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Prevenzione dell’obesità e del sovrappeso

A seguito della pianificazione nel settore nazionale e regionale in ogni ASL sono state avviate diverse iniziative:

– nell’ASP di Matera ambito territoriale ex ASL 4 di Matera l’Unità Operativa di Nutrizione Clinica e Dietetica ha implementato già nel 2007 le attività per la prevenzione di soprappeso-obesità con corsi di aggiornamento rivolti a medici di famiglia (MMG e PLS in collaborazione con il centro studi e il servizio per la formazione dell’ASL) e con corsi di educazione alimentare;

– nell’ASP Potenza è stato attivato un Centro territoriale di prevenzione e terapia dell’obesità su proposta del DP-Unità Operativa di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione. Infatti la Regione e l’ex ASL 3 di Lagonegro hanno deciso di riconvertire parte del vecchio ospedale di Chiaromonte per dedicarvi un’ala, completamente ristrutturata e indipendente, alla cura dei disturbi del comportamento alimentare.

La Regione ha istituito a Chiaromonte (PZ) presso l’Azienda Sanitaria n. 3 di Lagonegro (PZ), attraverso il DP e nello specifico, tramite il SIAN (Servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione) e attraverso il centro per la cura dei disturbi del comportamento il Centro pubblico per il Comportamento dei Disturbi Alimentari (DCA) e del Peso, che agisce in partenariato con quello già esistente di Todi, in Umbria.

Con Delibera 8/5/2006, n. 676 e successivamente quella del 4/5/2008, n. 293 si costituisce il centro DCA di Chiaromonte (PZ) e successivamente tale Centro viene individuato come Centro di Riferimento Regionale per la cura dei DCA.

Il Centro (secondo per importanza) si pone quale punto di riferimento dell’Italia Meridionale per un problema sociale di vaste dimensioni ed ha una dotazione di venti posti letto. È rivolto, in particolare, alla riabilitazione dei giovani affetti da disturbi del comportamento alimentare.

Il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso realizza all’interno della Regione Basilicata una rete di intervento assistenziale per i DCA, quale quella suggerita dalle indicazioni ministeriali, che rimanda all’idea di una vera e propria “presa in carico” del paziente e della sua famiglia.

Il Centro Lucano è stato concepito in termini interdisciplinari e integrati. Sono state previste figure professionali diverse, che collaborano sistematicamente tra loro: psicologi-psicoterapeuti, medici internisti, psichiatri, nutrizionisti, pediatri,endocrinologi, dietisti, educatori secondo un modello organizzativo-tecnico a rete dipartimentale di assistenza articolata in diversi livelli di trattamento, in modo da fornire ai pazienti e alle loro famiglie un percorso assistenziale coordinato e complessivo, valutando l’utilizzazione dei vari gradi di assistenza durante le diverse fasi della terapia.

L’Azienda USL N. 3 di Lagonegro, ha quindi ipotizzato e costruito una rete integrata per i DCA che prevede i seguenti livelli con un’equipe unica di intervento:

– Unità ambulatoriale;

– Unità semiresidenziale con attivazione di 10 posti letti e di day hospital;

– Servizi di degenza residenziale riabilitativa per una degenza di tre mesi con attivazione di 20 posti letto.

La costituzione di un’equipe unica multidisciplinare garantisce la reale presa in carico del paziente e l’accoglienza dei suoi familiari, offrendo al cittadino-utente affetto da DCA la possibilità di utilizzare in modo chiaro e accessibile un percorso assistenziale per ogni tipologia di trattamento.

La Regione Basilicata con la Legge 14/10/2008 n. 27 – “Istituzione di centri di educazione alimentare e benessere alla salute”) ha istituito Centri di educazione alimentare e benessere alla salute. Essi hanno sede presso i Comuni della Regione e si avvalgono dell’assistenza tecnica delle AUSL territoriali con il coordinamento del Dipartimento Sicurezza e Solidarietà Sociale della Regione e del Centro regionale di educazione alimentare e benessere alla salute.

A mezzo di apposite convenzioni possono, inoltre, avvalersi della consulenza scientifica dell’Università degli Studi della Basilicata e di altri istituti scientifici. Al funzionamento dei centri comunali sono destinati appositi fondi regionali trasferiti ai Comuni.

In particolare nell’ultimo Piano regionale integrato della salute e dei servizi alla persona e alla comunità 2012-2015 (DCR 24/7/2012, n. 317) sottolinea l’importanza di una rete integrata ospedale-

territorio per la prevenzione e terapia dell’obesità con la previsione di una serie di interventi di prevenzione primaria e secondaria attuati dagli MMG e dai PLS ed eventuali invii alle strutture territoriali quali i SIAN dei DP.

Prevenzione della disabilità degli anziani

Il Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012, (che richiama alcuni interventi già previste dalla Legge Regionale 14/2/2007 “Rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale” con l’adozione di strategie della promozione e della prevenzione della fragilità, servizi di assistenza domiciliare per anziani) prevede, per la protezione e la promozione della salute negli anziani, il seguente progetto regionale:

Protocollo di esercizio fisico e dieta per la prevenzione e il trattamento della sarcopenia nell’anziano, ex DGR n. 1579 del 21/9/2010, con valutazione fisiatrica e nutrizionale e inserimento in percorsi riabilitativi personalizzati”.

Per essere eleggibile i partecipanti devono presentare i seguenti requisiti: – età> ai 70 anni;

– autonomia nelle ADI;

– svolgere una vita sedentaria o comunque non partecipare ad un programma di esercizio fisico definito come una attività di almeno 20 minuti o più almeno 2 volte la settimana nei precedenti sei mesi.

Il programma di esercizio proposto è sviluppato concordanza con le raccomandazioni Collegio Americano di Medicina dello Sport per lo sviluppo e il mantenimento della capacità aerobica e della forza muscolare. Il protocollo esercizio fisico presenta quattro livelli intervento:

1. esercizio aerobico; 2. esercizio contro resistenza;

3. programma di educazione all’ esercizio fisico; 4. educazione a corretti stili di vita.

Il PSR 2012-2015, ha come obiettivi prioritari sia potenziare gli strumenti di supporto alle condizioni di fragilità e alla famiglia, ma anche implementare e qualificare la capacità di presa in carico delle Cure Domiciliari, secondo percorsi di innovazione e qualità, sia attivare la Medicina d’iniziativa e di prossimità che sappia intervenire, prima dell’evento acuto, nella prevenzione e nell’identificazione precoce dei soggetti a rischio, per svilupparsi tramite una serie di azioni mirate contro la disabilità da attuarsi da un lato con lo sviluppo di reti integrate con i settori specialistici e dall’altro con il pieno coinvolgimento della collettività.

Sono stati individuati alcuni indirizzi a favore della popolazione anziana:

– Estendere le coperture vaccinali negli anziani, con >75% di copertura per antinfluenzale e incremento della copertura per antipneumococcica negli anziani > 65 anni.

– Rafforzare il sistema epidemiologico (anche con sistema di sorveglianza PASSI), con dati relativi ad aree critiche di salute (morbosità, disabilità, mortalità, fattori di rischio della fragilità).

– Potenziare gli strumenti di supporto alle condizioni di fragilità e alla famiglia, ma anche implementare e qualificare la capacità di presa in carico delle Cure Domiciliari, secondo percorsi di innovazione e qualità.

– Ampliare la rete della residenzialità e modulazione in relazione ai bisogni assistenziali.

– Sistematizzare e omogeneizzare l’assistenza domiciliare sviluppando le best practice regionali e ampliare l’ambito dell’assistenza domiciliare in tutti i settori ed, in particolare, per gli anziani non autosufficienti, arrivare al 5% di copertura in ADI.

– Rafforzare il Distretto come luogo di governo della domanda, di garanzia dei LEA sociosanitari e di presa in carico dei bisogni complessivi, in particolare rispetto alle fragilità e ai soggetti non autosufficienti.

Altro progetto programma legato al PRP 2010-2012 riguarda la prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico. In particolare il progetto propone di rendere operativo l’Osservatorio regionale degli incidenti domestici previsto dalla Legge Regionale 15/2009, PRP 2005-2009.

Gli anziani di 65 anni e più, che subiscono oltre il 26% del totale degli incidenti domestici che vengono registrati, pagano un tributo che si mostra particolarmente gravoso sia per il soggetto singolo che

per la collettività in considerazione delle implicazioni sanitarie e socio-economiche che la disabilità temporanea o permanente comporta (oltre l’80% delle persone che in Italia ogni anno perdono la vita in un incidente domestico sono anziani ultra 64enni).

Da qui le seguenti fasi di attività:

– raccolta-elaborazione e analisi dei dati di mortalità per incidente domestico (eventi traumatici) nella popolazione di 65+ anni;

– raccolta-elaborazione e analisi dei dati di accesso ai sevizi di PS e di ricovero per incidente domestico sia per quanto riguarda gli anziani (eventi traumatici) che per quanto riguarda la popolazione di 0-4 anni (traumi da caduta, inalazione di corpi estranei, avvelenamenti e ustioni); – valutazione della percezione del rischio d’incidente domestico in anziani e genitori;

– realizzazione di incontri informativi;

– attivazione dell’Osservatorio regionale degli incidenti domestici (Legge Regionale n. 15/2009). Fasi che si compongono delle attività riportate successivamente in schema, unitamente ad attori, portatori di interesse, gruppo e referente di progetto, beneficiari, cronoprogramma, budget e indicatori di processo ed esito.

Con la finalità di attivare un modello di sorveglianza attiva degli incidenti domestici che partendo dall’area pilota (città di Potenza), dove se ne verifica la fattibilità operativa e la sostenibilità economica, possa essere esteso nel tempo all’intera ASL di Potenza - ASP e successivamente all’intero territorio regionale in raccordo con l’Osservatorio di cui alla suddetta Legge Regionale e ottenere un’aumentata consapevolezza del rischio a favore dei beneficiari insieme ad un’aumentata sensibilità sociale sul fenomeno quindi una riduzione del 10% degli accessi al P.S., relativi ricoveri e conseguenze in termini di disabilità/mortalità a partire dal 2013.

Attori: Dipartimento Regionale Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale, Servizi alla Persona e alla Comunità – Ufficio Politiche della Prevenzione – Osservatorio Epidemiologico Regionale –- Dipartimento di Prevenzione (UO di Igiene Epidemiologia e Sanità Pubblica) – Azienda Sanitaria Locale di Potenza – ASP – Ambito territoriale ex ASL2 di Potenza – Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza – PS – Servizio di Emergenza – Urgenza 118 – INAIL – Ufficio Scolastico Provinciale (per incontri informativi presso asili nido e scuole materne).

Promozione attività fisica

Un dato interessante, proveniente dallo Studio Argento, riguarda la percentuale di anziani che riferiscono di praticare attività fisica che è più bassa in Basilicata rispetto alle altre Regioni in studio sia per sesso che per età (44% vs 56%). Ciò espone soprattutto le donne in mancanza di questa attività preventiva ai maggiori effetti dell’osteoporosi e dei disturbi artrosici/artritici.

È ormai ampiamente documentata l’efficacia che una costante attività fisica, anche se di lieve intensità, ha nel proteggere le persone di ogni età verso patologie ad elevata incidenza nella popolazione. Praticare attività fisica aerobica, anche moderata, per 30 minuti al giorno e per cinque giorni alla settimana, ha finalità principalmente preventive; possono essere recuperate, consolidate e migliorate le funzioni che permettono il mantenimento di una completa autonomia e di una condizione di benessere psico-fisico. Una sana educazione motoria previene, ad ogni età, l’insorgenza di patologie quali: le malattie cardiovascolari, il diabete, le osteoartriti, l’osteoporosi. Nei bambini e negli adolescenti la pratica di un’attività sportiva migliora lo sviluppo muscolo-scheletrico.

In questi ultimi anni sono state previste una serie di attività volte a favorire lo sviluppo dell’attività fisica tra la popolazione anziana al fine di ritardare l’invecchiamento progressivo.

In particolare nell’ultimo Piano regionale integrato della salute e dei servizi alla persona e alla comunità 2012-2015 (DCR 24/7/2012, n. 317) prevede la nascita della rete regionale di medicina dello sport e dell’esercizio fisico che prevede una unità operativa dedicata e autonoma, istituita presso l’Azienda ospedaliera San Carlo, integrata con i servizi territoriali di medicina dello sport delle ASL, secondo uno schema organizzativo e funzionale che verrà definito con apposito atto di indirizzo e coordinamento della Regione.