2.1. L’empatia: un fenomeno complesso
2.1.4. Metodi e strumenti di misurazione dell’empatia
L‟empatia, esperienza intima che si manifesta con grandi differenze da un soggetto all‟altro, risulta essere assai difficilmente misurabile attraverso l‟impiego di prove oggettive o di procedure di osservazione, nondimeno in letteratura si sono escogitati differenti modi per rilevarne la presenza e misurarne il livello. Tanto fortemente divergenti sono state le posizioni teoriche assunte dai ricercatori – poiché se da un lato, come detto, si poneva attenzione agli aspetti cognitivi dell‟esperienza empatica, dall‟altro invece, si giudicava preminente l‟affettività – che da un lato gli aspetti legati alla cognizione sociale e dall‟altro le modalità di attivazione affettiva
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sono state il focus della ricerca dei metodi e degli strumenti di analisi. Più in generale, è possibile una duplica classificazione degli strumenti più comunemente utilizzati: secondo un primo criterio, che si basa sulla definizione operativa di empatia, è possibile la distinzione tra misure degli aspetti cognitivi, affettivi e misure di tipo multidimensionale; il secondo criterio, invece, consente la distinzione tra strumenti fondati sulla rilevazione di resoconti verbali, strumenti che fanno perno sulla rivelazione di indici somatici, e infine altri mezzi che si riferiscono al rilevamento di indici fisiologici, classificando appunto gli strumenti in funzione della tecnica adoperata per la rilevazione.
- L‟empatia interpretata come la capacità di comprendere pensieri, intenzioni e motivazioni ed emozioni dell‟altro è invece quanto prescrive l‟approccio cognitivo, per il quale, appunto, il progresso attraverso una serie di stadii, ordinati gerarchicamente – che vanno dalla diffusa sensitività pre-empatica del lattante alla consapevolezza empatica dell‟adolescente, intesa come adozione del punto di vista dell‟altro che si dispiega grazie al compimento del processo di differenziazione del sé dall‟altro – è la cifra di quella capacità, come si vede, strettamente connessa allo sviluppo cognitivo. Metodi di misurazione particolarmente noti sono, per quanto riguarda l‟approccio cognitivo all‟empatia, il test di predizione sociale, che valuta quella in esame come capacità di previsione circa il pensiero o i sentimenti altrui, e i
test di role taking affettivo, progettati per la valutazione, sulla base della
presupposizione dell‟assunzione del punto di vista altrui, la capacità empatica di inferire lo stato e le reazioni emotive di un altro individuo. In specie, massime sono la diffusione e l‟uso di uno strumento concepito perla valutazione dell‟abilità del bambino di identificare l‟emozione provata dal personaggio principale di una storia coinvolto in eventi affettivamente pregnanti: si tratta del Test di Percezione
Interpersonale (Interpersonal Perception Test) di Borke (1971; 1972).
Corre infine l‟obbligo di segnalare, per quanto riguarda la misurazione del role
taking affettivo la Scala di Empatia (Empathy scale) di Hogan (1969) il quale poté
concepirla grazie alle descrizioni di giudici esperti, consultati perché fornissero un elenco analitico delle qualità di cui il soggetto empatico dev‟esser dotato.
- Se ci si domanda per quale motivo oggidì l‟attenzione di molti autori si sia spostata sul processo di attivazione emotiva, inoltre piuttosto sulla direzione che quella assume, anziché sulla precisione nella decodifica del sentimento altrui, si ponga mente al fatto che per lo più si concorda nel ritenere l‟empatia un‟esperienza di condivisione affettiva dell‟altrui stato d‟animo. Si comprende dunque come, dovendo prevalere la valutazione del livello di incontro fra sensibilità, secondo quest‟ottica le abilità cognitive siano sorta di prerequisiti o mediatori.
I resoconti verbali, gli indici somatici e gli indici fisiologici sono ciò a cui più spesso si fa ricorso, nella misura degli aspetti affettivi, col che non si mancherà di notare come proprio i resoconti verbali, basati sull‟analisi delle risposte che i soggetti
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forniscono di fronte a situazioni-stimolo emotivamente coinvolgenti, come storie e questionari carta-matita, possano considerarsi misure di aspetti tanto cognitivi quanto affettivi o multidimensionali, in relazione all‟aspetto del costrutto empatico da essi misurato; mentre, per altro verso, gli strumenti che utilizzano l‟analisi degli indici somatici e fisiologici sono pertinenti esclusivamente alla misurazione degli aspetti affettivi. L‟elaborazione nel 1968 della FASTE (Feshbach Affective Situation Test
for Empathy), a tutt‟oggi un modello per la valutazione dell‟empatia espressa
verbalmente da bambini e adolescenti, è il frutto del lavoro di Feshbach e Roe. La responsività empatica è quanto tramite la videoregistrazione di posture, gesti, sguardi, vocalizzi ed espressioni facciali, dove il grado di congruenza tra le reazioni somatiche del soggetto osservatore e lo stato affettivo del soggetto osservato testimoniano la condivisione dei sentimenti altrui è rilevato, invece, dagli indici
somatici.
Le registrazioni sono strumento assai diffuso anche nelle pratiche di misurazione degli indici fisiologici, poiché infatti in tali casi ci si serve di macchinari in grado di registrare i cambiamenti al livello di conduttanza e temperatura della pelle e le reazioni di tipo sensoriale indotte dalla risposta empatica nel sistema nervoso autonomo, come la vasocostrizione, la variazione del battito cardiaco e la sudorazione (Berger, 1962; Craig e Lower, 1969; Scotland, 1969).
Abbiamo svolto questa breve illustrazione, unicamente a suffragio della posizione da noi sopra sostenuta, secondo cui il pur ampio panorama di metodi e strumenti analitici e di registrazione e misurazione, mostra in realtà una grave e pervasiva confusione, circa l‟empatia, tanto sul piano epistemologico-metodologico quanto su quello più schiettamente concettuale, tale da ingenerare la convinzione che quello esaminato sia un fenomeno mutevole, specie in relazione alla prospettiva d‟indagine adottata, tanto più che s‟avverte costantemente l‟obbligo di evitare inferenze indebite, donde ci occorrerà necessario tenere sempre conto dei vincoli presentati da ogni strumento analitico. Ma a tanto maggior ragione si vorrebbe adottare una prospettiva che intenda integrare, anche nell‟ambito della medesima indagine, diverse modalità di rilevamento, cosicché si renda possibile un confronto interindividuale della qualità della responsività empatica.