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Nella regione si rafforzano le posizioni dei radical

Dopo la prima campagna militare, approfittando del fatto che le autorità cecene erano impegnate nelle elezioni del presidente della Repubblica Cecena d’Ichkeriya, i radicali presero sotto il loro controllo dei territori che prima venivano utilizzati come campeggi estivi per bambini nel villaggio di Avtury (provincia di Shali, Cecenia). Proprio questi campi diventarono delle basi per la diffusione dell’ideologia, affiancate da corsi d’addestramento militare e da corsi accelerati di teologia tenuti da volontari stranieri giunti in Cecenia dai paesi del Medio Oriente. Leader assoluto di questo centro di formazione divenne l’emiro Khattab, che definiva anche i contenuti dell’in- segnamento. In breve tempo questo centro divenne molto popolare fra la gioventù di tutta la regione del Nord Caucaso. Si tenevano corsi di formazione teologica, corsi di diritto sciaraitico, si imparava a collocare mine e anche ad attirare nel movimento salafita il maggior numero di persone. Già nel 1998 la popolarità del centro era così grande che vi giungevano studenti perfino dall’Asia Centrale (Uzbekistan, Tagiki- stan) e dal Kazakhstan.

Nei tre anni del suo funzionamento, dal centro passarono alcune migliaia di persone, pronte a lottare contro il potere nelle loro repubbliche e regioni. Superati questi corsi plurimensili, costoro tornavano a casa con la sensazione di sapere tutto e di dover trasmettere queste conoscenze agli “smarriti”. Strano ma vero, se nei paesi musulmani i giudici dei tribunali della shari’a studiavano per anni negli istituti e nelle università, in questi corsi si rilasciavano diplomi di diritto sciaraitico a dei giovani che ne avevano una conoscenza soltanto superficiale, autorizzandoli a emettere sentenze sulla base di tale diritto. Queste persone riempirono tutti i tribunali della Cecenia, grazie agli sforzi del ministro degli Interni e del Capo del servizio di sorveglianza e degli istituti di pena.

Nel centro dell’emiro Khattab, tenevano lezioni noti leader salafiti della regione. In qualità di politologi o semplicemente di uditori lo frequentarono molti noti co- mandanti delle jama’at del Caucaso settentrionale.

Oltre a questo centro, nella repubblica furono create numerose altre basi: a Gu- dermes, a Urus-Martan, Alkhan-Jurt, Khatuni, e in altre località. Per eventuali azioni belliche si creavano depositi e basi segrete con armi e viveri.

Un fattore di notevole importanza fu inoltre l’arrivo nella regione di una gran quantità di testi salafiti, il più delle volte editi a Mosca. Nelle regioni del Nord Cau-

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caso dopo la prima guerra cecena vennero registrate varie fondazioni di indirizzo sala- fita a Makhachkala, a Nal’chik e a Majkop.

Quando parliamo di radicali, intendendo con questo termine i sostenitori e porta- tori delle idee del salafismo, dobbiamo tener presente che il salafismo non è un fenomeno del tutto omogeneo. In tutti questi anni, anche al suo interno si creò una sorta di gerarchia, che mutava di volta in volta con il mutare della situazione in Cece- nia. Oggi lo guidano di nuovo quelle stesse persone che stavano all’origine della sua formazione negli anni ’80. Questa leadership è ritornata dopo lunghi anni, durante i quali era stata messa in secondo piano per l’arrivo in Cecenia di personaggi prove- nienti dal Medio Oriente. Questi rappresentanti del Medio Oriente avevano occupa- to i posti di comando perché attraverso di loro passava un flusso di finanziamenti e perché tutti i contatti con le forze esterne del salafismo avvenivano tramite loro.

Il ruolo di amir, ossia di capo di tutte le jama’at della Cecenia, è stato ricoperto in tempi diversi da personalità diverse, ma si trattava di una particolare carica politico- religiosa, non militare. L’amir militare si sottometteva al leader spirituale, ma era di fatto comunque relativamente autonomo.

I membri di questa élite cecena del salafismo talvolta tentavano di uscire nell’a- rena mondiale del radicalismo islamico. La loro posizione in questo contesto era però così marginale che, fino al 2003-2004, nessuno dei più influenti ideologi del radica- lismo islamico mondiale espresse il proprio sostegno alla Cecenia. A volte poteva sembrare che i vari Bin Laden ignorassero perfino l’esistenza della Cecenia. Aslan Maskhadov del resto ricambiava questa scarsa attenzione. Dopo i fatti dell’11 set- tembre 2001, chiese di preparargli una scheda che gli spiegasse chi fosse Bin Laden e perché in Russia tutti volessero metterlo in relazione con la Cecenia: fino a quel momento il leader ceceno non sapeva neppure chi fosse Bin Laden.

Il secondo gradino della gerarchia dei salafiti in Cecenia era costituito da grandi comandanti, che, a differenza dei loro capi spirituali, erano sempre in prima linea. Guidavano reparti d’assalto che avevano lo scopo di arrecare il maggior danno possi- bile allo Stato ceceno e non escludevano l’eventualità di eliminare lo stesso presidente della Cecenia, Aslan Maskhadov.

Al terzo gradino vi erano i comandanti delle jama’at locali. In molti centri urbani della repubblica, senza ostentare la loro appartenenza al salafismo, agivano infatti piccole cellule di jama’at.

Infine c’erano i membri stessi delle jama’at, che costituivano anch’essi una massa eterogenea, spesso in fermento. Molti giovani sotto l’azione di questa ideologia entra- vano nella jama’at, ma col tempo, il più delle volte solo pochi mesi dopo, la lascia- vano perché, abituati alla vita libera, erano spaventati dalle eccessive limitazioni a cui tutte le loro azioni venivano sottoposte. Uscirne era sempre un momento difficile, perché la jama’at non lasciava andare via così facilmente i suoi adepti. Li costringeva a riscattarsi possibilmente restituendo il denaro, che era stato investito per renderli dei combattenti, e li vincolava all’impegno di sostenere in futuro i “fratelli della

jama’at”.

Il gruppo base della jama’at consisteva di cinque uomini, fra i quali uno era designato come amir ed entrava a far parte della jama’at territoriale. Questa poteva comprendere da un minimo di alcune decine fino a un massimo di alcune centinaia

IL FATTORE CECENO NEL NORD CAUCASO 89 di persone, comandate da un amir, che faceva parte di un organo consultivo, la shura. Una rete di questo genere agiva in tutto il Nord Caucaso.

L’eterogeneità del movimento era dovuta anche alla sua composizione. Per esem- pio, oltre ai personaggi noti (Movladi Udugov, Islam Khalimov, Isa Umarov e altri) c’era il movimento per la diffusione della fede, costituito da persone estranee all’ala militare. Fra costoro c’era il futuro successore di Aslan Maskhadov, Abdul-Khalim Sadulaev di Argun, che nel periodo fra le due guerre definì per la sua jama’at dei compiti esclusivamente non militari.