• Non ci sono risultati.

CAPITOLO SECONDO Modernità e secolarizzazione

2.3 La secolarizzazione: un concetto plurale e multiforme

2.3.1 I principali filoni interpretat

Il riferimento è ad un contesto specifico, che è quello occidentale e anche nel momento in cui si parla di istituzioni e di chiese, bisognerebbe, forse, sottolineare che il processo coinvolge soprattutto in modo sempre più palese il cristianesimo.

È diffusa l’idea che in altri contesti, come, ad esempio, quello islamico, il processo di secolarizzazione non ha prodotto gli stessi effetti che ha prodotto sul cristianesimo. Questo è vero se si considera che le istituzioni cattoliche sono state scardinate e messe in crisi, oltre che dallo sviluppo della società industriale, anche dalla Riforma Protestante. Come afferma Berger: “Il protestantesimo funse da preludio storicamente decisivo alla secolarizzazione, indipendentemente da quale possa essere stata l’importanza di altri fattori”.132

Tuttavia, sarebbe una falsificazione credere che nell’ambito di esperienze religiose diverse da quella cristiana non siano giunti gli effetti della secolarizzazione.

Alcuni sociologi delle religioni islamiche fra i quali Ural Manço, sottolineano come, soprattutto presso le comunità musulmane immigrate in Occidente, siano diffuse forme di religiosità “secolarizzata”: per molti l’appartenenza all’Islam non corrisponde ad una pratica regolare; è, inoltre, diffusa la tendenza di vivere in privato la propria fede, così come ci sono atteggiamenti quotidiani che non si attengono strettamente alla tradizione dei testi sacri, anzi, talvolta, ne prendono le distanze.

Secondo questo studioso contemporaneo, oltretutto, ritenere che l’Islam sia una religione fuori dal processo di secolarizzazione, là dove per

131 D. Hervieu-Leger, op. cit. p. 29 132 P. Berger, op. cit. p. 126.

secolarizzazione si intende un processo di “emancipazione intellettuale”, sinonimo di civilizzazione e libertà, potrebbe rafforzare quelle idee che stanno alla base della ideologia islamofobica, secondo la quale i musulmani sono estremamente conservatori, integralisti, in una parola: “pericolosi”.133

La secolarizzazione, quindi, è qui intesa come processo globale, una “meta” o un “destino” inevitabile che, tappa dopo tappa, interesserà ogni religione e ogni paese del mondo, ovviamente con caratteristiche e tempi diversi a seconda dei contesti considerati. Si tratta di una visione, per così dire, “evoluzionista” che ben si colloca a fianco dell’analisi teorica di Bellah.

Quest’ultimo, attraversando le varie fasi storiche dal Medioevo fino ad oggi, individua delle tappe evolutive della religione: da una religione arcaica, si è passati ad una religione storica, ad una religione premoderna per arrivare, allo stadio attuale che è quello della religione moderna. Ad ogni tappa corrisponde un accrescimento della libertà umana che si relaziona alle condizioni ultime della sua esistenza in modo più complesso, aperto e soggetto al cambiamento e allo sviluppo. Attualmente, dunque, la religione assume tratti diversi rispetto al passato e i credenti sarebbero più liberi e coscienti della propria fede. In questo senso, quindi, la secolarizzazione è fortemente legata alle tappe storico-sociali e non è considerata come qualcosa di negativo134 ma come processo di emancipazione della libertà umana. Bellah esprime un approccio di tipo evoluzionista che non sembra affatto lontano dall’accezione teorica di Sabino Acquaviva.

Secondo questo filone di studio la secolarizzazione è un processo di separazione-differenziazione funzionale fra religione istituzionalizzata e credenza, che favorisce l’accrescimento dell’autonomia dei credenti dalle istituzioni religiose.135

Anche Bryan Wilson sottolinea lo stretto legame esistente fra secolarizzazione e contesto storico-sociale di riferimento. Egli afferma che il processo di secolarizzazione non può essere inteso come a sé stante ma come un processo inserito in un contesto preciso che sorge legato all’avvento della modernità. “Lo sviluppo della società industriale e il sorgere di modelli democratici di comportamento hanno avuto varie conseguenze importanti per la religione”136, si è alterato il tradizionale ricorso dell’uomo a richieste di intervento divino per risolvere i propri problemi e si è affermato il concetto di auto-direzione dell’uomo e della società.137

La vita sociale si svincola dall’intervento divino, l’uomo è libero e responsabile e la religione è una “facoltà” privata.

Le riflessioni sulla secolarizzazione come processo di de- istituzionalizzazione e privatizzazione della religione comprendono anche il pensiero di Thomas Luckmann e di Peter Berger. Analizzeremo più avanti l’analisi bergeriana, mentre ci limiteremo qui a tenere in considerazioni alcuni aspetti del contributo di Luckmann. Ciò che è ritenuto importante nell’analisi di questo autore è che per studiare la secolarizzazione sia

133 Cfr. U. Manço, Reconnaissance et discrimination: présence de l’Islam en Europe

occidentale et en Amériche du Nord, L’Harmattan, Paris, 2004

134 Cfr. R.N. Bellah, Evoluzione Religiosa, in Acquaviva, Guizzardi, op. cit., pp.65-89 135 Cfr. S. Acquaviva, E. Pace, op. cit., pp. 145-151

136 B.Wilson, Il contesto sociale della secolarizzazione, in Acquaviva, Guizzardi, op. cit. p. 93

56

necessario tener conto dei processi storici alla base dell’origine della società moderna.

Nel processo di modernizzazione la religione e il suo posto nella società è cambiato in una duplice direzione: da un lato essa si privatizza, diventando da religione visibile, religione invisibile, vissuta privatamente e fuori dall’istituzione. Dall’altro lato con l’affermarsi del pluralismo, in ogni settore sociale, fa si che non ci sia più una spiegazione “plausibile” e uniforme del mondo.

Inizialmente, come già precisato in precedenza, il termine si riferiva al trasferimento dei beni ecclesiastici al possesso laico. In una fase successiva che Luckmann definisce “post-hegeliana”, nella quale affonderebbe le radici l’epoca moderna, il termine secolarizzazione si riferiva all’antagonismo fra la modernità e il suo passato storico, ovvero fra cultura moderna e cristianesimo. La secolarizzazione d’oggi, invece, è definita da questo autore come “mitologia”.138 La sociologia è intesa come “scienza delle istituzioni sociali” e la religione, è oggetto di studio della sociologia in quanto è organizzata in istituzioni sociali. Più specificatamente egli afferma: “Una domanda importante da porre nella studio della religione è… se una cultura sia bisezionata… in una parte sacra e una profana e… se il cosmo sacro si mescoli con il mondo della vita quotidiana o sia chiaramente messo da parte”.139

Luckmann riflette sul cambiamento del posto del sacro in riferimento a tre differenti tipi di società: la società arcaica, la società tradizionale e la società moderna. Nei primi due casi, l’universo sacro rappresentava la fonte legittima dell’intera struttura sociale, mentre nelle società moderne si formano dei sottosistemi istituzionali indipendenti, si avvia, cioè, quella che Luckmann definisce “Specializzazione Istituzionale”. Non si è lontani dalla differenziazione sociale di cui parlava Durkheim, né dall’autonomizzazione delle sfere sociali come conseguenza propria dei processi di razionalizzazione teorizzati da Max Weber.

In questo quadro teorico la secolarizzazione è intesa come:

a. Cambiamento fondamentale nella relazione delle istituzioni con il cosmo sacro;

b. Specializzazione delle istituzioni religiose.140

La religione non rappresenta più la legittimazione del reale, essa è vista come ideologia di uno specifico sottosistema istituzionale. «La sua giurisdizione sui problemi di importanza “ultima” fu ristretta a quegli aspetti che potrebbero essere di importanza “ultima” soltanto per l’individuo privato».141

Sembra chiaro che Luckmann non guardi alla secolarizzazione come alla fine della religione, ma, piuttosto, come fine della religione istituzionale, fine della funzione pubblica della religione e affermazione della religione privata. In questo senso più che l’individuo è la società che si secolarizza.

138 Cfr. T. Luckmann, Fine della religione istituzionale e religione invisibile, in Acquaviva, Guizzardi, op. cit. pp. 133-144

139

Ibidem, p. 137

140 Cfr. Ibidem, p. 137 e ss. 141 Ibidem, p. 142

Un altro autore, H. Cox, studia la secolarizzazione partendo dalle basi sociali della modernità. Egli ritiene che si tratti di un processo che trova le sue radici nel sorgere della società urbana. Così scrive l’autore a tal proposito: “Se il termine secolarizzazione designa il contenuto dell’emancipazione dell’uomo, il termine urbanizzazione designa il contesto in cui tale emancipazione si sta compiendo”.142

La religione nel contesto dell’urbanizzazione presenta caratteri specifici che la differenziano rispetto ad epoche precedenti. Cox, come anche Luckmann e molti degli autori citati finora, ritiene che né la religione, né la cultura di una società possano essere studiate a prescindere dal contesto economico e sociale di riferimento. I cambiamenti degli schemi sociali ed economici producono sempre dei mutamenti religiosi.

Il contesto in cui noi oggi viviamo è quello della “tecnopoli”, ossia della città secolare, che assomiglia un po’ alla metropoli simmeliana, che non sarebbe potuta esistere prima delle moderne tecnologie e che è caratterizzata dall’anonimità e dalla mobilità, dal pragmatismo e dalla profanità. Cambiano i rapporti interpersonali, cambia il modo di rapportarsi al mondo che è “concepito non come un sistema metafisico unitario, ma come una serie di problemi e progetti”143 (pratici). La vita è orientata al mondo, in questo senso, l’autore parla di profanità, non come eresia ma come distacco dall’extra-mondanità.144

Fra i vari filoni interpretativi accennati c’è anche il cosiddetto filone critico,nel quale rientrano quegli autori, fra cui Guizzardi, che criticano il concetto stesso di secolarizzazione e l’uso ideologico che spesso si fa del termine il quale, a parere di questi autori viene interpretato in base alle proprie visioni del mondo.

Nella seconda parte di questo lavoro di ricerca, analizzando le diverse forme di religiosità emerse, avremo modo di osservare come in esse trovino riscontro i molteplici volti e i variegati effetti della secolarizzazione.

È dunque, evidente come intorno alla storia di un concetto, che è principalmente processo di individualizzazione e pluralizzazione, ruotino diverse concezioni. Fra tutte è quella bergeriana che è risultata particolarmente utile ai fini della nostra ricerca ed è su di essa che ci soffermeremo in modo più approfondito nel prossimo paragrafo.

2.4 Vantaggi e svantaggi di una conquista moderna: il contributo