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Sul nocciolo duro dei diritti uman

5. L’orco in abito talare

Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credo- no in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare.

Dal Vangelo secondo Matteo, versetto 18.6.

Dal maggio 2009 la Chiesa cattolica si ritrova nell‟occhio di un ciclone di inusitata violenza. Già, violenza: cos‟altro è se non arbitrio, abuso di po- tere e violenza l‟imposizione di un rapporto sessuale a un minore? In que- sto scadimento morale della Chiesa cattolica – o, sia pure, di suoi singoli rappresentanti – colpisce e va segnalata in prima battuta l‟estensione geo- grafica del fenomeno. Vediamolo nel dettaglio.

Estensione del fenomeno

La Chiesa cattolica d‟Irlanda

Maggio 2009: pubblicato il Rapporto Ryan, una vasta indagine sugli i- stituti gestiti degli ordini religiosi irlandesi. Il dossier accerta che dal 1940 al 1980 duemilacinquecento minori hanno subito abusi ad opera di preti e suore nelle scuole irlandesi delle congregazioni dei Fratelli Cristiani e delle Suore della Misericordia. La gerarchia cattolica dell‟isola chiede scusa e assicura che farà tutto il possibile per stabilire la verità sull‟accaduto. Lo

scandalo scuote alle fondamenta la società irlandese: “Proviamo vergogna, siamo umiliati e chiediamo scusa se il nostro popolo si è allontanato così tanto dagli ideali cristiani”, scrivono i vescovi rivolti alla collettività.

Dicembre 2009: pubblicato un secondo rapporto sui preti pedofili irlan- desi. È il Rapporto Murphy, commissionato dal governo. Si tratta di un vo- luminoso dossier con la descrizione dettagliata delle violenze sessuali per- petrate dal 1975 al 2004 da quarantasei sacerdoti ai danni di oltre trecento minori. Monsignor Murray è costretto a dimettersi da vescovo di Limerick perché accusato di aver coperto decine di sacerdoti, violentatori di centinaia di bambini nella diocesi di Dublino. Dichiara monsignor Murray: “So bene che le mie dimissioni non possono annullare il dolore che le vittime di que- gli abusi hanno sofferto in passato e continuano a soffrire ogni giorno. Chiedo umilmente scusa ancora una volta a tutti coloro che sono stati abu- sati quando erano bambini”.

Lo scandalo arriva ben presto ancora più in alto, coinvolgendo il vertice dell‟istituzione nella persona del cardinale Sean Brady. Il cardinale ebbe un ruolo di primo piano nel Tribunale canonico di Dublino, laddove le vittime degli abusi sessuali commessi da sacerdoti e suore venivano chiamate a te- stimoniare con l‟obbligo del “giuramento del silenzio”; ovvero, di un giu- ramento che li impegnasse a non rivelare mai a nessuno le violenze subite. Dall‟omelia del cardinale Sean Brady, per San Patrizio: “Questa settimana è emerso un doloroso episodio del mio passato. Ho ascoltato le reazioni della gente al mio ruolo in avvenimenti di trentacinque anni fa. Voglio dire a chiunque si sia sentito ferito da una mia manchevolezza che chiedo per- dono dal più profondo del cuore. Chiedo perdono anche a quanti sentono che li ho delusi. Guardandomi indietro, mi vergogno di non aver sempre tenuto fede ai valori che professo e in cui credo. La Chiesa d‟Irlanda deve continuare ad affrontare l‟enorme dolore causato dall‟abuso di bambini da parte di alcuni preti e religiosi e dalla risposta disperatamente inadeguata data a questi abusi in passato. Noi vescovi dobbiamo riconoscere i nostri errori e assumercene la responsabilità”. Almeno quattordicimila le giovani vittime di questi uomini di Chiesa187.

187 Lo scandalo degli abusi su migliaia di bambini negli istituti religiosi cattolici d‟Irlanda fa rotolare, tra le altre, anche la testa di monsignor John Magee, settantaquattrenne vescovo di Cloyne, una delle diocesi più grandi d‟Irlanda, per quasi vent‟anni segretario personale di tre Papi (da Paolo VI fino a Giovanni Paolo II). Monsignor John Magee lascia il suo incarico

La Chiesa cattolica tedesca

Febbraio 2010: lo scandalo degli abusi sessuali si allarga alla Germania, al prestigioso Canisius Kolleg di Berlino, una delle scuole superiori più e- sclusive della capitale, retta dai gesuiti. Negli anni Settanta e Ottanta parec- chi giovani furono costretti a subire violenza dai loro docenti. Si parla di abusi nei sotterranei, di ragazzi invitati in camera da letto dai preti – in città o durante le gite scolastiche – costretti ad accarezzarli o ad assistere ai loro onanismi. Per decenni la vergogna ha confinato il dolore nel silenzio, ma da quando i primi ex del Canisius hanno cominciato a parlare si è avviata una reazione a catena. “I casi accertati in tutto il paese sono oltre un centinaio”, dichiara alla Sueddeutsche Zeitung Ursula Raue, la donna a cui l‟ordine dei gesuiti ha affidato l‟inchiesta.

Marzo 2010: lo scandalo tocca il Coro dei Passeri del Duomo di Rati- sbona, diretto dal fratello del Papa, monsignor Georg Ratzinger. Poi si e- stende all‟abbazia benedettina di Ettal, dove un sacerdote viene tratto in ar- resto per aver messo in rete foto di minorenni nudi. Si sospettano centinaia di casi di violenze, spesso compiute dai monaci sui confratelli più giovani, le ultime risalenti alla fine dello scorso anno. “Le vittime mi chiamano giorno e notte”, dichiara l‟avvocato incaricato di indagare sugli abusi dai responsabili dell‟abbazia medesima. Gli fa eco la Raue: “Il confine tra stu- pro e percosse era spesso labile. Spesso i padri si eccitavano picchiando i minori. Centinaia di bambini e ragazzi sono stati violentati o brutalmente percossi per decenni nelle istituzioni scolastiche dei gesuiti in Germania, e per decenni l‟ordine ha sistematicamente coperto e insabbiato le denunce”.

Tragiche testimonianze emergono anche da Amburgo, Colonia, Bonn, Monaco e altre città ancora. La lista delle scuole religiose coinvolte è una mappa di tutto il paese: il Canisius a Berlino, il Sankt Blasein nel Baden- Wűrttemberg, il collegio Aloisius a Bonn, il Sankt Ansgar ad Amburgo, i- stituzioni a Goettingen, il collegio dell‟Immacolata a Bueren, in Westfalia. Ma è solo una lista parziale, diffusa in questi giorni dallo Spiegel.

La Chiesa cattolica d‟Austria, d‟Olanda e di Svizzera

Dopo la Germania, anche l‟Austria e l‟Olanda vengono travolte dallo scandalo. In Austria si vocifera di violenze in almeno due istituti religiosi.

“implorando il perdono di tutti coloro ai quali ho mancato in qualunque modo, o che attra- verso mie omissioni ho fatto soffrire”.

L‟attuale padre superiore dell‟abbazia di San Pietro, a Salisburgo, avrebbe già ammesso le sue responsabilità. In Olanda, oltre centotrenta sacerdoti sarebbero coinvolti in casi di abuso; almeno trecentocinquanta le denunce. La Chiesa dei Paesi Bassi apre un‟inchiesta indipendente.

La Svizzera è sotto shock per il caso di padre Gregor Muller, che nel cantone dei Grigioni lascia l‟incarico ammettendo di aver usato violenza, per anni, su almeno una decina di bambini in scuole religiose di Germania e Austria. “S‟infilava di notte sotto le nostre lenzuola e ci violentava”, narra- no ai media elvetici le sue vittime, ex allievi dei convitti di Mehrerau in Austria e Birnau in Germania. Ma il fenomeno non riguarda solo questo sa- cerdote: nelle scuole religiose dove insegnava, abusi e violenze erano prati- ca corrente, dichiarano alcuni abusati al quotidiano popolare Blick. Molti religiosi mostravano film pornografici ai loro allievi. E li picchiavano con rami e bastoni, fino a coprirli di lividi. La presidente di turno della Confe- derazione, Doris Leuthard, chiede di stilare una lista pubblica dei preti pe- dofili, perché “il reato è gravissimo e chiunque lo compia va punito, non facendo nessuna differenza se prete o laico”.

La Chiesa cattolica in Italia

Marzo 2010: lo scandalo pedofilia raggiunge l‟Italia. A Savona, un noto sacerdote avrebbe abusato sessualmente di alcuni ragazzini, ai tempi quat- tordicenni, durante le attività ricreative della parrocchia e nella sua casa di campagna. Per questi fatti è indagato dalla Procura della Repubblica. Ad Alassio don Luciano è tuttora in carcere, accusato di violenza sessuale su una bambina di dodici anni. In un istituto di Chievo – per trent‟anni, e fino al 1984 – molti ragazzini sordomuti furono abusati da sacerdoti. Bambini messi in istituto dalle famiglie, che non potevano esprimersi per spiegare cosa accadeva loro. Pativano le sevizie nei luoghi sacri, dentro i confessio- nali, o dietro gli altari. Lo scorso anno quindici di loro, ormai sui qua- rant‟anni, hanno reso nota la loro odissea, con tanto di firme e testimonian- ze video. Una decina di casi si registrano anche a Bologna.

Anche don Marco, missionario della diocesi di Iglesias, viene segnalato per abusi su un gruppo di ragazzini fra gli undici e i quattordici anni, co- stretti a ogni tipo di prestazione sessuale. “Dopo un rapporto completo, di- ceva loro che erano diventati dei prescelti”, racconta uno degli avvocati delle vittime. A Vama, in provincia di Bolzano, viene arrestato il responsa- bile dei chierichetti con l‟accusa di violenza sessuale su minori e produzio-

ne di materiale pedopornografico. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2006 e il 2009. Sono già oltre quaranta i sacerdoti condannati lungo la pe- nisola. E potrebbe essere solo la punta dell‟iceberg.

La Chiesa cattolica in Belgio

Racconta padre Devillé:

Ricordo ancora la prima telefonata, nel 1992. “Padre – mi diceva – lei non mi conosce ma io ho letto il suo libro. E vorrei raccontarle la mia storia”. Fu l‟ingresso in un mondo che non conoscevo. All‟epoca non esistevano neppure le parole adeguate per raccontarlo. Un mondo di abusi, di violenze, sessuali e non, di neonati sottratti al- le giovani madri, di pedofilia; e soprattutto, di reticenza delle autorità ecclesiastiche. Le telefonate aumentavano. Avevo appena pubblicato un libro, L‟ultima dittatura, in cui criticavo l‟involuzione della Chie- sa, i passi indietro rispetto allo spirito del Concilio che si facevano con ogni nuovo Papa, la mancanza di trasparenza. Molti che lo ave- vano letto credettero che fossi la persona che poteva capire il loro problema: gli abusi che avevano subito e soprattutto l‟impossibilità di rompere il muro di silenzio. Allora creammo questa associazione, il Gruppo fiammingo per la difesa dei diritti dell‟uomo nella Chiesa. In sei anni abbiamo raccolto più di trecento casi. Molti casi riguarda- vano la sottrazione di minori. Quando una ragazza restava incinta di un prete – e si trattava sovente di donne molto giovani – veniva por- tata all‟estero, soprattutto in Francia, dove si può partorire nell‟ano- nimato, ma non vedeva neppure suo figlio. Il bambino veniva preso in qualche convento e spesso dato subito in adozione. Abbiamo in- contrato decine di madri che cercavano i figli, e persone che cerca- vano la propria madre scontrandosi con un muro di omertà. Sono drammi umani non meno terribili, vite distrutte. E poi c‟erano episo- di di ordinaria violenza e di maltrattamenti in alcuni conventi: per nulla diversi da quelli emersi in Irlanda con le suore della Magdale- na. Una volta mi sono presentato con una ventina di vittime degli abusi all‟arcivescovado. Non volevano farci entrare. Abbiamo messo il piede nella porta e siamo entrati. Ma Danneels non voleva ricever- ci, diceva che non aveva il tempo. Ci accampammo nel palazzo. Alla fine venne a vederci. Ascoltò. Non disse nulla, se non una volta, quando un padre raccontava della figlia abusata da un prete. Danne- els disse: “Non posso far niente, non è nella mia diocesi. Potevate ri- volgervi a Roma”. Come se non lo avessimo fatto. Non rispondeva- no. E se rispondevano dicevano di rivolgerci al vescovo della diocesi di competenza. Ebbi poi diversi colloqui con il cardinale Danneels. Diceva che non era mio compito interessarmi dei diritti umani nella

Chiesa. Che questa era competenza sua. E che le vittime di abusi a- vrebbero dovuto rivolgersi a lui188.

La Chiesa cattolica maltese e altre Chiese

Sei presunte vittime degli orrori dell‟orfanotrofio San Giuseppe aspetta- no da sette anni una sentenza che condanni i frati della struttura in cui sono cresciuti. L‟orfanotrofio è stato chiuso nel 2003, dopo che un assistente so- ciale – sorpreso un religioso in atteggiamenti osceni con un ragazzino – raccontò tutto alla polizia. Due frati prima ammisero le loro colpe, poi ri- trattarono la confessione durante il processo. Altri ospiti dell‟orfanotrofio, diventati adulti, hanno denunciato di essere stati pesantemente molestati dai frati. Per una decina di ragazzini dell‟orfanotrofio San Josè stesso calvario: subirono abusi a partire dal 1980.

La cronaca dà ancora conto di casi di abusi in America189, in Austra- lia190, Norvegia, Danimarca, Svezia, Inghilterra191, Polonia, Messico.

La voce degli abusati

Dall‟Irlanda:

Padre Edmondo ha tradito la fiducia riposta in lui dai suoi supe- riori. Ha tradito la fiducia delle autorità ospedaliere. Ha tradito la fi- ducia dei miei genitori. Ero stata affidata alla sua custodia. Ha tradito la mia fiducia e la mia innocenza. Ha abusato del suo potere e sfrut- tato il rispetto che avevo della sua carica religiosa per umiliarmi e abusare di me, una bambina. Non solo, una bambina malata. Come si può cadere più in basso192?

188 Tempo dopo, il vescovo di Bruges ammette gli abusi sui minori e si dimette.

189 Nel 2004 le accuse di abusi erano oltre diecimila e riguardavano circe quattromila e quat- trocento preti cattolici. Nel 2008 sono emersi nuovi casi. Per i risarcimenti, pagati circa due miliardi e settecento milioni di dollari.

190 Nel 2008 il Papa si scusa per gli abusi sessuali dei preti australiani. In tribunale, i casi di condanna sono ad oggi oltre cento.

191 Padre Maguire viene condannato per atti di libidine nel Regno Unito e in Irlanda. Ha scontato pene detentive in entrambi i paesi. Ha ammesso di aver abusato di almeno settanta bambini in vari paesi.

192 Testimonianza della signora Marie Collins, stralciata dal Rapporto Murphy (v. sopra). Il caso di padre Edmondo – all‟esame di un‟apposita Commissione – coinvolge un sacerdote accusato di molteplici atti di libidine ai danni di giovani pazienti di età compresa tra gli otto e gli undici anni presso l‟ospedale pediatrico Our lady di Crumlin, agli inizi degli anni „60.

Ho vissuto prigioniera di un incubo fino alla maggiore età. Le suore ci affamavano, mangiavo la carne soltanto a Natale, e ricevevo un uovo sodo a Pasqua. Ma questo era il meno. Ci picchiavano per un nonnulla. Ci seviziavano fisicamente e psicologicamente. Facevo la pipì a letto dalla paura tutte le notti, e loro per punizione mi co- stringevano a sfilare nuda per la camerata con in testa le lenzuola ba- gnate di urina. Era un sistema sadico, satanico. I giornali hanno scrit- to che è stato il nostro Olocausto. Ma se è così, aspettiamo ancora la Norimberga che faccia giustizia su quel mostruoso abominio193.

Da una serie di testimonianze, tratte dalla cronaca:

I bambini venivano presi a pugni, a calci, frustati, accoltellati, obbligati a inginocchiarsi o a restare in piedi per giorni, costretti a dormire all‟aperto in inverno, a fare docce gelate, appesi a un palo, assaliti da cani, legati per essere picchiati meglio. Io non feci bene il letto, il prete mi fece denudare e mi frustò lungamente con una frusta di cuoio a cui erano attaccate delle monete.

Appena arrivato, il frate mi fece spogliare, piegare a gambe lar- ghe su una scrivania, mi ordinò di dire il Padre Nostro e si mise a frustarmi. […] La notte era la cosa peggiore, se non venivano a prendere te, sentivi che portavano via un altro e le urla risuonavano per tutto l‟edificio.

Il prete mi prese la mano e se la mise nelle parti private. Scoppiai a piangere. Mi schiaffeggiò. La notte dopo tornò, e feci come voleva. […] Mi chiudeva a chiave nella sua stanza, mi spogliava, si faceva toccare, mi picchiava e poi mi stuprava. […] Un frate guardava men- tre l‟altro mi stuprava, poi facevano cambio.

La suora mi frustava con una cintura dalla fibbia di metallo e mi faceva mangiare il mio vomito. […] La suora mi portò da un uomo. Lei mi spogliò, mi lavò, mi toccò, poi mi diede a lui perché mi stu- prasse.

Tra gli irlandesi lo shock è immenso.

193 Testimonianza della signora Kathleen O‟Sullivan, oggi giudice di pace. Aveva otto anni quando la strapparono alla madre, giudicata incapace di provvedere ai suoi bisogni, e la rin- chiusero in orfanotrofio.

Dalla Germania:

C‟era padre G. che andava a scegliersi per vittima gli scolari che sembravano più deboli di carattere. Lui e altri preferivano accanirsi con percosse contro i bimbi più piccoli, magari tra gli otto e i dieci anni. Ricordo ancora che il mio insegnante, un prete, una volta mi picchiò talmente a lungo con un bastone di bambù che poi dovettero ricoverarmi all‟infermeria del convento. Nessuno seppe mai nulla, dominavano omertà e silenzio. Da adulto divenni alcolizzato194.

Avevo dodici anni, oggi ne ho ventitre, quando padre Kramer mi fece tirar giù i pantaloni. La mia famiglia era molto credente, io ero chierichetto, per me la Chiesa era fiducia e calore umano. Accadde in una festa di Pasqua, in parrocchia, vicino Ratisbona, dove vive- vamo. Festa gioiosa, noi bambini andammo poi a giocare al piano di sopra. Poi restammo io, mio fratello, mia sorella, i miei genitori. Chiedemmo che un adulto giocasse con noi. Venne padre Kramer. Ci disse: “Giochiamo ad acchiapparella”. Aggiunse: “Chi acchiappo sa- rà mio”. Lui acchiappò mia sorella ma si vedeva che le bambine non lo attiravano. Poi padre Kramer disse: “Giochiamo a nascondino”. Chiese ai miei fratelli di nascondersi e mi disse: “Noi dovremo tro- varli, ora vieni con me nella stanza accanto”. Andai, fidandomi. Il prete, trentanove anni che sembravano di più, uno strano odore ad- dosso, mi disse: “Sei nella pubertà, devi imparare. Non dire mai nul- la a papà e mamma”. Ero sotto shock, incapace di difendermi. Ora vorrei sentire dal Papa in persona parole chiare, per noi vittime. Al- trimenti dove finiscono i valori della Chiesa in cui credevo, prima che quel sacerdote distruggesse la mia infanzia e la mia gioventù 195? Dall‟Italia:

Mi diceva: sono le mani di Dio, non avere paura196. Da Malta:

Al Papa voglio raccontare la verità su quel che è successo a Mal- ta in questi anni. Io, per quello che ho subito, ho perso la fede in Dio. Ma lui forse, se mi aiuta a fare giustizia, può restituirmela. Un rap-

194 Testimonianza di un abusato dell‟abbazia di Ettal, anonimo per senso di vergogna. 195 Testimonianza del signor Benedikt.

196 Testimonianza del signor Mario, all‟epoca dei fatti un ragazzino di undici anni violentato da un frate in Toscana.

porto della Curia ha detto che a Malta sono quarantacinque i sacer- doti responsabili di abusi dal 1999, ma nessuno sa nulla di loro, la Chiesa nasconde tutto. Ora, dopo che io sono uscito allo scoperto, molti cominciano a parlare. Gli ultimi due in questi giorni: uno di lo- ro ha scontato vent‟anni di carcere per aver ucciso un molestatore. Altri per la vergogna non escono di casa. Posso capirli, se hanno vis- suto il mio calvario. A vent‟anni, a furia di subire gli abusi, mi ero convinto di essere gay. Poi mi sono innamorato di una donna, mia moglie, che mi ha dato due figlie. Ma la notte avevo gli incubi, so- gnavo i preti che venivano a toccarmi nel mio letto. Ne ho parlato con uno psichiatra e ne sono uscito. Noi non avevamo genitori, era- vamo nelle mani dei preti: come potevamo denunciarli197?

Dall‟Inghilterra:

Sono stata stuprata da un prete cattolico il giorno prima della cre- sima. Era grasso, puzzava di sudore, di whisky e di incenso. Quella violenza mi ha spinto a desiderare il suicidio, mi ha fatto cercare ri- fugio nell‟alcol, mi ha fatto sviluppare disordini alimentari e mi ha portato a sposarmi troppo presto, ad appena diciassette anni. La visi- ta del Papa mi offende. Mi offende come vittima di un prete cattoli- co, mi offende come donna e mi offende come madre di un figlio