24 Realizzato per l’evento Dans La Nuit Des Images, presso il Grand Palais, Parigi, dicembre 2008. Prodotto e commissionato da Le Fresnoy. Programmazione: Rob Ramirez. Modellizzazione 3D: Chris Day.
25 Una produzione Arcadi, con il contributo di EMPAC/ Rensselaer Polytechnic Institute and the Jaffe Fund for Experimental Media and Performing Arts di New York, con il supporto di: Jaffe Fund for Experimental Media and Performing Arts, National Endowment for the Arts; National Dance Project of the New England Foundation for the Arts.
26 Installazione progettata per la sala motori dell’ Ironbridge, struttura industriale patrimonio mondiale dell’UNESCO, Shropshire, Inghilterra.
27 Verranno affrontati più avanti gli aspetti legati agli strumenti di sintesi dello spazio e del comportamento dei corpi generati.
galleggiare trovano compiutezza nell’assimilazione di ogni singola entità ad un metaorganismo, un cloud particellare simile al fluttuare di branchi di pesci.
Nel complesso di questi lavori il corpo è presente in una forma ibrida tra organico (la sembianza antropomorfa) e inorganico (la manifesta origine di sintesi che li rende simulacri dell’umano). La forma è resa nella sua completezza e proporzione, senza lasciare dubbio all’identificazione della loro sembianza umana, ma allo stesso tempo denuncia una distanza, a partire dall’assenza del volto e di qualsiasi traccia di espressione, lasciando il solo corpo a dare espressione e senso alla loro esistenza. Hentschläger progetta una dimensione ibrida tra fisicità biologica e immaterialità, elemento cardine, come vedremo, anche nel meccanismo esperienziale e nel processo immersivo propri di questo gruppo di opere. Il ritorno alla rappresentazione del corpo è metafora di una condizione del sé che il setting di fruizione rende esperienza e quindi ricolloca sul piano fenomenologico della singola soggettività coinvolta.
Di questo secondo meccanismo ci occuperemo più avanti, in quanto è basato sulla composizione di elementi che è bene prima analizzare nel dettaglio, a partire proprio dal processo metaforico elaborato attraverso la rappresentazione. Nei lavori solisti Hentschläger rinuncia al processo di costante mutazione, caratteristica dei primi lavori Granular Synthesis, riporta la rappresentazione del corpo ad una dimensione stabile ma al tempo stesso marca visibilmente la sua natura ambigua, distante dall’umano, pur nella perfetta riproduzione tridimensionale delle anatomie. Nel tragitto dal corpo mutante dei primi lavori degli anni Novanta agli umanoidi di sintesi della produzione successiva, è presentata la traccia di una trasformazione culturale e sociale nel modo di concepire la corporeità, elemento fortemente simbolico perché sede e rappresentazione dell’identità del soggetto contemporaneo. Un arco descritto e anticipato, nel 1996, da Antonio Caronia ne Il corpo virtuale. Lo studioso, analizzando le trasformazioni in atto storicamente nella nozione di corpo in relazione alle tecnologie, sottolinea che se le tecnologie elettomeccaniche hanno agito in senso intrusivo nel corpo e la carne ha accolto la protesi e la macchina come propria escrescenza, dando vita alla figura del cyborg, a partire dagli anni Novanta – periodo nel quale Hentschläger consolida il proprio percorso artistico –
le tecnologie digitali sembrano suggerire una smaterializzazione, una progressiva scomparsa del suo ordine biologico verso una natura evanescente. Qui si colloca la decostruzione figurale del corpo verso l’astrazione, tipica del lavoro di Granular Synthesis. In questo percorso, gli ultimi dieci anni sembrano invece portare verso ciò che Caronia preconizza e che le opere di Hentschläger raccontano nel linguaggio muto degli umanoidi: il corpo biologico non è affatto scomparso a seguito della ‘rivoluzione’ digitale - l’insistenza di molta arte sulle questioni percettive e i processi embodied sembrano confermarlo – non viene meno la sua funzione di campo sia simbolico che fenomenologico dei processi di relazione tra soggetto e mondo, di costruzione identitaria del sé. Ciò che l’immaterialità del digitale sta innescando non è una sottrazione quanto la possibilità di costituire forme del sentire disseminato, di rendere esperibile la mancanza di confine tra l’ordine immateriale e quello materiale, di verificare come entrambi trovino propria sede nel corpo. Si tratta di un processo di sottrazione di autenticità attuata sulla sfera materiale e biologica in favore di quella immateriale, come sottolinea lo studioso:
Ma una cosa è certa: incomparabilmente più di quelle del passato, queste tecnologie sono "tecnologie del possibile": nel senso che rendono sempre più possibili eventi che sino a ieri apparivano impossibili, ma anche nel senso che tendono a "derealizzare", a togliere alla "realtà" tradizionale, in primo luogo a quella materiale, quell'aura di unicità e di immodificabilità con cui ogni essere vivente su questo pianeta si scontra dalle origini della vita. L'immaginario del corpo non poteva non essere toccato, profondamente, da questa svolta.28
Gli stormi di umanoidi di Hentschläger mettono in scena questa trasformazione che, se il lavoro dei Granular Synthesis degli anni Novanta interpretava come lacerazione, rottura tra i due domini, le opere più recenti presentano come una condizione di co-esistenaza, disvelamento di un carattere già presente in potenza nel vivere contemporaneo. Non si tratta, quindi, di uno statuto di corpo altro ma del rispecchiamento di un nostro essere duplice, condizionato da un’evoluzione tecnologica che ha condotto negli ultimi anni non oltre il corpo ma
28 Caronia A., 1996, p. 64.
nel corpo, nelle sue strutture infinitesimali e atomiche.29 Una transitorietà da immateriale a materiale che può essere tradotta anche come permeabilità dell’invisibile nel visibile, seguendo la definizione di Fred Forest.30 La zona interstiziale tra radici archetipiche della relazione tra soggetto e mondo e le modificazioni indotte dalla tecnologia, rappresenta una costante del lavoro dell’autore, che instaura nell’opera dimensioni primordiali e insieme ipertecnologizzate.31
Un secondo aspetto caratterizza questo corpus di opere, la relazione cioè tra micro e marco strutture – già presente nel lavoro di Granular Synthesis – che viene tradotta nelle diverse forme comportamentali dei gruppi di umanoidi: il corpo quasi umano non è presentato nella sua unicità di individuo ma come multiplo, miriade di corpi (dimensione micro), ciascuno con la funzione di singola particella in un più ampio sistema autogenerato (dimensione macro). Il loro è un movimento procedurale a sciame, con alcune differenze tra il ciclo KARMA e il più recente Cluster. Se, infatti, KARMA è càos di monadi il cui movimento segue orbite indipendenti, inconsapevole del loro essere parte di un tutto, Cluster segna la loro aggregazione in un organismo coerente e sincronico: la singola cellula perde il confine della propria singolarità per assimilare la propria presenza al movimento fluttuante e sincronizzato del nugolo di altri simili.Cluster segna, rispetto al ciclo
29 Cfr. Jones C. A., 2006; Ascott R., Moistmedia etesprit médiatisé. Vers une connectivité biophotonique, in Poissant L., 2005.
30 Forest F., 2006.
31 Il lavoro di Hentschläger rappresenta occasione per individuare efficacemente la compresenza di primordialità e modifiche derivate dalle tecnologie nella dimensione corporea contemporanea. In tal senso può essere utile tornare a riferirsi alla nozione di Corpo Utopico tratteggiata da Foucault. Guardando ad essa, è possibile affermare che la proprietà del corpo di sentirsi disseminato senza perdere il proprio potere identificante della soggettiva, è amplificato dalle tecnologie digitali e resto pratica esperibile nel quotidiano, oltre che nel momento artistico ma anche che esso è una capacità in potenza che il corpo e le sue capacità sensorie serbano già a priori. Condizione potenziale definita dal filosofo corpo utopico, diverse decine di anni prima che la ‘rivoluzione digitale’ facesse parlare di immaterialità e dislocazione. Il collocarsi di questa intuizione di Foucault cronologicamente precedente la diffusione non vanifica la specifità né la relazione tra questa dimensione ibrida del corpo tra materialità e immaterialità: è piuttosto che le tecnologie digitali intervengono realizzando una capacità preesistente nel corpo e nella sensibilità. A dire che, come purtroppo troppo spesso accade, nulla è creato dalla tecnologie, esse intervengono piuttosto, nelle loro evoluzioni, su potenziali di volta in volta inespressi già presenti nel corpo e nel sensorium che del corpo è sua espressione funzionale di relazione con il mondo. Per questo ha senso guardare non tanto alla specificità del medium, come purtroppo spesso accade, quanto alla dimensione del soggetto e alla sua mutevolezza.
di Karma, il passaggio dal metacorpo come pura aggregazione di anatomie inerti a metaorganismo, il cui comportamento è generato dalla relazione coreografica tra le parti. A questa differente relazione tra micro e macro corrisponde anche una diversa condizione emotiva: se in KARMA predomina l’isolamento e l’assenza di scopo degli umanoidi, in Cluster la dissoluzione dell’identità soggettiva ritrova senso nell’essere parte funzionale di un organismo armonico.
In entrambi i casi si tratta di sistemi generativi il cui comportamento è autoregolato e autoarticolato. Essi fondano la propria natura in quella che l’autore definisce una condizione di vuoto, a descrivere un ordine sia spaziale che temporale. Il tempo è in ogni caso una condizione data, immobile e persistente. Ciascun lavoro è privo d’inizio e fine, non c’è trasformazione né durata, l’indeterminatezza di comportamento e la condizione autonoma del sistema sono riflessi nella produzione del landscape sonoro: la dinamica autodeterminata di ciascun corpo nello spazio compone suoni spettrali con un’ampia dinamica spazializzata. Tale aleatorietà della composizione, intesa sia come dato sonoro che visivo, è elemento interamente originale della ricerca solista di Hentschläger, non presente nel lavoro di Granular Synthesis. I lavori solisti rivelano una differenza anche in termini di qualità dei suoni: l’autore si distacca, infatti, dal regime minimalista dei primi lavori del duo verso una maggiore attenzione per microrelazioni armoniche e disarmoniche, determinate dalla propagazione dei suoni generati nello spazio.32
La dimensione del vuoto che ambienta e determina il comportamento generativo degli sciami affonda le sue radici nella sperimentazione e progettazione di dispositivi software. Gli ambienti del ciclo KARMA e del più recente Cluster sono, infatti, generati grazie a sistemi di sintesi di spazi virtuali. Nel primo caso si tratta di Karma Engine, unità software generalmente impiegata per la simulazione d’interazioni fisiche tra corpi 3D e contenuta nel sistema di sviluppo e simulazione di ambienti tridimensionali Unreal Turnament Engine. Lo strumento permette di controllare un’ampia varietà di movimenti dei corpi basata su leggi gravitazionali preimpostate dall’autore. Quest’ultimo aspetto è sfruttato da Hentschläger per elaborare il grado di irrealtà che caratterizza il fluttuare indipendente e solipsistico
32 Borş S., 2013.
dei personaggi sospesi di KARMA.33 Per Cluster, invece, mette a punto un proprio strumento – il Cluster Engine – realizzato in collaborazione dei programmatori Rob Ramirez e Ian Brill. Si tratta di un software molto malleabile che consente di controllare in real time un’ampia gamma di elementi e funzioni: combina, infatti, l’animazione 3D e il rendering di immagini e suoni come due stream paralleli e costanti.34
La fuoriuscita dallo schermo e dalla sua natura perimetrale, avvertita come limite al dato visivo e contrappunto rispetto alla presenza espansa del suono, presupposto di tutta la produzione del duo austriaco, ritorna in quella dell’autore, assumendo nuove forme e protocolli immersivi.
Vedremo più avanti come tale ricerca si declini in FEED e ZEE, per quanto riguarda questa parte della sua produzione, lo schermo è parte di un’architettura immateriale proiettata, che oltrepassa lo statuto di superficie e diventa un’apertura trasparente attraverso la quale osservare il landscape immaginario degli umanoidi.35 In particolare in Cluster questo dispositivo spaziale è portato a pieno compimento: simile ad un acquario il quadro delimita la visione di un oltre, di una dimensione naturale altra, regolata da differenti leggi gravitazionali e da altri equilibri biologici. Questo determina una posizione proiettiva del fruitore nel quadro, piuttosto che l’emersione del dato visivo dalla superficie verso l’esterno abitato dal corpo dell’osservatore. Si tratta di un meccanismo immersivo basato sull’assorbimento del fruitore nell’universo creato, inverso all’espansione della forma visiva nello spazio reale. Questo effetto è favorito dal suono, che è invece spazializzato intorno al pubblico. Questa differenza tra spazio interno della visione ed espansione della componente acustica, anziché generare una scissione, stabilisce un meccanismo per il quale il suono è reso un sistema di vettori che indirizzano il fruitore nel lasciarsi assorbire nel quadro, nello scenario di corpi sintetici proiettati: il suono particellare attraversa il corpo di carne del fruitore ed è al tempo stesso
33 Unreal Tournament è una piattaforma per la progettazione di ambienti virtuali sviluppata dalla Epic Games. L’autore inizia ad utilizzare l’unità Karma nel 2004 per la preparazione delle scenografie video di N, progetto che verrà approfondito nel prossimo capitolo, perché risponde alla necessità di visualizzare in real time e legarlo all’audio senza necessità di rendering o montaggio precedente. McLean B., 2008.
34 Paci Dalò R., Pitozzi E., 2011. 35 Borş S., 2013.
controllato dal movimento dello sciame, ne è estensione nel piano reale e quindi medium che attira e conduce il soggetto nel meccanismo d’immersione introiettiva. Attraverso questa condizione del soggetto, oscillante tra assorbimento allo scenario virtuale ed esperienza del corpo posto al di là del bordo, pur senza perdere la consapevolezza del sé, Hentschläger instaura in questo percorso di lavori la messa in crisi della soggettività intesa come unità monadica nello spazio per rendere esperibile l’essere qui e altrove del corpo disseminato.