CAPITOLO IV. Dalla persecuzione alla rivendicazione
4.5 Orientarsi nel mondo LGBT
Il tema dell’omosessualità ha assunto una notevole importanza a livello mediatico negli ultimi anni, soprattutto grazie agli accesi dibattiti in merito all’estensione di alcuni diritti a queste coppie e all’opportunità di far svolgere agli omosessuali un ruolo genitoriale. Tuttavia, nonostante la crescita di interesse, tali dibattiti si sono spesso nutriti di luoghi comuni o di strumentalizzazioni politiche operate dai vari gruppi che sono intervenuti in merito, sia favorevoli che contrari al tema dell’omogenitorialità.
Molto spesso capita di formarsi un’opinione al riguardo senza sapere esattamente cosa sia l’omosessualità, che differenza ci sia tra gay e lesbica, tra omosessuale e transessuale, o tra omosessuale e bisessuale; appare pertanto opportuno in questa sede operare qualche specificazione terminologica.
La prima necessaria distinzione da chiarire è quella tra orientamento sessuale e identità di genere. Quest’ultima può essere definita come la convinzione personale di essere un uomo oppure una donna e in genere si definisce durante i primi tre anni di vita. Tale processo di autopercezione, oltre a dipendere da fattori biologici, può essere influenzato anche da fattori sociali. Può capitare a volte che non ci sia corrispondenza tra il sesso biologico e l’identità di genere, in questo
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caso siamo di fronte ad un disturbo classificato come disturbo dell’identità sessuale. Le persone che soffrono di tale patologia si sottopongono a cure ormonali o trattamenti chirurgici di ridefinizione sessuale e vengono denominate transessuali. Nel corso degli anni Ottanta del secolo scorso si è iniziato ad utilizzare il termine allargato transgender, per indicare:
[…] le persone transessuali che non si erano sottoposte ad un adeguamento chirurgico del genere; attualmente è utilizzato per indicare tutte quelle persone (travestiti, transessuali, «drag queen» etc.) che vivono uno stato di alterazione o non conformità con il proprio sesso biologico, che hanno attraversato la linea che divide i generi attraverso il vestiario o il comportamento per svariati motivi di ordine psicologico o socio-politico).224
Ad esempio le drag queen sono diventate molto popolari nella sottocultura gay, diventando anche impropriamente simbolo del mondo omosessuale per gli eterosessuali.
Il discorso sul transgenderismo ha portato avanti le cosiddette teorie queer, di cui si sono avvalsi sia i movimenti femministi che quelli omosessuali. La teoria queer rifiuta il genere come categoria centrale sia del pensiero che dell'esperienza.
Ancora più radicalmente le teorie queer e transgender negano non solo la fissità dell'orientamento sessuale e la dimensione esclusivamente binaria del genere, ma l'opportunità (se non la possibilità) di fondare l'identità sull'orientamento sessuale etero-, omo-, o bi-sessuale che sia.225
Molto spesso le persone transessuali vengono genericamente e frettolosamente assimilate all’omosessualità, diventandone addirittura il simbolo, ma in realtà il transessualismo e l’omosessualità sono due condizioni distinte.
In primo luogo le persone transessuali possono essere sia omosessuali che eterosessuali, in secondo luogo il disturbo dell’identità sessuale viene riconosciuto dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM), ed è prevista la possibilità di intraprendere un percorso di riallineamento sessuale che passa
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L. Pietrantoni, op.cit., p. 30.
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attraverso il sostegno psicologico e la somministrazione di ormoni per un determinato periodo di tempo. Il processo si conclude con un’operazione chirurgica che, in quanto irreversibile, deve essere autorizzata da esperti che valutino le condizioni psicosessuali della persona interessata.
Il DSM individua alcuni criteri per la diagnosi del disturbo, ad esempio la forte e persistente identificazione nell’altro sesso, un forte disagio nei confronti del proprio sesso biologico e la dimostrazione che tali disagi abbiano serie ripercussioni sulla vita sociale o lavorativa.226
Il fatto che si riconosca la possibilità di adeguamento del genere è importante, ma non esaustivo. Questo per due motivazioni principali: in primo luogo l’incertezza della fase intermedia, in cui la persona è di fatto privata di una identità non riconosciuta socialmente, i documenti infatti non corrispondono all'aspetto raggiunto attraverso la cura ormonale, e questo implica un investimento emotivo particolarmente gravoso, oltre a difficoltà pratiche legate alle situazioni in cui c’è necessità di riconoscimento ufficiale. In secondo luogo, aspetto non meno importante, l’acquisizione legale della nuova identità di genere avviene solo dopo la rimozione degli organi riproduttivi, con l’inevitabile conseguente sterilità biologica. A questo proposito:
[...] la specificità della condizione transessuale non finisce con il compimento del percorso di cambiamento di sesso, ma condizione le possibilità di, e i modi per, avere dei figli. Dato che il cambiamento di sesso ha reso la persona sterile, i modi immaginati sono essenzialmente l'inseminazione artificiale eterologa [...] se è l'uomo la persona che ha compiuto il percorso, o l'adozione, nella remota ipotesi di una valutazione positiva di idoneità della coppia ad adottare.”227
Pertanto, al contrario degli omosessuali, le persone che hanno portato a compimento il processo di riattribuzione del sesso in Italia possono di fatto sposarsi e accedere all’istituto dell’adozione, ma è nota la difficoltà di tale percorso, e il passato da transessuale può renderlo ancora più difficoltoso. Inoltre, rispetto ad adozioni e affidamenti, ci sono spesso problemi di competenze delle figure professionali preposte alla valutazione dell'idoneità di coppie di una
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Ivi, Cfr nota n. 3, p. 204.
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L’orientamento sessuale è invece definito come l’attrazione affettiva o sessuale nei confronti delle persone di sesso diverso, dello stesso sesso o entrambi; in funzione del tipo di orientamento una persona può definirsi rispettivamente eterosessuale, omosessuale o bisessuale.
L’orientamento sessuale viene costituito da molti aspetti: per prima cosa occorre distinguere tra orientamento e comportamento sessuale. Questa differenza appare sostanziale se si considera che non tutte le persone che hanno comportamenti omoerotici si definiscono omosessuali. In secondo luogo, occorre sottolineare che l’orientamento sessuale, oltre alle pratiche erotiche, comprende anche il trasporto affettivo. Molto spesso infatti il termine omosessualità viene considerato inappropriato per descrivere relazioni stabili, in quanto pare mettere in risalto l’aspetto sessuale a discapito di quello emotivo.
In una prospettiva multidimensionale, l’orientamento sessuale è costituito da una molteplicità di componenti: l’identificazione di sé, il comportamento, le fantasie, il coinvolgimento affettivo, l’attuale stato relazionale. Queste possono anche non andare nella medesima direzione e subire mutamenti nel corso del tempo. Ogni individuo sviluppa una sua unica e personalizzata «organizzazione» delle attrazioni erotiche ed affettive, delle fantasie e delle attività sessuali, unica come il timbro di voce o l’impronta digitale.”228
Una particolare considerazione merita l’orientamento bisessuale, ovvero il trasporto fisico ed affettivo nei confronti di persone di entrambi i sessi. Mentre nel passato tale pratica era molto diffusa e socialmente accettata (si pensi al mondo antico), al giorno d’oggi viene guardata quasi con sospetto, sia dagli eterosessuali che da alcuni omosessuali, in quanto considerata come mera espressione di una non totale accettazione della propria omosessualità.
Dal punto di vista psicanalitico, le prime teorizzazioni sulla bisessualità risalgono a Sigmund Freud, il quale ipotizzò che esistesse una bisessualità originaria in tutti gli esseri umani, che poi si sarebbe evoluta in omosessualità o eterosessualità durante il processo di sviluppo psicofisico. A questo proposito:
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emergono […] due idee: che nell’inversione si deve in qualche modo prendere in considerazione una predisposizione bisessuale, benché non sappiamo in cosa questa disposizione consista, al di là della strutturazione anatomica; e che si tratta di disturbi che riguardano la pulsione sessuale nel suo sviluppo.229
La questione della bisessualità non è marginale. Alla luce dei risultati del citato lavoro di Alfred Kinsey, risulta essere una condizione tutt’altro che infrequente e dai confini non chiaramente definibili. L’orientamento sessuale, ma più in generale la sessualità, sembra essere una caratteristica unica di ogni essere umano, non necessariamente chiara e non necessariamente stabile nel corso della vita.
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Parte III
La ricerca
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CAPITOLO V
Aspetti metodologici
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. (Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto).