una gerarchia, di cui si è fatta menzione in precedenza. Infatti ha notificato sul suo sito, il 19 genna-
io 2018, i termini di scadenza del bando ministeriale, evitando di imporre ai Comitati la partecipa-
zione, ma al tempo stesso rammentando che «Il provvedimento è rivolto alle organizzazioni di vo-
lontariato e quindi anche ai Comitati territoriali della Croce Rossa Italiana», e che inoltre
Poiché le linee guida emanate dal Ministero specificano che le domande per poter beneficiare del contributo devono necessariamente essere inviate alla rete associativa nazionale di appartenenza, i Comitati territoriali CRI che vorranno aderire all’iniziativa dovranno trasmettere ogni documentazione entro la data limite al Comitato Nazionale della Croce Rossa Italiana che, a sua volta, provvederà all’invio di una domanda unica al Ministero del Lavoro196.
In merito all’obiettivo II, viene riproposta quella concezione di “sviluppo dell’individuo” che, come si è osservato, presenta forti consonanze con il concetto di social investment: «La C.R.I. realizza un intervento volto a promuovere lo sviluppo dell’individuo, inteso come la possibilità per ciascuno di raggiungere il mas- simo delle proprie potenzialità, di vivere con dignità una vita produttiva e creativa, sulla base delle proprie
194
Ibidem.
195
http://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/normative/Documents/2017/DM-contributo-acquisto-ambulanze-beni- strumentali-16112017.pdf (ultimo accesso: 24/02/2018).
196
https://www.cri.it/19-01-2018-opportunita-per-i-comitati-cri-contributi-dello-stato-per-l-acquisto-di-ambulanze-autoveicoli- sanitari-e-beni-strumentali (ultimo accesso: 24/02/2018).
necessità e scelte, adempiendo ai propri obblighi e realizzando i propri diritti»197. Più in dettaglio, questo o- biettivo si concretizza in otto «attività quadro», fra cui: «le attività di supporto sociale volte a favorire l’accesso della persona alle risorse della comunità (ivi compreso il soddisfacimento dei bisogni primari) e le politiche di supporto alla comunità (anche mediante sportelli di ascolto-aiuto per analisi dei bisogni risposte alle necessità del territorio)», «le attività rivolte alle persone senza dimora «le attività volte a favorire l’inclusione sociale di persone marginalizzate» e «le attività volte a favorire un invecchiamento attivo della popolazione»198.
Come si vede, si tratta di una massiccia azione di assistenza sociale che integra profondamente quella del- le istituzioni pubbliche, in Italia tradizionalmente debole e poco sviluppata, soprattutto dopo il depotenzia- mento della legge 383 del 2000, come osservato nel capitolo 5. Peraltro, non è inopportuno osservare che il «soddisfacimento dei bisogni primari», un’esigenza tornata drammaticamente in auge dopo la grande crisi del 2008, non è solo la parte più “tradizionale” dell’assistenza sociale, ma costituisce altresì la tipica funzio- ne buffer del social investment, che secondo lo stesso Anton Hemerijck non deve mai essere trascurata in quanto essenziale complemento delle politiche attive, come osservato nel capitolo 2.
Anche in questo ambito i numeri dell’impegno della CRI sono stati cospicui: «Sono state trattate n. 3.396.786 richieste d’aiuto, n. 578.317 le persone aiutate (prevalentemente con riferimento agli aiuti materia- li, al segretariato sociale e all’assistenza sociale). Nel corso del 2015 è stato istituito un Gruppo nazionale di lavoro per le iniziative rivolte alle persone senza dimora […]» [ivi: 41]. Non si è invece trovata traccia di un coinvolgimento della CRI in vere e proprie politiche sociali attive, di avviamento al lavoro e di riqualifica- zione, o almeno non per i cittadini italiani: risulta infatti che in alcune realtà speciali siano invece previsti per i migranti «corsi di lingua italiana, formazione professionale e successivo accompagnamento per un inseri- mento effettivo nel mondo del lavoro»199. Si tratta dunque, almeno al momento, di iniziative locali e finaliz- zate all’integrazione dei migranti nel tessuto sociale italiano, ma in base ai brani riportati dal presente docu- mento e dal precedente, sembrano sussistere le premesse formali affinché sia legittimo e possibile, in un fu- turo, un più massiccio e sistematico impegno della CRI nelle politiche attive, per le quali non sembra priva di competenze. In proposito, tuttavia, due recentissime iniziative varate dall’Associazione possono forse essere interpretate come un primo e provvisorio avvio di un nuovo cammino verso il social investment. Anzitutto, è opportuno menzionare il protocollo d’intesa sottoscritto congiuntamente il 9 gennaio 2018 dalla CRI e dal MIUR allo scopo di favorire l’ingresso dei giovani studenti degli istituti superiori italiani nel mondo del la- voro, mettendo a loro disposizione le peculiari competenze che l’Associazione può dispensare:
Per favorire l’acquisizione, da parte delle studentesse e degli studenti, di capacità tecnico-professionali, rela- zionali e manageriali, verrà attuato un Piano di Offerta Formativa per l’orientamento dei giovani, inserito negli ambiti di azione e aree di intervento della Croce Rossa Italiana. I progetti formativi, attivati grazie alla collabora- zione tra i Comitati territoriali CRI e le istituzioni scolastiche, riguarderanno temi come la promozione della do- nazione del sangue, la corretta alimentazione, la sicurezza stradale, l’educazione sessuale e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse. Grande attenzione anche per la risposta alle emergenze, il supporto psicologico, il lavoro per l’inclusione sociale e l’invecchiamento attivo, le attività di fundraising e comunicazione.
197
https://www.cri.it/chi-siamo-vision-mission-croce-rossa (ultimo accesso: 03/12/2017).
198
Ibidem. Cfr. anche https://www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/21076 (ultimo accesso: 03/12/2017).
199
La CRI metterà a disposizione la propria struttura associativa, composta da risorse, competenze ed esperien- ze. Un comitato paritetico, coordinato dal MIUR inoltre, monitorerà l’esecuzione dei progetti, raccogliendo ana- lisi, pareri e valutazioni sull’impatto delle diverse iniziative200.