6. Il ruolo della CRI oggi: dal quadro normativo alle linee d’azione
6.4. La situazione del personale della CRI: dipendenti e soc
Un altro aspetto essenziale per l’esistenza e l’operatività della CRI è naturalmente costituito dal suo per- sonale, che si articola in dipendenti e soci ripartiti su oltre 600 Comitati168. È dunque necessario analizzare in dettaglio la consistenza numerica degli uni e degli altri per poter valutare compiutamente la forza che muove l’Associazione, sia nelle emergenze umanitarie di ogni tipo sia nella sua attività quotidiana.
6.4.1. Il personale dipendente della CRI: un trend in discesa
Come osservato già più volte, la situazione del personale dipendente della CRI è un aspetto molto delicato della vita dell’Associazione: per un verso la presenza di dipendenti è necessaria a garantirne il funzionamen- to, integrando il pur essenziale apporto del personale volontario. Per un altro verso, uno dei motivi che hanno reso cogente la riforma è stato l’aumento di personale dipendente sproporzionato all’effettivo fabbisogno, con la conseguente urgenza di una sua drastica riduzione. Questo intento è stato costantemente perseguito dalla CRI negli anni, ma si è scontrato con la ferma determinazione (più o meno legittima) di molti dipen- denti a vedere tutelato il loro posto di lavoro. Questa contrapposizione ha portato all’avvio di procedimenti giudiziari, come del resto avvenuto già più volte in passato. Su di essi è ancora una volta illuminante la De- terminazione e relazione della Corte dei Conti per l’anno 2015:
Anche nel 2015, la CRI è stata convenuta in giudizio da alcuni dipendenti, assunti con contratto a tempo de- terminato, che hanno affermato il diritto alla stabilizzazione del proprio rapporto di lavoro, con inserimento nei ruoli della CRI.
In tale contesto, dando esecuzione a provvedimenti giurisdizionali, la CRI ha avviato […] procedure di as- sunzione a tempo indeterminato del personale in possesso dei requisiti previsti dalle norme in materia di “stabi- lizzazione” (l. n. 296/2006 e l. n. 244/2007).
Alla data del 31 dicembre 2015 risultano quindi “stabilizzati” e in servizio n. 369 unità.
L’Amministrazione ha già programmato, con o.p. del 31 dicembre 2015, n. 311, la stabilizzazione di ulteriori n. 240 risorse umane nel corso dell’anno 2016 [Corte dei Conti – Sezione del controllo sugli enti 2016: 28].
168
La Determinazione e relazione della Corte dei Conti per l’anno 2015 menziona «635 Comitati locali e provinciali» esistenti al 31 dicembre 2015, più naturalmente il Comitato Centrale, ora nazionale, i Comitati Regionali e i Comitati delle due Province Auto- nome [Corte dei Conti – Sezione del controllo sugli enti 2016: 11].
Il documento mostra altresì quale sia la consistenza numerica di tali contenziosi fra la CRI ed i suoi di- pendenti. Sommando i ricorsi presentati nel 2015 a quelli già in essere, perché presentati in passato e con giudizio pendente, si ottiene un totale di grande rilevanza, calcolato nella Tabella 6.6.
Tab. 6.6. Computo dei contenziosi in essere fra CRI e suoi dipendenti al 31 dicembre 2015:
Contenziosi Anno 2015 Anni precedenti con giudizio
pendente
Totali per categoria
Contenziosi militari 50 324 374
Contenziosi generali 50 50 100
Contenziosi civili 244 513 757
Totali generali 344 887 1.231
Fonte: Corte dei Conti – Sezione del controllo sugli enti 2016: 34
A ciò occorre aggiungere una precisazione: «la maggior parte degli atti di introduzione dei relativi giudizi sono ricorsi collettivi (per il contenzioso militare a fronte di 50 ricorsi sono interessati 637 dipendenti)» [Corte dei Conti – Sezione del controllo sugli enti 2016: 28]. Queste cifre169, relative alle dimensioni del fe- nomeno, vanno inoltre considerate unitamente agli esiti già menzionati di molti procedimenti, che hanno vi- sto la CRI soccombere attivando molte stabilizzazioni: l’Ente strumentale170 precisa infatti che le stabilizza- zioni avvenute fra il maggio del 2012 e l’ottobre del 2016 sono state «pari a n. 832 unità» [ESACRI 2016: 11]. Si può dunque comprendere facilmente che questo aspetto della gestione del personale dipendente è una fonte non secondaria di spese:
Il processo di stabilizzazione posto in essere dalla CRI, oltre ad incidere sugli aspetti relativi a situazioni di eccedenza/esubero, ha avuto un forte impatto finanziario sul bilancio dell’ente, con un aumento degli oneri con- nessi al personale.
Posto che il contributo statale ha subìto nel corso degli anni una notevole riduzione, la CRI ha ripetutamente rappresentato l’impossibilità di sostenere autonomamente l’aggravio di spesa legato all’esecuzione di provvedi- menti giudiziari connessi a precedenti gestioni inoltrando numerose richieste di attivazione delle procedure di cui all’art. 61 del d.lgs. n. 165/2001 [Corte dei Conti – Sezione del controllo sugli enti 2016: 28].
Come osservato, tuttavia, il Decreto Legislativo 178 stabiliva espressamente che il Dipartimento della Funzione Pubblica supportasse la CRI in quest’opera di riduzione e ricollocamento del personale, che evi- dentemente si prevedeva gravosa. Così è stato, ed anzi il suddetto ricollocamento si è saldato a quello riguar- dante il personale dipendente delle Province:
Anche al personale CRI è stata data la possibilità di accedere agli strumenti previsti per il personale delle province per la mobilità verso altri enti; presupposto per la mobilità è la permanenza in servizio di detto persona- le sino al 31 dicembre 2016 (come previsto dal combinato disposto dei cc. 427 e 428 della l. n. 190/2014).
Ai fini dell’accesso alle procedure previste dell’ art. 7, c. 2-bis, del citato d.lgs.178/2012, il Dipartimento del- la funzione pubblica ha chiesto di inserire nel portale predisposto dal Dipartimento medesimo tutto il personale CRI […] [ivi: 28-29]
169
Nella Determinazione e relazione relativa al 2016, la Corte dei Conti presenta un quadro meno completo del problema, limi- tandosi ad indicare che nel suddetto anno i contenziosi sono stati 320, di cui 61 militari, 51 generali e 218 civili [Corte dei Conti – Sezione del controllo sugli enti 2017: 25]. Non viene tuttavia menzionata l’eventuale risoluzione di precedenti contenziosi.
170
In proposito ulteriori dati vengono forniti dalla Corte dei Conti, che certifica la stabilizzazione di 290 dipendenti nell’anno 2016 e la previsione di altre 108 stabilizzazioni nel corso del 2017 [ivi: 21].
Come si vedrà nel successivo capitolo 7, anche questa procedura si è rivelata molto lunga e onerosa, ed ha comportato un impegno notevole sia da parte dei dirigenti nazionali, regionali e locali della CRI, sia da parte dei tecnici dello Stato addetti al suo espletamento. Notevoli sono stati inoltre, inevitabilmente, i “costi uma- ni” sostenuti dai dipendenti ricollocati, mentre altri dipendenti sono stati riassunti con un nuovo contratto collettivo: «in tale contesto è stato individuato nel contratto collettivo A.N.P.A.S. (Associazione nazionale pubbliche assistenze) il riferimento da applicare ai dipendenti dei comitati privatizzati» [ivi: 13]. Queste pro- cedure, forse inevitabilmente, hanno dato luogo a polemiche, critiche e proteste, riportate da taluni organi di stampa fra il 2014 ed il 2015171. Ciò nonostante, la messa in mobilità del personale ha avuto luogo ed è pro- ceduta anno dopo anno, dapprima in maniera più contenuta ed in seguito con maggior incisività, fino ad arri- vare ai risultati odierni, esposti nella seguente Tabella 6.7.:
Tab. 6.7. Personale dipendente della CRI dal 2011 al 2016 (dati al 31 dicembre)
Personale 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Personale civile con rapporto a tem- po indeterminato (o di ruolo)
1.271 1.207 1.241 1.433 1.390 846 Personale civile con rapporto a tem-
po determinato
1.444 1.664 1.597 383 44 12
Corpo Militare in servizio continua- tivo
845 830 816 799 781 772
Corpo Militare in servizio tempora- neo
343 329 318 173 156 /
Totale 3.903 4.030 3.972 2.788 2.371 1.630
Fonte172: Corte dei Conti 2011: 4; Corte dei Conti 2012: 5; Corte dei Conti 2013: 6; Corte dei Conti 2014: 17; Corte dei Conti
2015: 21; Corte dei Conti 2016: 17.
A ciò occorre aggiungere che i 772 militari indicati prestano servizio continuativo «nel ruolo ad esauri- mento» [Corte dei Conti – Sezione del controllo sugli enti 2017: 17]. Inoltre il Bilancio di previsione dell’Ente Strumentale, nell’“Allegato tecnico”, precisa che «Il 1° settembre 2016 è stato costituito, così come previsto dall’articolo 5, comma 6 del D.lgs 178/2012, un Contingente di personale militare in servizio attivo formato da 218 unità» [ESACRI 2016: 10], anche se in un’altra sezione, la già menzionata “Nota program- matica”, si indica fra gli obiettivi raggiunti la creazione del contingente di 300 operatori del Corpo Militare Volontario dedicato alle attività ausiliarie delle FF.AA. [ivi: 6]. Ad ogni modo, quale che sia la cifra, questa parte del programma di riduzione del personale dipendente sembra essere stata perfettamente realizzata.
Se dunque si osserva che al 31 dicembre 2008 il numero dei dipendenti della “vecchia” CRI aveva rag- giunto un picco di 4.379, come riportato nella “Relazione programmatica” del Bilancio di previsione [ivi: 11], e se si pone tale data quale inizio del cambiamento, si può osservare una riduzione complessiva del per- sonale pari a circa il 63% al 31 dicembre 2016, mentre, se si utilizza il numero di dipendenti attestati al 31 dicembre 2011, ultimo anno di vita della “vecchia” CRI, si ottiene una riduzione di circa il 58%. Conside- rando che si tratta del personale di quello che era un grande ente pubblico, e considerando la mole di ricorsi intentati ed ancora pendenti, si può a mio avviso riconoscere che è stato conseguito un risultato notevole,
171
Cfr. http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/01/13/news/slitta-di-un-anno-la-privatizzazione-della-cri-mille-dipendenti- rischiano-il-licenziamento-1.195048; https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/09/croce-rossa-privatizzazione-rimandata-resta- incognita-servizi-cittadini/1309338/ (ultimo accesso: 28/11/2017).
172
Per maggiore chiarezza, vengono indicati non gli anni di pubblicazione di questi documenti della Corte dei Conti, ma gli anni a cui sono riferiti. Per gli altri dati si rimanda alla bibliografia.
senza con ciò voler pronunciare giudizi di valore sui dipendenti messi in mobilità e ricollocati, né sulle loro istanze e rivendicazioni.
Il trend di “alleggerimento” dei ruoli del personale dipendente della “nuova” CRI è dunque confermato e rilevante: è opportuno analizzare consistenza e mansioni del suo contraltare, ossia i soci dell’Associazione.
6.4.2. I soci della CRI: il peso dei volontari
I soci sono la componente più importante della CRI, e non soltanto per il loro peso numerico. Occorre in- fatti considerare il valore pecuniario delle loro quote e, soprattutto, il valore aggiunto del loro contributo sot- to forma di prestazioni umanitarie della più svariata natura, in base alle esigenze dell’Associazione.
Come già osservato, ai sensi dello Statuto ne esistono quattro categorie: a) soci volontari, b) soci sosteni- tori, c) soci benemeriti e d) soci onorari.
Fra di esse «Il volontariato costituisce l’elemento essenziale nell’ambito dell’attività della CRI […]» [Corte dei Conti 2016: 40]: perfino un documento come la Relazione della Corte dei Conti per l’esercizio fi- nanziario della CRI nel 2015 non può ignorare la rilevanza del volontariato nell’esistenza e nell’azione della CRI, anche se naturalmente non ne considera gli aspetti ideali ma la funzionalità e la consistenza numerica: ciò permette di avere qualche idea più precisa che integri le cifre reperibili sul sito della stessa CRI, trattan- dosi di cifre aggregate e non distinte per categoria. Esistono infatti sei (6) “sotto-categorie” di soci volonta- ri173 [ivi: 19]:
1. Corpo Militare Volontario
2. Corpo delle Infermiere Volontarie 3. Volontari del Soccorso
4. Comitato Nazionale Femminile 5. Giovani
6. Donatori del Sangue
Ognuna di queste componenti può vantare origini più o meno antiche, come osservato nel capitolo 5: il “Corpo Militare Volontario” è forse la più antica, avendo le sue radici nella III Guerra d’Indipendenza, men- tre i Corpi più recenti sono i “Giovani” (ex Pionieri) e i “Donatori del Sangue”, creati da Umberto Zanotti- Bianco nel 1947: questi ultimi, peraltro, non sono più formalmente equiparati ai volontari, bensì ai soci so- stenitori, ai sensi dello Statuto (articolo 11, comma 5), con importanti ricadute anche sul loro “peso” nella democrazia interna all’Associazione, come osservato al paragrafo 6.2.
In questo contesto, una maggiore chiarificazione della pagina “Soci” del sito della CRI avrebbe permesso forse di avere un’idea più precisa della consistenza numerica di tali componenti, perché la pagina riporta sol- tanto la «Distribuzione dei volontari sul territorio nazionale», ossia una mappa geografica ed una tabella, pe-
raltro molto precise ed aggiornate, che tuttavia riportano soltanto dati aggregati. La tabella viene qui ripro- dotta come Tabella 6.8.:
Tab. 6.8. Volontari della CRI (dati al 4 settembre 2017)
Regione Volontari ABRUZZO 5.179 BASILICATA 2.095 CALABRIA 4.165 CAMPANIA 7.072 EMILIA ROMAGNA 14.769
FRIULI VENEZIA GIULIA 2.815
LAZIO 12.576 LIGURIA 7.328 LOMBARDIA 23.392 MARCHE 6.776 MOLISE 645 PIEMONTE 22.350 PUGLIA 5.989 SARDEGNA 1.463 SICILIA 6.796 TOSCANA 11.233 UMBRIA 2.838 VALLE D'AOSTA 290 VENETO 8.119 BOLZANO 676 TRENTO 2.465
Totale Volontari CRI al 31/12/2017 149.031
Fonte: https://www.cri.it/soci (ultimo accesso: 24/02/2018)
Sulla base di quanto osservato, si deve ritenere che queste cifre siano comprensive di tutte e cinque (5) le categorie sopra indicate come appartenenti alla “sotto-categoria” dei volontari: a) Corpo Militare, b) Infer- miere Volontarie, c) Comitato Nazionale Femminile, d) Giovani e e) Volontari del Soccorso. La pagina dun- que non fornisce cifre sulla loro specifica consistenza numerica, salvo rilevare che il 35% di questi 149.031 volontari è al di sotto dei 36 anni: ciò tuttavia non è di particolare aiuto, perché la sotto-categoria dei giovani comprende le persone fra i 14 ed i 31 anni, ai sensi dello Statuto (articolo 13, comma 1).
Altre pagine del sito, ed ancora la Relazione della Corte dei Conti per l’esercizio finanziario della CRI nel 2015 possono fornire cifre su alcune categorie:
Per quanto riguarda il Corpo Militare, la Relazione menziona «circa 17.000» militari iscritti nei ruoli, presumibilmente al 31 dicembre 2015 [Corte dei Conti 2016: 46]; questi salgono a 19.314, cifra menzio- nata alla pagina “Chi siamo” del Corpo sul sito della CRI174
, anche se non è indicata la data esatta di tale rilevazione;
Per quanto riguarda le Infermiere Volontarie, la Relazione menziona «16.050 II.VV.» impiegate in mis- sione nell’anno 2015 [ivi: 45]; la pagina “Chi siamo” del Corpo sul sito della CRI menziona invece 10.124 iscritte totali, ma la cifra risale al 2008175;
173
Da ora, per comodità, si userà soltanto la parola “volontari”.
174
Cfr. https://www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1986 (ultimo accesso: 01/12/2017).
175
Per quanto riguarda infine il Comitato Nazionale Femminile, la corrispondente pagina “Chi siamo” sul sito della CRI riporta che esso «Opera con 555 Sezioni e 27.690 volontarie attive»176, senza tuttavia indi- care la data esatta di tale rilevazione.
Nonostante queste lacune, la componente volontaristica (nelle sue articolazioni) è con ogni evidenza ec- cezionalmente sviluppata: i 149.031 volontari complessivi peraltro superano di gran lunga i 100.000 volonta- ri delle Misericordie ed i 90.000 di ANPAS. Sfortunatamente non è possibile compiere un raffronto analogo fra i soci nella loro totalità, perché la CRI non ha pubblicato cifre in proposito, a fronte dei 670.000 delle Mi- sericordie e degli oltre 300.000 di ANPAS. Ciò nondimeno si può ipotizzare che il loro numero regga a sua volta il confronto con questi ultimi, il che dà l’idea della forza che le tre organizzazioni assumono nel pano- rama del welfare italiano, tanto più da quando sembrano “navigare di conserva”.
I volontari sono dunque la spina dorsale dell’Associazione, che ne garantisce la piena attività in tutti i campi di intervento umanitario previsti dal suo Statuto, dalla legislazione italiana e dalle direttive del Movi- mento. Occorre allora approfondire la natura esatta di tali attività.