• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 2 Il management pubblico 49

2.2 L’organizzazione del personale 58

2.2.1 Organizzazione e innovazione 59

La struttura organizzativa, in altre parole i modi con cui è diviso e coordinato il lavoro, non si può sviluppare progettandola solo in termini di coerenza interna, ma dovrebbe essere valutata nel suo insieme rispetto alla capacità di rispondere alle finalità poste dalla strategia iniziale. Non c’è esistenza, quindi, di una struttura valida in assoluto. Per rispondere al meglio in termini di efficacia ed efficienza per quanto riguarda il cambiamento organizzativo, bisogna capire quali soluzioni organizzative rispondono al meglio ai nuovi problemi. Non si può sempre scegliere all’interno delle Pubbliche Amministrazioni riguardo alle strutture organizzative e non sempre sono necessari radicali cambiamenti strutturali, in ossequio a mode in parte passeggere. Per capire la domanda di cambiamento utilizzeremo uno schema secondo cui la situazione che la

struttura organizzativa deve affrontare può essere esaminata in base al suo grado di analizzabilità e al numero di eccezioni che presenta (Perrow, 1970).

In una situazione con poche eccezioni e con un elevato grado di analizzabilità si potrebbe affrontare con un’adeguata struttura rigida, con i compiti che sono ben definiti per tutti, con le procedure che saranno fissate in anticipo e saranno vincolanti per tutti e infine può essere controllata con standard di risultato definiti a priori. In tutto questo è anche possibile poter definire una separazione netta tra il momento decisionale, che interviene di rado e che è in grado di stabilire gli obiettivi e le procedure per raggiungerli, e il momento esecutivo, dotato di un criterio operativo che affronta situazioni previste e analizzate in tutti gli esiti possibili.

60

Anche quando l’attività operativa ha contenuti decisionali, si tratta di pseudo - decisioni

o decisioni-programmate in quanto il vertice decisionale ha preventivamente definito obiettivi e premesse decisionali (March e Simon, 1958).

Sarà impossibile, invece, stabilire procedure e obiettivi a priori quando la situazione non è analizzabile perché complessa (elevato numero di dati) e variabile (elevato numero di eccezioni). Il momento esecutivo e il momento decisionale si mescolano, la struttura organizzativa è perennemente in fase di apprendimento poiché la situazione subisce modifiche per effetto di variabili esterne, ma anche per l’effetto dei programmi di azione che sono messi in atto. Bisognerà disporre necessariamente di una struttura flessibile, che possa reagire in maniera tempestiva alle sollecitazioni esterne, che si riesca a orientare all’innovazione più che alla ripetizione di procedure già consolidate.

Non è pensabile, né tecnicamente ipotizzabile, che tutta l’innovazione su concentri nel potere politico e tutta l’esecuzione, resa routine, si concentri in una burocrazia di tipo tradizionale, asettica e indifferente alla direzione dell’innovazione (Crozier e Friedberg, 1977).

Le cause che portano a un’impossibilità e impraticabilità di una simile ipotesi sono tra queste:

1. Il vertice politico sarebbe sovraccaricato di momenti decisionali e non riuscirà a rispondere nel tempo necessario per mancanza d’informazioni adeguate, anche tecniche, necessarie per decidere in maniera efficace;

2. La distanza temporale e spaziale tra situazione specifica da affrontare, decisione ed esecuzione della decisione che potrebbe rendere la decisione comunque intempestiva e spesso applicata a una realtà già modificata;

3. Quanto una decisione politica innovativa sia efficace dipende anche da come i programmi operativi siano adeguati, e allo stesso tempo non possono costruirsi in un secondo momento, ma devono nascere nello stesso momento in cui è presa la decisione politica;

4. Lavori senza alcun tipo di contenuto decisionale e discrezionale che difficilmente possono motivare le persone a un comportamento attivo e responsabile.

Sono queste le ragioni che portano all’adozione, non sempre riuscita, di nuove strutture organizzative che nella Pubblica Amministrazione, assumono spesso la forma di un decentramento teso ad avvicinare il momento decisionale all’utenza del servizio (partecipazione politica) e alla produzione del servizio (partecipazione organizzativa).

61

Ristrutturazione degli Enti Locali e il Sistema sanitario nazionale sono tra i maggiori processi innovativi, in Italia, riguardanti le Pubbliche Amministrazioni che sembrano rispondere al meglio a esigenze di questo tipo.

È proprio in questi settori, che le recenti innovazioni nella legislazione e nella contrattazione riguardante l’organizzazione hanno introdotto norme che hanno modificato drasticamente i tradizionali e già consolidati criteri di specializzazione funzionale, di responsabilità gerarchica.

Le norme parlano spesso di funzioni di coordinamento, laddove un tempo si parlava di direzione; di responsabilità collegiale al posto della responsabilità individuale, di lavoro di squadra flessibile e integrata al contrario di rigide specializzazioni funzionali (De Martino, 1981).

Sono in molti ancora a ritenere che le tradizionali forme organizzative in uso nella burocrazia, sono basate da una parte sulla rigida divisione di competenze e funzioni e dall’altra sull’accentramento e sulla gerarchia, possano produrre inefficienze, chiusure di settori, demotivare il personale; tutto questo porta a un ostacolo alle innovazioni che sono considerate non tempestive, non adeguate alla realtà burocratica e frutto di una passeggera congiuntura culturale e politica.

Queste resistenze al cambiamento sono date da esperienze affrettate e pasticciate condotte senza che vi sia la giusta conoscenza della strumentazione tecnica; per altro verso sono dovute all’incapacità del management pubblico di mettere in discussione il proprio ruolo, le proprie abitudini e i propri atteggiamenti.

Le strutture organizzative che sono state ipotizzate dalle innovazioni ricordate sono studiate dalla teoria organizzativa e possono contare su un’ampia casistica di sperimentazioni. Non sono concetti e strumenti che possono essere trasferiti meccanicamente alle realtà emergenti negli Enti Pubblici sottoposti a queste trasformazioni, possono però, fornire determinate elementi per capire il significato organizzativo di tale cambiamento, per far venir fuori i problemi, per suggerire e valutare soluzioni sperimentali.