Anche Philippe Duplessis-Mornay183, celebre pape des
huguenots, sceglie per il figlio Philippe Mornay de Bauves un cursus
educativo intellettuale profondamente diverso da quello previsto nei collegi riformati: tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta del Cinquecento il giovane, prima di intraprendere un viaggio di formazione in terra straniera184, riceve un’educazione fondata sull’insegnamento delle lettres per opera di istitutori privati185. E non diverso è l’ideale piano di studi che l’aristocratico calvinista stila, negli stessi anni, su richiesta di Louise de Coligny, principessa d’Orange: nell’“Advis sur l’institution d’ung enfant que l’on veult nourrir aulx lettres” egli si preoccupa di fornire al precettore indicazioni sulle discipline da insegnare all’allievo e sui metodi didattici da seguire, nel quadro di un percorso di educazione intellettuale che, scevro di ogni pedantismo e portato a valorizzare la dimensione ludica dell’apprendimento, dovrà compiersi tra le mura domestiche.
L’aio, «proportionné à la qualité de l’enfant186», comincerà con il selezionare i testi più appropriati per i primi esercizi di lettura: oltre alla Bibbia, i precetti morali degli autori antichi ed i libri di storia corredati d’illustrazioni, «qui delectent cest aage» e «l’obligent à lire187». «Sur les histoires», da studiare nell’ordine della successione cronologica dei diversi regni, il discente potrà in seguito imparare anche le lingue classiche, di cui avrà già assimilato le nozioni di base; solo in un secondo momento l’istitutore gli spiegherà, per gradi, le
183 Vedi su di lui la recente biografia di D. Poton, Duplessis-Mornay (1549-1623): le pape des
huguenots, Paris 2006.
184 M.-J. Gaufrès, Philippe Mornay de Bauves ou l’éducation d’un gentilhomme protestant au
XVIe siècle, Paris 1868, p. 14.
185 Motley, cit., p. 99. Vedi anche Ch. Arbaleste, Mémoires de madame de Mornay, a cura di M.me
de Witt, Paris 1869, tomo I, pp. 149, 152; Duplessis-Mornay, cit., tomo V, pp. 394, 576.
186 Ibidem, p. 65. Di questo “Avis” esiste anche un esemplare manoscritto: ms. B.n.F., manuscrits
Dupuy 349, ff. 66 r-68 r, “Advis de M. Du Plessis pour la nourriture des enfans”.
regole sintattiche e grammaticali più avanzate, ostiche da acquisire tutte simultaneamente188. È sulle capacità mnemoniche del discente che, come avviene nei collegi, bisogna puntare perché questi pervenga ad una buona padronanza dell’idioma dell’antica Roma: egli lo parlerà a lezione, «car c’est le truchement [lingua di comunicazione] commun», conoscerà le lezioni a memoria, svolgerà compiti di composizione in latino ed in greco189. Duplessis-Mornay non manca di fornire una lista degli autori dell’Antichità più indicati per la prosa, la poesia ed i contenuti morali190; e per il latino così come per la storia egli consiglia all’insegnante di scegliere alcune opere che il giovane titolato possa studiare da solo, «car son esprit s’y plaist d’aultant plus qu’il les lit plus librement».
Il programma presentato dall’autore prevede, ancora una volta, anche materie specificamente volte all’educazione di un blasonato, che possano completare l’istruzione nelle lettres. La didattica delle scienze matematiche (l’aritmetica, la geometria teorica e pratica, la musica, la geografia astronomica) dovrà associare l’utilità al piacere ed al divertimento procurati dall’utilizzo dei diversi strumenti di cui, da grande, il discepolo si servirà «ou pour la guerre, ou pour aultre usage191». Ma indispensabile è che il gentiluomo si dedichi anche agli esercizi ed ai giochi fisici192: dovere di un buon genitore e di un accorto precettore è infatti quello di conformare il cursus in questione alle predisposizioni naturali del fanciullo, le quali, in un rampollo d’illustre famiglia, non possono tendere che all’esercizio dell’attività bellica. E se il giovane dev’essere educato anche nelle discipline intellettuali, è perché esse risultano utili per istillare in lui la prudenza richiesta ad ogni buon condottiero:
«Pour exemple, qui est né de la noblesse, qui porte en soi la qualité des armes, fault que le train de ses estudes tende à mesme fin, à sçavoir qu’elles aiguisent les armes.
Et pour ce que ceste mesme qualité lui peult donner entree au conseil des roys et des plus grands, il fault que ses mesmes estudes tendent à lui faire conduire les armes par prudence193».
188 Ibidem, p. 68. Lo stesso criterio varrà, a livello macroscopico, per l’ordine da seguire
nell’insegnamento delle lingue antiche: lo studio del greco e quello dell’ebraico cominceranno solo quando l’allievo padroneggerà il latino.
189 Ibidem, p. 70. 190 Ibidem, pp. 70-71. 191 Ibidem, pp. 69-70. 192
Ibidem, p. 71.
193 Ibidem, pp. 65-66: «Per esempio, per chi ha nascita nobile, per chi porta in sé la qualità delle
armi, bisogna che il corso di studi sia volto allo stesso fine, cioè che esso venga a perfezionare le armi. E poiché questa stessa qualità può dargli accesso al consiglio dei re e dei più potenti, bisogna
Gli studi a carattere teorico s’interromperanno pertanto assai precocemente: il gentiluomo, compiuti i quattordici anni194, prenderà congedo dall’aio e dai genitori; e solo allora il discente comincerà a praticare le lingue moderne, che egli farà proprie attraverso l’uso, «par la hantise des pays estrangers195».
Tuttavia, analogamente a molti rappresentanti dell’aristocrazia ugonotta, Duplessis-Mornay promuove la nascita e sovvenziona scuole pubbliche per l’istruzione dei giovani riformati di Francia. Nell’aprile 1592 egli dichiara, in una delle sue lettere, di occuparsi della fondazione a Saumur, di cui è gouverneur, di «ung college […] où il y ait classes, philosophe, mathematicien, theologien196»; nei primi mesi dell’anno successivo Enrico IV firma, secondo il racconto di Charlotte Arbaleste, moglie di Philippe e autrice dei Mémoires sur
la vie de Duplessis-Mornay, le lettere patenti per l’apertura
dell’istituto, «garny de professeurs es trois langues, et es arts et sciences197», che, attivo almeno dal 1599, sarà affiancato, all’inizio del Seicento, da un’accademia teologica destinata a divenire celeberrima198. Ma il nobile ugonotto ha forse pensato, inizialmente, a dotare il centro cui è preposto anche di una scuola di diversa natura.
Dei progetti da attuare nella città Duplessis, stando alla testimonianza della moglie, parla ad Enrico IV durante un lungo soggiorno effettuato a corte nel 1592; ed analogamente a quanto ventilato, negli stessi anni, da alcuni dei suoi correligionari, egli propone, come ha già fatto a più riprese in passato199, di organizzare un concilio o, almeno, «ung colloque ou conference, sur les differends de la religion». Saumur dovrebbe essere luogo di riunione di una dozzina di dottori e ministri della Chiesa calvinista chiamati a
che i suoi stessi studi siano volti a renderlo capace di esercitare il mestiere delle armi secondo prudenza».
194 Ibidem, p. 69. 195 Ibidem. 196 Ibidem, p. 295.
197 Ibidem, tomo I, p. 251. Vedi anche J. Ambert, Duplessis-Mornay, Paris 1848 (=Genève 1970),
p. 304; Ratouis, cit., p. 53 n.
198 E. Merzeau, L’Académie protestante de Saumur (1604-1685). Son organisation et ses rapports
avec les Eglises réformées, Alençon 1908, p. 8.
199
Sul pensiero politico di Philippe Duplessis-Mornay vedi l’importante lavoro di H. Daussy, Les
huguenots et le roi. Le combat politique de Philippe Duplessis-Mornay (1572-1600), Genève
2002; sulle proposte relative alla convocazione di un concilio vedi in particolare pp. 129, 186, 341, 365.
prepararsi a tale incontro200. Il Navarra, nato, pervenuto al potere e divenuto «tres chrestien» re di Francia in coincidenza di un grave scisma religioso, dovrà provvedere alla riunificazione confessionale, che può essere perseguita solo come risultato di un lento e graduale processo: in vista della convocazione dell’assemblea, il monarca è esortato, in virtù dei suoi poteri di capo della Chiesa gallicana, a provvedere delle più importanti cariche ecclesiastiche uomini desiderosi di vederla restaurata nella sua originaria purezza, tanto nei costumi quanto nella dottrina. Allo scopo di agevolare tale opera sarebbe poi opportuno favorire l’ascesa di tutti quei seigneurs e gentiluomini che, per non essere ancora «pleinement instruictz», non professano apertamente la «vraye relligion», ma vagheggiano la riforma de «l’Eglize»; e il medesimo criterio dovrebbe valere per la selezione dei roturiers da investire delle «charges de justice et des finances». Il sinodo potrà svolgersi così in un clima di concordia, sotto l’egida di una nobiltà pronta a difendere l’operato della riunione e di un terzo Stato incline a garantire il rispetto degli editti e delle deliberazioni che da essa scaturiranno201.
Alla richiesta di un concilio, contemporanea a quelle di La Primaudaye e di La Noue, ma di orientamento più marcatamente confessionale202, si accompagna di nuovo, come narra Charlotte Arbaleste, una proposta relativa alla fondazione, questa volta a Saumur, di un’accademia nobiliare. Madame Mornay spiega che il marito, sotto la pressione di altre incombenze, non ha avuto il tempo di occuparsi minuziosamente dell’affare: il racconto manca dunque di dettagli. A quanto riferito si tratterebbe tuttavia, in questo caso, di una scuola aperta esclusivamente, o quasi, ai rampolli delle famiglie protestanti:
«Particulierement pour l’institution de la jeunesse et surtout de la noblesse de la religion, [Duplessis-Mornay] meit en avant de dresser vne accademie à Saumur, composee des gens doctes necessaires et doués de reueneu suffisant, dont il proposeroit les expediens au roy, à quoy, precipité pour le voyaige de Quillebeuf, il [Duplessis-Mornay] n’auroit peu mettre fin pour ce voyage203».
200 Duplessis-Mornay, cit., tomo I, p. 238. 201 Ibidem, pp. 240-241.
202 Quello di Duplessis-Mornay è esplicitamente, secondo N. Fornerod, un programma di
concordia protestante e non un progetto di armonizzazione tra la confessione riformata e la dottrina cattolica: vedi N. Fornerod, L’édit de Nantes et le problème de la coexistence
confessionnelle dans la pensée de Duplessis-Mornay, in “Bulletin de la Société de l’Histoire du
Protestantisme Français”, 144 (1998), pp. 249-252.
203 Duplessis-Mornay, cit., tomo I, p. 241: «In particolare per l’istituzione della gioventù e
Impossibile è conoscere la natura dell’istituto immaginato dal nobile ugonotto, che ad esso non allude né nella corrispondenza né nelle pagine dei Mémoires: la sua idea è quella di un’assemblea intellettuale, di un cenacolo composto da dotti o di un centro di esercizi fisici? Nulla ci garantisce, inoltre, che l’istituzione in questione sia stata effettivamente fondata. La letteratura storiografica ha talvolta confuso l’accademia teologica, quella di equitazione ed il
collège: le lettere patenti firmate dal re nel 1593 non riguardano che
quest’ultimo204. E certa non è neppure l’identificazione tra l’istituto qui vagheggiato e la scuola di equitazione di Saumur, che può, probabilmente, vantare origini quattrocentesche205.
Ad ogni modo, che Duplessis-Mornay possa essere indicato o meno come il promotore della nascita primo istituto nobiliare transalpino, è un’altra académie, sorta per iniziativa di un cavallerizzo cattolico, che le fonti presentano come la più antica di Francia, come il modello cui tutte le accademie per gentiluomini fondate nel regno a partire dalla fine del Cinquecento s’ispireranno: quella aperta nel 1594 a Parigi dal già ricordato écuyer Antoine de Pluvinel.
un’accademia a Saumur, composta dalle persone dotte di cui vi sarebbe stato bisogno, dotate di stipendi sufficienti, per l’apertura della quale si riprometteva di illustrare al re tutte le procedure necessarie; di tale affare egli [Duplessis-Mornay], incalzato dall’incombenza della partenza per Quillebeuf, non era potuto venire a capo a causa del viaggio».
204 Confronta Ratouis, cit., p. 53 n e Ambert, cit., p. 304. 205 Ms. Arch. mun. Saumur, BB 2, f. 117 v; vedi sotto.