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Sistema religioso e sistema economico moderno

1.5 Max Weber: la razionalità dell’agire religioso

1.5.2 Sistema religioso e sistema economico moderno

Weber mira alla comprensione dell’agire religioso non per analizzare lo strato privato e interiore dell’esperienza religiosa, ma piuttosto per chiarire la razionalità soggettiva del comportamento religioso e le conseguenze che essa ha sul piano oggettivo. Durkheim studiava la funzione, l’utilità sociale della religione a prescindere dai contenuti dottrinari, a Weber, invece, interessa capire in che modo le diverse credenze religiose incidano sui comportamenti sociali, politici ed economici.

Per spiegare tale razionalità Weber scrive Sociologia delle Religioni, opera storica in cui prende in esame le caratteristiche di quelle che definisce le cinque religioni “universali”, ovvero, il Confucianesimo, l’Induismo, il Buddismo, il Cristianesimo, l’Islamismo e l’Ebraismo per cercare di comprendere in che modo i diversi sistemi religiosi incidano sulla sfera economica58.

Di tale opera il volume più famoso è il primo che contiene il noto saggio L’etica protestante e lo spirito del capitalismo59. Nel testo Weber

sostiene e sviluppa la tesi secondo la quale esisterebbe un’affinità elettiva fra due ideal-tipi quali il capitalismo e l’etica del calvinismo. Le radici dello sviluppo del capitalismo in Occidente si troverebbero nell’etica dottrinaria delle sette calviniste e puritane.

Il calvinismo si fonda su due nodi centrali: la dottrina della predestinazione e l’ascesi intramondana che ne è la conseguenza: ogni uomo è predestinato alla salvezza o alla dannazione eterna, che è già stabilita da Dio, a prescindere dalle opere che si compiranno.

Il calvinista, quindi, legge i segni del proprio destino in base ai successi ottenuti durante la vita, l’unico modo che ha per scorgere i segni positivi è quello di vivere un’ascesi intramondana, cioè di non vivere staccato dalle cose del mondo ma viverle con l’impegno richiesto da Dio, rimanendo lontano dal vizio, dallo spreco, dedito al lavoro e all’accumulo di risparmi, godendo della stima degli altri e vivendo la propria professione come una vocazione. Il lavoro è per il calvinista una beruf, esso è allo stesso tempo professione e vocazione, ogni uomo ha la propria beruf e il suo compito sulla terra è di compiere bene i propri compiti nella vita mondana perché è cosa gradita a Dio e perché solo così si può sperare di cogliere i segni positivi della salvezza della propria anima.

Questo fondamento etico-religioso ha costituito un terreno fertile per lo sviluppo del capitalismo caratterizzato dalla mentalità dell’accumulazione, del risparmio e del reinvestimento.

Dalla relazione che Weber trova fra calvinismo e capitalismo, egli svilupperà il suo pensiero sulla genesi del capitalismo in Occidente che si conclude con la convinzione che, affinché il capitalismo possa svilupparsi e radicarsi, non bastano i mezzi materiali ma, sono fondamentali anche le basi morali, o meglio, spirituali. Proprio per questo motivo, in paesi con

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Cfr. Ibidem, pp. 53 e ss.

58 Cfr. M. Weber, Sociologia delle Religioni, Vol. I, Utet, Torino, 2008. 59 Cfr. M. Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, Bur, 2006

tradizioni religiose diverse il capitalismo non si è affermato. Così egli scrive a tal proposito: «Finchè durò la forza della concezione puritana della vita, essa aiutò (...) la tendenza ad una condotta di vita borghese, economicamente razionale; essa ne fu il sostegno più importante e soprattutto più conseguente. Essa stette alla culla del moderno “homo economicus”».60

La tesi weberiana, non è stata esente da critiche61, ma ciò che risulta interessante ai nostri fini, non è tanto verificare se la tesi weberiana “funziona” ovvero se è reale, quanto il fatto che la religione viene analizzata come fondamento del mutamento sociale che ha dato vita alla società moderna occidentale. Così come nell’ambito economico, anche sul piano giuridico e politico Weber vede uno stretto legame con la sfera del sacro che per lungo tempo è stato la fonte di legittimità di molte forme di potere ma che ha contribuito anche alla diffusione e all’affermazione dello stato moderno e del diritto razionale.

In particolare in Economia e Società, egli sottolinea come la forma razionale dello Stato che poggia sulla specializzazione dei funzionari e sul diritto razionale si è realizzato basandosi sull’organizzazione giuridico- formale del diritto romano che, dopo la caduta dell’impero si è reso sistematico e si è razionalizzato, prima che negli ordinamenti statali in quelli ecclesiastici.62 La Chiesa riuscì, inoltre, ad intervenire in economia “infondendo in essa un determinato minimo di giustizia, di onestà e di etica ecclesiastica. Una delle sue misure più importanti è costituita dall’appoggio alla pace territoriale.”63 Lo stato tradizionale dei principi che aveva preceduto lo stato razionale non era riuscito a fornire questi elementi di base per la formazione dello stato moderno, elementi, invece forniti dalla chiesa cattolica. Nel caso del capitalismo era la dottrina ad incidere sul sistema sociale, in particolare, nella sfera economica, nel caso, invece, della forma statuale moderna, è l’organizzazione strutturale amministrativa dell’istituzione religiosa che condivideva gli stessi principi di razionalità dello stato razional-legale.

Se è vero che lo stato moderno eredita per molti versi la razionalità giuridica della chiesa cattolica, che il capitalismo è debitore nei confronti dello spirito calvinista e che, dunque, lo sviluppo dell’Occidente è strettamente legato alla diffusione del cristianesimo, tuttavia, tale processo di sviluppo, ad un certo punto, sembra volgersi proprio contro gli elementi che lo hanno generato e che ne hanno reso possibile la diffusione e la sedimentazione nella cultura occidentale. Così scrive Weber per descrivere il processo attraverso il quale la sfera economica si stacca dalla sfera del sacro: «in quanto l'ascesi fu portata dalle celle dei monaci nella vita professionale e cominciò a dominare la moralità laica, essa cooperò per la sua parte alla costruzione di quel possente ordinamento economico moderno, legato ai presupposti tecnici ed economici della produzione meccanica, che oggi determina con stravolgente forza coercitiva (...) lo stile di vita di ogni individuo che nasce in questo ingranaggio, e non soltanto di chi prende parte all’attività puramente economica. Solo come un mantello sottile, che ognuno potrebbe buttar via, secondo la concezione di Baxter, la preoccupazione per i beni esteriori doveva avvolgere le spalle degli “eletti”. Ma il destino fece del

60 Ibidem, p. 322

61 Cfr. A Pellicani, La genesi del Capitalismo, Sugarco, Milano, 1988. 62

Cfr. M. Weber, Economia e Società, Vol. IV, op. cit., p. 469 e ss. 63 Ibidem, p. 474

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mantello una gabbia d'acciaio. Mentre l'ascesi imprendeva a trasformare il mondo e a operare nel mondo, i beni esteriori di questo mondo acquistarono una forza sempre più grande nella storia. Oggi lo spirito dell’ascesi è sparito, chissà se per sempre, da questa gabbia».64

Il lavoro e l’accumulazione di denaro prima finalizzati a cogliere i segni della propria elezione finiscono con l’essere attività fini a se stesse, il capitalismo dunque, razionalizzandosi si stacca dalla sfera del sacro e perde il suo spirito originario, la sua essenza originaria.

Da qui prende le mosse tutta l’analisi weberiana sulla modernità. In Durkheim abbiamo letto il fenomeno religioso come fondamento dell’integrazione sociale, in Weber come base del mutamento economico e politico della società. Entrambi gli autori, analizzando le caratteristiche della società moderna, riconoscono che i progressivi processi di differenziazione e di razionalizzazione mettevano ai margini le credenze religiose, privatizzandole, pluralizzandole e svuotandole del loro significato sociale originale.

Le credenze nel contesto moderno non scompaiono, esse si scompongono, si pluralizzano, si distingue più nettamente il confine fra scienza e fede, ovvero fra il contenuto della fede e il contenuto consapevole della conoscenza.

Da un lato, la religione appare come un importante strumento di razionalizzazione del mondo, densa di contenuti che da sempre ordinano e danno senso al mondo, dall'altro, quanto più l'Occidente dispiega la propria razionalità, tanto più si emancipa dalla sfera religiosa e dalle spiegazioni della realtà fondate su un principio trascendente. È il cosiddetto

disincantamento del mondo, ovvero quel processo di conoscenza razionale

dei problemi che relega sempre di più le spiegazioni magico-religiose. Le scelte individuali divengono sempre più razionali e sempre più complicate di fronte alla crescente pluralizzazione, si afferma quello che Weber definisce “politeismo dei valori”, il senso delle azioni non è più dato dalla tradizione ma dalla scelta.

In tale contesto la situazione esistenziale dell’individuo si complica, perché le possibilità di scelta sono infinite e spesso in contrapposizione fra di loro, fede e scienza si distinguono nettamente. Proprio in questo consiste il dilemma dell’uomo moderno che si trova smarrito, libero di scegliere ma anche costretto a scegliere e, quindi, a selezionare fra le diverse possibilità: lo spirito del capitalismo fugge dalla gabbia della razionalizzazione, entro la quale, invece, sembrerebbe rimanere intrappolato l’individuo razionale dell’occidente moderno.

Gli evoluzionisti guardavano al futuro come ad un’epoca aurea libera dai vincoli religiosi e tradizionali, così come Marx teorizzava il superamento delle ideologie e della falsa coscienza alimentata dalle credenze religiose con i loro effetti “oppiacei”. In Durkheim e Weber scorgiamo un’analisi meno carica di giudizi di valore, un’analisi attenta alla funzione e al ruolo della religione che non è vista come qualcosa di cui liberarsi, piuttosto come un fattore sociale utile che però ad un certo punto viene “emarginato” lasciando gli scenari moderni privi di riferimenti valoriali certi, poveri di relazioni

comunitarie, lasciando, in ultima istanza, l’individuo libero rispetto al passato ma anche più solo e incerto.