non corretto 3 (2,9%), astigmatismo ipermetropico non corretto 6 (5,8%), ambliopia 2 (1,9%).

I risultati dei test eseguiti sempre sullo stesso gruppo sono stati: 29 (56,8%) soggetti normali, Schimmer e Beak-Up Time (B.U.T.) ridotti10 (19,6%), deficit della convergenza 4 (7,8%), alterazione della motilità oculare2 (3,9%), alterazione del senso steroscopico2 (3,9%), alterazione senso cromatico 4 (7,8%).

Tab.1

VIZI DI REFRAZIONE Gruppo A e B

A

%

B

%

emmetropia 33 26,60 15 14,70

miopia semplice corretta 18 14,50 15 14,70

ipermetropia semplice corretta 5 4,00 15 14,70

astigmatismo miopico corretto 25 20,10 12 11,70

astigmatismo ipermetropico corretto 4 3,20 6 5,80

presbiopia corretta 20 16,10 0

-presbiopia non corretta 8 6,40 9 8,80

miopia semplice non corretta 1 0,80 2 1,90

ipermetropia semplice non corretta 6 4,80 17 16,60 astigmatismo miopico non corretto 2 1,60 3 2,90 astigmatismo ipermetropico non corretto 2 1,60 6 5,80

ambliopia 2 1,60 2 1,90

Tab.2

test gruppo A e

gruppo B

A

%

B

%

test normali 46 74% 29 56,80%

T.Schimmer e BUT 0 0 10 19,6

Deficit convergenza 6 9,6 4 7,8

motilità oculare alterata 7 11,2 2 3,9

senso stereoscopico 1 1,61 2 3,9

sensocromatico 2 3,2 4 7,8

CONCLUSIONE

Esaminando i dati della tabella 1 si nota che tra i soggetti che riferiscono sintomatologia soggettiva (gruppo B) i vizi di refrazione più frequenti sono l’ipermetropia corretta e non corretta, probabilmente perché questo vizio rifrattivo determina, specialmente se non è adeguatamente corretto, un notevole spasmo accomodativo. Si osserva inoltre che i presbiti corretti, presenti solo nel gruppo A, non riferiscono disturbi in un numero considerevole di casi, poiché in questa situazione l’incapacità dell’occhio di accomodare sulla distanza della visione da vicino è corretta adeguatamente con lenti convergenti di potere diottrico pari al potere perduto dall’accomodazione (8). Pertanto secondo la nostra rilevazione, l’ipermetropia, specialmente se non corretta, è determinante nel provocare sintomi soggettivi durante il lavoro al VDT.; mentre un’adeguata correzione della presbiopia protegge dall’insorgenza dei sintomi.

E’ interessante notare, prendendo in esame i risultati della tabella 2, che nel determinare comparsa della sintomatologia soggettiva non sono essenziali i deficit della convergenza e della motilità oculare, ma sono determinanti le alterazioni quali-quantitativa del film lacrimale. Dalla nostra analisi, infatti, si osserva che i soggetti con

alterazioni del test di Schirmer e del BUT nella totalità dei casi lamentano sintomatologia soggettiva durante il lavoro al VDT.

Questo probabilmente è da riferire ad uno stato di irritazione della superficie oculare.

Inoltre il gravoso impegno sensoriale e l’eccessivo processo di fissazione svolto dal soggetto impegnato al VDT, possono determinare un ammiccamento inefficiente, in pratica l’aumento dell’ammiccamento di tipo accennato e incompleto (esistono 4 tipo di ammiccamento A completo, B incompleto, C accennato e D forzato. Nei soggetti normali il tipo A costituisce l’80%, il tipo B il 17%, i tipo C il 2% e il tipo D l’1%) e una diminuzione della frequenza dell’ammiccamento tale da comportare una iperevaporazione ed una instabilità del film lacrimale, che possono promuovere la comparsa di disturbi soggettivi. L’instabilità del film lacrimale può inoltre far precipitare situazioni border-line della superficie oculare (questo situazione si può avere nei soggetti affetti da meibomite, blefarite, nei pazienti che utilizzano beta-bloccanti, antistaminici, etc) e procurare un’intolleranza alle lentine corneali a contatto (2-4-9) Concludendo ci preme sottolineare che per evitare o ridurre l’insorgenza di sintomatologia soggettiva, che tanto preoccupa gli addetti al VDT e che può a volte mettere in difficoltà il Medico Competente, è necessario: un accurato esame oftalmologico, una adeguata correzione dei vizi di refrazione come l’ipermetropia e la presbiopia, che possono indurre, quando non sono adeguatamente corretti, un aumento dello sforzo accomodativo e un accurato esame del film lacrimale.

L’instabilità del film lacrimale infatti, come da noi riscontrato, sicuramente stimola l’insorgenza di sintomi soggettivi.

RIASSUNTO

Gli Autori, prendendo spunto dall’Attività di Medico Competente svolta per conto della Sovrintendenza Medica Regionale presso una Struttura Pubblica, valutano i risultati degli accertamenti oftalmologici condotti su 121 soggetti sottoposti a visita preventiva e periodica.

Gli Autori concludono, sulla scorta della più recente Letteratura, che l’esame completo dell’apparato visivo è di supporto fondamentale per l’attività del Medico Competente, come misura preventiva per la diagnosi precoce della sintomatologia soggettiva da stress visivo..

BIBLIOGRAFIA

1. Boschi M.C., Grasso CannizzoP., Sodi A. – Rapporto tra disturbi soggettivi ed esame obiettivo oftalmologico in un gruppo di operatori al VDT – Atti del LXVIII Congresso della S.O.I.Roma, 24/27 Novembre 1988 , pag 559,566)

2. Calabria G. Rolando M.Fisiopatologia del Film lacrimale S.O.I. 9/1984 pag.99-100).

3. Circolare n.16 del 26/1/2001 del Ministero del lavoro e della previdenza Sociale,

Legge Comunitaria 2000)., http://www.ambiente.it/sicurezza/news/2001/16febbraio.htm.).

4. De Marco R., Giordano G., Traversa F., Rolando M. – Indagine ergoftalmologica negli addetti alla videocodifica postale- Atti del LXVIII Congresso S.O-I. Roma 24-27 novembre 1988

5. Guida al protocollo di visita oculistica per la corretta valutazione del Videoterminalista Federazione Oculisti Veronesi Associati).

6. http://www.cgilparma.it/

7. Mannozzi G http://www.ambiente.it/sicurezza/news/2001/5febbraio.htm.).

8. Miglior M. – Oftalmologia Clinica- Monduzzi Editore 1989

9. Rolando M., Martinoli C., Copello F., Ravazzoni L. – Ocular surface stress by environmental conditions om VDT workers. A clinical controlled chamber study – The Lacrimal System 1992 – Ghedini Editore 1993- p.69-72 Calabria etc).

10. S.Nicolini “La sorveglianza sanitaria e il documento di sicurezza” Atti Conv.Nazionale di Medicina Legale Cagliari 16/18 ottobre 1996 INAIL).

LA NEURORIABILITAZIONE VISIVA CON SISTEMI

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