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Un’analisi del cambiamento religioso nella società contemporanea

CAPITOLO TERZO

3.1 Un’analisi del cambiamento religioso nella società contemporanea

Salvatore Abbruzzese, in base ai risultati ottenuti da una ricerca empirica sui valori religiosi degli italiani e degli europei,158 considera la secolarizzazione come un processo che non ha sradicato la religione ma che l’ha profondamente trasformata, riducendola ad una “filosofia dell’esistenza” e svuotandola del suo messaggio teologico di salvezza eterna. Dio continua ad esistere per la gran parte della gente, ma egli rappresenta “un compagno di strada… in un mondo che non prevede più l’esigenza della salvezza, né un’attesa del Regno”.159 Si scorge una certa vicinanza a Weber e anche a Berger quando, continuando, scrive: “È proprio questa riduzione della religione a filosofia dell’esistenza che consente tanto il bricolage religioso quanto l’apertura a tutte le opzioni possibili. La religione … si riduce ad essere una opzione interpretativa del reale che non solo non può aspirare ad alcuna posizione di privilegio rispetto alle altre opzioni possibili, ma che per di più introduce delle ipotesi cognitive (Dio, l’anima) difficili da accettare in un contesto di crescente razionalizzazione”.160

Da questo deriva la crisi dell’istituzione ecclesiastica che non ha più così tanta rilevanza in un contesto dove la religione è intesa come un percorso individuale soggettivo che orienta la propria condotta di vita ma che non necessariamente è orientato alla salvezza, sembrerebbe trattarsi di un’ascesi intramondana svuotata dello scopo ultimo di salvarsi l’anima.

La secolarizzazione, dunque, come già sottolineato, non soppianta la religione, essa permane ma in forme assai diverse e, a volte, anche in contraddizione l’una rispetto all’altra, oltre che rispetto alla dottrina ufficiale rispondendo alle logiche del self service religioso. Ovviamente, l’intensità di tale fenomeno, dipende dal contesto di riferimento, dalla sua storia, dalla presenza istituzionale della chiesa, dall’efficacia dei suoi interventi sul piano pastorale. Di seguito cercheremo di porre l’attenzione sugli elementi tipici della religiosità nella società odierna, guardando nello specifico all’Europa Occidentale per poi soffermarci sulla peculiare collocazione italiana nel contesto europeo.

3.1.1 Il pluralismo religioso contemporaneo: per un cattolicesimo che non è più scontato.

Guardando al contesto europeo-occidentale, con particolare attenzione a quei paesi storicamente caratterizzati da un’identità cristiana, fra i quali

158 S. Abbruzzese, I valori degli italiani e degli europei: il caso della religione, in Gubert, Pollini, Valori a confronto: Italia ed Europa, Franco Angeli, Milano, 2006.

159 Ibidem, p. 178 160 Ibidem

l’Italia, Enzo Pace si sofferma a riflettere sul crescente pluralismo religioso e sul fatto che all’interno della stessa religione di maggioranza, il cattolicesimo, ci sia un notevole pluralismo che varia a seconda dei contesti regionali, caratterizzati da culture e tradizioni diverse, ma che varia anche da soggetto a soggetto, in virtù di quell’individualismo e di quella soggettivizzazione che abbiamo visto centrali nell’analisi bergeriana. Si tratta di una tendenza «che può essere descritta in vario modo, a seconda dei punti di vista che si adottano. Come indice di difficoltà da parte della religione dominante – cattolica – a mantenere le posizioni acquisite nel tempo però erosesi fortemente, ma anche come indicatore di una segmentazione delle aspettative individuali nei confronti dell’universo sacro e dei sistemi di credenza. In altre parole, se gli individui tendono a “mettersi in proprio” in materia di fede religiosa … essi andranno alla ricerca di “altre offerte” che una maggiore differenziazione presente nella realtà socio- religiosa produce sempre di più».161 Di fronte a questo processo la chiesa cattolica non resta immobile, piuttosto cerca di convivere con la diversità, con la pluralità esistente all’interno dello stesso mondo cattolico, dilagante a partire dalle grandi trasformazioni sociali registratesi negli anni 70, anni in cui si affermano nuovi stili di vita, tipicamente moderni, o, per chi lo preferisse, post-moderni, dove tutto si “modernizza”, non ultimo l’essere religioso.162 Il cattolico moderno è libero, dove per libertà si intende l’essere svincolato dalle restrittive regole dell’istituzione ecclesiastica, egli è autonomo e cosciente, credente ma non necessariamente praticante e ancor meno clericale, o meglio, istituzionalizzato.

Proprio come sottolineava Max Weber, ma anche Luhmann, con il processo di razionalizzazione le altre sfere sociali si svincolano da quella religiosa che non è più la sfera centrale ed integrante del resto del “sistema”. Questo è avvenuto e continua ad avvenire anche in Italia, dove la gerarchia istituzionale cattolica è una delle sfere sociali fra le altre. La perdita di centralità della chiesa ha comportato l’autonomizzazione dei credenti che liberamente scelgono, selezionano, praticano. Ma oltre a questo fattore che rimanda ad una perdita d’importanza della religione istituzionale, si accompagna la grande mobilità sociale dei nostri tempi e il radicarsi di nuovi modelli socio-culturali alternativi a quelli tradizionali. In questo senso, nell’ottica di Pace, la secolarizzazione non è costituita semplicemente da un processo di laicizzazione, piuttosto da uno sfaldamento delle vecchie gerarchie e dal diffondersi della multireligiosità, così com’è già in molti altri paesi europei. È proprio questa la tendenza di fondo che, in quest’ottica, sta alla base del processo di modernizzazione e che caratterizza il contesto europeo, compreso quello italiano. Nella visione di Enzo Pace, il riferimento degli italiani al cattolicesimo rappresenta più che altro un riferimento di tipo socio-culturale in una fase storica in cui “per ragioni politiche ed economiche, l’unità nazionale viene messa in discussione, e la presenza di altre religioni, che rendono plurale la geografia religiosa italiana, comincia ad essere visibile nella vita quotidiana”,163 ma questo non comporterebbe un

161 E. Pace, La geografia religiosa dell’Italia di fine secolo, in Quaderni di diritto e politica ecclesiastica/ N. 1, Aprile 2000, p.49.

162 A tal proposito vedi anche E. Pace, La modernizzazione religiosa del cattolicesimo

italiano, in Il Mulino, n. 5, settembre-ottobre 2003, pp. 823-831.

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ritorno della religiosità, una sua fattiva presenza sulla scena pubblica. L’Italia, quindi, non rappresenterebbe un caso eccezionale rispetto alle tendenze del resto d’Europa, in quanto risulta evidente, soprattutto in alcune aree geografiche del Centro-Nord la «lenta trasformazione di una società a dominanza cattolica verso una società multireligiosa».164 In questo quadro analitico «comincia a non esser più vero che in Italia “non possiamo non dirci cattolici”».165

3.2 Il pluralismo cattolico nel pluralismo religioso: le