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Il mercato del Private Equity

Il mercato globale del Private Equity è stato caratterizzato da una crescita sempre maggiore favorita da un contesto economico positivo, bassi tassi d’interesse e competitività degli intermediari finanziari fino al 2007, anno d’inizio della crisi dei mutui sub-prime, che ha segnato il tracollo del mercato del debito nel 2008. L’indagine svolta da EMPEA mette in evidenza il fatto che il mercato statunitense e quello europeo hanno sofferto maggiormente la crisi dei mercati finanziari, con un calo tra il 50-60% negli investimenti e di circa il 30% nel fundraising. Si registra un crollo dei prestiti senior legati ad operazioni di LBO per un valore di 177 miliardi di euro negli USA e del 65% in Europa, decremento continuato fino al 2009. Al contrario, i mercati emergenti hanno avuto una leggerissima flessione del 6% negli investimenti133.

Nel 2010 si notano i primi segnali della ripresa e, negli ultimi anni, del mercato del Private Equity. Una degna rappresentazione della situazione italiana ed europea è fornita dal report annuale 2017 dell’EVCA (European Private Equity &

Venture Capital Association). La crisi ha avuto un forte impatto negativo sulle

attività di Buyout a livello globale, che si è riflesso sul mercato europeo e quello italiano134. La crisi finanziaria globale ha avuto il suo picco fra il 2008 e il 2009 e, proprio fra il secondo semestre del 2008 e il primo semestre del 2009, l’Italia registra il più acuto peggioramento.

133Cfr. EMPEA, Emerging Markets Private Capital Fundrasing and Investment, Industry

Statistics

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Dal momento in cui si è manifestata la crisi, la maggior parte degli investimenti è stata destinata ad operazioni di Turnaround, con un conseguente significativo incremento di tali operazioni135.

Fonte: Elaborazione propria sulla base dei dati AIFI

Fonte: Elaborazione propria sulla base dei dati AIFI

135 AIFI, Il Mercato Italiano del Private Equity, Venture Capital e Private Debt (2017), p.33 e

segg. - 50.000.000 100.000.000 150.000.000 200.000.000 250.000.000 300.000.000 350.000.000 400.000.000 450.000.000 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

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Da tali grafici si evince una forte crescita degli investimenti in operazioni di Turnaround nel 2009 e nel 2014: tale crescita è dovuta, nel 2009, alla realizzazione di una singola operazione di ammontare particolarmente elevato e, nel 2014, ad alcune rilevanti operazioni realizzate da soggetti internazionali.

Il contesto italiano è prevalentemente caratterizzato da imprese a carattere familiare e di piccole dimensioni e risulta essere lo scenario ideale per permettere il consolidamento del settore del Private Equity. Tuttavia, sono poche le imprese “attraenti” per gli investitori istituzionali, in quanto gli stessi si rivolgono a quelle società con un forte potenziale di crescita a seguito di operazioni di ristrutturazione

organizzativa, riposizionamento competitivo e riequilibrio finanziario, al fine di

permettere alle stesse di superare la concorrenza globale. Il freno al consolidamento del settore del Private Equity in Italia è dato dai vincoli attualmente esistenti che non favoriscono l’incontro tra la domanda e l’offerta del capitale di rischio136 e dalla scarsa conoscenza del PE da parte degli imprenditori

italiani, la maggior parte dei quali non ne sono nemmeno a conoscenza e ne ignorano la potenziale utilità. Si evince, perciò, come il mercato del Private Equity possa essere soggetto a notevoli margini di miglioramento, se si diffondessero tra gli imprenditori italiani informazioni chiare circa le operazioni di Buyout e gli operatori di Private Equity. Un altro freno è dato dal contesto culturale italiano: gli imprenditori italiani ricorrono prevalentemente all'autofinanziamento o al sistema bancario, con un’esposizione debitoria maggiormente di breve periodo. La diffusione in Italia del LBO potrebbe essere incentivata anche dalla crescente disponibilità di forme di finanziamento innovative rispetto al passato. Inoltre, il possibile sviluppo delle operazioni sarebbe incentivato dagli elevati rendimenti ottenuti dalle attività di investimento in società non quotate (investimenti di

Private Equity nel segmento del buyout) che hanno attirato l’afflusso di maggiori

capitali. Un operatore di PE investe in un buyout se esiste la possibilità che si verifichi:

136 Questa situazione potrebbe risolversi con interventi di politica economica volti a promuovere

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• L’incremento di EBITDA della società target nel periodo di investimento; • La diminuzione dell’indebitamento della società target;

• L’aumento del multiplo in uscita rispetto a quello in entrata.

2.3.1 Una nicchia del mercato del Private Equity: il Turnaround in Italia

Con specifico riferimento al mercato italiano, nel 2006 e nel 2007 si è assistito ad un importante incremento dell’ammontare destinato ad interventi di Turnaround, passando da 28 milioni di euro investiti nel 2005 a 145 milioni di euro investiti nel 2007. Positivo è stato il 2009 che vede più che triplicate le risorse investite nel segmento del turnaround rispetto al periodo precedente, passando da 22 a 78 milioni di euro, rappresentando circa l’8% degli investimenti in capitale di rischio realizzati nel nostro Paese e con un’incidenza del 16% sul totale del mercato137.

Tale evidenza dimostra che la recente crisi ha portato a situazioni di stress che hanno permesso un aumento della quota di mercato del segmento del turnaround, ciononostante, sono pochi i fondi specializzati in questo segmento che hanno operato in maniera continuativa e sistematica sul mercato, per lo più si tratta di fondi di tipo generalistico. Per ciò che concerne la presenza o meno di procedure concorsuali presenti all’origine dell’operazione, al 2012, i dati sono i seguenti138:

• Il 58% delle operazioni è stato concluso in una situazione critica per l’impresa ma senza la presenza di procedure concorsuali all’origine dell’operazione;

• Il 18% delle operazioni è stato concluso nell’ambito di amministrazioni straordinarie;

• Il 13% delle operazioni è stato concluso in presenza di fallimenti d’impresa; • L’11% delle operazioni è stato concluso in presenza di un concordato

preventivo.

137 FERRO L., Risanamento e crisi d’impresa: il ruolo del turnaround, 26 Novembre 2009 138 AIFI, Il Mercato Italiano del Private Equity, Venture Capital e Private Debt (2012)

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