CAPITOLO IV. Dalla persecuzione alla rivendicazione
4.3 Gli studi sulle famiglie omogenitoriali
4.3.3 Le ricerche spagnole
Per quanto riguarda la Spagna, una delle prime studiose a soffermarsi sulle famiglie omogenitoriali all’inizio degli anni duemila è stata María del Mar González con il suo gruppo di ricerca dell’Università di Siviglia. In un lavoro pubblicato nel 2003 sono state analizzate 28 famiglie, 15 della Comunidad Andaluza, e 13 della Comunidad Madrileña. Il campione analizzato si differenziava per le caratteristiche che avevano portato alla costituzione delle famiglie. In particolare, 15 erano composte da madri lesbiche con figli avuti da precedenti relazioni eterosessuali, 10 famiglie composte da madri lesbiche o padri gay che avevano avuto figli quando già si consideravano omosessuali (5
206
R. Bosisio, P. Ronfani, op.cit.
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attraverso l’adozione e 5 attraverso l’inseminazione artificiale) e 3 famiglie in cui i genitori non avevano la custodia ufficiale dei figli però convivevano con loro quotidianamente.
La domanda principale della ricerca era: “¿Cómo es la red social de estas familias y qué apoyo reciben de ellas?”208; i risultati hanno rivelato che le famiglie studiate erano inserite in una ampia e differenziata rete sociale e che l’aiuto proveniva tanto da familiari quanto da amici. Inoltre, la socializzazione dei bambini avveniva non solo attraverso il confronto con altre famiglie omogenitoriali, ma anche con quelle eterogenitoriali.
Un’altra ricerca degna di nota è quella pubblicata nel 2009 da José Ignacio Pichardo Galán209, che cerca di fare luce sulla situazione delle famiglie omogenitoriali in Spagna. Gli strumenti utilizzati sono stati 264 questionari auto- compilati che erano stati diffusi in rete e la realizzazione di 63 interviste in profondità. L’elemento che rende particolarmente interessante questa ricerca è che la raccolta dei dati è stata realizzata nel corso dell’anno 2005, quindi nel pieno del dibattito socio-politico che è culminato nell’approvazione della legge sul matrimonio omosessuale. I risultati spagnoli in questa ricerca sembrano in linea con quelli italiani; si rileva infatti una crescente tendenza degli omosessuali a vivere in coppia ed a manifestare il desiderio di genitorialità. La percentuale degli omosessuali spagnoli con figli sembra più alta di quella italiana (10% vs 5%) e la maggior parte di essi risultano essere nati da precedenti relazioni eterosessuali.210 Un’indagine del 2012 di Santiago Agustín Ruíz si propone di descrivere la situazione delle famiglie LGB in Estremadura, attraverso una serie di interviste rivolte a 12 componenti adulti di otto famiglie omogenitoriali. Tra gli intervistati dieci erano donne lesbiche o bisessuali, un gay e la donna eterosessuale con cui aveva fatto un accordo di co-genitorialità. La ricerca si è concentrata sulle dinamiche quotidiane di vita di queste persone, dando voce ad “algunos de sus recorridos vitales, preocupaciones, ilusiones, inquietudes y demandas.”211
208
M. del M. González, M.Á. Sánchez, op.cit. “Com’è la rete sociale di queste famiglie, e che supporto gli fornisce?” (Trad. propria).
209
J.I. Pichardo Galán, op.cit.
210
Alessandra De Rose, Catherine Marquette, «Journal of Family Research», Same-sex families in
Italy, compared to those living in Spain, 2011, pp. 53–69. 211
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Sono state esplorate le dinamiche con il contesto sociale e familiare, con una particolare attenzione alle modalità relazionali dei figli cresciuti in famiglie LGB.
Un’altra indagine proposta l’anno successivo dallo stesso autore e da una equipe del Departamento de Psicología Evolutiva y de la Educación della Universidad Autónoma de Madrid allargava lo sguardo al contesto nazionale spagnolo, cercando di di approfondire la conoscenza delle famiglie omogenitoriali in merito al loro grado di integrazione sociale. La ricerca è interessante anche per il numero di famiglie coinvolte: padri e madri di 71 nuclei residenti in nove diverse comunidades autónomas, i cui figli avevano da un mese a diciotto anni d’età, lo strumento utilizzato è stata l’intervista in profondità.
I risultati raggiunti descrivono una buona capacità di integrazione delle famiglie intervistate, sono infatti stati rilevati pochi episodi di discriminazione diretta, emergono anche buone capacità di soddisfare i bisogni familiari e di cura dei figli.
La Spagna sembra configurarsi pertanto, in confronto anche ai risultati delle altre ricerche, come un paese pioniere in merito all’integrazione di gay, lesbiche, bisessuali e delle loro famiglie. La loro testimonianza ha tuttavia fatto emergere alcune situazioni che possono fornire spunti per contrastare la discriminazione, ad esempio a livello scolastico, attraverso l’implementazione di strumenti di conoscenza relativi a realtà familiari minoritarie.212
Procedendo in ordine cronologico, sempre nel 2013, troviamo un’indagine proposta nuovamente da María del Mar González e l’equipe dell’Università di Siviglia. L’investigazione si poneva alcune domande in merito alla situazione delle famiglie omogenitoriali nel periodo precedente all’approvazione della legge sul matrimonio omosessuale e sui cambiamenti che questa aveva eventualmente apportato in termini di benessere e apertura sociale. I partecipanti furono inoltre intervistati in relazione al periodo di incertezza politica che aveva costituito l’arrivo al potere del Partito Popolare nel novembre del 2011 il quale, avendo Extremadura, Fundación Triángulo, 2012. Cit. p. 7. “Alcuni dei loro percorsi vitali, preoccupazioni, speranze, preoccupazioni e richieste”. (Trad. propria).
212
Santiago Agustín Ruíz, Familias homoparentales en España: integración social, necesidades y
derecho, Madrid, Universidad Autónoma, 2013,
https://origenesydiversidadfamiliar.files.wordpress.com/2013/05/agustin2013.pdf, consultato il 16 ottobre 2014.
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presentato un ricorso contro la legge sul matrimonio ugualitario del 2005 al Tribunale Costituzionale, poteva rappresentare un pericolo per i diritti che queste famiglie avevano acquisito. Ci sembra utile ricordare che tali diritti erano storicamente importanti, non solo nel panorama spagnolo ed europeo, ma anche in quello mondiale.
Sono state studiate 66 famiglie con figli di età compresa tra 0 e 16 anni, le coppie per poter partecipare dovevano stare insieme almeno dal 2004 ( il 73% erano madri lesbiche, il 23% padri gay). Sono state effettuate interviste telefoniche semi-strutturate, incentrate su: 213
condizione familiare prima dell’approvazione della legge sul matrimonio ugualitario;
Impatto della sua approvazione sulla vita familiare degli intervistati; Modo in cui è stato vissuto il periodo di incertezza politica.
Prima dell’approvazione della legge il 79% degli intervistati era preoccupato per gli atteggiamenti della società nei confronti delle persone omosessuali, il 48,5% dei quali temeva in particolare atteggiamenti di rifiuto o discriminazione nei confronti dei loro figli. Prima della legge il 73% era anche preoccupato per la situazione di mancanza di tutela legale. Tra questi, il 41% lamentava una scarsa tutela nei confronti della coppia per quanto riguarda diritti successori e di proprietà, il 38% per la vulnerabilità legale dei figli. Questa preoccupazione apparentemente limitata nei confronti della filiazione potrebbe essere attribuita alla già citata presenza di precedenti leggi regionali che tutelavano le situazioni familiari di fatto.
Dopo l’approvazione della legge circa il 98% degli intervistati ha deciso di ricorrere all’istituto del matrimonio, si è inoltre riscontra una maggiore apertura nei confronti della visibilità in diversi ambiti di vita ed è aumentata la percezione di accettazione sociale. Per quanto concerne il periodo politico del 2011, quello che maggiormente preoccupava gli intervistati era: perdere la protezione legale
213
María del Mar González et al., «Cambios legislativos, aceptación social y bienestar psicológico
en familias homoparentales españolas». Avance de informe, Universidad de Sevilla,
Departamento de Psicología Evolutiva y de la Educación, 2013,
http://www.familieslg.org/familieslgtb/wp-content/uploads/2014/03/Avance-de-informe- Homoparentales.pdf, consultato il 17 Ottobre 2014.
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acquisita (71%), avere meno diritti delle altre famiglie (50%), tornare all’illegittimità ed alla clandestinità (29%).214
Infine, un ultimo lavoro recente che sembra il caso di riportare è una raccolta di storie di vita curata da Vicent Borràs Català, docente presso l’Universitat Autònoma de Barcelona e Vicepresidente della FLG (Associació de Famílies Lesbianes i Gais).215
Nel testo vengono raccolte dieci storie di vita scritte direttamente dai soggetti coinvolti (due delle quali elaborate a quattro mani), quindi senza l’intervento di ricercatori né nella fase di rilevazione né in quella di analisi. Le persone coinvolte raccontano liberamente il processo che le ha portate a costruire la propria famiglia, mettendo in luce non solo gli aspetti problematici derivanti dalla lotta e dalle difficoltà mediche o legali, ma anche la gioia dell’esperienza della genitorialità. Tale lavoro, più che essere considerato frutto di un preciso progetto di indagine, ma vuole essere piuttosto un modo per approfondire la conoscenza di queste famiglie attraverso il loro libero racconto.