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3.4 Problematiche, mala gestione e critiche sorte

Problematiche interne alla Società e conseguenti inefficienze nella gestione nascono da un livello di burocratizzazione alto, che stride con il continuo bisogno di innovazione dovuta al progresso tecnologico e al mutamento delle esigenze di autori ed utilizzatori. Più volte è stata auspicata una riforma totale dell’ente ma i processi di rinnovamento finora visti sono stati limitati a specifici ambiti d’interesse e perlopiù dettati da momenti di difficoltà dovuti a incombenze legislative europee. La burocrazia di SIAE risulta spesso artificiosa e contraria ai principi di trasparenza ed equità che dovrebbero animare tutto l’operato di un’istituzione che, in primis, deve difendere gli interessi degli autori ed editori ad essa associati. Inoltre si sono affermate prassi procedurali per cui nelle diverse sedi c’è stato il consolidarsi di determinati comportamenti nell’amministrazione delle varie pratiche; le stesse normative statuali dell’ente risultano “interpretate” dagli uffici, passando in secondo grado rispetto alle effettive abitudini amministrative osservate. 318

In SIAE vige ancora da Statuto il voto per censo, per cui autori ed editori hanno sì diritto ad un voto a testa al quale aggiunge però un voto per ogni euro incassato dal totale dei diritti annuali distribuiti. Ciò comporta che chi guadagna di più ha maggior possibilità di eleggere 319

ALIPRANDI, SIAE: funzionamento e mal funzionamenti… cit., p. 65.

318

Statuto SIAE articolo 14.2 “Ogni Associato che […] ha diritto a esprimere nelle deliberazioni assembleari

319

almeno un voto e poi un voto per ogni euro (eventualmente arrotondato per difetto) di diritti di autore percepiti nella predetta qualità di Associato, a seguito di erogazioni della Società nel corso del l’esercizio precedente. […]”.

i propri rappresentanti, condizionando quindi le decisione della Società. La trasparenza nelle decisioni di SIAE è dunque un altro nodo stretto che riguarda molti aspetti, dalle assunzioni all’assegnazione dei compiti interni, poiché gli organi dirigenziali hanno facoltà di nominare chi li deve controllare. Questo sistema fa sì che il controllore sia anche il controllato e che chi debba essere controllato nomini il suo controllore. 320

Le quote d’iscrizione sono uguali per tutti gli associati o mandanti, maggior equità potrebbe derivare dall’istituzione di quote proporzionate e progressive in base al numero di opere depositate. Inoltre artisti minori ed emergenti lamentano disparità tra le quote associative che devono versare e gli effettivi servizi di tutela resi da SIAE. Nonostante i buoni propositi di maggior chiarezza fatti dalla dirigenza dell’ente, molti iscritti continuano a lamentare la scarsa trasparenza nelle rendicontazioni. 321

Resistenze interne e atteggiamenti ostili al rinnovo sono stati spesso riscontrati nei dipendenti SIAE. Numerose le vicende di mala gestione del personale e di eccessivo riguardo nel loro trattamento economico. L’indennità per servizi di lavanderia in busta paga appare un benefit irrealistico ed è anacronistico che ci siano speso gradi di parentela nel personale assunto. Un articolo del 26 giugno 2012 denuncia quest’ultimo fatto come presente al 42%. Il commissario di allora Gian Luigi Rondi, e i suoi due vice Mario Stella Richter e Domenico Luca Scordino, hanno potuto constatare come i rapporti tra l’azienda e i suoi dipendenti fossero regolati in modo anomalo, non da veri contratti, ma da micro accordi. Vigeva un sistema di automatismi atti a far aumentare biennalmente di percentuali intorno all’8% le buste paga dei dipendenti. A ciò bisognava aggiungere disparati benefit e premi: l’indennità di penna, da 53 a 159 € per il passaggio dalla carta stampata al computer; premio operosità; gratifica Epifania; tre giorni di malattia senza obbligo di certificazione medica; 36 giorni di ferie. Tutto ciò ha contribuito a generare perdite di 21,4 milioni di € nel 2006, 34,6 nel 2007, 20,1 nel 2008, 20,9 nel 2009, 27,2 nel 2010. Numerosi dipendenti “insoddisfatti” delle loro condizioni, tra il 2008 e il 2012, hanno esposto causa all’azienda. Le cause sono state 189 e SIAE ha dovuto sostenere un costo medio annuo di 469 mila €.

NADOTTI CRISTINA, SANTELLI FILIPPO, “Il futuro incerto del dinosauro SIAE”, La Repubblica.it R’E Le

320

inchieste, 6 luglio 2016, http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2016/07/06/news/

a_chi_serve_ancora_la_siae_-143399482/ . Ibidem.

2,8 milioni di spese generali e 1,5 milioni di costi dirigenziali sono stati abbattuti dai commissari i quali hanno previsto di risparmiarne altri 3 riformulando i rapporti con i mandatari. Difficoltosa pareva allora la revisione dei rapporti contrattuali con i dipendenti che non avevano intenzione di normalizzare la loro situazione attivando i propri sindacati interni. Il Fondo pensioni interno, istituito nel 1951, ha un patrimonio investito in immobili per 205 milioni. Ciò ha comportato l’attingere alle casse di SIAE per il pagamento degli assegni di quiescenza causando un buco nel conto economico complice dell’aggravamento finanziario che ha portato al commissariamento. 322

La mala gestione dell’ente durante gli anni 2000 ha generato bilanci critici perché in debito di centinaia di milioni, 800 ad inizio 2011 come denunciato da una lettera firmata da FEM Federazione Editori Musicali, ANEM Associazione Nazionale Editori Musicali e dalla FA Federazione Autori pubblicata sul Corriere della Sera il 16 gennaio dello stesso anno. Dati che non potevano che portare al commissariamento dell’ente, preceduto dalle dimissioni dell’allora presidente, l’avvocato Giorgio Asumma, il 30 novembre 2010. I verbali del Collegio dei revisori della Società Italiana degli Autori ed Editori n. 42 del 30 novembre 2010 e n. 43 del 20 dicembre 2010 evidenziavano l’impossibilità dello svolgimento dell’Assemblea degli Associati per mancanza del quorum, previsto dall’articolo 119 dell’ente. I tentativi di approvazione del bilancio preventivo fatti il 31 gennaio 2011 furono fallimentari, impedendo quindi la definizione del piano strategico 2010/13. Il Ministero dei Beni culturali ha dunque avviato il commissariamento con successiva nomina a commissario, fatta dall’allora ministro Sandro Bondi e dal premier Silvio Berlusconi, di Gian Luigi Rondi, novantenne al momento della nomina. Il comma 2 dell’articolo 1 del DPR 9 marzo 2011 esplica come “Il 323 324

Commissario straordinario ha l’incarico di adottare gli atti necessari ed opportuni al fine di assicurare il risanamento finanziario e l’equilibrio, economico-gestionale della Società, nonché l’instaurarsi di una dialettica interna più equilibrata, anche attraverso l’introduzione delle modifiche statutarie idonee ad assicurare una effettiva rappresentatività in seno agli

RIZZO SERGIO, “La grande famiglia dei dipendenti Siae. Quattro su dieci legati da “parentela”, Corriere della

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Sera.it, 26 giugno 2012, https://www.corriere.it/cronache/12_giugno_26/grande-famiglia-dipendenti-siae-

quattro-su-dieci-legati-da-parentela-sergio-rizzo_37f7a81e-bf53-11e1-8089-c2ba404235e2.shtml . PRIMICERI, Abolire la SIAE… cit., pp. 141-61.

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In GU n. 81 dell’8 aprile 2011.

organi sociali della SIAE ai titolari dei diritti in rapporto ai relativi contributi economici, nonché attraverso eventuali altre modifiche che dovessero emergere come necessarie e idonee a garantire la funzionalità della Società, anche con riferimento alle modalità di costituzione e funzionamento degli organi deliberativi”.

Dopo che il commissariamento ha riportato l’ente a bilanci stazionari l’Assemblea degli Associati, riunitasi l’1 marzo 2013, ha eletto i 34 membri del Consiglio di Sorveglianza che a loro volta hanno nominato i componenti del Consiglio di Gestione con presidenza conferita a Gino Paoli. Nei primi mesi del 2015 il presidente SIAE è stato coinvolto in un’indagine per 325

evasione fiscale che lo ha portato a dimettersi dalla carica. Il Consiglio di Sorveglianza aveva successivamente eletto presidente il suo vice Filippo Sugar.

Nell’indagine “L’intermediazione dei diritti d’autore. Perché il monopolio è costoso e inefficiente”, è riportata l’inefficienza di gestione di SIAE che per il 2008 ammonta a 13,5 milioni di €. A detta di chi lo ha condotto, è lo stesso monopolio legale a comportare costi d’esercizio superiori che difficilmente scendono vista l’assenza di concorrenza. I conti di SIAE esaminati hanno evidenziato come i costi di gestione siano molto più elevati rispetto a quelli sostenuti da società estere di pari importanza nell’attività di gestione collettiva, che come visto nel caso inglese operano in regime di concorrenza. Costi più alti per i servizi offerti si esplicano concretamente in un più alto, rispetto alle medie europee, costo di sfruttamento dei diritti per gli utilizzatori e in un minor compenso per gli aventi diritto per l’utilizzazione delle proprie opere. Queste somme sono utilizzate soprattutto nei costi di gestione del personale SIAE, che aumentano percentualmente di anno in anno (91,2 milioni di € nel 2008, cresciuti del 5,1% nel 2009). Lo studio quantifica nel 12% l’incidenza dei costi per la PRS inglese, derivata dal confronto di ricavi e costi operativi, mentre quella di SIAE ammonta al 14,8%. La difesa di SIAE giustifica questi costi alti in maggior cura nelle operazioni di controllo, tesi che non convincono chi ha condotto lo studio anche in forza del fatto che in realtà dove il monopolio legale non persiste la possibilità di concorrenza comporta necessariamente zelo in tutte le operazioni svolte dalla collecting. Per gli iscritti è segnalato 326

PRIMICERI, Abolire la SIAE… cit., pp. 141-61.

325

MENEGON DIEGO, “L’intermediazione dei diritti d'autore. Perché il monopolio è costoso e inefficiente”, IBL

326

come siano più convenienti le quote associative nelle realtà oltre manica e come non siano stati ancora previsti incentivi per giovani autori, alla data in cui è stato condotto lo studio. 327

Guardando recenti analisi di rendiconti sugli importi versati da SIAE ai singoli aventi diritto, rimangono perplessità sul loro grado di analiticità. Sulla liquidazione di gennaio 2018 di circa 65 mila €, spettante ad un artista passato recentemente ad un’altra società di gestione collettiva sorta come alternativa allo storico ente, solamente il 38% dei ricavi è ripartito analiticamente con il restante 62% derivato da ripartizioni supplementari e altri introiti non analitici. Ciò significa che circa un terzo della somma deriva da utilizzi certi delle opere, mentre la restante parte è frutto di ripartizioni proporzionali, misurate arbitrariamente da regole che probabilmente penalizzano determinate categorie di aventi diritto. Se per la copia privata/equo compenso non si può avere ripartizione analitica, come anche per la ripartizione del “Fondo Incoraggiamento Arti Nazionali” derivato dagli accordi con le controparti estere di SIAE, è anacronistico che gli utilizzi online tracciati siano ripartiti in modo indiretto quindi non analitico per il 75%.

Nonostante SIAE vanti una distribuzione analitica dei compensi pari al 70%, la testata che ha condotto l’indagine ha riscontrato che tale ripartizione “trasparente” non arriva al 50%. 328

MURACE MARCELLO, “Siae, l’inefficienza vale 13,5 mln. Il monopolio porta a costi più alti e meno fondi per

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gli autori”, Istituto Bruno Leoni, 21 luglio 2010, http://www.brunoleoni.it/siae-l-inefficienza-vale-13-5-mln . GIARDINA GIANFRANCO, “Ho un problema nella SIAE, funziona a metà: ripartizioni non analitiche e canzoni

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pagate prima di essere composte”, DDAY.it, 26 giugno 2018, https://www.dday.it/redazione/27132/siae- rendicontazioni-problemi .

Sezione 4, Evoluzione della normativa italiana sui diritti connessi.

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