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CAPITOLO IV. Dalla persecuzione alla rivendicazione

5.1 Nota metodologica

In questo paragrafo si delineerà il percorso della ricerca, tentando di spiegare le scelte operate e la cornice teorico-metodologica che le ha ispirate. Il cammino intrapreso non è stato sempre lineare, ma ha implicato a volte la necessità di ritornare indietro per porsi nuove domande, operare nuove riflessioni ed elaborare nuove strategie, man mano che ci si addentrava nell’oggetto di studio.

Lo studio di questa tematica non nasce da competenze pregresse sull’omogenitorialità, ma dal più generale interesse nei confronti di argomenti concernenti l’esclusione sociale, attenzione spesso sollecitata durante il periodo di formazione intrapreso per diventare Assistente Sociale.

L’esclusione sociale è un ambito di studio su cui le discipline di Servizio Sociale si sono soffermate con particolare attenzione, che viene tutt’ora declinato in maniera differente a seconda degli specifici contesti di indagine. In linea generale, si può affermare che tale concetto rimanda a due ambiti specifici:

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Il primo guarda alle condizioni che consentono, o viceversa impediscono, agli individui e ai gruppi di accedere alle risorse rilevanti e al sistema dei diritti. In questa prospettiva, quindi, e.s. si riferisce al mancato accesso a diritti giuridici, politici, economici e civili fondamentali. Il secondo, viceversa, guarda ai processi che favoriscono- o impediscono o indeboliscono fortemente- l’appartenenza a reti sociali e a sistemi di identificazione significativi entro una determinata comunità. Si avrebbe quindi e.s. quando non si riuscissero a realizzare forme di appartenenza e legami sociali significativi.230

Nel caso delle famiglie omogenitoriali, si può essere di fronte alla compenetrazione di entrambe le declinazioni di esclusione sociale, sia quella formale del mancato accesso ai diritti, sia quella sostanziale derivante dallo stigma collegato all’omosessualità.

Questa ricerca è stata concepita in ottica comparativa tra due paesi che hanno una disciplina giuridica differente per quanto riguarda il riconoscimento delle coppie omosessuali e le modalità di accesso alla genitorialità. Tale confronto permette di comprendere tanto gli effetti dell’esclusione, quanto il rapporto esistente tra le sue due dimensioni precedentemente delineate.

Nello specifico, quello che si vuole analizzare è il modo in cui le famiglie omogenitoriali si confrontano con il loro contesto di vita, per cercare di comprendere in che misura la società è in grado di accoglierle e accettarle. Per fare questo si è scelto di dare voce al loro quotidiano, al loro vissuto.

In questo caso comparare significa “analizzare scientificamente sistemi sociali che presentano evidenti differenze”231 al fine di “spiegare i fenomeni sociali controllando le condizioni e le cause delle variazioni di quei fenomeni”232. La sfida principale della comparazione risiede nella difficoltà di trovare somiglianze rispettando le differenze; ogni contesto presenta infatti delle peculiarità derivanti dagli specifici processi storico-culturali che lo hanno attraversato e caratterizzato. É importante non cadere nell’errore di confondere la somiglianza con l’uguaglianza, pertanto si è cercato di eliminare “ogni pretesa di

230

Chiara Saraceno, «esclusione sociale» in Annamaria Campanini (a cura di), Nuovo dizionario

di Servizio Sociale, Roma, Carocci Editore, 2013, p.219. 231

Neil J. Smelser, La comparazione nelle scienze sociali, Bologna, Il Mulino, 1982, p. 208.

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equivalenza fra proprietà appartenenti a sistemi culturali diversi”233.

L’obiettivo non sarà, quindi, la ricerca di nessi causali tra variabili determinate, ma la comprensione delle relazioni tra le parti che costituiscono l’oggetto di studio, l’approccio utilizzato sarà pertanto di tipo interpretativo. In particolare sono stati individuati quattro obiettivi principali:

 Analizzare le specificità delle famiglie omogenitoriali all’interno del contesto generale degli studi sociologici sulla famiglia.

 Esplorare le dinamiche di integrazione sociale delle famiglie studiate.  Comparare i risultati dei due paesi presi in esame.

 Approfondire lo studio di una tematica poco esplorata, allo scopo di ispirare la creazione di buone pratiche di intervento o prevenzione

Nell’ambito della Sociologia l’approccio interpretativista viene solitamente contrapposto a quello di matrice positivista, a partire da questi orientamenti si sono sviluppati metodi e tecniche diversi, rispettivamente il metodo qualitativo e quello quantitativo.

L’applicazione di un metodo nello sviluppo di una ricerca è condizione imprescindibile affinché si raccolgano e analizzino delle informazioni che possano essere accettate da una comunità scientifica di riferimento.

Il metodo può essere considerato come “lo strumento ideato per veicolare la conoscenza verso il suo oggetto. In quanto strumento, è un insieme logico di regole e principi ideati per agevolare e rendere ineccepibile l’investigazione.”234

Nel caso del metodo qualitativo, il ricercatore non aspira all’individuazione di leggi genericamente applicabili, ma si concentra su un numero limitato di casi, con l’obiettivo di operare un’analisi non orientata alla numerazione delle azioni intraprese dagli attori sociali, ma alla comprensione delle motivazioni che li hanno spinti a compiere tali azioni.

E’ un metodo utile nell’esplorazione di un fenomeno poco conosciuto ed ha il

233

Ivi, p. 34.

234

Claudio Tognonato, «Il metodo e la questione del soggetto», Roberto Cipriani (a cura di),

L’analisi qualitativa. Teorie,metodi, applicazioni., Roma, Armando Editore, 2008,

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limite intrinseco della difficoltà di generalizzabilità delle informazioni acquisite, in quanto riferibili unicamente ad un determinato gruppo inserito in un determinato contesto.235 L’approccio qualitativo mette in posizione centrale l’individuo come espressione della totalità di cui è sintesi e rappresentazione.

In quest’ottica:

[…] ogni individuo è concepibile, nel senso più rigoroso, come il terreno d'incontro del sociale così come si esprime nelle istituzioni e nei comportamenti collettivi rilevanti e come un fascio di azioni e reazioni, un centro di iniziative e di progetti rispetto ad essi, tanto da riuscirne nello stesso tempo vittima e artefice, schiavo e protagonista.

Il rapporto individuale-sociale è dunque un rapporto dialettico nel senso che non implica un rinvio a realtà concepite staticamente o dogmaticamente date, non si irrigidisce in contrapposizioni chiuse, non annulla un termine del rapporto con l'altro, ma al contrario li esalta in un vivo processo di mediazioni e di «sfide». 236

L’individuo è quindi un essere nel mondo, inserito nella sua epoca, della quale è espressione. Il contesto sociale è un elemento imprescindibile, che lo influenza senza vincolarlo, la responsabilità delle sue azioni rimane unicamente sua.

Ogni essere umano in quest’ottica è un universo singolare237, una manifestazione singola che tuttavia mantiene gli elementi della totalità.

La presenza ineliminabile della situazione fa sì che anche il processo di conoscenza di sé stessi includa l’altro; la costruzione dell’identità e, più in generale, l’intero processo di conoscenza, avvengono attraverso analogie e differenze operate in confronto ad altre persone o altre situazioni.

Non è possibile una conoscenza che non passi attraverso il soggetto, così come non è possibile astrarsi dal contesto. Su questa base l’approccio qualitativo indaga l’universale approfondendo il singolare.238

235

Claudia Manzi, Sonia Ranieri, Appunti di metodologia della ricerca sulla famiglia., Milano, I.S.U. Università Cattolica, 2001, Cfr p. 25.

236

Ferrarotti Franco, op.cit., p. 26.

237

C. Tognonato, Il corpo del sociale. Appunti per una sociologia esistenzialecit.

238

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Si può dire che l’oggetto della ricerca non esiste in natura, non è separato dal contesto ma è costruito dal ricercatore in funzione di alcuni aspetti che egli stesso caratterizza come rilevanti e decide di problematizzare. È il ricercatore a decidere la modalità con cui approcciarsi allo studio della tematica individuata, attraverso la scelta di una cornice teorica che funge da chiave di lettura e che suggerisce l’utilizzo di adeguati strumenti di indagine.

Per quanto concerne lo studio di tematiche che ricadono nell’ambito familiare, occorre precisare una prima fondamentale difficoltà: la famiglia è un oggetto di studio apparentemente scontato. Ognuno di noi ha esperienze che consentono di avere un’idea di cosa sia e di come funzioni una famiglia, tuttavia è molto difficile ipotizzare che tutti saremmo in grado di fornirne una stessa definizione. Questa complessità può essere acuita dal fatto che, soprattutto negli ultimi decenni, un processo di profondo mutamento ha interessato i modi di fare e vivere la famiglia.

La difficoltà di fornire una definizione di famiglia da un punto di vista sociologico fa sì che, in una ricerca su quest’ambito, tale definizione debba essere in linea con l’impostazione teorica di riferimento, tenendo conto dello specifico oggetto di indagine, del periodo storico e del contesto sociale in cui avviene la rilevazione.

I genitori omosessuali sono probabilmente sempre esistiti, ma le famiglie omogenitoriali, come fenomeno sociale, sono nate solo recentemente a causa di processi di grandi trasformazioni avvenute tanto all’interno dell’istituzione familiare quanto nei modi di vivere e di intendere l’omosessualità.

Sembra utile sottolineare che non tutte le ricerche sulla famiglia possono essere considerate ricerche familiari. A livello generale i possono distinguere due diversi tipi di indagine sulla famiglia: la “family related study” (studi relativi alla famiglia) e la “family research”.239

La differenza sostanziale risiede nell’impostazione della ricerca, che nel primo caso si propone di indagare fenomeni familiari attraverso il punto di vista di un singolo membro della famiglia, nel secondo caso le informazioni raccolte provengono da più membri della stessa. L’indagine qui proposta ha cercato,

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quando possibile, di adeguarsi al modello della ricerca familiare, attraverso l’acquisizione di informazioni provenienti da più elementi del nucleo, nello specifico le coppie, che sono state intervistate singolarmente.

L’impostazione della Family Research consente di operare un’analisi a livello relazionale delle dinamiche familiari, e l’acquisizione di informazioni provenienti da diverse fonti, ma riferibili allo stesso nucleo, può essere indispensabile nell’analisi di un fenomeno complesso.

Una ricerca sociale consta di diverse fasi, che devono essere coerenti e consequenzialmente connesse. Il processo nasce generalmente dalla formulazione di una domanda, che può essere dedotta partendo da una teoria o può essere indotta dalla rilevanza sociale che l’oggetto di studio riveste all’interno della società. Nel nostro caso l’interesse è stato suscitato dal dibattito sul tema dell’omogenitorialità che si stava verificando in Italia all’inizio del percorso di ricerca. Tale dibattito, nel corso dei tre anni di studio, è cresciuto esponenzialmente anche a livello internazionale, basti pensare che dal 2013 ad oggi sono stati dieci i paesi del mondo che hanno previsto forme di riconoscimento giuridico per le coppie omosessuali o che hanno esteso dei diritti precedentemente riconosciuti. Nel momento in cui si scrive, esiste in Italia un progetto di legge per il riconoscimento delle unioni civili che è al vaglio del Parlamento.

In questo senso il confronto con la Spagna permette di comparare due situazioni differenti sul piano dei diritti riconosciuti, in tessuti sociali simili per modelli familiari e religiosi. La Spagna è stata il terzo paese nel mondo a riconoscere legalmente le coppie omosessuali, un riconoscimento che è avvenuto in maniera rapida e netta, saltando qualsiasi tappa intermedia di riconoscimenti parziali a livello nazionale, per giungere alla diretta totale equiparazione tra matrimonio omosessuale ed eterosessuale.

La fase iniziale della ricerca ha previsto un approfondimento teorico degli ambiti collegati all’oggetto di studio, attraverso l’analisi della letteratura di riferimento. In questa fase sono state prese in considerazione alcune ricerche precedentemente condotte per comprendere in che modo altri autori hanno affrontato la tematica di riferimento, quali strumenti sono già stati utilizzati e con

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quali risultati. Inoltre si è cercato di capire a livello generale le dimensioni del fenomeno, attraverso l’ausilio di dati statistici. Questa “ricerca di sfondo” consente di giungere alla formulazione di alcune ipotesi e di un piano di ricerca, ovvero l’individuazione dell’insieme di azioni da intraprendere per la sua realizzazione. La ricerca di sfondo può essere definita come “[...] un momento preliminare che consiste nella presa di contatto del ricercatore con il terreno della sua ricerca. [...] È la prima sensazione diretta, le impressioni che il ricercatore, che viene generalmente di fuori, riceve al primo impatto con la realtà umana da realizzare.”240

Nell’ottica della ricerca di sfondo il fenomeno è stato descritto attraverso una comparazione dei dati dei censimenti del 2011 per quanto riguarda l’Italia e di 2001 e 2011 per quanto riguarda la Spagna.

Sono stati poi selezionati degli studi che permettono di comparare i dati dei due paesi in merito all’accettazione sociale dell’omosessualità, rapportandoli ai dati medi dell’UE, questa parte verrà approfondita nel prossimo paragrafo.

Infine, dato che la famiglia, il matrimonio e le modalità di accesso alla genitorialità sono regolamentati dallo Stato, si è pensato che fosse fondamentale realizzare uno studio comparativo dei testi legali dei due paesi presi in esame in cui tali aspetti fossero definiti e legittimati.

Una volta conclusa la ricerca di sfondo, si è passati alla realizzazione della parte empirica della ricerca, che ha previsto l’utilizzo degli stessi strumenti sia in Italia che in Spagna e si è svolta durante l’arco dell’anno 2014.

La rilevazione spagnola è stata effettuata durante un soggiorno di ricerca di tre mesi a Barcellona, in cui la scrivente è stata accolta come investigadora visitante dal gruppo di ricerca IPHIGENIA (Infancia, familia y política sociales comparadas) presso l’Universidad Autónoma. Il periodo precedente al soggiorno all’estero è stato dedicato anche allo studio della lingua, attraverso la frequenza a corsi universitari e lezioni di conversazione, al fine di evitare che le carenze linguistiche potessero inficiare la comunicazione tanto in ambito accademico quanto per la realizzazione delle interviste.

L’indagine sul campo o ricerca empirica consente al ricercatore di avvicinarsi

240

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al normale contesto di vita delle persone coinvolte. Immergendosi nell’’oggetto di studio, si ha la possibilità di interpretare ed approfondire il vissuto quotidiano. Anche se questo approccio sembra rispettare maggiormente la naturalità del fenomeno, occorre sottolineare che il ruolo del ricercatore rimane comunque attivo, in quanto egli interagisce con gli intervistati.241

Il ricercatore non può esimersi dall’essere soggetto attivo nel processo di ricerca, il suo percorso di apprendimento è un’attività, conoscere significa agire, “conoscere è cambiare il mondo.”242

La visione del fenomeno oggetto di studio sarà quindi soggettiva, dato che passerà sempre attraverso l’inevitabile sguardo del ricercatore, caratteristica che tuttavia può essere considerata “una fondamentale risorsa ermeneutica”243 per la comprensione di ciò che si studia.

L’atto di osservare non riesce mai ad essere passivo, si trasforma sempre in partecipazione. Tra l’osservatore e la cosa osservata si crea un rapporto di interrogazione e ricerca di definizione che non può non restituire una interpretazione personale di ciò che si è studiato.244

La conduzione della ricerca di campo implica la scelta uno o più strumenti. Lo strumento può essere definito come “[…] la cristallizzazione dell’intenzionalità del suo ideatore, è una praxis umana sedimentata”245. Pertanto, la scelta dello strumento non è neutra, ma deve essere operata in accordo con l’oggetto specifico da indagare e con l’impostazione teorica utilizzata

Nello specifico del lavoro qui proposto, gli strumenti scelti sono stati l’osservazione partecipante e le storie di vita.

Per quanto concerne le ricerche che ricadono in ambito familiare si può operare una distinzione tra gli strumenti self report e strumenti osservativi.246

I primi sono quelli provenienti da una fonte interna alla famiglia, i secondi vengono rilevati dal ricercatore attraverso l’attività di osservazione. In questo caso

241

C. Manzi, S. Ranieri, op.cit., Cfr. p. 29.

242

C. Tognonato, «Il metodo e la questione del soggetto» in op.cit., p 24.

243

Maria Fobert Veutro, «Qualità e quantità: una sintesi del dibattito», in Roberto Cipriani (a cura

di), L’analisi qualitativa. Teorie,metodi, applicazioni., Roma, Armando Editore, 2008, pp. 29–

38.

244

C. Tognonato, Il corpo del sociale. Appunti per una sociologia esistenziale cit., Cfr p. 24.

245

C. Tognonato, «Il metodo e la questione del soggetto» in op.cit., p. 26.

246

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si è tentato di utilizzare entrambi gli strumenti in modo complementare. Le storie di vita sono state raccolte spesso a seguito di un contatto precedente finalizzato alla spiegazione della ricerca e al tentativo di coinvolgimento. Inoltre il contatto si è spesso protratto oltre la registrazione dell’intervista, a volte si è avuto modo di visitare la casa degli intervistati, oppure posti a frequenza giornaliera, magari del quartiere di appartenenza o della zona di lavoro; spesso si ha avuto modo di interagire con i figli e di osservare le relazioni intra ed extra familiari. Pertanto spesso la conoscenza è andata oltre il mero contatto dell’intervista, consentendo di annotare osservazioni oppure elementi rilevati che, sommandosi agli altri dati raccolti, hanno contribuito ad un’analisi più approfondita delle informazioni acquisite.

L’osservazione è stata condotta anche attraverso la partecipazione ad attività, corsi o convegni organizzati dalle associazioni a cui si è chiesta collaborazione. Nello specifico sono state coinvolte per quanto riguarda la Spagna l’Associació de Famílies Lesbianes i Gais, per quanto riguarda invece l’Italia, sono stati presi contatti con Famiglie Arcobaleno e Rete Genitori Rainbow. La prima si occupa di famiglie con figli nati da tecniche di procreazione assistita o gestazione di sostegno, la seconda di genitori omosessuali con figli avuti da precedenti relazioni eterosessuali. In particolare, si ha avuto modo di partecipare allo stesso evento internazionale organizzato sia in Italia che in Spagna. Nello specifico, a maggio del 2014, è stata fatta osservazione partecipante al 5º Encuentro Estatal de Familias LGTB, organizzato a Pineda di Tarragona (vicino Barcellona) e alla festa nazionale delle famiglie a Firenze. Entrambi gli eventi erano stati organizzati nell’ambito dell’International Family Equality Day, insieme ad altri che si sono svolti in diversi paesi del mondo.

La peculiarità che differenzia l’osservazione partecipante da altre tecniche di rilevazione è che in questo caso il ricercatore, non si limita a porre delle domande su un fenomeno da indagare, ma si immerge nel contesto di ricerca, vivendo la condizione delle persone oggetto del suo studio.

Questa tecnica rientra appieno nel paradigma interpretativo, ponendosi come fine ultimo la comprensione dei fenomeni, nel senso weberiano del termine

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Chicago per studiare principalmente alcuni gruppi devianti della società americana. Pertanto:

dallo studio delle tribù primitive esso venne trasferito allo studio delle «tribù urbane», ma sempre rivolgendo la sua attenzione verso i «diversi»: segmenti di società separati dalla corrente principale, dotati di propria subcultura distinta dalla cultura dominante, sia che si trattasse di gruppi sociali […] sia di comunità territoriali247

In generale, si può affermare che l’utilizzo di tale tecnica si presta allo studio di fenomeni di cui non si conoscono molti elementi e quando si pensa possano esistere forti differenze tra i punti di vista dei soggetti coinvolti e quelli dei soggetti esterni.248

La prima scelta da operare quando si ricorre all’osservazione partecipante è quella di decidere tra l’osservazione palese e quella dissimulata, questa scelta dipende grandemente dalle caratteristiche del fenomeno studiato. Nello specifico della ricerca qui proposta, l’osservazione è stata effettuata in luoghi pubblici, in cui sarebbe stato impossibile rivelare a tutti i partecipanti simultaneamente il ruolo di ricercatore e le finalità della ricerca. Tali elementi sono stati esplicitati solo ad alcuni partecipanti con i quali si ha avuto modo di entrare direttamente in contatto.

Nel caso dell’osservazione partecipante uno dei primi problemi che si pongono all’attenzione del ricercatore è la difficoltà di accesso, solitamente si fa ricorso ad un intermediario, che in questo caso sono state le associazioni a cui era stata chiesta collaborazione per la ricerca.

L’utilizzo di questo tipo di tecnica di rilevazione pone il ricercatore nell’impossibilità di registrare la totalità degli stimoli a cui è sottoposto. Pertanto è utile avere dei punti di riferimento che guidano l’osservazione, degli aspetti specifici su cui concentrare l’attenzione. Nel caso proposto l’attività di osservazione era volta all’analisi delle interazioni interne al gruppo dei partecipanti, ma anche di quelle con gli esterni al gruppo stesso, nello specifico

247

Piergiorgio Corbetta, La ricerca sociale: metodologia e tecniche, Bologna, Il Mulino, 2003, p. 53.

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del modo in cui la manifestazione veniva accolta e delle reazioni che suscitava. All’attività di osservazione è seguita la registrazione delle informazioni